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Autore: SereILU    24/10/2012    5 recensioni
[Thadastian/Klaine | Slash | PG13 | Post "The Break Up]
Okay, i miei Klaine feelings si sono fatti sentire in ritardo. Ergo, mi è venuta voglia di scrivere su Kurt e Blaine. Siccome, però, non sono capace di scrivere Angst, mi getterò sul tragicomico aggiungendo Sebastian. E poi anche Thad, perché non mi fido di lasciare Seb da solo con Blaine o con Kurt.
*
“Sono stato un idiota…” sussurrò tra le lacrime. “E Kurt non mi parlerà mai più… E… non so cosa fare, Thad. Lui è… è l’amore della mia vita…”
Thad riuscì a voltarsi verso Sebastian, chiedendogli con lo sguardo un altro aiuto.
“Cosa dovrei fare?” sbottò Sebastian sollevando le braccia in un gesto impotente. “Portarmelo a letto e risollevargli l’umore?”
“Sei inutile!” rispose Thad, continuando ad accarezzare la schiena tremante di Blaine e mormorandogli parole di conforto.
Sebastian sbuffò. “Oh, andiamo! Dovremmo forse volare a New York e convincere Hummel a perdonare il suo ex ragazzo?”
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Kurt, Sebastian/Thad
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Sebastian Smythe & Thad Harwood in: Missione Klaine
Personaggi: Kurt/Blaine, Sebastian/Thad. Friendship Seblaine/Kurtbastian
Genere: Romantico, Drammatico, Commedia
Rating: Giallo
Avvertimenti: What... if, Slash
Nda: Okay, i miei Klaine feelings si sono fatti sentire in ritardo. Ergo, mi è venuta voglia di scrivere su Kurt e Blaine. Siccome, però, non sono capace di scrivere Angst, mi getterò sul tragicomico aggiungendo Sebastian. E poi anche Thad, perché non mi fido di lasciare Seb da solo con Blaine o con Kurt.

 
 




Sebastian Smythe & Thad Harwood in:

Missione Klaine

 
 
“Non mi piace questo posto.”

Thad si voltò verso Sebastian con un sopracciglio sollevato. “Come?” chiese, leggermente perplesso. “Sbaglio, o l’anno scorso passavi qui quasi tutti i pomeriggi?”

Sebastian si strinse nelle spalle e sbuffò. “Esatto,” ammise controvoglia.

“Ma allora…” Thad si interruppe all’improvviso. “Oh.”

“Già, oh.”

Rimasero in silenzio, mano nella mano. Nel cielo di Lima, le nuvole correvano, spinte da un vento freddo che costringeva tutti a coprirsi con sciarpe e guanti. L’insegna scolorita del Lima Bean sembrava ancora più grigia.

“Se vuoi possiamo tornare a Westerville…?” tentò Thad quando erano a pochi metri dalla grande porta di vetro.

Sebastian scosse la testa. “No. Ormai siamo qui: prendiamoci questo caffè e facciamola finita.”

Thad trattenne una risatina, ma non commentò oltre, limitandosi a poggiare la mano sul legno gelido e spingere leggermente. Furono salutati dal suono dei campanelli appesi sopra la porta. Non persero tempo e si misero in fila, godendosi il calore del locale e ispezionando il menù alla ricerca di una bevanda che potesse soddisfarli e allo stesso tempo non comportasse troppo tempo per essere finita.

Thad optò per un classico cappuccino medio, ma si rifiutò di capire cosa avesse preso Sebastian quando lo sentì chiedere che glielo correggessero con qualcosa di inequivocabilmente alcolico e dal nome francese.

“Dai, cerchiamo un tavolo,” disse Sebastian, entrambi i bicchieri in mano e l’aria di chi non vedeva l’ora di fuggire a gambe levate.

Thad annuì e cominciò a guardarsi intorno: il locale era pieno e rumoroso come sempre, e gli ci volle un bel po’ prima di individuare un tavolo libero.

“Ma cazzo…”

Thad si voltò verso Sebastian, sorpreso per l’improvviso cambio d’umore che aveva avvertito nella sua voce. Sebastian fissava un punto davanti a sé e sembrava pronto ad un nuovo scoppio di maledizioni, e, seguendo il suo sguardo, Thad capì subito il perché.

Blaine Anderson era seduto, da solo, in fondo alla sala.Sembrava in condizioni pietose: anche da quella distanza, Thad poteva cogliere le pesanti occhiaie, il mento scuro di barba non fatta e i capelli completamente fuori controllo. Inoltre, sembrava potesse scoppiare a piangere da un momento all’altro.

