Erano appena rientrati nel TARDIS dopo una giornata di mare e sole.
I due si erano divertiti facendosi un bel bagno caldo in un mare, che no era propriamente un mare, ma un alieno in forma liquida che ricopriva la superficie di un intero pianeta; il liquido di cui era composto era una sostanza simile all’acqua, ma il Dottore evitò di dire questo dettaglio a Rose, altrimenti non si sarebbe fatta il bagno. Il sole era incredibilmente vicino a quel pianeta, era infatti il suo calore che teneva in vita l’alieno.
All’interno del TARDIS la temperatura era normale, ma essendo stati tutto il giorno sotto i raggi forti del sole, sembrava che la temperatura fosse sotto zero.
Rose si strofinava le mani, mentre il Dottore era corso ala caldaia per alzare la temperatura.
“Tra qualche minuto staremo bene”, annunciò lui rientrando nella sala console. Rose gli sorrise e lui ricambio. Ad un certo punto alla biondina cominciarono a tremare i denti.
“Ma la mia Rose sente davvero tanto freddo allora”, disse il Dottore avvicinandosi a lei e stringendola in un abbraccio per riscaldarla.
Adorava quando la chiamava la sua Rose, la faceva sentire speciale, la faceva sentire bene. Quando la chiamava così era come se il mondo girasse per il verso giusto, per non parlare di quando la guardava, abbracciava o quando le sorrideva. Lo strinse forte sé sia perché aveva bisogno del suo calore, sia perché toccarlo era come una droga. Avrebbe tanto voluto baciarlo, intrecciare le dita nei suoi capelli, ma non poteva e si doveva accontentare.
Lui era contendo di abbracciarla e stava cercando una scusa per stare ancora un po’ di più con lei.
Doveva sempre trovare una scusa, ogni volta che oltrepassava il limite con Rose era perché era lei ad averne bisogno, quando in realtà lui si sentiva come lei, ma non lo voleva ammettere.
“Dottore”, lo chiamò Rose.
“Sì, Rose?”.
“Mi sono appena ricordata che il riscaldamento in camera mia non funziona”, disse scostandosi leggermente da lui per guardarlo in faccia.
Il Dottore sorrise, ecco la sua scusa. Le prese la mano e la portò con sé in camera sua.
I due si stesero vicini nel lettone, abbracciandosi, per riscaldarsi a vicenda.
Felici si addormentarono tra le braccia della persona che amavano.