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Autore: Lindsary    23/10/2012    2 recensioni
Dicono che non ha senso vivere nei ricordi, bisogna andare avanti ed essere forti ma io non ci riesco... son passati 7 mesi esatti ed è tutto come prima, tutto come quel 23 Settembre... ricordo tutto, la sua ultima chiamata prima di andare a lavoro, i suoi ultimi messaggi, le sue ultime carezze... Continuo ad aver quei momenti fissi in testa, continuo a riviverli nei miei sogni, continuo a soffrire.
Vorrei tornare indietro, impedire tutto, cambiare quel giorno... Era tutto per me perchè anche se le cose mi andavano male, anche se litigavo con i miei, per ogni cosa lui mi stava vicino, mi bastava un suo abbraccio per rassicurarmi, un suo sorriso per farmi sorridere e un suo 'ti amo' per non volere nient'altro che lui!
Ecco, ho ricominciato a piangere, come ogni volta che lo penso, come ogni volta che passo davanti a casa sua o nei nostri posti preferiti, come ogni volta che rileggo i suoi messaggi e come ogni volta che rileggo quegli articoli di giornale leggermente stropicciati... ci soffro ma li leggo assiduamente....
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I CRISTALLI SCENDONO DAGLI OCCHI

 

 

A volte corpo ed anima non vanno in sintonia come vorremmo, il sentimento può andare oltre alla nostra volontà... ci illudiamo di poter dimenticare eppure facciamo di tutto per impedirlo....

 

Dicono che non ha senso vivere nei ricordi, bisogna andare avanti ed essere forti ma io non ci riesco... son passati 7 mesi esatti ed è tutto come prima, tutto come quel 23 Settembre... ricordo tutto, la sua ultima chiamata prima di andare a lavoro, i suoi ultimi messaggi, le sue ultime carezze... Continuo ad aver quei momenti fissi in testa, continuo a riviverli nei miei sogni, continuo a soffrire.

Vorrei tornare indietro, impedire tutto, cambiare quel giorno... Era tutto per me perchè anche se le cose mi andavano male, anche se litigavo con i miei, per ogni cosa lui mi stava vicino, mi bastava un suo abbraccio per rassicurarmi, un suo sorriso per farmi sorridere e un suo 'ti amo' per non volere nient'altro che lui!

Ecco, ho ricominciato a piangere, come ogni volta che lo penso, come ogni volta che passo davanti a casa sua o nei nostri posti preferiti, come ogni volta che rileggo i suoi messaggi e come ogni volta che rileggo quegli articoli di giornale leggermente stropicciati... ci soffro ma li leggo assiduamente....

Milano 23 Settembre 2010

Grave incidente stradale sull' A1 Milano-Bologna, un' auto bruciata e 15 feriti.

le condizioni dei feriti non sembrano essere gravi ma sono stati ricoverati all'ospedale San Raffaele per accertamenti. Al momento la polizia non è ancora riuscita a risalire all'identità della vettura e soprattutto all'identità e al numero dei passeggeri.

 

Milano 24 Settembre2010

Secondo le indagini svolte la vettura esplosa ieri intorno alle 3 di notte sull'autostrada A1, risulta essere un Opel Corsa Sport appartenuta a Simone Pedrotti un giovane 23 enne in ritorno a casa dopo una serata in discoteca, del giovane non sono stati trovati resti e al momento sono iniziate le ricerche del corpo.

 

Milano 29 Settembre 2010

L'incidente stradale di Venerdì 23 Settembre avvenuto sull'autostrada A1 è un vero mistero, del giovane 23 enne Simone Pedrotti non sono stati trovati i resti e le supposizioni avanzato. La polizia sostiene che non potrebbe esser fuggito dalla macchina in tempo ma non trovando tracce del DNA non possono affermare la morte del ragazzo.

