Anime & Manga > Kuroko no Basket
Ricorda la storia  |      
Autore: Hitomicchi    22/10/2012    1 recensioni
Salve a tutti, è la mia prima fanfic, siate clementi!! ^^
Ho voluto descrivere una nrmale serata a casa Aomine, non aspettatevi niente yaoi o roba spinta.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era una tranquilla serata noiosa come le altre, e Daiki era appena tornato dal suo allenamento in solitaria nel parco vicino..
Doveva prepararsi alla Winter Cup, la scorsa volta non aveva avuto la possibilità di battersi contro il suo ex-capitano del Teikou, Akashi Seijurou, e voleva migliorare a tutti i costi il suo fisico, così quella scema di Satsuki non avrebbe interferito di nuovo; l’aveva umiliato, dicendo al coach che non era in grado di scendere in campo per un presunto infortunio al ginocchio, sempre che di infortunio si trattasse..
Era tornato tutto come prima, lei lo seguiva ovunque perché pensava che avrebbe marinato tutte le partite, e lui si divertiva a farla arrabbiare ogni volta, ma quel fatto gli bruciava ancora: perché si intrometteva sempre nei suoi affari? Non certo perché si preoccupava per lui, doveva mantenere il suo posto di manager della squadra, oltre a fargli da balia e far vincere la squadra.
Proprio mentre si stava arrabbiando con se stesso pensando a tutti quei fatti invece che a nuove mosse da usare in partita, qualcuno suonò alla porta, e lui già sapeva di chi si trattava. Aprì e, come previsto, si ritrovò Satsuki vestita della sua peggior tuta da ginnastica, coi capelli non proprio ordinati e con la sua solita espressione depressa di quando i suoi non c’erano e lei si sentiva sola a casa.

“Cosa vuoi? Devi sempre venire qui quando non sai cosa fare? Non hai qualche squadra da studiare per la Winter Cup?”
Visto che lei non rispondeva e rimaneva sempre imbronciata, pronunciò: “Dai, entra, tanto devo ancora mangiare, puoi scegliere tra dei cibi surgelati o un bento dei conbini”
“Sei proprio irrecuperabile Aomine-kun, se non mangi cibi sani il tuo corpo ne risentirà e non sarai mai in forma perfetta!”
Già era irritato di suo, e lei si metteva ancora a fargli la predica? “Se sei venuta per criticare tutto quello che faccio te ne puoi pure andare, sai?”
“Va bene, per oggi sto zitta, ma ti cucino io qualcosa”
Daiki si ricordò dei limoni interi nella partita contro il Seirin, e fece mente locale sui “manicaretti” che tentava sempre di cucinare.. Quello dei limoni era una pietanza ancora commestibile in confronto..
“Lascia stare, vado a farmi una doccia, tu non toccare niente e guardati la tv, poi mangeremo il bento o qualche onigiri se hai fame!”
“M-ma!”
“Ho detto di no, non farmi arrabbiare più di quello che sono già per colpa delle tue stupide decisioni sul come devo mantenere sano il mio corpo, non sono un bambino di 5 anni!”
E si avviò verso il corridoio sbattendo la porta. Sapeva di essere sempre brusco con lei, ma dopo una vita che erano sempre assieme gli riusciva difficile trattarla come fosse una ragazza normale..
Perché se fosse stata una ragazza normale non l’avrebbe degnata di uno sguardo, da tanto era impegnato col basket, non ricordava di aver mai avuto una conversazione normale con qualcuna in tutti i 16 anni che conosceva Satsuki.. Non che gli importasse veramente, per lui il basket era l’unica cosa importante, peccato che nessuno fosse alla sua altezza ed era da tanto che si annoiava nelle partite; possibile che stesse cominciando a provare interesse verso qualcos’altro oltre a quello sport?

A forza di pensare si accorse che era un bel po’ che stava sotto l’acqua bollente, di sicuro tutti quei pensieri idioti che stava facendo erano dovuti a quello, e girò il rubinetto verso l’acqua fredda.. E un po’ se ne pentì..

Uscito un po’ tremante, vide che Satsuki aveva mangiato uno dei bento che aveva appoggiato sulla tavola e si era sdraiata sul divano a guardare la tv, e andò anche lui a vedere cosa facevano di interessante, visto che lei sembrava come ipnotizzata; avvicinandosi si accorse però che non stava veramente guardando il quiz show che stavano trasmettendo, ma aveva lo sguardo fisso nel vuoto.
“Mi dici cos’hai oggi Satsuki? Di solito la sera sei depressa, ma non così tanto.”
Lei quando lo sentì parlare fece un balzo dalla sorpresa di averlo così vicino e non essersene minimamente accorta, da tanto era pensierosa. Ma ebbe una specie di dejà-vu e fece un mezzo sorriso.
“.. Ecco, non è niente di che, stavo pensando alla partita contro Tetsu-kun, dovrà essersi allenato parecchio in questi mesi, chissà se ha trovato una nuova tecnica..” e mentre finiva la frase inclinò la testa da un lato come faceva sempre quando pensava a Kuroko.
“E mi spieghi perché adesso stai sorridendo? Sono così strano quando esco dalla doccia?”
“Cosa c’entra la doccia? Mi hai spaventata e mi sono ricordata di quando eravamo alle medie e Tetsu-kun mi spaventava sempre quando appariva all’improvviso, che nostalgia..” sospirò..
 
