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Autore: JbRb_LoveMe    23/10/2012    1 recensioni
"Non vedo l'ora che finisca la mia vita..." questo è quello che pensavo.
ma poi...
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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 CAPITOLO 1
  IL PRIMO GIORNO...

 


"Non vedo l'ora che finisca la mia vita..." questo è quello che pensavo.
Era il primo giorno di scuola non sapevo con chi parlare,  cosa fare, ero sconvolta !
Era solo il primo giorno di scuola.
Ad un certo punto vidi una ragazza, stupenda, occhi viola così belli, così profondi da non poter notare altro, capelli rossi mogano per essere precisi, alta, magra, con un paio di seni perfetti, "magari fossi io..." pensai. Beh in effetti io ero tutto il contrario, non stupenda, anzi, occhi marroni, forse l'unica cosa bella di me, capelli castani con delle meches bionde, persino la ricrescita mi si vedeva che orrore, bassa, non troppo, ma sempre bassa rispetto a lei, e poi per niente magra, non ero grassa, avevo solo un po' di pancia, che odiavo a morte. mi feci coraggio... andai a parlare con quella ragazza. "ciao, mi chiamo Rebecca" le dissi "come ti chiami te?" le chiesi, aspettai qualche secondo e sentii la sua voce rispondermi :"piacere mi chiamo Kataleya".
Rispose con voce gentile. perfino la sua voce era stupenda. Era la prima persona con cui ho parlato, era la prima amica che ho avuto, con cui ho legato nella nuova classe.
Ero passata dal non conoscere nessuno a conoscere la persona più bella della classe.
Ad un certo punto arrivò un ragazzo, mozzafiato, impossibile resistere al suo fascino, gli occhi di color nocciola dorata, capelli castano non troppo scuro, corti e spettinati, come scompigliati dal vento.
I-R-R-E-S-I-S-T-I-B-I-L-E questa è l’unica parola con cui era possibile definirlo!
“Mi sono innamorata” questo pensai. “Non era possibile. Era solo il primo giorno di scuola e già ero cotta di un ragazzo, com’era possibile? Non mi era mia capitato prima.” Chiesi a Kataleya come si chiamava e disse: “Justin” un nome stupendo secondo il mio parere.
Ero emozionata stava per suonare la campanella per dare il via definitivo alle lezioni, da li non si poteva scappare, mi aspettavano i nove mesi più lunghi mesi dell’anno.
Suonò la campanella.
Era una classe normale, di venti persone, a differenza delle altre classi noi eravamo quattordici femmine e sei maschi, ma in fondo era normale era un istituto socio sanitario o il  così detto sociale.
Entrò il professore, il primo che avremmo conosciuto di tutto l’anno.
Era un signore non molto vecchio, avrà avuto circa quarantacinque anni, pelato, neanche un capello, occhi scuri, ma non ho visto bene il colore. Iniziò a spiegare cosa avremmo dovuto fare per i primi giorni di scuola, “per i primi giorni non dovete portare nulla tranne che una matita o una biro, andremo in giro per fourtvagen e vedremo dove sono i luoghi più importanti e significativi del paese.” (Ah già è vero mi sono dimentica di dire di dove sono, sono di fourtvagen un paese della Germania meridionale, vicino alla svizzera).
Ad un certo punto della spiegazione si interruppe e smise di parlare il professore, disse: “faccio l’appello!” e inizio a leggere tutti i nomi dell’elenco.
“Albertoni Francesco;
Bieber Justin;
Bozzelli Rebecca;
Callioni Kevin;
Caglioni Lisa;
Cazzol Nicole;
La Plada Kataleya;
Colleoni Nadia;
 Chuica Noemi;
Dalmaggioni Riccardo;
Euforicia Sara;
Fall Carlo;
Gulielmi Elisabetta;
Giambellini Luisa;
Luanda Paola;
Manfredi Andrea;
Mogliarisi Gianfranco;
Piazzalunga Anna;
Rocconi mary;
Sansone Chiara;
Zanchi Giada.”
 Finalmente aveva finito di leggere tutti quei nomi.
Non sarei riuscita ad ascoltare un altro nome in quel momento.
Almeno adesso però sapevo chi  erano e come si chiamavano tutti i miei nuovi compagni di classe, non ricordavo tutti i nomi ma solamente qualcuno sparso qua e là.
Finalmente stava per arrivare l’intervallo. “Drinnn”. Era suonato l’intervallo. Non avevo niente come merenda ma non avevo fame ero  solo troppo preoccupata per il 2^ giorno! Ero lì con Kataleya a parlare del perché avevamo scelto di fare questa scuola, ma in realtà sia io che lei non sapevamo spiegare il perché vero e proprio di quella scelta. Era finito l’intervallo. Tornammo in classe con calma.
C’era ancora quel professore. Annunciò : “ tutti fuori in cortile dobbiamo fare il giro della scuola per farvi capire dove sono le aule”.
Non era difficile capire il sistema di numerazione delle aule. P stava per primo piano ed erano numerate da 1 a 17; S stava per secondo piano sempre da 1 a 17; T stava per piano terra sempre da 1 a 17; il seminterrato c’erano le aule lim 1-2-3, i laboratori d’informatica 1-2.
Questa era la scuola niente di speciale.
Finalmente era finita la scuola. Suonò anche l’ultima campanella della giornata. Salutai Kataleya.
Finalmente tornai a casa. Ero stanca, sfinita, ma allo stesso tempo ero felice di dover andare di nuovo scuola il giorno dopo. Forse  perché non vedevo l’ora di rivedere Justin? O perché volevo solo semplicemente scoprire cosa avremmo fatto? O perché volevo conoscere nuovi professori?
 
  
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