 

Le ricerche sono state sospese ed io son rimasta qui, senza saper che fine ha fatto il mio ragazzo, se è morto perchè non trovano tracce? é assurdo... Continuo a sperare di trovarlo davanti alla porta appena esco, di ricevere una sua telefonata, di avere un segno che lui c'è, esiste ancora e tornerà da me... Ma la verità è che non riesco ad accetare la sua... morte.... perchè hanno ragione tutti, lui non c'è più, non può tornare è morto e non può essere uscito in tempo dalla macchina... sono sola con il suo ricordo, con il suo fantasma.

Sono tutti preoccupati, dicono che dopo 7 mesi il mio atteggiamento dovrebbe migliorare non peggiorare, mia mamma crede sia meglio mandarmi da uno psicologo, mio padre sostiene che ho bisogno di più tempo e i miei amici... inizialmente hanno provato a starmi vicino, a farmi distrarre ma col tempo, dopo i numerosi rifiuti ci hanno rinunciato. Non vado più nemmeno a scuola, non sopporto l'idea di rivedere tutti, voglio solo restare sola nel mio silenzio, nei miei pensieri dove lui c'è ancora...

 

Mia mamma ha avuto la meglio su mio padre. Ha deciso di portarmi dalla psicologa della sua migliore amica! Fantastico, raccontare i miei problemi a una sconosciuta che viene pagata apposta per sapere i fatti miei mi mancava! L' ambiente sembra accogliente e rilassante, non è molto spazioso ma è confortevole, la sala d' attesa ha comode poltroncine azzurre davanti ai muri e in mezzo alla sala ci sono dei tavolini bianchi con piccole colonne di riviste... l' attesa dura poco, vengo subito chiamata da una signora cicciottella con la voce gentile, con un segno della mano faccio capire a mia mamma che voglio andare da sola, mi guarda delusa, so che vorrebbe accompagnarmi ma non ho bisogno della sua presenza.... Seguo la signora nella stanza accanto, poco più piccola della sala d'attesa con una grande scrivania di legno al centro della stanza, diversi quadri paesaggistici sulle pareti e una libreria in stile moderno. La signora mi sorride stringendomi la mano, ha una voce rassicurante...

<< Ciao Lindsary, sono la dottoressa Sofia Marchetti, accomodati pure >> indicandomi una poltroncina.

Sedendomi sorrisi timidamente senza avere la forza di parlare, la notte prima avevo dormito poco come al solito, la psicologa si sedette sulla poltroncina dietro la scrivania.

<< Bene cara, tua mamma mi ha accennato qualcosa ma preferirei sentir la questione da te se non ti spiace. >>

<< Il mio ragazzo è scomparso, non c'è altro da dire >>

risposi con voce secca.

<< Certo... scomparso >>

la sua voce diventò ancora più dolce...

<< Dicono tutti che è... morto... ma non hanno trovato nessun resto, nessuna tracccia, non hanno prove per ritenerlo morto, lui è vivo e tornerà >>

<< Lindsary, a volte cerchiamo di non ammettere la realtà, ma devi reagire, guardati piccola sei magrissima, da quanto tempo non mangi?! >>

<< Io mangio... non sempre ma mangio... >>

<< Certo... parlami del tuo stato d'animo, sono passati un po' di mesi da allora >>

No... non può essere... vuole farmi rivivere tutto. Non posso farci nulla è più forte di me, mi alzo, la dott.ssa mi guarda con aria sospetta. << Lindsary io capisco come ti senti e parlarne ti farà star meglio, provaci! >>

<< Oh no, io non voglio parlarne, sto bene così, buona giornata! >> vado verso la porta e senza aggiungere altro me la chiudo alle spalle.

Mia mamma preoccupata mi scruta cercando di capire il motivo della breve durata dell' incontro, la fermo con un << Andiamocene >> prima che inizi con le domande.

Il tragitto in macchina verso casa è breve ma sembra infinito per via del silenzio, non ho voglia di parlare e lei sembra capirlo, non dice nulla ma mi guarda spesso con quella sua solita faccia preoccupata che ha da mesi.

Lei non l'ha mai visto di buon occhio, non le piaceva Simone, lo definiva un ragazzaccio, lui è il suo gruppo di amici... spesso provava a dissaduermi dall'uscire con loro ma nessuno, né lei né altri sarebbero riusciti a tenermi lontana da lui. La brusca frenata dell'auto mi fa tornare alla realtà, siamo arrivate davanti casa e mio padre ci viene incontro raggiante desideroso di sapere com'è andata.

