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Autore: JustABitchOnAStroll    22/10/2012    2 recensioni
- Sapevo che neanche tu potevi resistermi. -
- Ceerto, non sono mica io quella che ha fatto la prima mossa comunque... - sorrisi beffarda
- Tzè, la prossima volta, ricordami di non farti evitare l'ora di detenzione -
Gli feci la linguaccia e mi voltai - Ci si vede domani, ciao! - e cominciai a scendere le scale, sfortunatamente mi si era slacciata una stringa.
Quindiii...Diciamo solo che per puro miracolo non dovetti andare all'ospedale.
Una volta che ebbi finito di rotolare e pestare la testa sulle scale urlai un debole - Tutto bene! - e tornai a casa.
Se l'inizio dell'anno era questo...Brrr!
E buona lettura!
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kihaku X Castiel cap 1 - Meow! - la gattina, non contenta, cominciò a cercare di infilarsi sotto le coperte del bozzolo che dormiva beatamente sul letto.
E quando la sua missione ebbe successo riuscì finalmente a svegliare la sua padroncina... Con un morso ben piazzato sul naso.

- OUCH! - mi rizzai a sedere e sentii distintamente lo il suono di qualcosa che si spiaccicava per terra.
E ti pareva che non mi svegliasse così...
- Tenebra, io ti voglio tanto bene, ma ti pare il modo per svegliarmi?! - esclamai, il naso rosso per via della morsicata.
- Meow. -
- Mi stai prendendo forse in giro? -
Anche se tecnicamente mi stavo prendendo in giro da sola, non si era mai vista una persona conversare con un gatto.
Buttai un'occhiata veloce alla sveglia e rabbrividii, notando il giorno che segnava.
Il 12 Settembre, il giorno dove cominciava la tortura più atroce mai inventata dall'uomo, dove quasi tutta la popolazione di età inferiore ai vent'anni si riversava in camere di tortura, altrimenti dette aule.
La tortura in questione infatti, era anche conosciuta con il nome più comune di " primo giorno di scuola ".
Il fatto che poi avessi dovuto trasferirmi per il lavoro di mio padre, era tutto un altro paio di maniche.
Con un sospirone mi alzai e mi diressi verso il mio armadio, tirando fuori un paio di shorts neri, una maglietta grigia con una scritta rossa che diceva " Caos, pain, disorder...My work here is done. " e i miei guanti da moto.
Mio padre si arrabbiava non poco quando non li mettevo.
- Ti rovinerai le mani così, e devi tenertele buone per suonare il piano! -
La mia reazione di solito era di sbuffare e fare come mi veniva detto, anche se poi non è che me ne fregasse molto di " suonare il piano " certo, era molto bello e mi piaceva, ma non vedevo come il non mettere i guanti potesse compromettere la mia abilità di suonarlo.
Mah...Mistero misterioso.
Ignorando abilmente i continui agguati della gattina ( altrimenti nota come Gattini ) alla mia gamba mi infilai gli shorts e le mie converse nere, riuscendo in questo modo a fuggire dai suoi artiglietti che, per la cronaca, facevano un male boia.
Mi diressi in bagno e mi lavai faccia e denti, per poi cominciare una trafila che oramai faceva parte della mia routine: il trucco! Dun dun duuun!!
Avevo gli occhi più o meno grigi, a seconda della luce, quindi in linea di massima mi mettevo sempre l'eyeliner, oppure mi sbizzarrivo con la matita.
- KIHAKU! SONO LE SETTE E TRENTA! -
Grazie papà, non potevo proprio farne a meno, sai?
Non risposi e continuai imperterrita a mettermi il trucco, per poi completarlo con del mascara.
- Meow! -
Sbuffai e presi una delle bustine che le piacevano tanto, per poi svuotarla completamente nella ciotola.
- Contenta adesso? Dovrebbe bastarti per tutto oggi, dato che papà non sarà a casa per i prossimi due giorni...Come se fosse qualcosa di nuovo...Vedi di non- non feci in tempo a finire la frase che la gattina cominciò a tossire - ...Ingozzarti...Come non detto. -
Scesi in cucina e mangiucchiai qualcosa in fretta e furia, presi la mia cartella, il casco e una latta di cibo per cani, completamente ignorando il bigliettino appiccicato al frigorifero. Tanto sapevo a memoria che cosa ci fosse scritto, le solite scuse di mio padre che diceva di non aspettarlo per i prossimi giorni.
Tipico.
Agguantai l'Ipod e lo ficcai nel mio giubbotto di pelle, assieme alle chiavi di casa per poi uscire e venir salutata dal mio cane.
- Mirtii!!! - le feci una veloce grattatina dietro le orecchie e le mostrai la latta. Mai reazione fu più veloce.
Da scodinzolante e festosa divenne un blocco di marmo.
Strappai il coperchio della latta e la versai nella sua ciotola, osservandola per qualche secondo divorarla avidamente.
- Ciao Mirti, ci vediamo dopo... -
Aprii il cancello e montai in sella alla mia moto, per poi richiuderlo e partire alla volta della nuova scuola.
Il liceo Dolce Amoris.
Mamma mia, che nome!

