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Autore: Sabry93    23/10/2012    6 recensioni
Dal testo:
“Sei geloso?” chiese Sherlock con il suo solito sorrisetto furbo.
“Nooo! Cosa te lo fa pensare? Il fatto che il mio ragazzo si metta a flirtare con un’altra o il fatto che sembrava avessi il cuore spezzato quando lei ha finto la sua morte?” rispose John alzando la voce di almeno un’ottava.

[Johnlock]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ciaooo! ^^
Questa volta sono tonrata con una shottina con il povero Jawn geloso marcio di Irene XD
Gli avvenimenti si svolgono durante "A scandal in Belgravia".
Spero di farvi sciogliere per il tanto fluff e soprattutto che vi piaccia :)
Buona lettura!







Gelosia: non è mancanza di fiducia ma paura di perdere la persona che ami.
 

Erano appena tornati nell’appartamento dopo essere stati in quello di Mrs.Hudson a sincerarsi che stesse bene e recuperare il telefono con le foto.
Sherlock dopo essersi tolto il cappotto prese il violino e si sistemò davanti la finestra, la sua posizione preferita per suonare e comporre nuova musica.
John prese da bere e si sedette sulla sua poltrona ancora con il bicchiere in mano “Così, è viva allora. Credi che la rivedrai?”
Sherlock non si voltò per guardare in faccia John mentre rispondeva “Perché dovrei?”
“Mah, non so.. sembravate una bella coppia” disse con un certo fastidio.
“Sei geloso?” chiese Sherlock con il suo solito sorrisetto furbo.
“Nooo! Cosa te lo fa pensare? Il fatto che il mio ragazzo si metta a flirtare con un’altra o il fatto che sembrava avessi il cuore spezzato quando lei ha finto la sua morte?” rispose John alzando la voce di almeno un’ottava.
“Non ho flirtato con lei. Non rispondevo nemmeno ai suoi messaggi”
Il tono di rabbia che aveva usato pochi secondi prima aveva lasciato spazio a uno più triste e malinconico.
 “Appunto! Sei Mr-ultima-parola, rispondi sempre a chiunque su tutto, il fatto che hai trattato quella donna in modo diverso fa pensare che ti interessasse”
Sherlock sospirò “John..”
“No! Niente John! Non ti ho mai chiesto niente, non ti ho mai chiesto di cambiare una sola cosa di te stesso perché non ti vorrei mai diverso, non saresti tu, ma adesso una cosa te la chiedo: non illudermi e dimmi la verità. Sei attratto da lei?
Sherlock si voltò e guardò John negli occhi e vi lesse paura e tristezza e ne restò quasi ipnotizzato, tanto che non riuscì a pronunciare una vera e propria risposta, riuscì solo a biascicare poche parole “John..io..”
La pazienza di John ormai era arrivata al limite e voleva una risposta, la pretendeva, quindi ripeté la domanda tenendo lo sguardo fisso in quegli occhi che tanto amava ma che ora gli provocavano dolori atroci al centro del petto come se tanti piccoli spilli venissero conficcati nel cuore “Sei.attratto.da.lei?”
Sherlock chiuse gli occhi e cercò di riavviare il cervello prima di rispondere “..Si..ma posso spiegarti..”
Adesso gli spilli si erano trasformati in una spada affilata che lo uccise definitivamente. “Cosa c’è da spiegare? Sono emozioni, non si possono spiegare. Una dominatrice e un sociopatico iperattivo, sarete molto felici insieme!”
John si alzò dalla poltrona e dopo aver abbandonato il bicchiere ormai vuoto sul tavolino se ne andò.
 