Daiki si irritò a sentire parlare di Tetsu quando ogni settimana (se non più di frequente) lei era sempre a casa sua a farsi consolare, e si metteva a fantasticare su quel ragazzo: avrebbe preferito che lei gli raccontasse qualsiasi altra sciocchezza, ma ormai era inutile arrabbiarsi, ci era abituato..
Si sedette sul divano anche lui, e visto che lei aveva  ancora quel sorriso ebete sulla faccia, sbottò:
“Se sei venuta qui solo per fantasticare su Tetsu non sono dell’umore adatto per parlare per l’ennesima volta dei tempi delle medie.. Adesso siamo alle superiori e in squadre diverse, è inutile che continui a rivangare il passato, mi fai innervosire”
A quel punto Satsuki si arrabbiò: “Senti un po’, è possibile che tu sia così indifferente? Eravate così affiatati, possibile che non ti manchi giocare con lui?”
“Può darsi, ma sentire parlare di lui ogni volta che vieni qui è stancante, non sono la tua migliore amica con cui puoi parlare dei ragazzi a cui vai dietro, sono un uomo pure io..”
Quell’ultima frase sorprese persino lui, non si aspettava che i discorsi prendessero quella piega, e sperò che lei non avesse capito il senso delle sue parole.
“Cosa intendi con ‘Sono un uomo pure io’?”
Ringraziò il fatto che quella ragazza era un genio solo a studiare le tecniche degli avversari e a prevederne le mosse in campo, quindi le rispose:
“I..-Intendo che preferirei parlare di Morikita Mai piuttosto di ragazzi, non credi?”
“Uffi, sempre a parlare di quella donna, solo perché ha le tette grandi, ce le ho pure io!”
Entrambi arrossirono, poi si misero a ridere..
“Aomine-kun, abbiamo detto la stessa cosa!”
“Sei tu che mi copi, sembri Kise..”
“Ehi, adesso dei tu che ti metti a parlare dei vecchi compagni di squadra, quindi ti è passato il nervosismo di prima?”
“Guarda che sei tu che sei venuta qui depressa, e sei contagiosa, quindi se ti è passata puoi andartene tranquillamente a casa..”
Satsuki guardò l’orologio, era quasi mezzanotte..
“Ok, vorrà dire che per stasera abbiamo litigato abbastanza, e i miei devono essere tornati da un pezzo.. A proposito non hai ancora mangiato!”
“Non ti preoccupare, mangerò quando te ne sarai andata, così starò in santa pace”
“Sempre gentile, vero? Assicurati di mangiare tutto, la prossima partita devi giocare!”
“Si, si, ora vai, ce la fai a non trovare uno stalker nei 20 metri che ti separano da casa tua?”
“Sei proprio un gentiluomo, se fosse stato Tetsu mi avrebbe accompagnata senza fiatare..”
“Ancora con questa storia? Io non sono lui, e non ci tengo ad assomigliargli solo per farti contenta, su..”

Nel mentre diceva questo, aprì la porta d’ingresso. Satsuki si girò, cosa inconsueta visto che di solito se ne andava senza neanche salutare.
“Senti Aomine-kun, pensi che un giorno Tetsu-kun vorrà uscire con me?”
Sempre Tetsu.. “Se glielo chiedi può darsi di sì, ma devi trovare una scusa bella e buona, lui di donne non sa niente”
“Ha parlato l’esperto, tu non ti sei mai innamorato di nessuna ragazza, e non so nemmeno se ti rendi conto che lo sono anch’io.”
“Quando la smetterai di parlare di Tetsu, un giorno, capirai che non è l’unico uomo sulla faccia della Terra, e per tua informazione, sei tu quella che mi parla come se fossi tua sorella maggiore”
“Ok ok me ne vado, non ti arrabbiare, ci vediamo domani Aomine-kun!”
Fece per voltarsi, ma lui le prese il polso.
“Che c’è?”
“Quando non siamo a scuola puoi pure chiamarmi come facevi sempre, non mi piace che mi chiami per cognome..”
“Solo quando tornerai ad amare il basket come facevi una volta, questo te lo posso promettere”
Sorrise.

Lui non sapeva che dirle, e si limitò a scompigliarle i capelli. E gli venne in mente ancora una volta di quando giocavano assieme da piccoli e lui glieli tirava sempre quando stava perdendo.
“Ehi, se mi vedono per strada così sembrerò una vagabonda!”
“Almeno non te li ho tirati, devi esserne felice” E si mise a rimetterglieli a posto soffermandosi ogni tanto a guardare le sue reazioni, sembrava una cosa fin troppo normale, ma allo stesso tempo diversa da quando erano alle medie..
Tutto ad un tratto, si accorse di metterci fin troppo tempo e si voltò per rientrare in casa.
“Bene, ci vediamo domani a scuola, e vedi di non prepararmi niente da mangiare, non vorrei essere in ospedale la prossima partita”
“Si, si.. A domani, Dai-…”
Ma non la sentì perché aveva già chiuso la porta, era imbarazzato e nervoso allo stesso tempo, ma anche un po’ felice, almeno non avevano litigato e basta. Forse qualcosa stava cambiando.
Beh, sarà quel che sarà, si disse.. Quando mi batteranno magari sarò in grado di capire cosa passa per la testa a Tetsu, e quella scema di Satsuki la smetterà di farmi mille discorsi su quanto gli piace solo per farmi cambiare atteggiamento verso il basket.. Sempre se qualcuno ci riuscirà..

Con questi pensieri andò ad aprire il bento, mangiò e dopo un po’ andò a letto..

Era passata un’altra giornata, pensò, sempre la solita noiosa giornata..
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Hitomicchi