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Autore: Kiara Wolf    21/10/2012    2 recensioni
Salve :) questa è la mia nuova creazione che ho appena sfornato.
Hunith è una quarantaduenne che lavora come segretaria in un piccolo ufficio, dove la paga non è delle migliori. Ha carico a tre figli: Merlino, Emily e il piccolo Mordred.
La dolce Hunith durante un viaggio di lavoro incontra il proprietario dell’industria di moda più famosa d’Europa: Uther Pendragon.
Tra i due vi è subito un colpo di fulmine, pertanto decidono di fidanzarsi e successivamente di andare a vivere assieme.
Così Uther in compagnia dei suoi due figli: Artù e Morgana si reca nella casa di Hunith, che non è altri che una piccola villetta.
Riusciranno sette persone con caratteri e legami di sangue diversi a vivere sotto lo stesso tetto?
Tra amori, gelosie, preservativi, amici, fidanzati e fratelli invadenti si apre il sipario sulle famiglie: Emrys e Pendragon.
Genere: Comico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Ciao a tutti :) Vi ricordate di me? Sono una delle nuove arrivate :P Proprio l’altro ieri ho pubblicato la fanfiction intitolata: “i Pendragons”, infatti colgo l’occasione per ringrazia chibisaru e nanna, che mi hanno detto la loro opinione sulla storia :*
Comunque, chiusa questa parentesi, apriamone una nuova. Ho deciso di cimentarmi in un nuovo contesto. L’ispirazione mi è venuta venerdì sera guardando “i cesaroni”e così ho pensato: “perché non far finire i personaggi merliniani in una situazione simile?”.
Ho provato a far venire fuori il nuovo capitolo, che leggerete qui sotto. E’ solo una piccola parte, da cui non si evincerà molto, però spero susciti un po’ della vostra curiosità.
Ci risentiamo a fine brano, buona lettura!
 
 
Disclaimer:purtroppo non sono la proprietaria né delle serie, né dei personaggi originali, e nel pubblicare degli scritti riguardanti loro da parte non vi è nessuna forma di lucro, ma solo di pura e semplice voglia di scrivere.
 
 
Disclaimer 2:questa storia s’ispira alla serie italiana intitolata “i cesaroni”. E, oltre a non appartenermi, nell’utilizzare uno sceneggiato simile da parte mia non vi è nessuna forma di lucro.
 
 
Nota: questo scritto contiene riferimenti slash e un linguaggio leggermente di natura sessuale.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
                                            Rasoi e carrelli ----> ovvero Gay vs Etero
 
 
 
 
 
