Fanfic su artisti musicali > Avril Lavigne
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Autore: SuperMegaFoxyAwesomeHot    23/10/2012    2 recensioni
''Avril organizza un Halloween Party con i suoi amici nella sua nuova maestosa villa nella campagna francese. Mentre tutti si divertono al piano di sopra, Avril e' triste. E' l' anniversario della morte di suo nonno, e aveva organizzato il party in modo che si potesse distrarre, ma nemmeno la compagnia dei suoi amici e di Chad, il suo ragazzo , la tirera' su di morale. Deryck propone di organizzare una seduta spiritica così che Avril possa rivedere il parente defunto, ma Chad e Evan, nonostante siano contrari a cio', decidono di partecipare, per tenere la situazione sott' occhio. La seduta sta per cominciare quando Avril trova, nascosto nel doppiofondo di un quadro della villa, un vecchio libro, il quale, racconta storie del terrore. Il libro e' chiuso con un lucchetto, ma presi dalla curiosita', aiutandosi con un paio di forcine, riescono ad aprire il libro. Quello che non sanno e' che il libro li trascinera' in una dimensione dove i personaggi diventeranno gli stessi lettori, i quali saranno destinati a ''recitare'' tre diverse storie. Riusciranno a uscirne vivi ? E chi si cela dietro il libro stregato ?''
E' la mia prima storia, quindi siate buoni, grazie a tutti i miei lettori !
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Violenza
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Era una fredda giornata di ottobre, quella che si era riversata sulle verdeggianti colline di un ormai spoglia campagna parigina. Il sole sembrava spento, conferendo all' aria quel tipico pungiore autunnale che tanto caratterizza la fine della bella stagione, e l' inizio di un altro lungo tormentato inverno. Ed Avril se ne stava lì, nel salotto della sua villa, a piangere. Strano come tutte le soddisfazioni di una vita, non possano prometteri una vita senza sofferenze. Un successo mondiale come il suo, non le permetteva ancora di essere felice. Ne' la fama ne' tutto il denaro del mondo, potevano aiutarla a superare quel giorno. Quel maledetto giorno. Ogni anno quella data gli si ripresentava piu' forte che mai, e la passava da parte a parte come mille spade roventi. Eppure avrebbe dovuto essere contenta di quel giorno, visto che finalmente, avrebbe rivisto i suoi piu' cari amici. Ma la gioia di un giorno non puo' eclissare il dolore di un rimpianto che si propaga nel tempo, che risuona come un eco nel cuore delle persone. Ed era questo che Avril provava in questo momento. Puro Rimpianto. Erano passati ormai otto anni da giorno in cui suo nonno era scivolato via. Ricordava ogni minimo dettaglio di quel giorno orribile in cui, da un momento all' altro, uno dei suoi cari piu' vicini era andato contro al crudele volere della natura mortale. Ricordava ogni lacrima, ogni sua piu' piccola lacrima versata, perche' ad ognuna di esse era legata una ragione di rabbia, frustrazione e smarrimento, che scivolava inerte ancora oggi sul suo volto. Come aveva potuto aver lasciato da solo suo nonno quando aveva bisogno di lei? Come aveva potuto aver messo al primo posto l' amore per i suoi fan all' amore e al bene che aveva provato per una persona con cui era cresciuta? Come poteva ritenersi ancora una persona che potesse guardarsi dentro senza sentirsi un mostro ? 
Avril non lo sapeva, e non voleva saperlo, voleva solo dimenticare tutto e andare avanti, ma era un intenzione persa nel vento. Sapeva che quel giorno l' avrebbe perseguitata per sempre, quasi come un castigo divino, fino alla fine dei suoi giorni.
Quando il campanello suono', qualcosa sembro' riportare Avril al presente, dove suo nonno era morto da tempo, ed era andata a vivere in Francia, in una maestosa villa a due piani, dove sperava di trovare pace tra un tour mondiale e un altro.  ''Dimenticare'': era questa la parola chiave di quel freddo 30 di ottobre, e ingenuamente, per un attimo, si era lasciata convincere da Deryck e Evan, che se si fosse divertita, avrebbe passato la notte senza incubi, che caratterizzavano quel funesto anniversario. Ma piu' ci pensava, e piu' questo Halloween Party per innaugurare la villa gli sembrava una sciocchezza.  Una stupida sciocchezza data da un momento di debolezza. Ma era ormai tardi, ed Evan e Deryck, che continuavano a suonare insistentemente il campanello,ne erano una prova. Erano stati cosi' presi nell' organizzare tutti i preparativi che si erano dimenticati il vero scopo della festa, ovvero far stare meglio lei. Avril dunque, si impose di trattenere altre lacrime per tutta la loro permanenza, si puli' l' eyeliner che gli era colato sulle guance con un fazzoletto bagnato, e facendo un profondo respiro, ando ad aprire la porta. Sulla soglia c' erano i suoi piu' complici storici, i suoi piu' grandi amici, intenti a darsi pugnetti amichevoli tra loro per decidere per supremazia che dovesse entrare per primo in casa, tutti e due con un sorriso abbagliante. Per Avril, Evan non era cambiato di una virgola. Le stesse fossette che gli si formavano quando sorrideva, gli stessi capelli biondi pettinati alla bene e meglio, e quegli occhi azzurri che brillavano anche al buio, quasi come riflettessero di luce propria. Doveva ammettere che per quanto l' idea delle festa le sembrava stupida, ne valeva la pena per rivedere il suo migliore amico, che le era sempre stato accanto, e le aveva sempre scaldato il cuore, come un raggio di sole in una giornata come quella, fredda e indifferente. Il suo stesso primo istinto prese il sopravvento, buttandosi tra le braccia del suo amico, sentendosi, dopo quello che era sembrato un eternita', di nuovo veramente felice. E la felicita' sembrava aumentare ad ogni battito di ciglia. Non fece in tempo a staccarsi da Evan che altre due braccia la avvolsero. Anche se fosse stata cieca avrebbe riconosciuto quell' abbraccio. Quell' abbraccio che l' aveva cullata per piu di 2 anni ogni mattina. Deryck le sorrideva raggiante.  