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Autore: msmiumiu    22/10/2012    6 recensioni
Buongiorno a tutti mie cari lettori, questa è la prima fanfiction che scrivo (ad essere sincera sono davvero in ansia per l'esito della storia) dopo aver letto questa trilogia, che a differenza di molti mi è piaciuta da morire, ho deciso di cimentarmi in una mia personale rivisitazione di alcune parti della storia! E L James ci ha lasciato multi spunti di riflessione, ad essere sincera mi è dispiaciuto che non abbia curato ogni cosa nei minimi particolari, e questo mi ha permesso di viaggiare con la fantasia ed immaginare parti di libro non descritte! Ho deciso di rielaborare una scena, che secondo me sarebbe dovuta avvenire, a mio piacimento e forse, così facendo, di stravolgere un pò la storia e rompere i classici schemi di narrazione del libro! Non voglio anticiparvi niente. Spero davvero che la storia vi piaccia e che attraverso i vostri preziosi commenti io possa migliorare sempre di più nello scrivere!!! Grazie a tutte le persone che leggeranno la storia! Ora non mi resta che augurarvi buona lettura....
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Jack Hyde
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quasi dimenticavo di dirvi che alcune parti sono state prese direttamente dal libro e sono state usate come introduzione alla mia rielaborazione o impiegate direttamente in alcuni discorsi. La storia è situata all'inizio del secondo libro, Cinquanta sfumature di Nero, dopo che Anastasia e Christian si sono ritrovati e si ritrovano a dover affrontare i primi problemi riguardanti il lavoro di Anastasia alla SIP, la mania del controllo di Christian e sopratutto la onnipresente Mrs Robinson!!!
Anche se ve l'ho già detto vi auguro nuovamente buona lettura, e perchè no, BUON DIVERTIMENTO!! Ho postato nuovamente la storia perché mi sono resa conto che erano presenti alcuni errori ortografici, spero di aver corretto il tutto per permettere una più scorrevole lettura!! :) Se mi renderò conto che sono presenti altri tipi di errori e imperfezioni le correggerò prontamente!! Grazie ancora per la vostra attenzione!! (Inoltre devo precisarvi che le parti scritte in corsivo rappresentano i pensieri di Anastasia, come sul libro dove però l'autrice mette le virgolette per indicarli.)




Ho appena ricevuto la notizia più bella della settimana. Jack Hyde, il mio capo, tra due giorni partirà per andare ad un convegno a New York e vuole portare me come assistente.
Visiterò per la prima volta la grande mela! la mia dea interiore si sta esibendo in un doppio salto carpiato per l’emozione mentre io non riesco a togliermi quel sorriso da scema dalla faccia.
Ora però c’è una cosa che devo assolutamente fare, una cosa che non sarà per nulla piacevole.
Non accetterà mai il mio sangue comincia a ribollire.
Magari con i giusti modi posso giungere ad un compromesso!
 
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 9.20
Oggetto: proposta per il weekend
 
Buongiorno, Mrs Grey,
mi è stato chiesto di andare a un convegno giovedì.
Significa stare fuori a dormire per una notte, mercoledì.
Volevo solo che lo sapessi.
A x
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
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Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 9. 21
Oggetto: COSA?
 
Andrai da sola?
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
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Da:Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data:13 giugno 2011 9.30
Oggetto:Non urlare in lettere maiuscole il lunedì mattina!
 
Possiamo parlare di questo stasera?
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

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Da: Christian Grey
A:Anastasia Steele
Data:13 giugno 2011 9.35
Oggetto:non mi hai ancora sentito urlare
 
Dimmelo.
Se ci vai con quel depravato con cui lavori, allora la risposta è no, dovrai passare sul mio cadavere.
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

 
 
Il cuore mi sprofonda nel petto. Merda… si comporta come se fosse mio padre.

 
 
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 9.46
Oggetto: No, TU non mi hai ancora sentito urlare
 
Sì. Devo andarci con Jack.
Voglio andarci. È un’opportunità interessante per me.
E non sono mai stata a New York.
Non fare una tempesta in un bicchiere d’acqua.
 
Anastasia Steele   
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

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Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 9.50
Oggetto: No, TU non mi hai ancora sentito urlare
 
Anastasia,
non è per il fottuto bicchiere d’acqua che sono preoccupato.
La risposta è NO.
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

 
 
“No!” grido al mio computer, facendo voltare tutti i colleghi verso di me. Jack si affaccia alla porta del suo ufficio.
“Tutto a posto, Ana?”
“Sì. Mi dispiace” mormoro. “Io… ehm… non avevo salvato un documento.” Sono viola per l’imbarazzo. Lui sorride con un’espressione interrogativa. Sono fuori di me.

 
 
Da:Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data:13 giugno 2011 9.55
Oggetto:Cinquanta sfumature
 
Christian,
cerca di stare calmo.
Io NON adrò a letto con Jack, non lo farei per tutto l’oro del mondo.
Io ti AMO. Ed è questo che succede quando le persone si amano.
Hanno FIDUCIA l’una nella’altra.
Non penso che tu, FARAI L’AMORE, SCULACCERAI, SCOPERAI O FRUSTERAI nessun altro. HO FIDUCIA in te.
Per favore, usami la stessa gentilezza.
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

 
 
Rimango seduta ad aspettare la sua risposta. Non arriva niente. Chiamo la linea aerea e prenoto un biglietto per me, assicurandomi di essere sullo stesso volo di Jack. Sento il segnale acustico che segnala l’arrivo di una nuova mail.