“Che diavolo è successo?” sussurrò Thad, facendo inconsciamente un passo avanti. La mano di Sebastian raggiunse il suo braccio e lo fermò.

“Cosa stai facendo?” gli chiese, scandendo bene ogni parola.

Thad liberò gentilmente il braccio dalla sua stretta. “Sto andando a vedere perché Blaine sembra sull’orlo di una crisi di nervi. E tu vieni con me.”

Sebastian strabuzzò gli occhi. “Neanche per sogno.”

“‘Bas…”

Thad.

“‘Bas!”

Sebastian si passò una mano sul viso. “Ascolta, se Anderson sta male – e mi sembra alquanto probabile, a giudicare dalla sua faccia –, io sono l’ultima persona al mondo che vorrà vedere!”

Thad ci pensò su per alcuni secondi. “Hai ragione. Ma,” aggiunse subito, cancellando in un istante l’accenno del sorriso che stava nascendo sulle labbra di Sebastian. “Non avrà problemi a vedere me. E siccome tu stai con me, abbiamo un compromesso.”

“Ti odio.”

“Non è vero.” Thad sorrise e intrecciò di nuovo le loro dita, tirando leggermente e costringendo Sebastian a seguirlo.

“Se Anderson mi userà come bersaglio col suo caffè bollente, ti riterrò direttamente responsabile!” si lamentò Sebastian a bassa voce quando raggiunsero il tavolo.

Thad lo ignorò. “Ehi, Blaine,” disse, attirando la sua attenzione.

Blaine sollevò lo sguardo dalla tazza e, per un istante, parve perso nei suoi pensieri. Poi sembrò notare Thad e finalmente si aprì in un piccolo sorriso.

“Ehi, Thad,” mormorò, tornando poi a fissare il proprio caffè come se potesse dargli conforto.

“Ti dispiace se ci sediamo con te?” continuò Thad, lanciando un’occhiata preoccupata a Sebastian e ricevendo in cambio uno sbuffo. “Sembri un po’ giù.”

Blaine annuì appena, e Thad e Sebastian presero due sedie libere. Thad ne approfittò per osservarlo più da vicino: aveva davvero un aspetto orribile e sembrava che non dormisse da giorni.

“Va tutto bene?” tentò ancora Thad.

Blaine sollevò lo sguardo e subito gli occhi gli si riempirono di lacrime. “Sì… certo,” rispose, però, fingendo un altro mezzo sorriso che non avrebbe convinto neanche un bambino.

“Oh, basta!”Sebastian si allungò leggermente sul tavolo. “Blaine Anderson, torna in te!”

Blaine sbatté le palpebre e sembrò notare Sebastian solo in quel momento. “Oh, ciao Sebastian…” disse, senza abbandonare quell’espressione strana. “Comunque sto bene, davvero.”

“Sì, e io sono la regina Elisabetta sotto copertura,” lo prese in giro Sebastian. Thad gli lanciò un’occhiataccia, ma lui lo ignorò. “Sei uno straccio.”

Thad non approvava il tono di Sebastian, ma gli sembrò che le sue parole avessero scosso qualcosa dentro Blaine, che per un istante boccheggiò, preso alla sprovvista, e poi cominciò a piangere sommessamente, nascondendo il viso tra le braccia.

Sebastian si voltò subito verso Thad, terrorizzato dalla piega che avevano preso gli eventi. Lui si strinse nelle spalle, incerto su cosa fare: era da un bel po’ che non gli capitava di assistere ad una scena simile. Fece un tentativo, e dolcemente, poggiò la mano sul braccio tremante di Blaine.

“Blaine… cos’è successo?”

Ma Blaine non sembrava in grado di rispondere. Sebastian, tuttavia, pareva aver tratto le sue conclusioni piuttosto in fretta.

“Oddio, Anderson, non dirmi che la coppia perfetta è scoppiata!”

Thad gli tirò una gomitata tra le costole. Come poteva essere così insensibile? Tuttavia, la rottura avrebbe sicuramente spiegato lo stato in cui Blaine si trovava. Ma, con un Blaine in quelle condizioni, sembrava difficile tirargli fuori una risposta coerente.

“È vero, Blaine?” Thad cercò di utilizzare tutta la delicatezza che possedeva, per porre quella domanda. “Tu e Kurt avete…?”

Stavolta Blaine riuscì ad annuire, senza però smettere di versare lacrime e tremare. Thad sentì il cuore stringersi e la strana sensazione di pietà che provò lo colse impreparato. Gli sembrava di rivedere il Blaine che aveva conosciuto subito dopo il suo trasferimento alla Dalton: triste, silenzioso, dimesso, e dall’aria sfinita e spaventata.