Uno dei suoi posti preferiti per pensare, rilassarsi, liberare la mente e cercare di risollevare il morale era senza dubbio il tetto del 221B, offriva un’ottima vista del cielo stellato e amava restare a contemplare le stelle, gli davano un senso di pace interiore che lo faceva sentire bene e in quella sera ne aveva dannatamente bisogno.
Era la notte di capodanno e John era salito sul tetto senza prendere la giacca, stava rischiando di ammalarsi ma se fosse tornato a prenderla avrebbe significato vedere Sherlock e certamente non ne aveva alcuna voglia.
Dopo pochi minuti John sentì la porta che dava all’appartamento aprirsi e richiudersi subito dopo seguito da rumori di passi che si avvicinavano.
Sherlock sapeva che questo era il suo rifugio e dopo la loro discussione non avrebbe potuto essere da nessun altra parte.
Sherlock prese il suo lungo cappotto e lo adagiò sulle spalle di John per proteggerlo da freddo, poi si sedette di fianco a lui e rimase in silenzio.
Fu John che ruppe il silenzio “Che ci fai qui? Non vai ad augurare buon anno alla tua amata Irene?” chiese John sarcastico.
Sherlock sbuffò “Mi lasci spiegare?”
“Sono tutto orecchi..”
John si voltò verso Sherlock e l’unica cosa che gli venne in mente mentre lo guardava era: bellissimo.
Il chiarore della luna che illuminava il suo volto metteva in risalto i suoi zigomi, le sue labbra perfette e la sua pelle bianchissima, resa ancor più bianca dai raggi della luna: sembrava una figura eterea.
John era perso nei suoi pensieri ma venne subito risvegliato dalla voce del detective che continuava a guardare un punto non ben definito davanti a sé.
“È vero, sono attratto da lei ma non ne modo che pensi tu. Mi attrae la sua mente, la sua intelligenza e furbizia e il fatto che sia riuscita in qualcosa che nessun altro prima era riuscito a fare: farmi fare la figura dello stupido, ma oltre a questo non c’è niente. Non ho intenzione di andarle a fare degli stupidi auguri perché non voglio rivederla” Sherlock si voltò e guardò John negli occhi “L’unica persona a cui voglio augurare buon anno è seduta qui di fianco a me”
John ascoltò tutte le parole di Sherlock quasi senza respirare e quando ebbe finito si ritrovò a sorridere “Oh, Sherlock..vieni qui..” disse aprendo un braccio con la mano che stringeva il bavero del cappotto.
Il detective si fece più vicino e dopo essersi messo una parte del suo cappotto sulle spalle, anche lui cominciava a sentire freddo, sentì delle labbra calde premere contro la guancia.
Sherlock sorrise “Buon anno, John” disse andando a cercare la sua mano e intrecciando le dita con le proprie.
“Buon anno amore” rispose John dandogli un bacio a fior di labbra.
Il detective sentendo quel nomignolo fece una delle sue migliori facce schifate e sbuffò.
John dopo aver notato la reazione del detective disse “Ehi, mi hai fatto passare un pessima serata quindi posso chiamarti ‘amore’ se voglio”
Rimasero a guardare le stelle per un altro po’ prima di dover arrendersi al freddo e rientrare nell’appartamento ma lo passarono godendosi la compagnia dell’altro e scambiandosi qualche carezza e qualche bacio di tanto in tanto.
 

-oOo-

 
 
Sherlock era davanti alla finestra con il cellulare in mano che ripensava ad Irene e a come era riuscito a salvarle la vita e soprattutto a come era riuscito a ingannare suo fratello facendogli credere che l’esecuzione fosse andata a buon fine, si ritrovò a ridere piano e non sentì John che gli arrivò alle spalle, si ritrovò solo le sue forti braccia che lo abbracciavano da dietro in modo dolce e amorevole “Sei bellissimo quando ridi, dovresti farlo più spesso” diede un veloce bacio sulla guancia a Sherlock e continuò “A che pensavi?”
Il detective si rilassò in quell’abbraccio e poggiò le mani sopra quelle del suo dottore “Uh, niente..al fatto che non sai mentire” disse con un sorriso.
“Ah si? E su cosa avrei mentito?”
“Su Irene..so bene che non è in America, come so che Mycroft crede che sia morta”
“Crede?? Che vuoi dire?” chiese John incredulo.
“Voglio dire che è viva e vegeta..” rispose Sherlock alzando gli occhi al soffitto.
“E tu come..”
“L’ho aiutata io..non so dove sia e non mi interessa. Non volevo che una persona da una mente così brillante venisse uccisa”
“Devo ricominciare a fare il geloso?” Chiese John serio.
Sherlock si girò per guardare in faccia John, stando ben attendo a non rompere l’abbraccio “No, te l’ho già detto: la persona più importante della mia vita e qui davanti a me e non farei mai niente per ferirla”
John catturò quelle favolose labbra a cuore che amava tanto baciare e dopo il bacio disse “Lo sai che ti amo?”
“Si, me l’hai detto un paio di volte” rispose Sherlock con finta noncuranza.
“È la verità - John alzò il dito indice e lo puntò contro Sherlock - Se quella donna dovesse tornare se la dovrà vedere con me e ricordati che ho ucciso per molto meno!” tornò ad avvolgere le braccia attorno a Sherlock e premette il viso contro il suo petto inspirando il suo odore “Tu sei mio..mio..mio”
Sherlock strinse ancora di più a sé John e dopo avergli dato un leggerlo bacio sulla tempia disse “Tranquillo non tornerà. Anche tu sei mio. Il mio John”
John alzò la testa e incontrò le labbra di Sherlock in un dolce bacio.




 

  
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