   
 
Da: Elena Lincoln  
A : Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 10.15
Oggetto: Appuntamento per pranzo
 
Cara Anastasia,
mi piacerebbe davvero molto pranzare con te. Credo che siamo partite con il piede sbagliato, e vorrei raddrizzare le cose. Sei libera qualche volta in settimana?
Elena Lincoln 
 
 
Porca miseria… non Mrs Robinson! Come diavolo ha fatto a trovare il mio indirizzo mail?
Guardo inorridita lo schermo del computer per alcuni secondi prima di prendermi la testa tra le mani. Potrebbe mai essere peggiore questa giornata?
Decisamente no!
Il mio telefono squilla, alzo la testa e rispondo, lanciando un’occhiata all’orologio. Sono le dieci e venti e già rimpiango di aver lasciato il letto di Christian.
“Ufficio di Jack Hyde, sono Ana Steele.”
Una voce penosamente familiare mi ringhia contro: “Vuoi per cortesia cancellare l’ultima mail che mi hai mandato e cercare di essere un po’ più discreta per quel che riguarda il linguaggio che usi dalla mail dell’ufficio? Te l’ho detto il sistema è monitorato. Farò in modo di limitare i danni da qui.” Riattacca.
Porca miseria… fisso il telefono. Christian mi ha chiuso la comunicazione in faccia. Quell’uomo fa il bello e il cattivo tempo nella mio neonata carriera e si permette di chiudermi l telefono in faccia? Fisso con astio il ricevitore, e se non fosse completamente inanimato, so che si farebbe piccolo piccolo per la paura, sotto il mio sguardo fulminante.
Apro la casella di posta e cancello l’ultimo messaggio che gli ho mandato. Non è tanto grave. Ho solo accennato alle sculacciate e, bè, sì, alle frustate. Accidenti, se se ne vergogna così tanto, allora non dovrebbe farlo. Prendo il mio BlackBerry e lo chiamo sul cellulare.
“Cosa c’è?” grida.
“Andrò a New york, che ti piaccia o no!” sibilo
“Non cont…”
Riaggancio, interrompendo a metà la frase. L’adrenalina mi scorre nel corpo. Ecco. Gliel’ho detto. Sono furiosa!
Poco dopo vedo la testa di Jack che sbuca dal suo ufficio e si volta nella mia direzione.
“Ana” urla Jack facendomi sobbalzare. “Non prenotare il volo!”
“Oh, troppo tardi. L’ho già fatto.” Replico mentre lui esce dal suo ufficio e mi raggiunge. Sembra fuori di sé.
“Senti, c’è qualcosa sotto. All’improvviso tutte le note spese per i viaggi e gli alberghi del personale devono essere approvati dalla direzione. È una notizia che arriva direttamente dai vertici. Devo vedere il vecchio Roach a quanto pare, è appena stata resa effettiva una sospensione di tutte le spese. Non capisco.” Si pizzica la base del naso con le dita e chiude gli occhi.
Mi sento impallidire e avverto un nodo allo stomaco.
Christian!
“Prendi le mie telefonate. Vado a sentire cos’ha da dire il vecchio Roach.” Mi strizza l’occhio, e si incammina a grandi falcate verso il suo capo. Non il capo del suo capo.
Maledizione! Christian Grey... il mio sangue inizia a ribollire.
Non ci posso credere, o meglio, non ci voglio credere. Com’è possibile che dopo tutto questo tempo lui ancora non si fidi di me? Non so che sentimenti provare al tal proposito; dovrei sentirmi lusingata dalla sua iper gelosia o sentirmi ferita perché questa non fa altro che sottolineare la poca fiducia che ha nei miei confronti?
Dice di volermi proteggere, di voler tenere lontano il mio capo, ma non capisce che così facendo mi fa sentire oppressa?
Basta devo fare qualcosa per mettere fine a questa situazione a dir poco ridicola.

 
 
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 10.43
Oggetto: Che cosa hai fatto?
 
Per favore, dimmi che non interferirai con il mio lavoro.
Voglio davvero andare a quel convegno .
Non avrei dovuto chiedertelo.
Ho cancellato la mail offensiva.
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

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Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 10.43
Oggetto: Che cos’hai fatto?
 
Sto solo proteggendo ciò che è mio.
La mail che mi hai mandato avventatamente ora è stata cancellata dal server della SIP, così come le mie mail a te. Si dà il caso che io mi fidi di te in modo assoluto.
È di lui che non mi fido.
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

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Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey
Data: 13 giugno 2011 10.46
Oggetto: CRESCI
 
Christian, non ho bisogno di essere protetta dal mio capo.
Potrebbe anche farmi delle proposte, ma io gli direi di no.
Non puoi interferire.
È sbagliato e prepotente sotto ogni punto di vista.
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

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Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 10.50
Oggetto: la risposta è NO
 
Ana,
ho visto quanto sei “efficace” nell’opporti alle attenzioni indesiderate. Ricordo che è stato così che ho avuto il piacere di passare la mia prima notte con te.
Perlomeno il fotografo prova dei sentimenti per te.
Il depravato, invece, no. È un cascamorto seriale, e cercherà di sedurti.
Chiedigli che cosa è successo alla precedente assistente e a quella prima di lei.
Non voglio litigare su questo.
Se vuoi andare a New York, ti ci porterò io.
Possiamo andarci questo fine settimana.
Ho un appartamento là.
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.
 
Oh, Christian! Non è questo il punto. È una situazione così dannatamente frustrante. E, ovviamente, lui ha un appartamento a New York. Cos’altro possiede?
Basta non ce la faccio più. Alzo gli occhi al cielo, consapevole che lui non può vedermi.
Non può continuare a gestire la mia vita come fa con tutte le persone che lo circondano. Sono grande, grossa e vaccinata per sapermi difendere da sola e per sfuggire alle situazioni spiacevoli.
No, no e poi no! Non posso accettare passivamente che Mrs Maniaco del controllo decida cosa fare del mio lavoro.
Basta! La mia dea interiore sta sbattendo i piedi per terra con fare arrabbiato.
È questo che vuoi Mrs Grey? Benissimo, ti darò pane per i tuoi denti!

 
 
Da: Anastasia Steele
A: Christian Grey 
Data: 13 giugno 2011 11.15
Oggetto: FW appuntamento a pranzo o peso irritante
 
Christian,
mentre eri impegnato a interferire con la mia carriera e a salvarti il culo per le mie mail imprudenti, ho ricevuto il seguente messaggio sa Mrs Lincoln. Davvero, io non ho voglia di incontrarla. E anche se l’avessi, non mi è permesso di lasciare questo edificio. Come abbia avuto il mio indirizzo di posta elettronica, non lo so.
Che cosa mi suggerisci di fare? Ecco qui sotto il suo messaggio.
 
Cara Anastasia,
mi piacerebbe davvero molto pranzare con te. Credo che siamo partite con il piede sbagliato, e vorrei raddrizzare le cose. Sei libera qualche volta in settimana?
Elena Lincoln 
 
Anastasia Steele
Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP

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Da: Christian Grey
A: Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 10.50
Oggetto: Peso Irritante
 
Non essere arrabbiata con me. Ho a cuore i tuoi migliori interessi.
Se ti succedesse qualcosa, non potrei mai perdonarmelo.
Penso io a Mrs Lincoln.
 
