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Autore: meiousetsuna    21/10/2012    9 recensioni
Seconda classificata e vincitrice del premio speciale: "da morir dal ridere" nell'omonimo contest di Cosmopolita1996!
All'improvviso arriva Lei, e il Mondo come noi lo conoscevamo non è più lo stesso!
È Pura come un fiore di loto, Potente come l'energia che muove l'Universo, Bella, ma non addormentata!
È Mary-Sue!!!
Questa storia è scritta per il delizioso contest di Kuppuru "Dai il peggio di te... contest", e si classificata seconda!
Con un titolo così, potevo non sentirmi chiamata a partecipare? Come? Siete tutte d'accordo?
La gara consiste nello scrivere una OS con protagonista la più scontata, tremenda, insopportabile Mary-Sue della storia delle fiction, secondo il tipico fanon sul genere!
Per la mia OS precedente vi ho chiesto 5 minuti per tuffarci nel fluff, ora vorrei offrirvene 10 di risate per immergervi nel glitterato e strabiliante mondo delle Mary!
Pronte?
Meno tre, due, uno... tantissimi baci dalla vostra Setsuna!
Genere: Comico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Inner Senshi, Nuovo personaggio, Outer Senshi
Note: Lime, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta serie
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Seconda classificata nel fantastico "Dai il Peggio di Te - Contest" di Kuppuru, sul forum di EFP. La difficoltà consiste nello scrivere una storia basata su una Orrenda MarySue, con tutti i suoi "pregi" fanon, imitando le peggiori fyccine mai lette!
Premio speciale: "Da morir dal ridere" nell'omonimo contest di Cosmopolita1996

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Codename: Sailor Sun
Rating: Arancione
Genere:
Commedia, Erotico, comico
Avvertimenti:
Het, Yuri, OOC, AR, What if? lime

Note dell'Autore: Per praticità, ho reso tutte le Sailor coetanee, cioè sedicenni, per radunarle nella stessa classe e poter scrivere scene lime senza violare il regolamento.
Personaggi: Mary Sue x Tutti, Tutti x Mary Sue!

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Ogni mattina, il Sole sorge a Tokyo e un Kitsune si alza e comincia a correre… anche un Tanuki si sveglia e corre. Che tu sia un Kitsune, o un Tanuki… scusate, questa è un’altra storia! Dicevo… anche quella mattina la campanella del liceo Juuban segnalava, col terzo squillo, l’ingresso dei ritardatari sottolineando la corsa di Usagi e Minako, che si erano fermate a comprare da mangiare e provare un videogioco al Crown: almeno la scusa era quella; che poi l’avessero provato con Motoki, usando il suo joystick nello sgabuzzino, erano soltanto affari loro, dopotutto il cliente ha sempre ragione!

Raggiunsero col fiatone la loro classe, pronte a essere spedite fuori con un secchio d’acqua sulla testa, ma per loro grande fortuna, l’insegnante era distratta dalla compilazione di un modulo e in più tutte le guerriere  avevano una strana premonizione. 
“Il Mare è in tempesta!” Annunciò a proposito Michiru.
Infatti, la porta si spalancò da sola in quel momento, come se un vento pieno di magia volesse evidenziare che qualcosa di speciale stava per succedere.
“Ecco la vostra nuova compagna di classe, accoglietela bene, per favore!” La professoressa Sukurada  Haruna sentì il sorriso di benevolenza che era comparso spontaneamente sul suo viso gentile trasformarsi in una maschera di ghiaccio. La nuova arrivata non indossava l’uniforme!

La osservò entrare, avanzando con passo sicuro, attraversando l’aula, che notoriamente era lunga come un campo da calcio di Holly e Benji, con sinuose falcate delle sue lunghissime gambe tornite, che terminavano in dei piedini calzati da stupende scarpe tacco dodici, realizzate provocando l’estinzione dell’ultimo coccodrillo del Nilo, mentre le cosce affusolate erano quasi completamente scoperte da una minigonna che lasciava ben poco all’immaginazione.