<< Allora mie belle donzelle com'è andata? >> chiede guardandomi speranzoso, io lo guardo in silenzio col mio consueto sguardo gelido, non riesco a trattenere le lacrime, abbasso la testa e corro in casa chiudendomi in camera mia a piangere sul letto. Mi guardo attorno, è rimasto tutto tale e quale all'ultima volta in cui è entrato lui, lo stesso pomeriggio prima dell' incidente... Eravamo seduti qui, sul mio letto abbracciati mentre guardando un programma televisivo prendevamo in giro i concorrenti, non stavamo assieme da tanto, solo 7 mesi ma il sentimento che ci univa era autentico... Quel giorno Simone era elettrizzato per un colloquio di lavoro che avrebbe dovuto avere il giorno seguente a Bologna, voleva andarsene da Milano, voleva lasciarsi tutti alle spalle, tutti tranne me ovviamente... Avevamo pianificato tutto: lui si sarebbe trasferito a Bologna da suo zio e io l'avrei raggiunto a fine anno scolastico dopo la consegna del diploma, avremo trovato un appartamentino e saremo andati a convivere. Questo era il nostro sogno, il sogno di due ragazzi che credevano in una vita assieme... Ma lui non c'è più anche se nella mia stanza lui è sempre presente, le nostre fotografie sono ovunque, i peluches che mi ha regalato sono ancora sulla mensola, tutti i nostri ricordi sono ancora intatti, manca solo la sua presenza fisica... Lui non c'è più e nemmeno io, vivo ma dentro mi sento morta, mi sento spenta, non mi importa più di nulla. Passo le giornate vivendo nei ricordi...

Il bussare sulla porta mi fa tornare alla realtà, sussurro un freddo << AVANTI >> e vedo entrare lentamente i miei genitori.

<< Linds io e tuo padre dobbiamo parlarti >>

<< Oddio no, non ricominciate vi prego! >> Non riesco a trattenere la rabbia, ogni tot di tempo mi fanno il loro solito discorsetto... ''sei giovane, lui non c'è più, vai avanti'' perchè non si rassegnano a lasciarmi stare...

Papà è serio, non ha il suo solito sguardo dolce, l' ultima volta che l' ha fatto è stato lo scorso Maggio... ero tornata un po' sbronza a casa dopo una nottata da sballo in discoteca, a dire il vero ero del tutto sbronza, non riuscivo nemmeno a camminare... Simone mi teneva in braccio e io cantavo e ridevo come una cretina mentre cercavo le chiavi di casa, mi mise giù continuando a tenermi per non farmi cadere. Non riuscivo a trovar le chiavi così mi misi ad urlare qualcosa tipo " MAAAMMAAAA APRIIIII" Simone reggeva l'alcol molto meglio di me e cercava inutilmente di farmi star zitta. La porta si aprì e noi iniziammo a ridere ancora di più... uscì mio padre incazzato come non mai e smettemmo all'istante, ero terrorizzata e l'allegria post sbornia si era tramutata in vergogna pura, fece segno a me di entrare e a Simone di andare, ubbidimmo senza nemmeno guardarci o salutarci... Il giorno seguente mi fece un vero e proprio rimprovero offendendo Simone in tutti i modi che conosceva...

Ma questa volta non centra Simone ed io non posso aver fatto nulla, non esco nemmeno... Papà continua a guardarmi con quello sguardo così mi alzo e faccio qualche passo verso di loro, li guardo con un velo di tensione << Che succede..? >>.