Christian Grey
Amministratore delegato, Grey Enterprises Holdings Inc.

 
 
Lui vuole pensare alla strega, da una parte questo mi rincuora, non ho davvero intenzione di incontrare Mrs Pedofila ma dall’altra mi chiedo come mai lui non voglia assolutamente che io le parli.
Cosa potrà mai dirmi Mrs Robinson?
C’è qualcosa che Christian mi nasconde e che la strega potrebbe dirmi?
Improvvisamente avverto una voglia irrefrenabile di incontrarla, sono consapevole che Christian non approverebbe questo pranzo e che probabilmente ha già provveduto a contattarla per dirle di non disturbarmi, ma ora la voglio vedere.    
In fin dei conti non mi interessa minimamente di lei e non saranno certo le cose che vuole dirmi che mi faranno cambiare opinione sul suo malato stile di vita e su quello che ha fatto al mio povero Christian.
Oddio vorrei ucciderla! Se solo ripenso alla relazione discutibile che hanno avuto, mi sale il sangue al cervello e vedo rosso.
Ce la posso fare. È solo un pranzo e voglio conoscerla.

 
Da: Anastasia Steele
A : Elena Lincoln
Data: 13 giugno 2011 11.05
Oggetto: Appuntamento per pranzo
 
Mrs Lincoln,
credo di poter liberarmi per un pranzo.
Anche se con poco preavviso potremmo vederci oggi.
Finisco il mio turno di lavoro tra un’ora.
 
Anastasia Steele

Assistente di Jack Hyde, Direttore editoriale, SIP
 
 
 Ok, l’ho fatto! Ho detto alla strega che ci saremmo potute vedere oggi. Oddio questo vuol dire tra meno di un’ora... come ho fatto a fare una cosa così stupida?
Continuo a darmi mentalmente della stupida sperando che Mrs Robinson sia impegnata per pranzo. Perché le ho detto che va bene, come mi è saltato in mente?
Christian andrà su tutte le furie quando lo saprà, ed inoltre devo liberarmi di quel mastino di Sawyer che mi sta sempre dietro le costole per controllarmi.
Devo elaborare un piano, ma cosa posso fare di preciso.
Comincio a scarabocchiare il foglio che ho davanti in cerca di una buona idea.
Sì, questo si che è un piano.
Posso far distrarre da Claire l’uomo della sicurezze e uscire indisturbata dalla porta sul retro.
Il segnale acustico del mio computer mi informa che è arrivata una nuova mail.
Oddio ho paura ad aprirla. Deglutisco una, due, tre volte finchè non ho più saliva da mandare giù e mi convinco ad aprire il nuovo messaggio che lampeggia sul desktop del mio computer.
 

Da: Lincoln Elena
A : Anastasia Steele
Data: 13 giugno 2011 11.20
Oggetto: Appuntamento per pranzo
 
Cara Anastasia,
sono davvero felice di sapere che hai accettato il mio invito. Christian mi ha chiamata poco fa dicendomi che non volevi vedermi, sicuramente si sbagliava.
Ti aspetto alle 12.30 al Piccadilly bar.
Elena Lincoln
 
 
Non sento più battermi il cuore, posso essere morta in questo momento? Sbatto le palpebre più volte e mi allungo un pizzicotto sul fianco per accertami che non stia sognando.
Faccio leva con entrambe le mani sulla scrivania per alzarmi dalla sedia. Ho bisogno di una boccata d’aria fresca, anzi no, è meglio andare al bagno a controllare che sia tutto a posto.
Mi dirigo con passo svelto verso la toilette.
Ho un aspetto terribile.
Nonostante Franco abbia tagliato i miei capelli ad opera d’arte ora assomigliano più ad un cespuglio selvatico che ad una chioma lucente, come lui stesso li aveva definiti, la massa informe che mi circonda la testa però non è nulla in confronto al mio volto. Due nette occhiaie circondano i miei occhi dandomi l’aspetto di un’allucinata, il mio tipico colorito pallido sembra essere ancora più accentuato dalla camicetta nera che indosso, conferendomi nel complesso l’aria di un vampiro assetato e non troppo carino.    
Ho circa quaranta minuti per prepararmi all’imminente incontro con la strega e mi sento uno straccio.
Potrei sempre rimandare. Sì, le potrei dire di non sentirmi bene e rimandare a domani. No ma chi voglio prendere in giro, non sarà certo un outfit migliore o una miglior messa in piega a farmi sentire pronta.
Ormai il latte è stato versato e non posso più tirarmi indietro.    
Forza, forza! La mia dea interiore, con legata in capo una fascetta alla Rocky Balboa, mi incita a non perdermi d’animo.
Rientro nel mio ufficio desolata, da un’occhiata all’ orologio a pendolo appeso alla parate, e che mi prendesse un colpo; sono le 12.15!
Quanto tempo sono rimasta in bagno a guardare la mia orribile immagine riflessa allo specchio?
Afferro la borsa e la giacca e mi precipito al piano di sotto per andare da Claire.
Una volta arrivata al piano terra le faccio segno di avvicinarsi. Lei sulle prime mi guarda interdetta ma poi decide di assecondarmi e lascia la sua posizione alla reception per venirmi incontro.
“Claire, devo chiederti un favore” la guardo con gli occhi supplicanti e la mani giunte.
Lei fa cenno con la testa e mi incita a parlare.
“Lo vedi quell’uomo li in fondo alla strada? Quello dall’altra parte del marciapiede.” Lo indico con il dito facendo attenzione a non farmi scoprire dal diretto interessato.
“Si, si lo vedo. È qui da questa mattina.” Mi risponde Claire continuando a muovere la testa in segno di intesa.
“Bene, devi aiutarmi a distrarlo.” Le dico nella maniera più convincente possibile.
Di tutta risposta la ragazza si volta verso di me inarcando un sopracciglio.
“Ti prego Claire, sei la mia ultima speranza. Ho davvero bisogno di uscire di qui senza farmi notare da lui. Devo fare una cosa importante e non posso averlo sempre alle costole.”  Continuo a parlare a rotta di collo nel disperato tentativo di convincerla.
“D’accordo Ana, farò come vuoi. Ma dopo mi dovrai spiegare ogni cosa!” mi guarda facendomi un sorrisetto allusivo.
“Certo!” le risponde sorridendole di rimando.
Claire si allontana da me e torna alla sua posizione, prende la giacca ed esce dalla SIP dirigendosi verso l’uomo della sicurezza.
Bene, ho pochi minuti per uscire da qui senza che Sawyer se ne renda conto.
Mi giro su me stessa e inizio a correre nella direzione opposta di Claire verso le scale d’emergenza. Credo che mi servirà proprio una di queste scale una volta tornata a casa dopo che Christian avrà saputo quello che sto per fare.
Dannazione, sono libera di fare ciò che voglio.
Esco dalla porta situata in fondo alle scale e mi ritrovo in strada.
 