“Com’è successo?”

Ancora una volta, Thad cercò con una gomitata di far capire a Sebastian che certe domande avrebbero dovuto essere fatte con più tatto.

Ma Blaine sembrava quasi apprezzare che qualcuno gli chiedesse di raccontare il suo – a quanto pareva – enorme problema. In un istante aveva estratte il cellulare dalla tasca dei jeans, aveva cercato qualcosa e poi l’aveva poggiato sul tavolo.

Sebastian l’aveva subito afferrato e Thad si era avvicinato per leggere. Era una conversazione di Facebook in cui un tale, con un avatar che rappresentava un faro, chiedeva a Blaine di passare da lui.

Thad capì immediatamente cosa doveva essere successo. Di nuovo, fu colto da un moto di pietà per ciò che doveva aver passato Blaine: sapeva quanto il suo rapporto con Kurt fosse profondo, aveva assistito alla nascita della loro storia con il fiato sospeso, come tutti gli altri Usignoli. E il fatto che Blaine avesse fatto una cazzata simile in quel momento, quando Kurt era a New York, dimostrava soltanto quanto fosse spezzato.

“Cioè… fammi capire…” Il tono acido di Sebastian riportò Thad alla realtà. “Tu avresti tradito ‘Faccia da Checca’ con un quasi ‘Faccia da Checca’?”

“Seb!” Thad era inorridito. “Di che diavolo…?”

Ma Sebastian lo zittì passandogli di nuovo il cellulare di Blaine. A quanto pare, era andato a curiosare nel profilo di quel ragazzo e aveva trovato una foto in cui c’erano molti meno simboli dall’aspetto fallico. “Guardalo.”

Thad osservò con attenzione la foto di quel tipo. In effetti, con un po’ di fantasia, il suo aspetto poteva ricordare quello di Kurt: gli occhi erano azzurri, forse un po’ più scuri, ma sicuramente simili, e i capelli erano dello stesso castano chiaro. Forse era stato abbastanza, per Blaine.

Senza riflettere, Thad spostò la sedia di legno e si avvicinò a Blaine, passandogli un braccio intorno alle spalle.

“Cosa hai fatto?” gli sussurrò.

Per un istante, come fosse stato preso dai ricordi, Blaine smise persino di piangere e tremare. Sembrava perso nei suoi pensieri, gli occhi vitrei e il respiro pesante. Poi, come se qualcosa dentro di lui si fosse spezzato, scoppiò in lacrime, aggrappandosi alla giacca di Thad e affondandoci il viso.

Ancora una volta, Thad cercò gli occhi di Sebastian. Gli serviva un consiglio, perché i singhiozzi di Blaine stavano cominciando ad attrarre l’attenzione degli altri clienti, e l’ultima cosa che voleva era che Sebastian cominciasse a insultare chiunque si avvicinasse.

“Che devo fare?” mimò con le labbra verso Sebastian.

Lui si strinse nelle spalle. “Hai voluto la bicicletta? Pedala.”

Thad si morse il labbro inferiore per evitare di inveire contro il proprio ragazzo. “Dai, Blaine, calmati…” mormorò, ottenendo in risposta solo un gemito più forte degli altri.

Stava cominciando ad andare nel panico: poteva sentire il colletto camicia farsi più stretto, e molte delle persone sedute agli altri tavoli avevano cominciato a voltarsi verso di loro, rendendo la situazione ancora peggiore.

“Seb…” tentò un’ultima volta.

E Sebastian cedette. “Mi devi un favore…” ringhiò a voce bassa. Poi si alzò e trascinò con sé sia Thad che Blaine. “Usciamo da qui.”

Thad tirò un sospiro di sollievo e lo seguì il più velocemente possibile verso l’uscita del locale. Sentiva gli sguardi della gente sulla schiena, ma li ignorò, trascinando con sé un Blaine stravolto e cercando di non farlo cadere a faccia avanti sul pavimento.

Quando l’aria fredda di novembre gli colpì il volto, Thad si rilassò. Blaine continuava a singhiozzare contro il suo petto, ma almeno erano all’esterno.

Sebastian non smise di imprecare sottovoce mentre si guardava intorno, probabilmente alla ricerca della macchina di Blaine. Quando la trovò, fece un cenno a Thad, che capì subito e si ritrovò, sempre con tutta la delicatezza che possedeva, a spingere Blaine verso la vettura.

Lui e Sebastian riuscirono a convincere Blaine a lasciare andare la sua giacca e ad appoggiarsi alla portiera per riprendere fiato.