<< Perfetto >>, commentò Merlino, asciugandosi il sudore che gli colava lungo la fronte con il dorso della mano destra. << O almeno >>, si corresse non appena udì uno scricchiolio proveniente dal pensile della credenza, che lui aveva appena “riparato”, << quasi perfetto >>, giudicò, ma sul suo volto apparve una smorfia di delusione quando vide la mensola perdere uno dei suoi ganci. << Okay >>, annuì risoluto, << l’egocentrismo non porta a nulla, quindi definiamolo meglio di prima >>. Evidentemente i ganci del pensile non erano della sua stessa idea, poiché se ne venne via anche il secondo. << D’accordo, d’accordo >>, congiunse le mani come se stesse pregando, << ho capito l’antifona, ma ti prego… >>, non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che anche il terzo gancio fece la fine degli altri due e il pensile, non avendo altri sostegni, cadde rovinosamente sul pavimento, provocando un forte botto. << Lo sapevo >>, sbuffò Merlino, chinandosi per raccoglierlo.
<< Ehi >>, una voce femminile echeggiò per tutta la cucina.
Merlino si voltò verso la porta e vide sulla soglia la sorella Emily in pigiama, con i capelli bagnati e un’espressione alquanto scossa sul volto. << Che succede? >>, domandò preoccupata, vedendo Merlino con un martello e il pensile in mano.
<< Nulla di che >>, la tranquillizzò, scuotendo la testa. << Volevo ripararla >>, indicò con il capo la credenza, << ma a quanto pare “Merlino aggiusta tutto” non suona bene >>, dedusse posando sul mobile gli oggetti che aveva in mano.
<< Oh non è una novità >>, commentò Emily, scrollando le spalle.
<< Grazie >>, la ringraziò sarcasticamente facendo roteare gli occhi. << Ed io che volevo fare qualcosa di utile >>, sospirò, appoggiando la schiena contro il frigorifero.
<< Beh >>, aggrottò la fronte la sorella, inclinando la testa verso sinistra, << potresti iniziare dalla tua camera >>, gli consigliò avvicinandoglisi e scostandolo via dal frigo, << sembra uguale a una delle case del programma “sepolti in casa” >>, aprì lo sportello del frigorifero alla ricerca di una bevanda gassata, << a differenza di questo coso >>, disse, costatando che il loro frigo somigliasse molto al deserto del Sahara.
Merlino si andò a sedere sul mobile posto accanto al lavello. << Mamma non ha fatto la spesa? >>, domandò, portandosi una mano alla bocca per coprire uno sbadiglio.
<< Evidentemente no >>, sbatté violentemente lo sportello e subito dopo si dovette coprire anche lei la bocca, poiché fu contagiata dallo sbadiglio del fratello.
<< Ora capisco come si è rotto il pensile >>, commentò, dopo aver notato quanto la sorella fosse stata poco aggraziata nei confronti del povero frigorifero.
Emily lo ignorò bellamente e si posizionò sul ripiano accanto a lui. << Eppure è strano, sai >>, si fece pensierosa. << Mamma ha detto che doveva fare una mega spesa entro giovedì per l’arrivo dei bambocci >>.
<< Allora forse è meglio che io vada a studiare >>, decretò Merlino, scendendo dal mobile. << Oggi è mercoledì e non vorrei che mi portasse con lei al supermercato >>.
<< Sfaticato >>, la sorella scosse la testa, incrociando le gambe. << Per quattro sacchetti… >>.
<< Vacci tu allora >>, le propose Merlino offeso. << Ma soprattutto caricati tu tutti quei sacchetti >>.
<< Perché, secondo te, l’ultima volta che ho fatto? >>, la sua voce assunse un tono infantile.
<< L’ultima volta che hai fatto? >>, s’infervorò Merlino. << Te ne sei stata tutto il tempo con la mamma ad ammirare quell’idiota del cuoco italiano mentre io portavo i sacchetti in macchina >>.
<< Stavamo solo prendendo lezioni di cucina sulla preparazione delle lasagne >>, precisò Emily, prendendo un leccalecca dallo stipetto accanto a lei.
<< Io direi che stavate ammirando il lasagna-man >>, ribatté Merlino, prendendo una tazzina dalla dispensa.
<< Beh sì, in effetti, non era male >>, confessò la sorella, togliendo la carta dal dolciume. << Aveva due braccia… >>.
<< Era troppo palestrato >>, il moro fece una smorfia di puro sdegno. << Non fanno per me i tipi come lui >>, affermò versando del caffè nella tazzina.
<< Sì sì >>, annuì Emily, portandosi in bocca il leccalecca. << Infatti, Percival era molto poco palestrato >>, disse ironicamente.