 
Sono davanti al Piccadilly Bar da una manciata di minuti e cerco di scrutare attraverso le vetrate per vedere se Mrs Robinson sia già arrivata.
Mancano ancora pochi minuti alle 12.30 e non so perché mi sento di essere già in ritardo. Continuo a guardare attraverso la vetrata quando improvvisamente il signore seduto al tavolino che ho davanti si abbassa, per raccogliere qualcosa che gli è caduto per terra, e la vedo.
Bella, elegante e terribilmente affascinante.
Mrs Robinson è seduta in un tavolino in fondo al bar e mi sta guardando con un mezzo sorriso sulle labbra. Forse più che un sorriso, la sue labbra si tendono in una linea sghemba misto ghigno, ma decido di non curarmene e le rispondo al “sorriso”.
Mi dirigo verso la porta, inspiro,espiro, inspiro, espiro… mi decido a spingere la maniglia.
Sono dentro a pochi tavoli di distanza da lei e vorrei solo girare su me stessa e andarmene.
Mano a mano che mi avvicino sento il suo sguardo indagatore che mi sta studiando, fortuna che ho messo le mie comodissime e bellissime louboutin questa mattina; mi sento decisamente meglio al pensiero.
Ormai sono a pochi passi da lei, che continua a guardarmi con i suoi incredibili occhi azzurri, giro intorno a una sedia che si interpone tra di noi e me la ritrovo di fronte.
Si alza in piedi e mi fissa senza aprire bocca. Perché è così dannatamente attraente? Ha un aspetto favoloso. È vestita di nero:jeans attillati, una camicetta che mette in risalto il suo fisico perfetto, e un alone lucente di capelli.
“Ciao Anastasia” La sua voce dolce mi fa trasalire. Mi guarda sorridendomi questa volta sinceramente. Anche lei è imbarazzata e nervosa per il nostro incontro.
“Buongiorno, Mrs Lincoln” mi soffermo volutamente sull’ultima parola e le allungo una mano, che lei prontamente mi stringe, per salutarla.
Mi siedo sulla sedia consapevole del precario equilibrio che ho in questo momento e lei mi segue a ruota.
Siamo faccia a faccia e tra noi è sceso il silenzio.
Lei mi guarda, o per meglio dire, mi fissa con ancora quella linea sghemba dipinta in volto e io sento in me montare una forza e una risolutezza che credevo di non possedere. Alzo lo sguardo e inchiodo i miei occhi nei suoi per farle capire che non sono per niente impaurita da questo incontro e che sono perfettamente in grado di gestire la situazione.
Lei sorride tra se e se compiaciuta, piega la testa di lato e guarda al di là delle mie spalle. Improvvisamente ho paura. Possibile che Christian abbia già saputo della mia bravata e sia già venuto qui a riprendermi? Sento dei passi dietro di me, il mio cuore martella sempre più forte nel petto. Il suono mi arriva alle orecchie e nonostante io cerchi di tranquillizzarmi lui non smette di battere sempre più forte.
Chiudo gli occhi istintivamente.
Quando i passi si arrestano accanto a me, non sono ancora sicura di voler alzare lo sguardo per incontrare due iridi color del ghiaccio.
Basta Anastasia, datti un po’ di contegno. La mia dea interiore ha ragione, Christian deve smetterla di pedinarmi, non può decidere di plasmare il mio futuro in modo così prepotente.
Mi faccio forza, preparo uno sguardo glaciale e alzo la testa nella direzione della persona che si è fermata al mio fianco. Sono pronta a dirgliene di tutti i colori per farmi rispettare.
“Avete già scelto cosa prendere?”
Il sorriso del cameriere mi disarma e mi sento terribilmente cretina di aver pensato anche solo per un momento che potesse essere Christian.
Mi do mentalmente della stupida ripensando al modo in cui l’ho guardato e soprattutto nel pensare che mi sono comportata in modo così infantile proprio davanti alla strega, che mi sta guardando divertita consapevole dell’equivoco che si è venuto a creare.
Apro la bocca  non riuscendo ad articolare le parole, rossa in volto per la pessima figura che mi sono appena guadagnata.
“Due insalate, una focaccia e due bicchieri di vino” Mrs Robinson prende la parola al mio posto facendomi sentire ancora più stupida. “Anzi no, una bottiglia di vino” mi guarda cercando il mio assenso.
Muovo impercettibilmente la testa.
Un bicchiere di vino? Questo ragazzetto deve aprire la cantina del Picadilly bar per me in questo momento.
Il cameriere sta letteralmente mangiando con gli occhi la strega, continua a fissare come un ebete le sue labbra carnose e non accenna ad allontanarsi dal tavolo.
“Posso offrirle un consiglio sul vino?” chiede gentilmente nel disperato tentativo di essere considerato dalla Mangiatrice-Di-Uomini-Ascendente-Pedofila.
“Ma certo!” le risponde risponde lei, consapevole dell’effetto che sta suscitando in quel giovane ragazzo.
Possibile che questa specie di strega sia una calamita vivente per ogni uomo al di sotto dei 27 anni?
“A mio avviso, il nostro Chardonnay Casal del Giglio, accompagna splendidamente le vostre portate” continua a fissare la strega non degnandomi di uno sguardo.
“Si, va bene” le risponde lei da brava sottomessa.
Oddio quanto la odio.
Il cameriere si allontana lasciandoci finalmente in pace.
 