“Okay, Blaine.” Thad gli poggiò le mani sulle spalle. “Respira. Tranquillo, va tutto bene.”

Blaine sollevò lo sguardo e Thad incontrò di nuovo i suoi occhi nocciola, lucidi di lacrime e più tristi di quanto li avesse mai visti.

“Quando è successo?” chiese poi, sperando che Blaine non crollasse di nuovo.

Ma fu Sebastian a rispondere. “A inizio ottobre.”

Thad gli lanciò un’occhiata sconvolta. “E tu come lo sai?”

“Ho letto la data dei messaggi su Facebook, idiota.”

“Oh.” Thad scosse la testa e si concentrò di nuovo su Blaine. “E…”

“Thad.” Sebastian aveva alzato gli occhi al cielo. “Se gli chiedi il perché giuro che ti lego al letto e ti lascio lì per una settimana, nudo.”

“Non ce la faresti,” commentò Thad sbrigativo, cercando di trattenere un sorriso per evitare di far sentire Blaine ancora peggio. “E, comunque, se dobbiamo aiutarlo, dobbiamo anche sapere tutti i dettagli.”

Prima che Blaine potesse ribattere qualcosa, Sebastian continuò. “Dettagli? A me sembra abbastanza semplice: Anderson, qui, non ha resistito alla mancanza di Faccia da Checca. Ed ecco il risultato.”

Thad gli lanciò un’altra occhiataccia, ma tornò subito a rivolgersi a Blaine, che pareva essersi leggermente calmato.

“È vero?” gli chiese.

Blaine rimase immobile per alcuni istanti, ma alla fine annuì lentamente. Sembrava che anche quel piccolo movimento gli costasse un grande sforzo, e Thad poteva quasi sentire il suo cuore spezzarsi in tanti piccoli pezzettini.

“Oh, Blaine…” Thad non riuscì a trattenersi oltre e lo strinse tra le braccia. Blaine si sciolse in quell’abbraccio, ricominciando a piangere.

“Sono stato un idiota…” sussurrò tra le lacrime. “E Kurt non mi parlerà mai più… E… non so cosa fare, Thad. Lui è… è l’amore della mia vita…”

Thad riuscì a voltarsi verso Sebastian, chiedendogli con lo sguardo un altro aiuto.

“Cosa dovrei fare?” sbottò Sebastian sollevando le braccia in un gesto impotente. “Portarmelo a letto e risollevargli l’umore?”

“Sei inutile!” rispose Thad, continuando ad accarezzare la schiena tremante di Blaine e mormorandogli parole di conforto.

Sebastian sbuffò. “Oh, andiamo! Dovremmo forse volare a New York e convincere Hummel a perdonare il suo ex ragazzo?”

Blaine si bloccò all’improvviso, allontanandosi da Thad e asciugandosi goffamente gli occhi con la manica della giacca.

“Lo fareste?” chiese con voce roca.

Sebastian sbiancò, ma Thad continuava a guardare il viso di Blaine, che in quel momento sembrava aver ripreso un po’ di colore. Tra una settimana sarebbero iniziate le vacanze del Ringraziamento...

“Beh…” tentò, voltandosi ancora una volta verso Sebastian. “In realtà avevamo pensato di fare un viaggio proprio là…”

“Non ci provare!” Minaccioso, Sebastian gli puntò un dito contro. “Non ho intenzione di andare a New York per aiutare la coppia d’oro a fare pace…”

Thad mise su l’espressione più convincente che avesse nel suo repertorio. “Perché? Andiamo a New York, ci divertiamo, e riusciamo anche a far felice un amico!”

Alla parola amico, Sebastian sobbalzò appena, ma non rispose subito. Blaine spostava lo sguardo da uno all’altro, in attesa. Thad sperava che l’idea di passare qualche giorno da soli avrebbe convinto il suo ragazzo a fargli quel favore, con o senza Kurt.

“Mettiamo caso che io accetti…” disse Sebastian d’un tratto, alzando una mano per impedire che Thad cantasse vittoria. “Come la mettiamo con Faccia da Checca? Appena mi vedrà mi getterà giù da una finestra, te ne rendi conto?”

Thad sorrise. “Ci sarò io. Eravamo diventati amici, alla Danton; sono sicuro che non ti ucciderà, se glielo chiedo per piacere.”

“Molto divertente, Thad. Davvero.”