Merlino, che stava sorseggiando il caffè, alle parole della ragazza si sentì colto sul fatto e il liquido scuro gli andò di traverso, facendolo tossire. << Che c’entra Percival? >>, domandò, non appena si riprese.
La sorella ghignò bellamente. << Non mi dire che quest’estate al villino di Lancillotto non eri tu l’individuo intento a fare >>, si portò alle labbra il dolciume, << un lavoro di lingua al “gorilla” >>.
Il fratello arrossì di botto e non perse tempo a sgridarla: << Emily! >>, sbatté la tazzina sul tavolo. << Ti ho detto mille volte di bussare prima di entrare nella mia stanza >>.
<< A essere sinceri vi ho beccati nella macchina di Elyan >>, rise l’altra.
<< Non può essere >>, scosse la testa Merlino, << non l’abbiamo mai fatto nella macchina di Elyan >>.
<< Sì invece >>.
<< No, ci avrai confuso >>, insistette il moro, sicuro di sé.
<< Impossibile >>, dichiarò la sorella. << Primo perché vi ho visto entrare nella macchina, secondo perché Elyan e Drea erano a casa a dormire, quindi l'auto era in giardino, e terzo perché Galvano e Lance hanno occupato il bagno per tutta la sera e infatti io ho dovuto fare pipì nel cortile >>, spiegò tranquilla.
<< Che strano… >>, mormorò il giovane, << non me lo ricordo >>.
<< Avrai perso il conto delle volte in cui Parcival ti ha reso più uomo >>, scrollò le spalle Emily, << però non ti do torto, Percival ci sa fare >>.
<< Eccome se ci sa far… >>, dovette concordare Merlino, ma rianalizzando meglio le parole della sorella, si bloccò, per poi voltarsi verso di lei a rallentatore e con uno sguardo ridotto a fessure. << Ferma un attimo tesoro. Tu che ne sai? >>, domandò a denti stretti.
<< Io? >>, Emily sembrò cascare dalle nuvole. << Nulla >>. Finse indifferenza, raccogliendosi i lunghi capelli in una coda.
<< Emily >>, ringhiò il fratello.
<< E va bene >>, sbuffò lei contrariata, << diciamo che ho solo >>, fece una lieve smorfia, << tastato le sue capacità >>.
<< Quando? >>.
<< A ferragosto >>.
<< Dove? >>.
<< A mare >>.
<< Come? >>.
<< Non sono affari tuoi >>, dichiarò la sorella, << ma se ci tieni tanto a saperlo, lui ha infilato il suo… >>.
<< D’accordo, d’accordo ho capito >>, agitò le mani per farla smettere. << Scusa. Ma comunque >>, riprese il discorso, << perché? >>, chiese schifato.
<< Forse per il tuo stesso motivo? >>, lo fece riflettere.
<< Ma tra noi c’è stato solo sesso >>, si giustificò Merlino.
<< Perché tra me e lui che c’è stato? >>, soffiò una risata divertita dalle narici.
<< No >>, scosse la testa il moro, << dico, perché te lo sei fatto quando sapevi che veniva a letto con me? >>.
<< Semplice >>, gli rivolse un sorriso sincero, << perché io ci sono andata a letto prima che ci andassi tu >>.
Merlino fece mentalmente qualche calcolo, << ah vero >>, annuì, << noi abbiamo iniziato a “stare insieme” a fine agosto >>.
<< Visto? Quindi la sgualdrina della situazione stavolta sei tu >>, affermò decisa.
<< Strega >>, le uscì la lingua.
<< Cretino >>.
<< Oca >>.
<< Checca >>.
<< Questo è vero >>, concordò il moro, << ma ciò non toglie che io possa accettare che tu ti faccia tutti i miei amici >>, incrociò le braccia al petto, << insomma, è già tanto che abbia accettato: il fatto che la mia sorellina non sia più candida e pura come un giglio  bianco>>, singhiozzò.
<< Ma va >>, con la mano gli fece cenno di andare via, << lo sai che già da due an… >>, l’espressione del fratello la fece interrompere, << d’accordo, okay, non giro il coltello nella piaga. Comunque, non è vero che mi sono portata a letto tutti i tuoi amici >>, ribatté.
<< E Will dove lo metti? >>, chiese Merlino, ritornando a sorseggiare caffè per calmarsi.
<< Quello l’ho lasciato a metà >>, raccontò lei, ritornando a leccare il suo leccalecca. << Le sue prestazioni non erano affatto come Gwen diceva >>.
<< Ora si scoprono gli altarini >>, ridacchiò il moro. << Gli ho quasi rotto il setto nasale quella volta, sai? >>.
<< Sì >>, annuì Emily, ridendo pure lei. << Perché sono stata io a chiamare l’ambulanza >>, gli ricordò.
<< Credimi se non fosse stato per Lance, l’avrei fatto fuori >>, agitò la tazzina.
<< Esagerato >>, lo schernì lei.
<< Ehi non era abbastanza bello per venire a letto con te >>, dichiarò il fratello, << è chiaro? >>.
<< Cristallino >>.
