Il
passato
nel futuro
I.
Past
C’è una sottile e labile linea di demarcazione tra la sete di vendetta e l’odio cieco che, se oltrepassata, conduce ad un sentiero di non ritorno.
Amanda Clarke lo
sapeva bene, non si poteva definire sicuramente “una
sprovveduta ragazzina”, anzi: era dovuta crescere sin
troppo in fretta, estraniandosi da tutto ciò che avrebbe
dovuto far parte della sua infanzia.
Ragion per cui, quando
Amanda era venuta in possesso dei diari di suo padre, non aveva avuto
il benché minimo dubbio: avrebbe attuato la sua vendetta e
giustizia sarebbe stata fatta.
Quindi si assicurò che le
tende fossero ben chiuse, lanciò un’ultima occhiata in
direzione della finestra e poi lasciò che il suo sguardo si
dirigesse alla scatola originariamente appartenuta al genitore.
Nulla avrebbe più potuto fermarla, ogni colpevole sarebbe
stato punito a dovere: Amanda tirò insù il tappeto e
lasciò scivolare le dita sul parquet, poi estrasse una seconda
scatola. Ad avvolgere il contenuto era un tessuto rigorosamente
scarlatto, tanto quanto la colpa della quale si sarebbe potuta
macchiare.
II.
Present
C’è
una sottile e labile linea di demarcazione tra la paura e la
sicurezza: più la sofferenza ne risente, tanto più le
barriere crollano e più il dolore si dirama in ogni parte del
corpo, tanto più si rafforzano le difese interne. È una
contraddizione di cui non riusciremo mai a venire a capo.
Emily
Thorne aveva osservato a lungo l’albino, prima di decidere cosa
fare: lo aveva guardato negli occhi, aveva sfogliato come in un
libro aperto tutte le sue colpe e nel suo sguardo vi aveva rivisto
quello di suo padre.
Ciò che la falce non aveva potuto, lo
avevano fatto le sue parole: forse per la prima volta nella sua
vita, l’albino aveva avuto davvero paura. Emily Thorne aveva
abbozzato un mezzo sorriso, si era pulita il labbro sporco di sangue
con il lembo della felpa e si era fermata per un sol momento ad
osservare il corpo malfermo dell’uomo: avrebbe meritato di
peggio, pur tuttavia i sentimenti umani la frenavano e, se avesse
voluto rivoltarvisi contro, la sua coscienza non glielo avrebbe
mai perdonato.
Ora che, però,
è quasi tutto finito – o, perlomeno, per il momento –
Emily si trova in seria difficoltà e inizia a pensare di aver
commesso uno sbaglio: ecco perché si trova a sfogliare
numerosi file sul suo portatile, sperando invano di trovare la
risposta. E, nel mentre realizza quella consapevolezza, desidera
ardentemente aver avuto il coraggio di portare a termine ciò
che aveva iniziato. La vendetta è un percorso difficile,
aveva detto Takeda, se ne possono tracciare i prìncipi
ma non i limiti.
III.
Future
C’è una sottile e labile linea di
demarcazione tra ciò che è stato e ciò che sarà:
siamo noi a decidere il nostro destino. Vendicarsi o perdonare sono
due lati opposti della stessa medaglia, è come decidere tra il
bene o il male, l’assoluzione o la condanna, la felicità
o l’infelicità eterna.
Se è vero che
l’umanità tende al bene, allora la scelta appare
piuttosto ovvia; pur tuttavia, non tutti gli uomini sono così
inclini alla loro stessa natura e, paradossalmente, il percorso più
sicuro sembra essere quello più pericoloso.
«Ems,
se premi quel grilletto non ritroverai più te stessa»,
grida Nolan, mostrando le mani alzate in segno di resa.
Nonostante
le parole del partner, Emily non riesce a vedere nient’altro
che ciò che appare di fronte ai suoi occhi: la famiglia
Grayson al completo, le espressioni cupe e inorridite sui loro volti
ed i loro finti sensi di colpa.
Ma chi è
Emily Thorne? Come è arrivata a quel punto?
Quale sia
la sua vera natura, rimarrà un mistero che nessuno comprenderà
mai; eppure, nel profondo di se stessa, Emily sa di essere
semplicemente sola.
La vita le ha strappato sin troppo
presto ciò che poteva avere, prima ancora che lo potesse
desiderare. Così, la vendetta era sembrata un’alternativa
più che soddisfacente: non richiedeva la benché minima
umanità, una occasione troppo imperdibile per non essere
sfruttata al meglio.
«Troppo tardi,
Nolan».
Emily carica la pistola, dopodiché il
resto viene da sé: si odono gravosi rombi, l’aria
tutt’attorno si fa gelida e nella villa di modeste dimensioni
dei Grayson gli spari fanno eco tanto quanto le urla. Dovrebbe essere
una sensazione spiacevole, fastidiosa e addirittura pietosa; invece,
si rivela terribilmente gratificante.
«Vai, Nolan. Non farti coinvolgere insieme a me, vai», Emily gli indica con un cenno la via d’uscita, abbassando lentamente la pistola.
Nolan sarebbe quasi sul punto di obbedire agli ordini, poi si ferma a pochi passi dalla soglia: «Sono già coinvolto, Ems. E la pistola ti si addice, in ogni caso, fa di te una eroina».
Poi si ode il suono delle sirene non molto lontano e, prima che si scateni l’Inferno, Emily può dire di aver sorriso per un’ultima volta.
Questa storia ha partecipato al "Prompt
Contest" (prompt: pistola),
classificandosi seconda. Anzi, è andata anche troppo bene
considerando come ho scritto questa storia. Il bellissimo banner
realizzato da Deb si trova all'interno, purtroppo ho problemi con
l'HTML e non posso inserirlo. °^°
Comunque, qualche
specificazione: la prima parte è al passato, essendo la
storia ambientata nel passato; la seconda è al presente (quel
flashback, che mi ha creato qualche problemino nel contest, l'ho
trascritto in corsivo e poi ho collegato la parte al presente per
sottolineare la differenza); l'ultima parte è ambientata in un
futuro alternativo (non per niente c'è l'avvertimento “What
If...?”). Ed è stata una flash difficile da progettare,
anche se a voi pare tanto breve, perché ho dovuto inserire
elementi del passato ed elementi del presente, lavorando di
inventiva circa il futuro. Vi dirò, seppure sembri una scelta
azzardata da parte di Emily, per me non è così
improbabile in un futuro MOLTO lontano: Emily Thorne ha tutte le
caratteristiche di una serial killer (queste ultime puntate, poi, ce
lo stanno confermando), finora è riuscita a incanalare bene i
suoi istinti ma... fino a quando? Ho cercato di immaginarlo. Non
volevo scrivere una storia eccessivamente lunga, ragion per cui ho
svelato la parte finale (oltretutto, vorrei scrivere una spin off di
questa terza flash per spiegare come Emily sia arrivata a quel
punto. Ma tale operazione richiederà del tempo. v_v).
Detto
ciò, il fatto che la natura degli uomini sia “incline al
bene” non è una mia invenzione ma una teoria tipicamente
duecentesca, questa storia in parte mi è stata ispirata sulla
base dei miei recenti studi. XD
In ultimo, ho inserito qualche
accenno Nemily. È più forte di me, non posso farci
nulla!
Grazie per aver letto,
Kì.