Mia mamma apre la bocca ma papà la interrompe con un gesto della mano, continua a guardarmi e questa volta è lui a parlare << Linds, prepara le tue cose, poco fa ho telefonato a zia Sara e le ho parlato della tua ormai solita depressione, è d'accordo con me e tua madre nel dire che ti farebbe bene una pausa, un cambio netto! Domani ti accompagniamo in stazione... >>

<< Non mi volete... >>

<< Non se devi restare in questo stato, ci abbiamo provato ma a quanto pare non siamo in grado di aiutarti, non esci più, non vai a scuola, non fai proprio più nulla! >>

<< Non credo che partendo starò meglio! >>

Mia mamma si intromette nella ormai poco cordiale conversazione << No ma col tempo crediamo o almeno speriamo di si, eri così forte Linds... cambiare aria per un po' ti farà bene, non devi restare li per sempre, non è nulla di definitivo... >>

Sembra sinceramente dispiaciuta da questa decisione... mi sforzo di sorridere fingendo di prender bene la notizia << Va bene, io allora preparo la valigia... anche se dubito riuscirò a farci entrare tutto... >> Escono lasciandomi sola, dopo tutto forse hanno ragione, sono stufa di stare qui... no, ma che dico? mi sto auto-convincendo di qualcosa che non voglio... è vero mi farebbe bene ma questo vorrebbe anche dire andarmene dal ricordo di Simone e questa è l'ultima cosa che voglio!!! Questa stanza regna ancora della sua presenza... da quando se n'è andato non ho più toccato nulla è tutto identico a quando mi ha salutata quell'ultimo sabato... il gatto di peluches che mi aveva regalato per il nostro primo mesiversario è ancora sul comodino, sul muro sopra la scrivania ci sono ancora le nostre foto, tutti i nostri ricordi, tutti i suoi regali... è tutto qui in questa stanza, non voglio andarmene... non sono ancora pronta... non ce la farò.... Mi manca e la sua nostalgia la sento ogni giorno di più.

 

Perchè la sveglia deve suonare interrompendo la mia fantastica vita illusoria che è sicuramente meglio di quella reale? Non è giusto!!! Ma sono contenta, perchè almeno nei sogni lo vedo ancora.

è presto, sono appena le 6 e il treno partirà alle 10 e 15, usciremo di casa verso le 9 e in queste tre ore darò un'ultima controllata alla valigia.

Lo spazio è poco, troppo poco per farci entrare il mio passato, ho dovuto mettere solo le cose essenziali ovvero vestiti, scarpe e indumenti intimi. Il mini bauletto a parte è riservato per trucchi, fermagli e cosmetici vari. Mi sento come Anna Frank... costretta a scappare da quella che era la mia vita perfetta per rinchiudermi in una soffitta impolverata, beh probabilmente non finirò in una soffitta ma lo stato d'animo è quello.

Ho deciso di scattare delle foto alla mia camera, non so per quanto starò via, non so se tornerò e non voglio dimenticare nulla.

Sento i lenti passi di mia mamma trascinarsi verso la mia camera, apre la porta lentamente e mi sorride << Hey sei gia sveglia >>

<< Sai com'è devo partire! >>

<< Non essere arrabbiata, lo facciamo per il tuo bene, infondo non ti stiamo mandando in collegio! >>

<< Oh certo che bella consolazione! >> Il mio tono sarcastico inizia ad alterare il suo tono calmo, sono nervosa e nasconderlo sarebbe impossibile.

<< Sbrigati a breve usciamo! >>

<< Lo farò, non appena sarai uscita dalla mia camera >>

<< Lindsary il tuo tono insolente non ti aiuterà con tua zia Sara >>

<< Mamma, magari mia zia Sara mi rifilerà a qualche altro parente! >>

Il modo migliore per cacciare mia mamma? dirle la verità! Funziona sempre: Lei indietreggia, assume un colorito rosso, si gira e infine esce sbattendo la porta.