Essendo una ragazza che proveniva da una illustre famiglia di nobili, il suo gusto era il chiaro frutto di una educazione raffinata, privilegio della sua casta. La gonnellina era leopardata, fermata sulla vita incredibilmente sottile da una sobria cinta di Swarowsky fucsia con la chiusura a forma di teschio, il top di pizzo nero con le stecche strizzava all’inverosimile il suo seno abbondante;  indossava  pochi delicati gioielli, cioè una semplice parure composta di collana, orecchini, coroncina, bracciali e cavigliera portata sopra le autoreggenti; per colmo di originalità, aveva un tatuaggio a forma di stellina nera proprio sulla caviglia! Roba mai vista! *_*

I ciondoli dei monili erano a forma di stella, cuore, quadrifoglio, ferro di cavallo e una curiosa sagoma allungata vagamente evocativa. ^0^ Questi oggetti le conferivano un rarefatto scintillio che pareva emanare direttamente dalla sua persona.
“Edward Cullen!”

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Sospirò Ami, lei anche al di fuori dello svolgimento dei compiti era comunque la più intelligente.
La ragazza sistemò con la mano una ciocca dei lunghissimi capelli biondo ramato, lanciando uno sguardo indagatore su tutta l’aula; i suoi erano gli occhi più incredibili che si fossero mai visti; apparentemente le iridi erano di un banalissimo color indaco, ma grazie alla luce al neon rivelavano sfumature viola elettrico con pagliuzze argentee, mentre incupendosi a causa dei profondissimi  pensieri della loro proprietaria, assumevano un tono più affine al pervinca. Le labbra erano piene e sensuali e rivaleggiavano con i petali delle rose nel mese di Maggio. Ma soprattutto quello che risaltava era il sorriso che era un chiaro invito ad indulgere con le più torbide fantasie.

Arrivata alla lavagna si inchinò a novanta gradi, spalle alla classe, per prendere il gessetto. Le sue compagne si stavano mangiando le mani per l’invidia, tranne Haruka, mentre i ragazzi si sentivano un’anguilla ballare la samba nei pantaloni. Un soave profumo di vaniglia misto a cannella, orchidea selvaggia, mela verde, gelsomino persiano, muschio e ambra si spandeva intorno a lei causando, suo malgrado, direttamente nel cervello di chi lo annusava un aumento spropositato dell’attività ormonale. (Hey, amyke, non è stupenda??? Vado un attimo a specchiarmi, poi torno a scrivere!)


Scrisse i caratteri del suo nome con una grafia così perfetta da fare impallidire gli ideogrammi stampati sui libri di testo.
“Mi chiamo Kinyou Hikari (1), piacere di fare la vostra conoscenza!” 
“Kinyou, perché non indossi la divisa regolamentare? E non sai che a scuola è vietato tingersi i capelli e truccarsi?” Haruna si stava ancora riprendendo dallo shock.
“Sensei, non è colpa mia! Non vede che sono nippo-americana? Sono alta un metro e ottanta, per questo non c’era una divisa già pronta della mia misura e i miei capelli sono dorati naturali e le labbra così rosse! Ovvio, no? Inoltre, non amo giustificarmi, come avrà notato all’apparenza sono timida ma nascondo una grande personalità!”


“Ohhh! \*0*/ Allora è tutto a posto, resta solo da eseguire la Cerimonia di Smistamento!” Detto fatto, pose sulla testa della giovane un cappello di paglia da samurai che subito si animò, aprendo dei simpatici occhietti e bocca tra i ramoscelli che lo componevano.
“Humm… scelta difficile! C’è coraggio da vendere, voglia di dimostrare le proprie abilità, intelligenza fuori dal comune, capacità di adattamento, forza, passione, libidine sfrenata, inclinazione ad  approfittarsi delle situazioni… puoi andare nella classe che preferisci!” 
“Allora resto qui! Appena arrivata, mi sono sentita a mio agio! Spero di fare una conoscenza approfondita di tutti voi!”