Blaine aveva cominciato a fissare Sebastian con un’espressione concentrata sul viso. “Sai…” sussurrò all’improvviso. “Kurt credeva che fossi… stato con te…”

Sebastian sbatté le palpebre, confuso, ma si riprese subito. “Comprensibile,” disse. “In effetti…”

Thad si passò una mano sul viso, pronto ad un’altra mancanza di tatto.

“Mi stavo proprio chiedendo perché quando dovevi non l’hai fatto…” Thad lo guardò malissimo. “Ma siccome ora ho questo gattino da badare, mi dispiace, Anderson. Non posso.”

Per la prima volta da quando avevano iniziato a parlare, Blaine si aprì in un vero sorriso. “State bene insieme, sapete?” commentò.

Thad gli sorrise. “Grazie,” rispose. “Ti senti meglio?”

Blaine annuì. “Sì, davvero. Grazie, ragazzi…”

Thad scosse la testa. “Lascia stare. È a questo che servono gli amici, no?”

“Già…”

“Sta di fatto che io non voglio farmi ammazzare da un Hummel in crisi d’astinenza da sesso nel mio primo viaggio a New York…” si intromise Sebastian.

Blaine si voltò a guardarlo. “Non siete costretti…” mormorò, la sincerità che gli brillava negli occhi. “Avete già fatto tanto…”

Sebastian inarcò un sopracciglio. “Cosa abbiamo fatto?”

“Beh, avete evitato che piangessi tutte le mie lacrime al Lima Bean, tanto per dirne una…”

Thad si avvicinò a Sebastian e gli prese la mano. “ ‘Bas…”

“Cosa?”

Thad restò in silenzio, perso negli occhi verdi di Sebastian, luminosi anche sotto a tutte quelle nuvole scure. Si guardarono per alcuni secondi, prima che Sebastian capitolasse.

“E va bene!” esclamò. “So che me ne pentirò amaramente. Ma tenteremo di parlare con Faccia da Checca.”

“Kurt,” lo corresse Thad.

“Come ti pare.”

Fu allora che il viso di Blaine si illuminò nel sorriso più bello che Thad gli avesse mai visto stampato in faccia.

“Grazie!” quasi urlò, abbracciando Thad talmente stretto da mozzargli il fiato. Poi, con sorpresa di entrambi, si gettò su Sebastian e abbracciò anche lui. “Grazie, Sebastian.”

Sebastian aveva di nuovo quell’espressione terrorizzata sul viso. “Aiuto!” sussurrò verso Thad che, per tutta risposta scoppiò in una fragorosa risata.

Quando Blaine ebbe lasciato andare Sebastian, Thad lo stinse di nuovo tra le braccia e poi si salutarono.

“Ti chiameremo appena sapremo qualcosa…” gli disse Thad, sicuro.

Blaine annuì ed entrò in macchina, accendendo il motore e abbandonando lentamente il parcheggio del Lima Bean.

Thad e Sebastian lo guardarono andar via in silenzio, finché Sebastian non scoppiò. “Ti rendi conto di quello che mi stai costringendo a fare?!”

Di nuovo, Thad rise. “Non ti succederà nulla, te lo prometto.”

“Oh, certo. Come se tu potessi proteggermi da qualcuno…”

“Cosa stai insinuando?”

Stavolta fu Sebastian a scoppiare a ridere. Posò le mani sui fianchi di Thad e avvicinò i loro corpi. Thad si lasciò andare ad un sorriso e si alzò sulle punte per poggiare un leggero bacio sulle sue labbra fredde.

“Sei incredibile…” gli sussurrò all’orecchio, e Sebastian rabbrividì. “Com’era quella storia del legarmi a letto…?”

Sebastian si allontanò leggermente e lo guardò negli occhi, l’incredulità che spariva quasi subito, sostituita dal desiderio.

“Stasera te lo spiego…”
 

*o*

 
“Mi getterà dalla finestra e morirò, ne sono sicuro.”

Thad sollevò gli occhi al cielo. “Ma smettila…”

Sebastian lo guardò. “Cosa? Hai idea di cosa potrebbe farmi?”

“Kurt non ti farà nulla,” commentò Thad, salendo l’ultimo gradino. “Dici che è questa?”

Erano arrivati davanti ad un’enorme porta di metallo, e Thad sperò con tutto se stesso che non avessero sbagliato indirizzo, perché quel quartiere gli faceva venire i brividi.

“Tu bussi, io scappo.”

Thad sbuffò, ma decise di ignorare la battuta. Si avvicinò lentamente, prese un respiro profondo e bussò. Ci vollero alcuni secondi prima che riuscisse ad avvertire dei rumori dall’altra parte, ma non sapeva se esserne sollevato o spaventato; dietro di lui, Sebastian aveva già fatto un passo in direzione delle scale.