 

Ed eccomi sul treno, cuffie all'orecchio e ricordi sempre più pungenti e impossibili da dimenticare. Accanto alla mia poltrona c'è una signora sulla sessantina, continua a fissarmi di sfuggita pensando che non me ne accorga... stolta! Probabilmente non apprezza il mio abbigliamento, non importa, il nero mi fa sentire a mio agio. Siena è vicina, zia Sara dovrebbe venirmi a prendere in stazione, abita a Quercegrossa, un paese li vicino dove a otto anni ho passato un anno della mia vita. Ricordo che i miei genitori si erano trasferiti assieme ai miei zii e mia cugina ma la grande convivenza è durata meno del previsto, le due famiglie litigavano tra loro e mio padre, impulsivo come al solito ha effettuato un rapido trasferimento al nord per lui, me e mia mamma. Per qualche anno non abbiamo più avuto loro notizie, ma poi mia zia, dopo aver scoperto che mio zio la tradiva con un trans, ha chiesto il divorzio chiamando disperata sua sorella, ovvero mia mamma, per sfogarsi e riappacificarsi! Mia cugina Sofia non sa nulla sulle motivazioni del divorzio dei genitori, zia Sara ha preferito non rivelare gli scottanti dettagli e far credere a tutti che non si amavano più. Ovviamente neppure io dovrei conoscere la verità, ma mia mamma dopo la chiamata disperata di zia Sara, è corsa a raccontare il pettegolezzo a mio padre, la sua voce era talmente squillante che dalla mia camera ho sentito tutto. Ho promesso di non parlarne nè con zia Sara ne tanto meno con Sofia. Povera cuginetta deve aver sofferto molto e rivelarle che suo padre va o andava a trans non la farebbe sentire meglio.

 

Il treno si ferma a destinazione... scendo...

Non c'è nessuno... nessuno che assomigli vagamente a zia Sara. Non che mi aspettassi un caloroso benvenuto ma nemmeno la totale indifferenza. Mi sento sola, mi manca Simone... Credo che aspettare seduta su una panchina sia la cosa migliore, un po' di ritardo è concesso a tutti ma mezzora inizia ad essere un po' troppo, provo a chiamarla... il telefono squilla ma senza risposta. Spero non abbia fatto un incidente... ecco, sono agitata, ho bisogno di cioccolato, ho bisogno di un distributore di merendine, si ho bisogno di calorie e zuccheri! Eccolo!!! Brillante e colorato, un distributore perfetto davanti a me, riesco a toccarlo e ora non mi resta che scegliere, che impresa!

<< ehm... scusa >> un ragazzo mi tocca la spalla facendomi sobbalzare, mi giro di scatto guardandolo male, non capisco ha uno sguardo impaziente... ma che vuole!!!

<< Mi spiace non fumo >>

Mi guarda ancora peggio e quasi ridendo ricomincia a parlare:

<< Mi fa piacere ma non te l'ho chiesto >>

Quanto mi stanno sul cavolo i ragazzi così, fanno di tutto per parlare, ma il tipo ha sbagliato preda.

<< Si certo, non ancora, ma stavi per chiedermelo >>

Ed ecco che scoppia a ridere, questo ragazzo è proprio strano

<< No, No io da te non voglio nessuna sigaretta >>

Non la vuole? e allora.... che vuole da me?

<< E non ti allarmare da te non voglio nulla >>

Lo guardo perplessa, inizia ad inquietarmi...

<< ok, non so che intenzioni tu abbia, ma questi giochetti non mi piacciono >>

Ma perchè continua a ridere?!

<< Ma che schizzata!! Non voglio niente da te, nè una sigaretta, nè il tuo corpo nè nient'altro, rilassati e spostati! >>

<< Cosa?! >>

<< Sei davanti al distributore da un bel po' e mi dispiace principessina ma non sei l'unica che vuole mangiare qualcosa >>

Ma che figura, altro che sigaretta... voleva solo chiedermi di spostarmi, mi sento sprofondare, mi sposto lentamente... continua a guardarmi, dentro di se starà trionfando per la mia figuraccia.

<< Dai non fare quel faccino >> la sua voce si è intenerita

Che faccio? sono completamente imbarazzata, fortunatamente in lontananza mi sento chiamare, l'incubo sta finendo, mia zia sta venendo a salvarmi...

<< Bene, sembra che la signora chiami proprio te, buona fortuna sbadatona! Ciao ciao!! >> Non faccio in tempo ad aprir bocca che il ragazzo se n'è gia andato, mi giro ed eccomi faccia a faccia con mia zia!

  
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