La professoressa si lasciò scivolare nel suo personale Oblio della Ragione, in fondo in classe aveva già tre bionde naturali, un’alunna con capelli celesti, una blu ed una verdi, perché farsi tanti problemi?
“Bene, allora visto che sei appena arrivata sarai capoclasse, presidentessa del Comitato alunni-genitori e dirigerai il gruppo delle cheer-leader, che fonderemo oggi!”


La classe era in visibilio, non si era mai vista tanta equità da parte di una professoressa! Hikari decise, casualmente, di prendere posto vicino ad Usagi e sistemandosi al banco lasciò intravedere una rapida visione del suo tanga, anch’esso fucsia, prima di accavallare le gambe, cosa probabilissima  sotto un tavolino pensato per una giapponese di un metro e mezzo. La parte anteriore era in sottile tulle con cuoricini ricamati, sormontata da un bel fiocco con al centro un cuore di cristallo, con nastrini che pendevano e la parte posteriore era praticamente un filo interdentale. Tutti i ragazzi avrebbero voluto essere la sedia.

Soprattutto, avendo dimenticato di staccare il cartellino del negozio di intimo, si leggevano chiaramente il prezzo esorbitante e la firma dello stilista, rendendo chiaro che il capo era veramente ‘In’. Se qualcuno non lo capiva era un suo problema di Fashion  Ignorance. Usagi si sporse, e sollevò la gonnellina della sua vicina. “Anche io ho un cuore rosa così, però come spilla, sulla marinaretta!”
“Vedo… è molto particolare, posso toccarla?”
“NO!” Usagi si accorse subito dell’errore commesso; poteva ingannare i suoi genitori, suo fratello, gli amici d’infanzia che la conoscevano da sedici anni, ma non Hikari.

In pochi minuti la mente geniale di quella ragazza stava carpendo i suoi più intimi segreti e il terrore che cambiare abito non bastasse più a mascherarla perfettamente, durante la sua trasformazione in Sailor Moon, si impadronì di lei. Possibile che arrivasse a notare la somiglianza? Poi, volle liquidare quel timore come una cosa impossibile, una sua fissazione.
“Capisco… forse è un regalo importante?”
“Ecco, sì, del mio fidanzato, Mamoru! Lui frequenta già l’università, quando avrò diciotto anni ci potremo sposare… verrà a prendermi dopo le lezioni, posso presentartelo”.
“Credo che sarebbe un grande piacere, per me, per te e per lui…”

Era pomeriggio inoltrato, in pieno quartiere Azabu Juban(2), ma per fortuna non passava nessuno di inopportuno mentre la macchina di Mamoru, parcheggiata in doppia fila, sussultava come se fosse stata su un tappeto elastico. Gli era bastato scorgerla all’uscita dalle lezioni per capire che fino a quel giorno non aveva conosciuto davvero la parola attrazione. Per fortuna, era un tipo freddino e controllato e nulla della sua espressione lo tradì pubblicamente.

Free Image Hosting at FunkyIMG.com Semplicemente, prese per mano sia la sua ragazza che Hikari, che non era assolutamente un tipo facile, anzi, stava sicuramente facendo un’eccezione alla regola e le aveva praticamente trascinate nella vettura. Un groviglio di gambe, braccia ed essendo Chiba Mamoru un Vero Uomo Giapponese, otto tentacoli, Free Image Hosting at FunkyIMG.com giravano s’intrecciavano e si insinuavano un po’ dappertutto. Le due fanciulle si contorcevano felici sul sedile mentre lui si dedicava alternativamente ad ambedue, ovviamente senza dare cenni di stanchezza nello svolgere un ‘doppio lavoro’, anzi, avrebbe continuato così per tutta la notte se non fosse stato uno studente serissimo, che il mattino dopo doveva alzarsi alle sei per arrivare a lezione. Aveva insistito per accompagnarla a casa, ma lei aveva sorriso, accendendo una luce che avrebbe illuminato a giorno la notte più cupa, *ma lo vedete che è Edward?  *ç* N.d. Ami!* e si era diretta verso la casa di Haruka e Michiru, le due simpatiche cugine che erano in classe con loro.