“Codardo…” mormorò Thad mentre la porta si apriva. Poi sospirò di sollievo, perché sì, quello era sicuramente Kurt.

“Thad!” Sembrava sorpreso di vederlo, ma gli rivolse un sorriso luminoso e fece un passo avanti per abbracciarlo. Thad lo imitò e lo strinse brevemente tra le braccia. “Che ci fai qui?”

Thad si strinse nelle spalle. “Eravamo in giro per New York e abbiamo pensato di passare a salutarti…”

“Abbiamo…?” Kurt si guardò intorno per un istante. “Oh…”

Thad avvertì la presenza di Sebastian molto più vicina e ringraziò il cielo per il fatto che non fosse davvero scappato a gambe levate. Lo sguardo di Kurt, tuttavia, era cambiato: per un istante, Thad ebbe paura che gli sarebbe saltato addosso.

“Smythe…” Il saluto di Kurt fu pacato e solo lievemente tremante.

“Hummel,” rispose Sebastian, e Thad poteva sentire dalla sua voce che stava sorridendo, anche senza guardarlo. “Che dici, ci fai entrare?”

Thad gli diede una leggera gomitata, ma fu sollevato nel vedere che Kurt aveva annuito e gli aveva fatto cenno di entrare nell’appartamento. Mosse qualche passo e si guardò intorno: quel posto era incredibile, nonostante la mancanza di pareti divisorie; riconobbe il tocco di Kurt in ogni dettaglio, e fu preso da un pungente nostalgia che non seppe spiegarsi.

“Come vanno le cose qui a New York?” chiese Thad qualche istante dopo, quando tutti e tre avevano preso posto su un piccolo divano.

“Vanno…” rispose Kurt con un’alzata di spalle, indifferente. “E alla Dalton?”

“Il solito.” Mentre rispondeva, Sebastian aveva preso la mano di Thad tra le sue, sovrappensiero. “Nuovi membri e un nuovo leader.”

“Un nuovo leader?”

“Già.” Thad poteva sentire l’amarezza nella voce di Sebastian. Hunter non gli piaceva proprio. “Con un’insana passione per i gatti, aggiungerei.”

Kurt sollevò un sopracciglio e si lasciò andare ad un sorrisino. Thad capì che probabilmente si crogiolava nel fatto che qualcosa non andava secondo i piani di Sebastian. Poi tornò serio.

“Che ci fate a New York, ragazzi?”

Merda.

“Te l’ho detto… abbiamo fatto un viaggio e…”

“Thad.” Il tono di Kurt gli disse che era inutile continuare con quella storiella.

Alla fine, Thad sospirò. “Abbiamo incontrato Blaine, un paio di settimane fa.”

Fu come se l’atmosfera nella stanza cambiasse all’improvviso, facendosi più pesante. Kurt divenne, se possibile, ancora più pallido, e Thad lo vide deglutire diverse volte.

“Come sta?” sussurrò Kurt dopo alcuni secondi.

Thad aprì la bocca per rispondere, ma Sebastian lo anticipò. “C’è bisogno di chiedere?” esclamò. “Si sente uno straccio.”

Kurt sobbalzò appena e si strinse le braccia attorno al petto, come per proteggersi. Thad lo osservò per un po’, poi scivolò sul divano e gli prese una mano.

“Da quant’è che non lo senti?”

Kurt sollevò lo sguardo su di lui. A Thad sembrò di rivedere gli occhi di Blaine, anche se il colore era sbagliato.

“Da quando abbiamo...” Prese fiato. “Rotto…”

“Il che fa più o meno due mesi,” commentò Sebastian. “Complimenti.”

Kurt gli lanciò un’occhiata di fuoco. “Hai intenzione di farmi la paternale, Smythe?”

“In realtà, sì.”

Thad si voltò di scatto, sorpreso dalla risposta data da Sebastian. “Cosa…?”

Sebastian si alzò in piedi e cominciò a camminare avanti e indietro. “Hai solo lontanamente idea di cosa stia passando Blaine?”

Kurt sbatté le palpebre un paio di volte e Thad poté vedere la rabbia cominciare a farlo tremare.

“E quello che sto passando io?” esclamò, senza distogliere lo sguardo da Sebastian.

Sebastian rise senza allegria. “Non mi sembra che tu ti sia sciolto in lacrime al solo nominare il nome del tuo ex ragazzo. Cosa che, peraltro, lui ha fatto. E sì, abbiamo dovuto trascinarlo fuori da un fottuto locale, prima che potesse essere capace di tornare a respirare.”