Arrivai ai cancelli e parcheggiai la moto, togliendomi il casco e mettendolo nel sottosella, chiudendo poi il tutto con le chiavi.
Lanciai un'occhiata alla facciata dell'edificio e, sospirando, mi avviai al suo interno.
Venni accolta dalla preside, una donna apparentemente anziana con un taileur rosa e gonna abbinata.
- Salve signorina, lei è la nuova studentessa del mio liceo, dico bene? -
- Esatto, sono Kihaku. - lei sorrise, lanciando un'occhiata al foglio che teneva in mano e indicandomi una porta alla mia destra - Quella è la sala delegati, dovrebbe andare lì per compilare il modulo di iscrizione. -
- Grazie, ci vado subito -
Prima mi toglievo dai piedi questa cosa prima avrei potuto cominciare le lezioni. Gioia e tripudio.
Entrai nella sala delegati e venni subito abbagliata dal sorriso di quello che, realizzai, doveva essere il segratario.
Se quello era il segretario, com'erano tutti gli altri ragazzi?
Dopo essermi procurata tutto quello di cui avevo bisogno mi recai in classe.
Arrivai proprio nell'ora di matematica.
Era una persecuzione allora!!
- Bene ragazzi, questa è la vostra nuova compagna. - disse la prof. facendomi cenno di avvicinarmi.
Quando vide che mi ero impalata, mi prese per un braccio e poco gentilmente mi trascinò verso la cattedra, tra le risate generali
- Prof, non dovrebbe fare così! La sta spaventando! - arrivò un commento dalle ultime file.
Avrei ucciso personalmente il poveretto che aveva osato parlare.
- Bhè, che stai aspettando? Presentati! - mi intimò la prof e, buttando un occhio sulla lavagna, dedussi che doveva essere quella di matematica.
- Uh...Allora, mi chiamo Kihaku, ho sedici anni...E... -
-Bene, vada a sedersi nel posto vicino a Iris - e mi lasciò lì a guardarla male, metnre mi dava le spalle e ricominciava a scarabocchiare alla lavagna.
Vidi una ragazza con i capelli rossi alzarsi e farmi segno di sedermi accanto a lei. Evidentemente doveva essere Iris, no?
Mi lasciai cadere sulla sedia e tirai fuori un quaderno a caso, prendendo una penna e cominciando a prendere appunti. La mia prof di matematica di prima e seconda liceo era assatanata, con lei in due anni avevamo praticamente fatto tutto il programma e, considerando che ci faceva in media una verifica alla settimana, io e la mia media del sette eravamo ammirate da tutta la mia vecchia classe.
- Ciao, io sono Iris! - disse sottovoce
- Kihaku...Sai per caso che materia abbiamo dopo questa illuminante ora? -
Lei rise - Abbiamo inglese, da dove vieni, adesso che mi viene in mente? -
- Da un paese vicino a Lecco. -
- Oh...E ti stai ritrovando con gli esercizi che stiamo facendo adesso? -
- Certo, sono anche piuttosto facilini, no? -
- Mica tanto, è una cosa nuova dopotutto! -
Fummo distratte dalla nostra conversazione quando la professoressa estrasse da un cassetto una confezione con dei tappi numerati.
Oh no, vi prego, ditemi che non lo facevano anche qui!
La prof estrasse un tappo e annunciò a gran voce - Uno! -
Poi si mise a consultare il registro. - Kihaku, vieni alla lavagna! -
Odiavo il mio cognome...
Mi diede un libro e copiai l'equazione che mi aveva detto.
- Bene, oggi spiegheremo come risolvere le equazioni di secondo grado. Kihaku, vuoi cominciare? -
- Certo prof. -
Senza dire una parola finii l'equazione, e il risultato era corretto.
- Molto bene, puoi andare a posto... - trattenni a stento una risatina per la sua espressione persa e mi risedetti a posto.
- Wow! Sei stata velocissima!! -
- Sapessi che calvario per diventare così veloce...La nostra prof di matematica nell'altra scuola era veramente terribile... -

