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Autore: SmartieMiz    23/10/2012    0 recensioni
Cosa potrebbe mai accadere se due migliori amici si innamorassero, si fidanzassero e si lasciassero per poi rincontrarsi cinque anni dopo, ognuno con la propria vita?
La vita di Nick e Jeff e di Thad e Sebastian a New York sulle note di "The Scientist", dal loro primo bacio alla loro nuova famiglia.
Non importa quanto le cose possano andare male, perché il vero amore trionfa sempre.
«Ah, sì, io me le ricordo!», esultò Jeff entusiasta.
«Davvero?», domandò la piccola Luna incuriosita: «Papà mi ha detto che non eri una cima in chimica».
Jeff fulminò lo sguardo di Nick. Quest’ultimo si limitò a ridere.
«Queste cose me le ricordo proprio perché me le spiegò papà», rispose Jeff con un sorriso.
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jeff Sterling, Nick Duval, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Nick/Jeff, Sebastian/Thad
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



 You don’t know how lovely you are


«Thad! Thad! Mi ha già sorriso per sei volte! Capito quante volte? Sei!».
«Andiamo, Jeff, è il tuo migliore amico, perché non dovrebbe non sorrid…».
«Ma è diverso!», lo interruppe il ragazzo alto e biondo: «Mi ha sorriso in un modo differente! Erano dei sorrisi dolci, teneri…».
«Ohh, questo è amore!», scherzò Thad beccandosi la gomitata di Jeff.
«Mi sto illudendo, vero?», chiese il biondo mettendo il broncio.
«Non lo so», ammise Thad: «Spero di no».

«Sebastian».
«Duval che mi rivolge la parola. Quale onore?!», chiese il ragazzo alto con sarcasmo.
«Volevo parlare con qualcuno», rispose Nick con un sorriso imbarazzato.
«Hai il tuo amichetto Sterling per parlare», sbottò Sebastian.
«Ma io devo parlare con qualcuno di lui», ammise Nick timidamente.
«Puoi parlare con quell’Harwood».
«Sta studiando in biblioteca», si giustificò Nick.
«Ci sono Anderson, Nixon, Montgomery. Perché vuoi parlare proprio con me?».
«Perché mi hanno detto che sai dare sempre buoni consigli», rispose il moro.
«Balle», commentò Sebastian, poi disse: «Allora, Duval? Problemi di cuore?».
«Ehm… io… io sono innamorato di Jeff», ammise il ragazzo timidamente.
«Qual è la novità?!».
«Come facevi a saperlo?».
«Credo che tutti lo sappiano, tranne Sterling», asserì Sebastian con un sorriso malizioso.
«Ah. Secondo te glielo devo dire?», chiese Nick pensieroso.
«Credo proprio di sì, così la finisci di darmi fastidio!», rispose Sebastian accigliato.