Kurt si alzò in piedi, rosso in viso. “Allora dovrei dimenticare tutto? Far finta che non sia successo niente?”

“Perché, cos’è successo?”

“Mi ha tradito.” Pronunciare quelle parole sembrò costare a Kurt ogni briciolo di determinazione.

“E allora?”

Thad spalancò la bocca. Come?

Kurt sembrò pensarla allo stesso modo. “Come sarebbe a dire, e allora?”

Sebastian alzò gli occhi al cielo. “Sei stato insieme a Blaine per quanto? Quasi due anni? E ancora non lo conosci?”

“Come…?”

“È Blaine!” Sebastian sbuffò. “Lo stesso Blaine che ha fatto un sacco di cose sdolcinate e inutili solo per poter stare con te! Cazzo! Ho cambiato scuola, ha lasciato il suo coro, ha detto di no a me!”

Thad si passò una mano sul viso. “Seb…”

“Ancora non stavamo insieme, non fare il geloso,” gli rispose Sebastian, sbrigativo. Tornò a concentrarsi su Kurt. “Credi forse che non ti amasse con tutto se stesso?”

“Cosa ne sai, tu, dell’amore?” sputò Kurt.

Sebastian allora sorrise. “Forse niente. Ma so cosa vuol dire tenere ad una persona, okay?”

Kurt face una mezza risata, l’incredulità dipinta sul viso.

Lo sguardo di Sebastian si affilò. “Ridi quanto ti pare, Hummel. Non sono qui per farti cambiare idea su di me, ma solo perché un… amico me lo ha chiesto dopo aver pianto sulla spalla del mio ragazzo per cinque minuti.”

Il sorriso non abbandonò il viso di Kurt. “Amico? Blaine è tuo amico, ora?”

“Amico? Conoscente? Cambia qualcosa? Ora sono qui, mi sembra.”

Kurt rimase in silenzio, e Thad ne approfittò.

“Forse Sebastian non ha usato le parole migliori,” disse, ottenendo uno sbuffo da Sebastian. “Ma… ha ragione, Kurt. Blaine ti ama.”

“Se mi avesse amato non lo avrebbe fatto.”

Sebastian si portò le mani tra i capelli, frustrato. “Ma tu non hai mai fatto cazzate?”

Kurt sollevò di nuovo lo sguardo su di lui. “Questa non è solo una cazzata, Sebastian.”

“Perché no?”

“Perché un tradimento non è una cazzata!”

Thad continuava a spostare lo sguardo dall’uno all’altro, preoccupato e allo stesso tempo sorpreso che Sebastian avesse preso quella storia tanto a cuore.

“Sai cosa penso?” continuò Sebastian, come se Kurt non avesse aperto bocca.

“Tanto me lo dirai lo stesso…”

“Penso che Blaine abbia ingigantito il problema.”

Kurt e Thad lo fissarono, perplessi.

“Che vuoi dire?” gli chiese Thad.

“Che per Blaine ‘l’avventura di una notte’ potrebbe significare tante cose…”

Kurt spalancò la bocca. “Come fai a…?”

“Sapere che ha usato proprio quelle parole?” Sebastian sorrise. “Credi forse che sarei venuto impreparato?”

Thad gli fece cenno di sedersi. “Di che diavolo parli?”

Sebastian tornò a sistemarsi sul divano. “Ho chiamato Blaine, ieri. E l’ho costretto a raccontarmi tutto.”

“Tutto?”

“Già. Tutto.” Sebastian fissò Kurt negli occhi. “Hai avuto almeno il coraggio di chiedergli cosa avesse fatto di così irreparabile?”

Kurt sbatté le palpebre. “No…” sussurrò dopo alcuni secondi.

“Appunto.” Sebastian si appoggiò meglio allo schienale. “Perciò non hai idea di cosa sia successo.”

“Non ho bisogno che mi spieghi cosa significhi ‘l’avventura di una notte’, Smythe.”

Thad si ritrovò a pregare che quei due non cominciassero a prendersi a pugni.

“Beh, in caso volessi saperlo, Hummel, Blaine non si è fatto scopare dal primo che ha incontrato.”

Quelle parole rimasero sospese in aria, leggere e allo stesso tempo troppo pesanti.

“Non mi interessa se non era il primo,” buttò lì Kurt.

“Va bene, devo essermi spiegato male. Blaine non si è fatto scopare.”

“No?” Thad non era riuscito a trattenersi e la domanda gli era uscita dalle labbra prima che potesse fermarla.

“No.”