Mrs Robinson guarda il centro del tavolo, e si gira nervosamente intorno al dito il pesante anello d’oro bianco che porta all’anulare della mano sinistra. Sarà un anello di fidanzamento?
Continua a girarsi maniacalmente l’anello intorno al dito senza degnarmi di uno sguardo.
È palesemente nervosa. Bene, sono contenta di farle anche io quest’effetto.
Con uno spirito di iniziativa che non mi è mai appartenuto, decido di prendere la parola e scoprire finalmente le carte in tavola, questo silenzio che è calato tra noi è davvero insostenibile.
“Perché voleva parlarmi con così tanta insistenza?” non servono convenevoli con lei, sa bene che la detesto e che ho accettato di vederla solo perché mi ha dato il tormento.
Mi guarda per una frazione di secondo con gli occhi sbarrati e finalmente smette di girarsi l’anello intorno al dito.
“Però ragazzina, hai davvero un bel temperamento.”
Bene ho sortito l’effetto voluto con la mia frase, ma ora mi sento nuovamente nervosa e a disagio sotto il suo sguardo.
“Credo che non servano convenevoli tra noi e poi…” si prende volutamente un attimo di pausa per farmi stare sulle spine prima di riprendere a parlare. “Conoscendo, Christian. Tra poco arriverà per riprenderti e riportarti a casa.”
La mia attenzione alle sue parole si è fermata al Conoscendo che ha fatto montare su di me la rabbia come le bollicine nello champagne.
“Mi dispiace. Mi dispiace, davvero, per la sgradevole situazione che si è venuta a creare fra noi.”
Parla lentamente con la sua voce vellutata, ora ha riacquistato la sua autorevolezza ed è padrona della situazione.
Ah, mi serviva proprio un’altra maniaca del controllo oggi!
Mi guarda con i suoi grandi occhi azzurri e per la prima volta mi sembra sincera.
“Christian è sempre stato un ragazzo molto chiuso, molto negativo verso se stesso. Come ti ho già detto in passato, non è molto abituato a riconoscere le emozioni e i sentimenti positivi che può provare. È troppo impegnato a combattere quelli negativi. Ma questo probabilmente lo hai capito da sola. Lui non pensa di essere degno.”
La mia mente vacilla. Christian pensa di non essere degno, perché?
“Non l’ho mai visto così felice ed è ovvio che anche tu nutri dei sentimenti per lui.” L’ombra di un sorriso le passa sulle labbra. “È meraviglioso, e vi auguro tutto il meglio. Ma quello che volevo dirti non è esattamente questo.”
La sto guardando con uno sguardo allibito mentre mi fissa, e i suoi occhi azzurri come il ghiaccio mi perforano.  
Perché mi sta dicendo questo? sono davvero confusa.
Possibile che io abbia mal giudicato questa donna dopo quello che mi ha raccontato Christian? Possibile che lei sia veramente felice per noi? No, non è possibile!
Come dice sempre Ray: la prima impressione è sempre quella giusta.
Le mie riflessioni vengono interrotte dall’ arrivo del cameriere che impacciato, sotto lo sguardo inquisitore della strega, le sta versando il vino nel bicchiere.
Appena si volta verso di me gli rivolgo uno sguardo torvo di rimprovero e lui subito diventa rosso come un peperone.
Finito di versare il vino nei bicchieri si allontana e io prendo in mano il mio bicchiere e tracanno tutto d’un fiato il vino fresco. Una sensazione di bruciore mi irradia la gola e scende giù nello stomaco. Devo stare attenta, sono a stomaco vuoto e ho appena bevuto un bicchiere di vino, non voglio assolutamente fare la figura dell’idiota davanti Mrs Robinson. Devo rimanere lucida.
Lei mi guarda divertita, alza un sopracciglio e beve un sorso di vino in maniera più composta di me.
“Christian aveva 15 anni quando l’ho incontrato per la prima volta.”
O mio Dio, non vorrà davvero raccontarmi della loro storia di sesso estremo e violento. Non credo che potrei trattenermi dalla voglia di prenderla a schiaffi.
“Al tempo lavorava per il mio ex marito, Grace era davvero preoccupata per lui. Non passava giorno che non facesse a botte con qualcuno. Era un involucro di rabbia e odio. Nascondeva la sua ira prendendosela direttamente con se stesso, come se solo in questo modo potesse tranquillizzarsi.”
Prende una pausa e beve un altro sorso di vino.
“Era un ragazzo affascinante e mi guardava come mai nessun uomo mi aveva guardata prima.”
Ecco questo poteva benissimo tenerselo per se.   
Stringo involontariamente gli occhi a fessura e la guardo in modo torvo.
Lei non riesce a trattenere una risata e si prende deliberatamente gioco di me.
“Calma Ana, siamo solo all’inizio.”
Ana? da quando in qua può prendersi tale confidenza nei miei confronti? Ana mi ci chiamano i mie amici, e decisamente la strega non può e non potrà mai reputarsi tale.
“Non voglio raccontarti della nostra relazione, non ho la minima intenzione di parlarti di quello che siamo stati io e Christian. Voglio solo spiegarti il perché lui sia così negativo verso se stesso!”
Mi guarda con gli occhi quasi sbarrati come a sottolineare che questa sia una cosa assolutamente ovvia.  
“Io sono diventata per lui una specie di guida. Lo premiavo se si comportava bene e lo punivo se veniva meno alle sue promesse. È così che è diventato quello che è ora. Sicuramente tu troverai discutibile il mio modo di agire ma credimi, è proprio in questo modo che sono riuscita ad aiutarlo e a fargli superare incolume il periodo dell’adolescenza”
Queste rilevazioni mi stanno sconvolgendo. Ho sempre considerato questa donna come la causa di tutti i mali di Christian, come colei che lo aveva plagiato e deformato.
È colpa del suo sistema di premi e punizioni che ora il mio Christian è così. Lui continua a vivere la sua vita come se si trovasse costantemente sotto accusa, come se dovesse rendere sempre conto a qualcuno.
“La sua madre biologica ha cercato in tutti i modi di salvarlo, di proteggerlo dal mondo sporco e corrotto in cui viveva. Christian è stato un bambino molto fortunato, i Grey lo hanno adottato e cresciuto nel migliore dei modi, gli hanno dato tanto affetto, tutto l’amore che un bambino della sua età richiedeva, ma nonostante tutto lui si sentiva sempre colpevole. Come tu sicuramente saprai, per lui l’essere toccato è un limite assoluto. Non penso che debba spiegarti il significato delle mie parole.”
Continua a parlare e io continuo a fissarla completamente assorbita dalle sue parole.