Essendo il primo giorno, c'erano solo quattro ore e, siccome mio padre non si aspettava che fossi a casa prima dell'una, avevo un po' di tempo per esplorare il nuovo liceo.
Dopo aver visitato tutte le aule e essermi fatta più o meno un'idea della loro disposizione, passai al cortile.
Subito un ragazzo dai capelli rossi mi si avvicinò, subito il mio cervello pervertito si mise a pensare a quanto fosse bello.
- ...Ciao? -
- Non ti ho mai visto da queste parti... -
- Sì, sono nuova, mi chiamo Kihaku -
- Io sono Castiel. -
Lo squadrai da capo a piedi per poi uscirmene con una frase a dir poco assurda - La tua maglietta mi dice qualcosa... -
- E cosa, ti ricorda un vestito delle bambole? -
Certo, come no!
- E' il logo di una band rock, se non mi ricordo male... -
- Ah, la novellina conosce i Winged Skull allora! Sono impressionato. -
Anche io.
- Sì, mi piace la musica rock. Va bene, diciamo che mi piace la musica in generale, và...-
- Suoni qualche cosa? -
- Sì, ma dubito che ti possa piacere... -
- Mettimi alla prova - disse con un sorrisetto poco raccomandabile
- Suono il piano -
- Bhè, da una come te non me lo sarei mai aspettato, lo ammetto - disse alludendo al mio look, non proprio da brava ragazza, ammettiamolo.
- Già, me lo dicono tutti - sospirai, guardando il mio orologio e quasi sciogliendomi sul pavimento - Devo andare, il bazar chiude tra dieci minuti e devo ancora andare a fare la fototessera per il mio modulo di iscrizione. Ci si vede in giro! -
Lui non rispose neanche e io mi buttai letteralmente sulla mia moto partendo a tutto gas verso il bazar. Arrivai giusto in tempo e feci la foto, ritornando a scuola con la cosa in mano, cercando Nathaniel da tutte le parti.
Ma perchè la gente è così difficile da trovare?!
- Sei tu Kihaku? -
Sia lodato il Signore!

Dopo aver sbrigato tutte le scartoffie feci per uscire.
Finalmente potevo tornarmene a casa! E fare i compiti. Piccola nota negativa.
Venni afferrata per un polso e mi girai, pronta per tirare un pugno con i fiocchi e i controfiocchi al mio aggressore.
- Whoa! Calmati novellina! -
La voce non mi era nuova.
- Castiel, mi hai fatto perdere vent'anni di vita! -
- Tzè, vieni con me... - mi portò su per svariate rampe di scale, fino ad arrivare sul tetto della scuola.
Da quello che ho capito Castiel aveva rubato le chiavi dalla sala professori. Wow.
- Bella la vista eh? -
- Già...- mi persi ad osservare il panorama e non mi accorsi del rumore di passi che salivano le scale. O per lo meno, me ne accorsi troppo tardi, quando mi ritrovai spiaccicata tre Castiel e il muro, con una mano sulla bocca.
- Dannzione, credevo di aver sentito delle voci qui fuori... - era la voce di Nathaniel, che presto fu rimpiazzata con il rumore di passi che scendevano dalle scale.
Non appena mi tolse la mano dalla bocca presi una bella boccata d'aria, sperando di dare la colpa del mio violento arrossire alla mancanza di ossigeno.
Non fui così fortunata.
- Sapevo che neanche tu potevi resistermi. -
- Ceerto, non sono mica io quella che ha fatto la prima mossa comunque... - sorrisi beffarda
- Tzè, la prossima volta, ricordami di non farti evitare l'ora di detenzione -
Gli feci la linguaccia e mi voltai - Ci si vede domani, ciao! - e cominciai a scendere le scale, sfortunatamente mi si era slacciata una stringa.
Quindiii...Diciamo solo che per puro miracolo non dovetti andare all'ospedale.
Una volta che ebbi finito di rotolare e pestare la testa sulle scale urlai un debole - Tutto bene! - e tornai a casa.
Se l'inizio dell'anno era questo...Brrr!
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Hello!
Allora, semplicemente mi girava di scrivere una fic con la mia dolcetta!!
Che se volete si chiama Kihaku appunto.
Recensite numerosi!!
Ciauuuu!!
Alice_
   
 
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