Non aveva nessuna particolare intenzione, semplicemente pensava che fosse magnanimo da parte sua concedere la sua graditissima presenza in un giro di visite di cortesia. La villetta era graziosissima e dal suo interno provenivano delle voci affettuose.
“Hotaru, ti ho detto di mettere a posto i Pianeti quando hai finito di giocare col Sistema Solare! Non abbiamo mica la cameriera!” Setsuna era inviperita, possibile che Sailor Saturn, che nell’ultima settimana era passata dai quattordici anni ai sedici, si perdesse ancora in passatempi infantili?
“Veramente c’era, - Haruka si intromise -  è stata Michiru a farmela cacciare perché era troppo brava a fare le pulizie! * N.d.A cioè… ma vi rendete conto della mia eleganza???*  Prenditela con lei!”


“Certo, adesso finisce che è colpa mia se questa casa è un porcile, pensa a te che lasci le macchie d’olio del motore quando rientri, chi credi di essere, il padrone di casa?” Doveva esserci un vizio di fabbrica nelle serrature che si vendevano a Tokyo, perché anche quella porta si aprì spontaneamente.
“Scusate”. Hikari entrò e da gran dama qual era si accomodò coi piedi sul tavolino, mostrando il  nuovo tanga che aveva preso dalla borsetta quando si era scordata quello fucsia sul sedile posteriore di Mamoru.

Esso rivaleggiava in finezza col precedente. Era verde fosforescente, in modo da essere socialmente utile, perché in caso di guasto sull’autostrada sarebbe stato visibile da prima di cinquecento metri, con delle faccyne di alieni stampate qua e là, e la scritta: ‘Pista di Atterraggio’ al centro.
“Non sapevo che abitaste tutte qui siete quattro cugine?”
“No, ma siamo una squadra -  Tenou aveva preso la parola – se vuoi, possiamo dimostrartelo”.
Quando alcune ore dopo Hikari lasciò quella casa, aveva un luccichio malizioso negli occhi. *sì Ami, sì, erano fatti… di diamanti…* Haruka e Michiru erano state le prime a farsi avanti, cos’era in fondo la loro coppia davanti a quella Dea irresistibile?

Setsuna e Hotaru le avevano seguite di corsa, litigandosi brandelli dei suoi capi d’abbigliamento, restando tutte stremate, mentre la bionda si rialzò come nulla fosse guardando alle sue spalle. Michiru giaceva riversa sul tappeto con la schiuma alla bocca, Haruka aveva gli occhi che roteavano nelle orbite, Setsuna blaterava di varchi spazio-temporali ed Hotaru si era pentita di essere diventata adulta. Le sue compagne per ora la stavano accettando e questo commosse il sensibile cuore della ragazza. Aperta la borsa, estrasse un terzo tanga, come tutte le persone normali e lo infilò.
Era la quintessenza del gusto. Su di un fondo tigrato con righe argento e oro, i Teletubbies si tenevano per mano, con aria felice.

All’improvviso un soave profumo solleticò il suo olfatto sopraffino: un aroma di torta al cioccolato appena sfornata aleggiava in tutta la strada; decise di seguirlo, finché trovò Makoto che posava il dolce sul davanzale per farlo raffreddare.
“Ciao Kino!”  - Hikari aveva memorizzato tutti i cognomi, nomi, indirizzi e telefoni degli altri studenti in una mattina – “Posso entrare? Non ho nessuno che mi passi gli appunti delle lezioni, non è che potresti aiutarmi?”
“Certo! – Ami si sporse dalla finestra – ci sono io, qui! Vieni pure!”  Hikari entrò, adocchiando subito la ciotola dell’impasto.
“Questa la pulisco io, prima di metterla in lavastoviglie, sembra buona…”
Detto fatto, passò le dita sul bordo, leccandole una ad una, mentre faceva l’occhietto alle due amiche.