<< Cosa è cristallino? >>, la voce del piccolo Mordred interruppe la loro discussione e li fece voltare entrambi verso la porta.
<< Che Emily compra brutti “peluche” per il suo letto >>, intervenne Merlino, ammiccando in direzione della sorella.
<< Sì, sì >>, annuì la ragazza, avvicinandosi al fratello maggiore e circondandogli il collo con il braccio. << Però sai Mordred >>, sul suo volto comparve un sorriso a trentadue denti, << poi Merlo me li ruba tutti >>.
<< Brutta… >>, imprecò Merlino prendendola per i fianchi e iniziando a solleticargli la pelle. << Ti faccio vedere io >>, la minacciò buttandola per terra.
<< Mordred >>, urlò la sorella, ridendo. << Aiutami >>.
Il piccolo non se lo fece ripetere due volte e, dopo aver abbandonato sul pavimento il suo zaino, che fino a pochi istanti fa aveva tenuto sulle spalle, corse in direzione dei fratelli e si gettò su di loro come una corda fradicia. Il bambino iniziò a solleticare il collo di Merlino così da aiutare Emily, che, una volta libera, ribaltò le posizioni e si buttò sul fratello maggiore. << Facciamolo nero marmocchio >>, incitò a Mordred, che ridacchiava a più non posso.
<< Non vale >>, protestò Merlino, cercando di liberarsi. << Siete due contro uno >>.
A interrompere i fratelli Emrys fu la madre Hunith, che scese in cucina e vide lo spettacolo che era in corso sul pavimento. Sorrise nel vederli in quel modo, ma a causa del poco tempo che aveva a disposizione li dovette interrompere. << Ragazzi >>, li chiamò.
Tutti e tre smisero di “lottare” e si girarono verso la madre. << Mamy! >>, esclamarono in coro.
<< Mi dispiace interrompervi… >>.
<< A me no >>, la rassicurò Merlino quasi senza fiato, << vai tranquilla >>.
<< Ad ogni modo >>, riprese la discussione, << stamani niente scuola >>, annunciò.
<< Evvai! >>, esclamò Mordred, alzandosi da sopra Merlino e dando il cinque a Emily, che rimase comodamente seduta sul torace del fratello e si limitò a chiedere: << come mai? >>.
<< Perché le vostre stanze sono ancora un disastro >>, annotò loro, << e stasera sono di turno in ospedale. Quindi, spetta a voi finire di riordinare la casa e occuparvi di tutto >>.
<< Alt >>, la fermò Emily ponendo una mano avanti e alzandosi in piedi.
<< Dio ti ringrazio >>, mormorò Merlino, poggiandosi le mani sulla pancia dolorante.
<< Che intendi con il: “dobbiamo occuparci di tutto?” >>, domandò guardando la madre in cagnesco.
<< Stirare, andare a fare la spesa, pulire, riordinare, ma soprattutto preparare un menù per domani sera >>, spiegò Hunith con un sorriso a fior di labbra. << Io vi aiuterei, ma ora devo andare da zia Alice, che è in ritardo con le consegne >>.
<< Ma… >>.
<< Niente ma >>, scosse la testa, << ci vediamo domani >>, mandò loro un bacio aereo. << Buona giornata amori. Vi voglio bene >>, dopodiché uscì dalla cucina, lasciando i tre figli attoniti.
<< Cioè… >>, Emily continuava a fissare la porta da cui era appena uscita Hunith, << o sono io quella che non si è ancora lavata le orecchie stamattina >>, fece la sua prima ipotesi sconvolta, << o quella donna, che dice di essere mia madre, faceva sul serio >>.
<< Io le ho lavate le orecchie >>, intervenne Mordred, affiancando la sorella. << E penso che la mamma facesse sul serio >>.
<< E’ proprio partita >>, commentò Emily, piagnucolando. << Neanche quando sono tornata dalla Francia ha pensato di farmi trovare una cenetta con i fiocchi >>, si lagnò. << Mi ha fatto trovare cibo in scatola perché era appena tornata dall’ospedale >>.
<< Ringrazia che non ti abbia fatto trovare cinese >>, le annotò Merlino. << Io non li scordo più i suoi viscidi e fibrosi spaghetti di soia fatti in casa >>.
<< Bleah >>, Mordred rabbrividì solo al pensiero.
<< O lo strudel di mele >>, ricordò la ragazza. << Stetti a letto per ben tre giorni >>, con la mano simboleggiò il tre.
<< Io invece seduto sulla tazza del water >>.
<< Ma comunque >>, Emily diete un leggero calcio al fratello maggiore, << muoviti scansafatiche che dobbiamo andare a fare la spesa >>, sbadigliò sonoramente, << così dopo riordiniamo casa >>.
<< Okay >>, annuì Merlino, tirandosi. << Vado a lavarmi >>.
<< No >>, lo bloccò Emily, posandogli il palmo della mano sul torace. << Bagno mio >>.