«Jeff, spegni quella luce…», mormorò una voce assonnata.
Jeff alzò gli occhi dal proprio libro di chimica e si voltò verso Nick.
«Scusami, ma mi serve», rispose Jeff spostando la lampada per non dar fastidio all’amico.
«Ma che stai facendo?», domandò il ragazzo con uno sbadiglio sedendosi sul letto.
«Studio», rispose semplicemente Jeff, poi aggiunse: «O meglio, cerco di studiare».
Nick si alzò e si avvicinò a Jeff. Provò invano ad aggiustare i capelli scompigliati, cercò di aprire gli occhi, guardò l’orario e inarcò un sopracciglio.
«Studi chimica alle tre di notte?», domandò Nick sorpreso.
Jeff annuì.
«Non capisco un’acca, mi arrendo», disse Jeff chiudendo il libro: «È inutile, non lo so se sono io troppo stupido che non capisco mai niente o se è la chimica ad essere troppo complicata. Figurati, ho provato pure ad imparare a memoria certi concetti ma nemmeno quello riesco a fare!».
«Jeff, ma alla seconda ora hai il test e…», provò a dire qualcosa Nick, ma si fermò. In effetti era troppo tardi per studiare, ma quel compito era davvero importante. Nick non voleva che Jeff venisse di nuovo rimandato in chimica: «Ti aiuterò io».
«Che? Cosa? No, già ti ho disturbato abbastanza, è meglio che tu vada a dor…».
«No, Jeff, io non vado a dormire finché tu non capisci queste cose di chimica. Devi prendere almeno B!», lo interruppe Nick severo sedendosi a fianco dell’amico, poi con una risatina disse: «Certo me l’avresti potuto dire prima che avevi bisogno di aiuto».
Jeff provò a protestare, ma lo sguardo quasi assassino di Nick lo fermò. Il biondo smorzò un sorriso.
«Cos’è che non hai capito?», domandò Nick aprendo il libro.
«Le reazioni chimiche», rispose Jeff sbuffando.
«Ah, che argomento interessante!», commentò Nick.
«Stai scherzando, vero?», domandò Jeff allibito.
«No, sono serio», rispose Nick sincero: «Io adoro la chimica e le scienze in generale».
«Okay, se lo dici tu…».
Nick incominciò a spiegare l’argomento a Jeff. Quest’ultimo cercava di non dormire e di ascoltare l’amico. Nick era semplice e chiaro e cercava di spiegare le cose a Jeff con esempi molto banali. Il biondo aveva capito qualcosa, ma comunque non era sufficiente.
«Nick, sono le quattro… non fa niente, grazie lo stesso. Sei stato gentilissimo», lo ringraziò Jeff chiudendo il libro, poi aggiunse con un debole sorriso: «Come sempre, d’altronde».
«Jeff, ma rischi di essere…».
«Preferisco dormirci su», ammise Jeff interrompendolo: «Grazie a te mi ricordo qualcosa».
«Ma a che ora hai iniziato?».
«Alle cinque, dopo la riunione dei Warblers», rispose Jeff: «Non ho fatto nemmeno una pausa, ecco perché sono stato tutto il pomeriggio in biblioteca».
«E perché non hai chiesto subito aiuto a me o a Thad? Potevamo aiutarti!», lo ammonì Nick.
«Perché per una volta avrei voluto fare da solo», ammise Jeff alzandosi dalla scrivania e avvicinandosi alla finestra: «Uffa, non so fare niente, sono un fallito! Verrò rimandato di nuovo in chimica, quest’anno non mi diplomerò e resterò qui a Westerville per tutta la vita».
Nick si rattristì. Perché Jeff diceva quelle cose?
«Ah, e dimenticavo: tra qualche anno posso anche dare una mano a fare le pulizie a scuola. Almeno quelle le so fare», aggiunse Jeff imbronciato ammirando il cielo bianco.
«Jeffie, ma non dire queste cose», rispose Nick avvicinandosi al ragazzo e poggiando una mano sulla sua spalla: «Il fatto che hai qualche problema a scuola non fa di te un fallito. Sei un ragazzo meraviglioso, lo vuoi capire?».
«Che?», chiese Jeff confuso voltandosi verso l’amico.
«Sei un bravissimo ragazzo. Sei buono, gentile, generoso… e sei anche talentuoso», gli ricordò Nick: «Sbaglio o hai una bella voce? E sbaglio o sai suonare la chitarra da far invidia persino a Blaine?».
«Capirai…».
«Ma quale capirai! È questo il tuo punto debole, ti sottovaluti troppo», lo rimproverò Nick: «Hai una passione… beh, non lasciarla! Fai di questa passione la tua vita».