Ami riuscì solo a proferire un “E = mc2”, per poi svenire, vittima di un abbondante sanguinamento dal naso; Makoto tentò di opporre una resistenza di faccyata. “Hem… vedo che i dolci ti piacciono…”
“Impastati dalle tua abili mani, di sicuro! Mi sembri portata…” Più tardi, le tre ragazze riemersero da una nuvola di farina e cacao, sporche ma felici.
“E la torta?” Makoto ci teneva al giudizio sulla sua cucina.
“La vorrei per mangiarla tutta dopo cena, è chiaro che io non metto su un grammo che inquini la mia linea perfetta anche se ingurgito schifezze ipercaloriche tutto il giorno!” 

 “Ohhhhh!” Risposero in coro le due guerriere. Prima di uscire, Hikari, non rintracciando il perizoma, dovette metterne uno nuovo; caso volle che fosse quello tutto ricoperto di specchietti da palla prismatica.
“Lo vedi che brilli tutta, sei proprio… 9,80665 m/s²!!!” E svenne nuovamente.


“Ma che succede?”
“Nulla… - Makoto era sconfortata – quando vede qualcosa che sbrilluccica sviene e prima di cadere a terra, enuncia la formula della gravità… sai, è un genio!”
“Capisco... statemi bene!” Si allontanò, provocando vari tamponamenti stradali visto che gli autisti si distraevano per ammirare la sua bellezza, allorquando giunse ai piedi della scalinata del Tempio del nonno di Rei. La sacerdotessa era indaffarata ad accendere un fuoco sacro, aiutata da Minako, che le passava delle vecchie riviste, sicuramente per alimentare più facilmente le fiamme.
“Ciao, che fate di bello?” La bruna arrossì vivacemente.
“Niente!!! NON sto assolutamente bruciando i giornaliFree Image Hosting at FunkyIMG.com  prima che mio nonno faccia le pulizie annuali!”
“Certo… e quei talismani?” 

“Mina-chan mi aiuta scriverli, sono da vendere per la festa di beneficenza del quartiere, lei ha una bella grafia”. Minako annuì contenta, sollevando un attimo il pennello dalle striscioline di carta di riso, quando un fenomeno paranormale accadde proprio davanti a loro! Le scritte ‘amore’, ‘buona riuscita’, e ‘salute’, cambiarono, riformulandosi così: ‘ spogliami’, ‘ti aspettavo’, ‘ due è una compagnia, tre è un party’. Come offendere il tempio con l’avarizia? Hikari fece spontaneamente dono di se stessa.

Ma ecco che un turbine minaccioso si sollevò, oscurando il Sole… sì, perché, quel giorno, stranamente, era ancora alto alle 22:00! Dal centro di una nube violacea, Nehellenia discese, la sua malvagità resa manifesta dall’aura scura che la avvolgeva! Non c’era scelta… Rei e Minako, dopo essersi scambiate uno sguardo disperato, si trasformarono sotto gli occhi di Hikari, che intanto si limava le unghie finte. Esse avevano la manicure francese, con lunette bianche in contrasto con lo smalto rosso, con la brillantina dorata, gli  adesivi coi fiorellini ed il diamantino tipo piercing.

* Chi ha detto diamantino? Forse c’è in giro..* *Ami! Questa è l’Autrice che parla! (Per altro era ora di fare un po’ di self-insertion!) Basta col vampirla, capito? Ti punirò in nome di Plutone! Da adesso, IO scrivo in viola, che è il mio colore preferito, e tu in blu! Tiè!*
*Cattiva! T.T*
Insomma… in pochi istanti, anche  le altre Sailor erano sul posto, perfettamente consapevoli di essere state smascherate, compreso Tuxedo Kamen, ma tutti erano  fiduciosi che una creatura così superiore non li avrebbe traditi.
“Muhahaha!!! – Nehellenia faceva davvero paura – oggi, la Luna Spenta prenderà il predominio sul mondo! Ho potenziato il mio attacco e vi finirò tutti in una volta sola! Morite, schiocchi umani!  Ultimate Dark Moon Attack!”