<< Io devo fare la pipì >>, s’intromise Mordred. In realtà il piccolo non aveva bisogno del bagno, però voleva partecipare al putiferio che di lì a poco si sarebbe scatenato.
Emily e Merlino si guardarono negli occhi per cinque lunghissimi istanti. E poi, come al solito, si avventarono sulla porta.
Era appena iniziata la lotta per il bagno.
Si spinsero a vicenda finché Emily gli spizzicò il fianco e sgattaiolò verso le scale. Il moro la raggiunse in poco tempo e la bloccò afferrandola per i capelli. La ragazza ricambiò il gesto con un’assestata gomitata e il resto fu un susseguirsi di spintoni. Alla fine malconci ma vivi giunsero dinanzi alla porta del bagno.
Nessuno sembrava volere demordere, così Merlino, concio che quella giornata non fosse adatta per discutere, propose un armistizio, che Emily accettò di buon grado.
L’armistizio consisteva nell’usare tutti e due il bagno contemporaneamente, così da non perdere tempo.
Mordred, che li aveva seguiti senza però intromettersi nella “lotta”, entrò pure lui nel bagno e si mise buono in un angolo, osservando i fratelli che avevano già preso posto davanti ai due lavandini. << Nano >>, grazie allo specchio Emily si accorse della presenza del fratellino, << non dovevi fare pipì? >>.
Lui scosse la testa.
<< Allora esci >>.
<< No >>, scosse la testa di nuovo, << voglio farvi compagnia >>, un sorriso irradiò il suo volto.
Entrambi i fratelli maggiori si voltarono verso di lui e dissero: << smamma! >>.
Lui, consapevole che se non fosse uscito con le sue gambe sarebbe uscito in altri modo poco pacifici, sbuffò e con passo strascicato uscì dal bagno, borbottando qualcosa su quanto fossero prepotenti Emily e Merlino, i quali risero di gusto, divertiti dall’ingenuità del fratello.
<< Povero nano >>, ridacchiò Emily, spalmandosi sulle gambe un po’ di crema idratante.
<< Eh già >>, concordò il fratello annuendo. << Subisce in continuazione >>, prese da una delle piccole mensole la schiuma da barba, << come subivi tu del resto >>, ghignò.
<< Ma se eri tu quello che le prendeva sempre >>, gli rinfrescò la memoria la ragazza, ridendo.
<< Io non mi ricordo >>.
<< Me lo ricordo io! >>.
<< Bah… >>, mormorò Merlino, spruzzandosi sulla mano della schiuma, che poi si spalmò sul viso.
Emily osservò il fratello e gli chiese: << ancora in fissa con il look da sbarbatello? >>.
<< Non mi sta bene? >>.
<< Ti fa sembrare più giovane >>, ammise la sorella, << e più idiota >>, aggiunse sghignazzando.
<< Sei un’ingrata >>, Merlin per tutta risposta le agitò contro il rasoio, che le imbrattò il volto di schiuma.
Emily chiuse istintivamente gli occhi nel vedere quell’oggetto affilato venire verso di lei e quando li riaprì vide riflesso nello specchio il suo viso sporco di schiuma. << Cretino >>. Prese la sua schiuma per capelli e gliela spruzzò addosso. << Prendi questo >>.
<< Questa si chiama guerra >>.
<< Che palle >>, mormorò il povero Mordred da dietro la porta. << Non mi posso mai divertire con loro >>.
Dopo tanta schiuma, acqua insaponata, intimo sparso qua e là e calzini fradici i due fratelli uscirono dal bagno, che era diventato un vero e proprio campo di battaglia, e corsero nelle proprie stanze per vestirsi. Mordred seguì Merlino e nel vedere il suo pigiama completamente insaponato chiese: << ti sei infilato nella lavatrice? >>.
<< Più o meno >>, rispose il fratello infilandosi un t-shirt pulita. << Ringrazia la tua adorata sorellina >>, disse sarcasticamente. << Mi passi i jeans per favore? >>.
 
 
 
 
Fine prima parte…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Che ne pensate? Lo so non è il massimo, ma ho voluto provarci lo stesso!
Ad ogni modo, riepiloghiamo tutto: i fratelli Emrys: Merlino, Emily e Mordred vivono con la loro madre Hunith e sembrano avere tutti e tre un buon rapporto tra loro. In alcuni passaggi viene accennato l’arrivo di qualcuno a casa Emrys e si evince dai loro discorsi che questa venuta non sia molto “gradita” dai tre “terremoti”…
Io mi fermo qui, il resto tocca a voi dirlo, se naturalmente vorrete u.u
Ah una nota! L’aspetto di Emily non è descritto in questo capitolo per una ragione, che comprenderete nel secondo capitolo. Non è una mia dimenticanza ;)
Adesso vi lascio. Spero vi sia piaciuto come inizio.
Bacini, bacetti.
 
 
 
 
 

  
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