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Autore: bulmetta_97    23/10/2012    1 recensioni
Tutti noi abbiamo un segreto.
Anche Vegeta, ne ha uno. Un segreto che si porta dalla nascita.
Il segreto non lo conosce nessuno e nessuno è mai riuscito a scoprirlo.
Quale sarà il segreto di Vegeta?
Qui i saiyan non esistono.
I nostri amici saranno dei normalissimi studenti americani.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia.

Alcune gocce cominciarono a cadere sul terreno della California. 

Quel tempo era molto raro lì, di solito il sole faceva parte della giornata.

Alcuni detesto le così dette “lacrime del cielo” altri, invece, le venerano.

Una casa grigia, senza colori e con le finestre coperte da tapparelle verdi, strappate di qua e di la, ed un luce fioca che illuminava quella piccola dimora.

Un ragazzino di 16 anni si trovava seduto su una sedia della sua camera guardava il cielo grigio mostrando un piccolo ghigno.

“ Finalmente un po’ di pioggia in questo maledetto posto. Sempre sole, sole e sole! Un po’ di oscurità, che bello.”.

Arrivata la mattina seguente, i ragazzi uscirono di casa per andare a scuola e per mettere  nelle proprie teste qualche pizzico di cultura che mancava.

In tutte le scuole ci sono dei gruppetti, ci sono i gruppi dei secchioni, dei popolari e della classe sociale intermedia.

Vicino al cancello c’era un gruppo di ragazzi che non si faceva notare per i vestiti o per la stupidità, quel gruppo si notava per la magnifica amicizia che c’era in esso.

Il gruppo era formata da cinque ragazzi di 3 liceo: tre maschi e due femmine.

Il ragazzo più alto era Son Goku, un adolescente con i capelli a palma e sempre con il sorriso stampato in faccia. 

Il secondo, invece, era piccolo e pelato ed il suo nome era Kagàmi Crilii.

Il terzo aveva i capelli lunghi neri, erano così lunghi che puliva di più delle bidelle da quanto spazzava in terra e si chiamava Opa Yamcha.

Le due ragazze erano molto diverse tra loro: una aveva i capelli raccolti neri, aveva sempre l’aria imbarazzata ed il suo nome era DelToro Chichi, l’altra, invece, aveva i capelli blu come il mare ed era sempre solare con tutti e si chiamava Brief Bulma.

Goku e Bulma erano amici sin dall’infanzia, si conoscevano dall’asilo e da lì non si erano mai persi di vista.

Stavano chiacchierando su quello che avrebbero fatto quel giorno dopo la scuola: Bulma e Chichi sarebbero andate a fare shopping mentre i ragazzi sarebbero andati a fare calcetto.

La campanella suonò puntuale e tutti entrarono in classe.

Ad un certo punto, Chichi, toccò la spalla di Bulma e le disse “Guarda chi è entrato...”.

La ragazza dei capelli blu voltò lo sguardo verso la porta e, guardando attentamente, vide Vegeta.

Vegeta era un ragazzo con i capelli neri a fiamma e di corporatura muscolosa.

Egli, aveva sempre un’aria scocciata ed arrabbiata e parlava poco con i suoi compagni di classe.

Oltre ad avere una strana capigliatura, Vegeta, aveva un altro particolare che lo rendeva speciale: aveva i canini come un vampiro.

Una volta, due ragazzine, si sono avvicinate a lui e gli hanno chiesto: “Sei un vampiro? Ti prego fammi diventare la tua Bella”.

Lui non rispose però lanciò un’occhiata malefica che fece scappare le due adolescenti.

“C’è Vegeta, allora?” chiese Bulma sedendosi nel suo banco.

“ Fa paura, vero? Ma è sempre stato così tenebroso?” domandò ridacchiando l’amica dai capelli corvino.

Bulma, conosceva Vegeta da quando erano piccoli, però purtroppo si sono persi di vista e ognuno dei due ha percorso tutt’altra strada.

Vegeta, si mise al suo posto in fondo alla classe e, appoggiando i piedi sulla cartella di Bulma cominciò a dondolarsi sulla sedia.

“Non si usa più salutare?” chiese Chichi avvicinandosi al ragazzo dai capelli a fiamma.

L’altro la guardò un attimo, sbuffò e continuò a dondolare.

“A sedere ragazzi, avete studiato oggi?” chiese l’insegnante entrando in classe.

Alcuni alunni cominciarono a fischiettare, altri si rannicchiarono sotto al banco per non farsi vedere dalla prof e, i secchioni, erano già pronti con le mani alzate.

“Oggi interroghiamo...Crilii. Su, vieni qui e parlami della seconda guerra mondiale”.

Il piccolo pelato si alzò piano piano dalla sedia e, tremolante pensò “Perché sempre io?”.

  
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