Sento i brividi percorrermi la schiena mentre lei mi parla del suo passato, un passato di cui io sono completamente all’oscuro mentre lei sembra conoscerlo così bene.
“Non era abituato ad essere toccato, o almeno ad essere toccato come intendevo io. Il magnaccia di sua madre lo picchiava, sfogava la sua rabbia su di lui. Credimi so bene cosa significa questo, cosa significa non potere niente e subire passivamente ogni sopruso e violenza.“
La sua voce trema mentre pronuncia le ultime parole come se queste facessero riaffiorare ricordi spiacevoli. Possibile che anche Mrs Robinson abbia un passato oscuro che tiene nascosto?
La vedo mentre scuote impercettibilmente la testa come se stesse scacciando via un brutto ricordo e riprendersi per ricominciare a parlare.
“Solo con il tempo sono riuscita a fargli capire che il suo corpo non doveva essere un solo strumento di tortura, che lui era una persona meravigliosa e sarebbe riuscito ad avere sempre il meglio dalla vita. Per lungo tempo siamo stati insieme e abbiamo fatto cose che tu nemmeno riesci ad immaginare ma mai, e sottolineo mai, ho visto Christian così felice e spensierato come con te. Con te, Anastasia, è diventato un’altra persona.”
Grazie a me, possibile che io possa aver apportato un tale cambiamento in lui?
Non riesco a convincermi di questa cosa eppure lei non è la prima persona che me lo dice. Possibile che tutti riescono a vedere questo qualcosa, questo cambiamento radicale in Christian, che io non riesco a percepire?
Lei ora mi sta guardando, è in attesa, sta studiando la mia reazione e probabilmente sta decidendo se continuare a parlare oppure fermarsi per farmi metabolizzare tutte queste notizie.
“Se non te la senti posso anche smettere di…” Ma non le lascio nemmeno finire la frase che prendo la parola.
“No, continua ti prego.” Sono così avida di informazioni. Ora che posso sapere qualcosa in più sul mio Mrs Cinquanta Sfumature non posso cedere. Devo sapere.
“Ho insegnato a Christian tutto quello che sapevo, tutto quello che poteva servirgli per guadagnare fiducia in se stesso”
No questo non può essere, nessuna persona sana di mente molesterebbe un bambino per fargli guadagnare fiducia in se stesso.
“Tu sei una pazza.” Non riesco a fermare le mie parole, mi escono di getto senza che io me ne renda conto. Anche questa volta ho parlato a voce alta dando libero sfogo ai miei pensieri. La sto guardando con uno sguardo carico di odio. È vero, sicuramente lei lo avrà aiutato in qualche modo ma a quale prezzo?
Sarebbe comunque diventato il dominatore che è adesso?
Lei non si è mossa, non ha risposto alle mie accuse e continua a fissarmi come se niente fosse.
Il cameriere si avvicina nuovamente al nostro tavolo per portare le nostre insalate.
Il mio stomaco è completamente chiuso e non credo che riuscirò a mangiare qualcosa dopo tutto queste rilevazioni.
Lei ha ripreso a rigirarsi tra le dita il suo grande anello d’oro, e ogni tanto getta uno sguardo verso la vetrata come se aspettasse qualcuno.
Anche lei conosce bene Mrs Grey e sa bene che non se ne starà con le mani in mano e mi starà cercando per tutta Seattle disperatamente.
“Perché non hai detto a Christian che avevi accettato di vedermi?”
Questo cambio repentino di discorso mi disorienta. Non sono preparata a parlare di me, sono qui per ascoltare quello che lei aveva intenzione di dirmi e non il contrario.
“Christian è molto protettivo nei mie confronti.”
“Si, capisco.”
Mi ha liquidata in due secondi, in realtà non gliene può importare di meno di quello che penso, vuole solo sapere perché non ho detto a Christian che avevo deciso di incontrarla.
Che cosa dovrei fare ora? Non ho niente da dirle, e probabilmente era proprio questo il motivo per il quale non avevo intenzione di vederla ma ormai sono qui, seduta in questo tavolo con un bicchiere troppo vuoto e lo stomaco troppo pieno di vino.
Aveva proprio ragione questo cameriere, questo vino è delizioso e mi rende più audace. La mia lingua biforcuta parte all’attacco senza riserve.
“In che modo pensi di averlo aiutato, forse frustandolo? O legandolo e bendandolo facendogli credere che solo quello è il tipo di piacere che a lui può interessare? Visto che sai così tante cose su di lui, ti ha detto che per me è cambiato? Per me è riuscito ad abbandonare tutti quei vostri giochetti erotici e lasciarsi andare ad un sentimento vero. Un sentimento che probabilmente non ti sfiorerà mai, neanche per sbaglio.” 
Ecco ora non riuscirò più a fermarmi, lo so. La mia lingua è partita all’attacco e non si fermerà finchè non le avrò rovesciato addosso tutto l’odio e il disprezzo che provo nei suoi confronti.
“Io ti odio Elena, ti odio con tutta me stessa per aver condizionato per sempre il mio Christian. Probabilmente se tu non avessi messo le tue mani su di lui ora sarebbe diverso. Ora non proverebbe piacere nel punire una donna, non avrebbe bisogno del suo maledetto controllo per sentirsi sereno.”
Le mi sta guardando sbigottita non preparata a quest’attacco, sono riuscita a sorprendere anche lei e questo non può farmi altro che piacere.
Continua così Steele! La mia dea interiore è infervorata dall’ idea di distruggerla e poterle dire apertamente quello che penso di lei.
“Alt, alt, alt… ho compreso bene quello che vuoi dire. Basta così.”
Come basta così? Come si permette di impartirmi degli ordini, per chi mi ha preso? Per una delle sue marionette sessuali?
Non ho il tempo di ribattere che inizia a parlare nuovamente.
“Ti prego lasciami finire, poi se vuoi potrò continuare ad ascoltare tutto ciò che hai da dire.”
Ok, forse ho un tantino esagerato ma non sono per niente dispiaciuta. È meglio che sappia bene che sentimenti nutro nei suoi confronti.
“Non volevo minacciarti l’altra volta. Non era mia intenzione spaventarti ma volevo solamente farti capire che Christian non merita di soffrire e che tu lo avevi già fatto soffrire abbastanza. Era da tanto che non lo sentivo così. Non sai quanto mi sono preoccupata per lui in quel momento. Era distrutto.”
Distrutto? forse ci tiene davvero a me e il suo modo di comportarsi non ne è che la prova, come vorrei però che avesse un po’ più di fiducia nei miei confronti.