Avril avrebbe giurato di non vederlo cosi felice da prima che avvenisse quell' .... incidente. Per un attimo gli turbino' in mente di  quanto il periodo della loro separazione fosse stato doloroso per entrambi, e quell' istante fu sufficente per permettere alla sua espressione di felicita' di tradirla, trasformandosi per un attimo in un sorriso un po' nervoso. Con desolazione, si accorse che Deryck aveva notato il suo cambio d' umore, e con leggero imbarazzo si distacco' prima che il suo abbraccio troppo lungo venisse frainteso. D' altronde era da idioti pensare che non si fosse accorto che lei era ancora un po' tesa al pensiero del loro divorzio, inoltre se Deryck aveva imparato qualcosa dal loro breve matrimonio, era quello di sapergli leggere dentro. Per lui, lei era un libro aperto, dove al termine di ogni piccola ruga di espressione vi era un segnalibro con annotato il suo motivo e significato. Strano come la mente possa condizionare il corpo e viceversa, alcune volte. Deryck era dimagrito, ed era un po' pallido in volto, come se fosse stato malato fino a qualche giorno prima. Alcuni tratti invece, erano sopravvisuti al tempo. I capelli neri, perennementi sparati verso l' alto, sembravano non avere gravita', e gli occhi color nocciola scuro erano caldi e accoglienti come sempre. Ma le sorprese sembravano non essere finite. Ancora una volta, non fece in tempo a staccare lo sguardo da Deryck e Evan che un terzo uomo gli mettesse le mani sulla faccia. Ma non appena le sue mani toccarono il viso di Avril, lei capi' subito chi era. Lo capi' dal suo odore. Quell' inconfondibile odore muschiato e leggermente dolce allo stesso tempo. Con estrema sorpresa, Chad era davanti a lei, con i suoi biondi capelli cosi' soffici e corti, e i suoi occhi incredibilmente cristallini, in barba ai suoi impegni, come il suo tour mondiale che avviava a concludersi. Per un istante Avril penso' di essere in Paradiso, quando Chad gli diede un leggero bacio a stampo sulle labbra,   e non sapeva veramente cosa dire. La tristezza che l' affliggeva cinque minuti prima sembrava essere volata via dalla porta in un colpo solo, e non poteva che esserne contenta. Forse allora la festa non era una cattiva idea. 

- Allora, come ti trovi qui ? e' tanto chiedere una giornata solo io e te senza questi due imbecilli ? - chiese scherzosamente Chad, guardandola come se stesse comtemplando una delle sette meraviglie del mondo. 
- Intanto se non era per questi due imbecilli, tu qui non ci arrivavi, e noi saremmo stati la spalla su cui Avril avrebbe pianto, quindi ringraziaci sbruffone - lo canzono' Evan, come ci si punzecchia tra fratelli.
Nel mentre, Deryck aveva cambiato espressione. Sembrava leggermente irritato, ma forse era solo frutto dell' immaginazione di Avril. Finalmente, anche lui si decise ad aprire bocca - Dunque, dove cominciamo per i preparativi per la festa ? Abbiamo poco tempo, dobbiamo darci una mossa o non ce la faremo mai a trasformare la casa, in una reggia stregata, no ? -. Avril fu per un attimo leggermente seccata dal poco tatto provato dal ragazzo, visto che si aspettava qualcosa tipo -Come stai ? Tutto A Posto ? - o cose del genere, ma non potè dargli torto quando guardo l' ora che le lancette scandivano sul suo orologio, talmente puntuale da spaccare il secondo. Sentiva una gran confusione in testa, tutta colpa di quei cambiamenti di stati d' animo cosi veloci, da farla sentire leggermente scossa. Nel giro di dieci minuti aveva provato tristezza, rabbia, senso di colpa, felicita' e imbarazzo. Avrebbe voluto spiegare tutto ai suoi due amici e al suo ragazzo, ma era veramente troppo tardi. 
- Hey, perchè non rispondi ti senti poco bene ? - gli chiese Chad, con una leggera velatura di preoccupazione nella voce.
Era confusa, ed incasinata. Quel giorno doveva solo riorganizzare le sue idee, dominare le sue emozioni, e sopratutto ''dimenticare''. Per questo, con una nonchalance che nemmeno lei si sarebbe immaginata di poter sfoggiare, disse 
- No, tutt' ok , scusami, ma adesso entrate ! sara' il miglior Party Halloween di sempre ! - 
- Di sempre - disse a seguito Deryck. 
- Sara' epico - si aggiunse Evan.
- Sara' difficile per gli invitati dimenticarlo ! - esclamo Chad.
- Gia' ... davvero difficile - disse, abbandanando la sua nonchalance per far trasparire un po' dei suoi sentimenti repressi, in quell' ultima affermazione, lasciando i tre ragazzi leggermente confusi. 
  
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