«Sì, ma comunque voglio diplomarmi», fece Jeff.
«Non ho detto che non devi diplomarti», rispose Nick.
Jeff annuì distrattamente.
«Uffa, ho un sonno», sbadigliò Jeff.
«Allora andiamo a dormire», lo invitò Nick.
Jeff seguì il consiglio del suo amico e si buttò sul proprio letto.
«Bene, fa pure freddo», bofonchiò Jeff tirandosi le coperte fin sotto il naso.
Nick si stese al fianco di Jeff e lo abbracciò stretto.
«E ora? Fa ancora freddo?», gli sussurrò il ragazzo.
«Sì», rispose Jeff, ma era una piccola bugia. Il ragazzo strinse Jeff ancora di più tra le sue braccia e il biondo sorrise spontaneamente. Amava essere stretto dal suo migliore amico. Al suo fianco si sentiva al sicuro, si sentiva protetto. Si sentiva speciale, si sentiva qualcuno. Quasi dimenticava di essere un fallito.
«Adesso? Hai ancora freddo?», chiese Nick premuroso.
«No», rispose Jeff accoccolandosi di più all’amico.
«Non sei un fallito», gli sussurrò Nick teneramente baciandogli la guancia. Era impressionante il fatto che Nick lo leggesse sempre nella mente.
Jeff arrossì lievemente. Era quella la sua reazione ogni volta che Nick gli prestava attenzioni di quel tipo. Jeff era innamorato di lui, della sua gentilezza, della sua sicurezza, di tutto. Era il suo migliore amico, ma ne era innamorato.
Dal canto suo, Nick ricambiava gli stessi sentimenti, ma era troppo spaventato nell’ammetterlo. Jeff era il suo migliore amico, non poteva essere qualcosa in più.
Jeff si strinse ancora di più tra le braccia di Nick facendolo arrossire.
Bastava una parola, un movimento, qualunque cosa per far arrossire quei due ragazzi.
Passò qualche minuto quando Nick notò che Jeff era ancora sveglio ed era assorto nei suoi pensieri.
«A cosa stai pensando?», gli domandò Nick leggermente preoccupato: «Dovresti dormire…».
Ovviamente Nick questa volta non poté capire cosa passasse nella mente del suo amico.
«Niente, è che…», Jeff non sapeva cosa dire: «… è che mi sento così al sicuro con te. Mi sento bene».
Nick non disse niente, si limitò ad un lieve sorriso e ad accarezzargli il ciuffo biondo che tanto amava.
Jeff si beò di quelle carezze senza proferire parola. Quanto era frustrante quella situazione: Nick e Jeff si amavano e nessuno dei due lo sapeva.
«Nick», gli sussurrò Jeff ad un certo punto.
«Dimmi», rispose semplicemente Nick.
«E se la mia passione fossi tu?».
«Che cosa vuoi dire?», chiese Nick arrossendo vistosamente.
«Ehm… ecco… Nick… io non so come dirtelo», farfugliò Jeff incerto: «Tu sei il mio migliore amico, vero? E lo sarai per sempre, a prescindere da quello che sto per dirti?».
«Certo, Jeff, ma così mi fai preoccupare», rispose Nick stralunato.
«Nick, non ce la faccio più a reprimere i miei sentimenti per te. Io ti amo, ti amo dal primo anno alla Dalton e solo quest’anno l’ho capito. Io ti amo tantissimo, per me sei più di un migliore amico, per me sei tutto, sei davvero tutto, e non volevo dirtelo perché ho sempre avuto paura di perdere la nostra splendida amicizia. Avevo paura di perderti».
Jeff era semplicemente scoppiato in un mare di parole che gli erano uscite in un modo così naturale. Nick lo abbracciò calorosamente per tranquillizzarlo e Jeff si beò di quell’abbraccio e dell’affetto immenso che solo il suo migliore amico sapeva dargli.
«Quindi mi ami?», mormorò Nick con un ampio sorriso che Jeff non seppe interpretare.
«Sì», rispose il biondo timidamente.
Il moro interruppe dolcemente l’abbraccio e continuò ad accarezzare i capelli del biondo. Nick sollevò delicatamente il viso di Jeff e avvicinò le proprie labbra a quelle dell’amico. Le labbra di Nick e Jeff si unirono in un bacio dolce e breve.
«Anch’io ti amo», sussurrò Nick.
Il biondo, sorpreso e felice allo stesso tempo, gli sorrise e questa volta fu lui a baciare dolcemente il moro. Jeff era un ragazzo meraviglioso e Nick si domandò come potesse esser diventato suo.
 

   
 
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