Un getto di abbondante colla vinilica…*no! Che dico!* Un getto di malvagio potere si diresse contemporaneamente verso tutti e dieci, quando Hikari si frappose tra loro e l’arma micidiale, proteggendoli col suo corpo! Che eroina! Quand’ecco che, invece di cadere fulminata, accadde quello che nessuno si sarebbe MAI aspettato! Il suo vestito non si accorciò, perché di più sarebbe stato impossibile, ma cambiò tessuto e colore, come pure il corpetto, stivali da ballerina di lap-dance si formarono sulle sue gambe, una tiara d’oro discese sulla sua fronte e in mano le apparve un lunghissimo scettro, sormontato da un sole anch’esso d’oro, a riporto con le utilissime giarrettiere!

Era la Mitica Guerriera Mancante, la Principessa dell’Universo, la paladina dell’Eros, la vincitrice di Miss Giappone, il premio Oscar e Nobel per la Pace… Sailor Sun!!! La sorpresa tolse il fiato a tutti. Lei non si scompose di un millimetro.
“Ho sempre pensato di essere Meglio di Tutti!” Dalla sua fronte fuoriuscì il Seme di Stella, il Potere dei Sogni le aleggiava graziosamente intorno, mentre il Cristallo del Cuore spuntava dalla generosa scollatura! Hikari ruotò destramente lo scettrone, come se non avesse fatto altro in vita sua.
“Golden Glittering Dazzling Sunbeam Intimate Shattering!” (3) Nehellenia non fece in tempo a capire che stava succedendo, che l’attacco di Sailor Sun la colse sotto la gonna, ed una sensazione fantastica si impadronì di lei. Free Image Hosting at FunkyIMG.com 

“Che me ne faccio della Terra, se posso avere te? – la Regina era impazzita – ti prego, vieni con me sulla Luna Nera, sarò la tua schiava d’amore per sempre!” Hikari sorrise facendo rifulgere la dentatura perfetta, il che causò un altro svenimento di Sailor Mercury.
“Perché no? In fondo mi sento preparata a gestire una galassia, ho i poteri già da 10 secondi! Addio, Sailors, ci rivedremo presto! Intanto, allenatevi !” Una nube dorata le trasportò via, verso nuove avventure…

Usagi alzò gli occhi al cielo.
“Che fortuna abbiamo avuto! È entrata nelle nostre vite, ci ha dato la gioia e la serenità, e ha salvato il pianeta! Da oggi, una volta l’anno, ricorderemo la sua bontà e spirito di sacrificio con una festa, che chiameremo: ‘Uniti dall’Amore!’ Chi comincia?” Scarpe, vestiti e tiare formarono un mucchio variopinto, sul quale si adagiò, come una goccia d’inchiostro nero, che scrive la parola “Fine” su una storia dai mille colori, il cilindro di Tuxedo Kamen…

Grazie Sailor Sun, non ci scorderemo mai di te! Lunga vita all’Imperatore, e God save The Queen!
Meiou Setsuna

L’importanza e bellezza delle altre Guerriere rispetto a Sailor Sun.

 

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Nota seria: tutte le immagini sono pubblicamente reperibili su Google, ma provengono da Deviant Art. Le ho utilizzate senza scopo di lucro, a fini dimostrativi. Se le autrici riconoscono  il loro lavoro, possono segnalarmi di doverlo rimuovere; spero che lo scopo sia evidentemente divertente, e non lesivo rispetto ai loro bellissimi disegni e specialmente che questa seducente  “Sailor Sun” non ha nulla a che vedere con la mia tremenda Mary Sue, che il contest prevede.

(1)‘Luce del Sole Dorato’

(2)Vero quartiere dov’è ambientata la serie

(3) Sconvolgimento Intimo del Raggio di Sole dalla Dorata Luminosità Accecante!

 

  
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