“Ti ripeto Ana, non voglio assolutamente intromettermi tra voi due. Volevo solo farti capire che il passato di Christian è ancora così vivo e nitido in lui. Non riesce a capire che le persone possono volergli bene per quello che è. Non contempla minimamente la possibilità che questo possa avvenire. È convinto di essere un peso, è convinto che deve adoperarsi per riuscire a sfamare il mondo e che ogni cosa che faccia sia sbagliata.”
Christian e la sua fobia per il cibo, mi tormenta continuamente con la sua fissazione per il cibo, chissà perche; magari potrei chiederlo a lei, sono sicura che lo sa.
Anzi sono certa che lo sappia e questa consapevolezza affonda dentro di me come una lama sottile.
“Perché è così fissato con il cibo?”
Lei mi fissa indecisa se rispondermi o meno, mi guarda e incolla i suoi occhi nei miei.
“Lui non sempre riusciva a mangiare. Per lui il cibo era un bene di lusso, la sua madre biologica non sempre era in grado di procurargli il sostentamento necessario. Quando Grace lo trovò era denutrito e disidratato, probabilmente erano giorni che non mangiava e nessuno era lì ad aiutarlo quando era solo un piccolo bambino.”
Sento un velo di commozione nella sua voce, come se per lei fosse doloroso raccontarmi queste cose. Probabilmente sta venendo meno a una qualche promessa fatta a Mrs Controllo Tutto e Tutti oppure semplicemente perché ci tiene a lui e come me le si stringe il cuore ad immaginarselo piccolo solo ed affamato.
Oh, Christian. Ora ci sono io qui con te e non ti lascerò mai.
Mi chiedo sei sia stato direttamente lui a raccontarle il suo passato. Possibile che con lei riesca a parlare apertamente di tutto e invece con me ogni discorso è un vero e proprio tabù?
Si, sono consapevole che è stato lui a confidarsi con lei. Più di una volta in passato mi ha detto che lei è la sua unica amica. Lei è l’unica che ha il permesso di toccarlo. Lei è l’unica con cui lui riesce a parlare apertamente senza riserve.
Tutto questo non fa altro che far aumentare il mio odio nei suoi confronti.
Ma è veramente solo odio questo sentimenti che sento?
Questo sentimento che mi attanaglia il cuore è dettato solo dal disprezzo, o c’è qualcosa di più?
Possibile che io sia gelosa di Mrs Robinson?
Preferisco non rispondere alle mie domande. Non è davvero il momento adatto questo per cadere in una delle mie crisi esistenziali.
“Quando cresci con la convinzione che tutto quello che hai te lo devi guadagnare con le proprie forze, sei restio con il mondo, non accetti che qualcuno possa adoperarsi e farsi in quattro per te. Non accetti che qualcuno si prenda cura di te senza pretendere nulla in cambio. Ed è proprio questo il Christian che io ho conosciuto. Un adolescente insicuro, chiuso in se stesso e avverso al mondo esterno.”
Fa una pausa e contempla il suo piatto, soppesando probabilmente l’idea di chiamare il cameriere e farsi riportare via tutto.
Il vino no! ti prego in questo momento ho assolutamente bisogno di bere.
Solo ora mi rendo conto che il mio telefono sta vibrando, ho deciso di togliere la suoneria prima di entrare per non essere disturbata da nessuno. Chissà quanti messaggi e chiamate mi avrà lasciato Christian sulla segreteria. Questa sera una bella punizione con i fiocchi non me la toglie nessuno, speriamo solo che non faccia troppo male.
“La relazione che Christian e io abbiamo intrapreso andava bene ad entrambi. Io lo guidavo nelle sue scelte e decidevo per lui il meglio, mentre lui mi faceva sentire viva. Mi venerava e io in quei momenti dimenticavo di essere una infelice donna sposata, che non poteva fare un passo senza il permesso del marito.”
Si Christian mi aveva accennato ad Elena come una donna trofeo, probabilmente non deve essere stato facile per lei portare avanti il matrimonio e la sua relazione clandestina con Christian. Non mi ha mai voluto dire niente su di loro, e sul perché sia finita.
“Perché vi siete lasciati?”
Oddio no, ho parlato un’altra volta a sproposito senza rendermene conto. Quando imparerò a collegare il cervello con la bocca?
“Oh, beh questa domanda così diretta sinceramente mi coglie alla sprovvista.”
Lei è allarmata, non sa proprio cosa rispondermi.
Io continuo a fissarla allontanando leggermente il piatto da sotto di me, ho bisogno di spazio per poggiare le braccia se mai non dovessi reggere al peso di questa ennesima notizia sconvolgente.
“Perché ci siamo lasciati, giusto?”
Prende un grande respiro, chiude gli occhi e poi butta fuori l’aria tutta insieme. Sta riordinando le idee e probabilmente sta decidendo come spiegarmi la cosa nel migliore dei modi.
“Vedi Anastasia, noi due non eravamo decisamente una coppia. Noi due ci appartenevamo. Io sapevo che lui non mi avrebbe mai tradita o lasciata e lui sapeva lo stesso di me. Non è facile spiegarti cosa vuol dire, ci sono tante cose che tu non sai Ana e che purtroppo non sono io a doverti dire. Non devi considerarmi come  una rivale attualmente, perché io voglio bene a Christian davvero, ma non gli voglio bene come intendi tu.”
Che cosa mi sta dicendo, che lo ama ma non lo ama? Ecco sento la rabbia che si riaffaccia nuovamente.
“Ho incontrato Christian in un periodo in cui la mia vita mi era uno schifo. Non ero libera di poter fare ciò che volevo, mi sentivo stretta e oppressa tra le mura di un matrimonio che non sopportavo più. Senza di lui probabilmente ora sarei ancora sposata e infelice, e avrei finito con l’odiare il mio ex marito. Anche se tu erroneamente pensi che io abbia in qualche disturbato l’adolescenza di Christian, non è così. Forse non condividerai i mie metodi, ma ti posso assicurare che in quel periodo lui è diventato una nuova persona, una persona che tu stai migliorando sempre di più.”
Si forse posso anche passare sopra al fatto che lei abbia circuito un bambino dell’età di 15 anni ma indubbiamente non posso giustificarla per quel che ha fatto o addirittura capirla.
Ha deliberatamente eclissato la mia domanda. E mi viene in mente una conversazione avuta con Christian pochi giorni fa.
”Hai parlato con lei oggi?” chiedo a Christian mentre aspetto l’arrivo di Mrs Robinson.
“Sì.”
“Che cosa le hai detto?”
“Le ho spiegato che non vuoi vederla, e che capivo le tue ragioni. Le ho detto anche che non apprezzavo il suo agire alle mie spalle.” Il suo sguardo è impassibile e non lascia trasparire nulla.
Oh, bene. “E lei cosa ha risposto?”
“Ha liquidato il tutto come sono Elena sa fare.” Le sue labbra si tendono in una linea sghemba.

Bene, ha liquidato anche me in questo momento, forse non vuole dirmi cosa è successo tra lei Christian e il suo ex marito, in fondo non posso darle torto, sono cose sue che non mi riguardano.
Mi ricordo il suo sguardo raggelato quando mi ha vista insieme a Christian il lunedì sera.
I suoi occhi sgranati e la sua espressione sbalordita sono davvero un pensiero piacevole.
Indirizzo il mio sguardo nuovamente nella sua direzione.
Si sta continuando a torturare le dita. Cavolo è davvero nervosa.
“L’ amicizia che mi lega a Christian è qualcosa di speciale, noi due non pensiamo più ad una relazione di quel tipo tra noi da tanto tempo. Ormai abbiamo intrapreso strade diverse, io sono felice per lui e lui lo è per me. Non posso prometterti che non lo rivedrò più e che non lo cercherò più, perché per me lui è un punto di riferimento, una persona che mi conosce nel profondo e con la quale posso parlare apertamente di ogni cosa. Al tempo stesso però capisco la sua difficoltà. Tu mi detesti e non approvi la nostra amicizia.”
Forse dovrei crederle, forse davvero considera Christian come un semplice amico, come un confidente. Certo un confidente dal quale si è fatta scopare “in modi che nemmeno posso immaginare” ma pur sempre un amico.
Sarò in grado di riuscire a passare sopra questa lunga storia e riuscire a vedere questa donna come una semplice amica? Non so se sono così forte, non so se potrò mai riuscire a fare tanto.
Poi nuovamente come prima mi sorprende.
Allunga la sua mano perfettamente curata sulla mia e racchiude le mie dita tra le sue.
Probabilmente è la prima volta che abbiamo un contatto così diretto e inavvertitamente mi sento attraversare da una scarica elettrica quando le nostre mani si toccano.
Ora che cosa ha intenzione di fare?
“Anastasia, permettimi di esserti amica. Io sono qui per lui e per te. Ti ripeto è la prima volta che lo vedo così felice e ti giuro che l’unica cosa al mondo che voglio è vederlo finalmente sereno. Non posso negarti che all’inizio ti ho invidiata, ti sei presa qualcosa che prima mi apparteneva completamente. Ma ora Christian ti appartiene Miss Steel, mi raccomando prenditene cura. Se non lo farai io lo verrò a sapere in qualche modo e il nostro incontro non sarà così piacevole.”
Non so perché ma spontaneamente affiora un sorriso sul mio viso.
Mi ha minacciata un’ altra volta, questa donna è davvero incredibile. So però, che questa volta, la sua minaccia in realtà è modo per farmi capire che tiene a lui, anche se se ne terrà alla larga, sarà pronta ad intervenire in suo soccorso se mai se ne presentasse l’occasione.
Ora finalmente è tutto più chiaro. Elena e Christian hanno avuto un trascorso che io non posso pretendere di cancellare e forse invece di inveire contro di lei dovrei ringraziarla per aver contribuito a far crescere Christian così com’è. Perché io lo amo con tutte le sue cinquanta sfumature d’ombra e non potrei fare altro che amarlo per tutti i miei giorni qualunque cosa lui facesse. Perche io gli appartengo e lui appartiene a me.
È mio, davvero mio, nel più profondo senso delle parole e niente e nessuno potrà mai cambiare questa realtà.
La “ex” strega scioglie la presa che tiene strette le nostre mani si sistema meglio la tracolla sulla spalla e si alza dalla sedia.
Non so che cosa stia facendo, improvvisamente non voglio che se ne vada, proprio ora che mi stava quasi cominciando a diventare simpatica.
Guarda fuori la dal locale verso la strada e sul suo volto compare un sorriso dolce.
Seguo la traiettoria del suo sguardo e mi perdo in due pozze grigie e profonde. Due occhi in tempesta, e so bene chi è la causa di tutto il tormento che leggo in quello sguardo. Mi manca quasi l’aria al pensiero che pretenderà da me una spiegazione dettagliata di tutto quello che è successo, mentre lui era impegnato a stravolgere il mondo pur di trovarmi.
Sono ancora ferma sulla sedia quando Elena mi si para davanti mi appoggia una mano sulla spalla e scivola lentamente verso di me per depormi un bacio sulla guancia.
Il bacio di Giuda! penso involontariamente.
Con la stessa delicatezza con cui si è avvicinata si allontana da me e si incammina verso l’uscita del bar.
La vedo mentre  dice qualcosa a Christian, lui le sorride dolcemente, lei lo saluta teneramente come al suo solito depositandogli due baci sulle guance e si allontana uscendo dal mio campo visivo.
Ora sono sola. Il mio uomo si avvicina verso di me e lo vedo che è arrabbiato da morire ma al tempo stesso felice di avermi finalmente ritrovata.
Si siede sulla sedia lasciata vuota da Mrs Robinson, non posso farci niente non riuscirò mai a smettere di chiamarla così, ed aspetta in silenzio che io dica qualcosa.
Ora sono consapevole di essere pronta a tutto per lui, non mi importa più niente del lavoro, del mio convegno a New York, di Jack e di tutto quello che ci circonda.
Per me in questo momento esiste solo lui e so che anche per lui è la stessa cosa.
È la stessa cosa perché mi ama.
Perché io sono eternamente sua e lui è eternamente mio.
 
  
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