Di nuovo il silenzio tornò a riempire l’appartamento. Kurt fissava Sebastian come se fosse impazzito, il viso ancora più pallido e gli occhi pieni di lacrime.

“Aspetta…” Sebastian alzò una mano. “Non intendo dire che Blaine non sia andato a casa di quello lì – che, tra l’altro, ti somiglia in modo impressionante, Hummel –, ma intendo dire che l’amore della tua vita non è arrivato fino in fondo.”

Kurt deglutì. “E… cosa… cosa ha fatto?” Sembrava quasi che si stesse costringendo a portare avanti la conversazione.

A quel punto, anche Thad era curioso. Doveva ammettere che quello che Blaine aveva fatto, se l’aveva fatto, non poteva essere perdonato così, su due piedi. Ma, allo stesso tempo, lo stato in cui l’aveva visto gli aveva dimostrato che Blaine era arrivato ad odiarsi per quel momento di debolezza, forse persino più di quanto lo odiasse Kurt.

Sebastian sembrò godersi quell’attimo di pathos. “Anderson non è stato capace nemmeno di godersi un sacrosanto pompino,” esclamò, tranquillissimo.

Thad spalancò la bocca, lottando contro il desiderio di prendere a pugni Sebastian perché, per l’ennesima volta, non solo aveva calpestato il poco tatto che sembrava possedere, ma c’era direttamente saltato sopra. Ripetutamente.

“Complimenti,” sibilò qualche istante dopo, evitando accuratamente di guardare Kurt. “Molto delicato! Sicuro di non aver omesso proprio niente?!”

“Beh, in effetti…”

“Sebastian!”

“Cosa?” Sebastian alzò le mani in posizione di difesa, un’espressione innocente sul viso che non convinse nessuno. “Sbaglio o parlavi di dettagli, una volta?”

“Sì, ma…”

“Lascia stare, Thad…” Kurt doveva aver assimilato la notizia piuttosto in fretta, perché la sua voce sembrava più stabile di prima.

Thad si voltò verso di lui, preoccupato. “Mi… mi dispiace per come…”

Ma Kurt scosse la testa e lo interruppe di nuovo. “Ne sei sicuro?” chiese a Sebastian, il tono quasi neutro e indifferente.

Lui annuì e tornò serio. “Sì,” confermò. “E sono anche certo che Blaine si sia vomitato l’anima nell’istante in cui ha capito cosa aveva fatto.”

“Come hai fatto a farti raccontare tutto?” volle sapere Thad.

“Ho i miei metodi,” rispose Sebastian con un’alzata di spalle. “E non è stato difficile. Blaine farebbe qualsiasi cosa, ormai, per riavere Kurt.”

“Anche raccontarti questo?”

“Soprattutto raccontarmi questo.”

La stanza cadde nel silenzio per alcuni istanti. Thad posò lo sguardo sul viso di Kurt e tentò di capire i suoi pensieri. Gli faceva male il cuore all’idea di tornare in Ohio e annunciare a Blaine che il loro viaggio non era servito a nulla, se non a far irritare Sebastian e Kurt.

Poi Kurt si alzò e cominciò a misurare la stanza a grandi passi. “Perché non le ha dette ame, queste cose?” chiese a voce alta, a nessuno in particolare.

“Forse perché tu non rispondevi alle sue telefonate, genio?”

Thad diede a Sebastian un’altra gomitata tra le costole – gli sarebbe venuto un livido, prima o poi.

“Non è questo, il punto,” continuò Kurt. “Ha smesso di cercare di chiamarmi ben prima di questa chiacchierata.”

Thad sentì Sebastian sospirare e sperò con tutto il cuore che non gettasse altra benzina sul fuoco. “Quanto credi che possa resistere il cuore di un essere umano, prima di cedere?”

Benché il suo tono fosse stato basso e rilassato, Kurt si voltò a guardarlo come se gli avesse urlato contro. “Io non avrei ceduto.”

“Ne sei così sicuro?” Sebastian non fece una piega. “Non puoi dirlo, se non l’hai mai provato.”

Kurt fece una risata amara. “Stai tentando ancora una volta di darmi lezioni sull’amore, Smythe?”

“No. Sto solo dicendo che non puoi pretendere che Blaine passi tutto il suo tempo a fare a pezzi il proprio cuore perché tu non hai voglia di affrontare la discussione.”

Thad chiuse gli occhi, pronto all’esplosione di Kurt. Ma quella non ci fu; quando infatti riportò lo sguardo su di lui, Kurt aveva un’espressione strana, come se si fosse reso conto di qualcosa di importante solo in quel momento.

Sebastian si aprì in un mezzo sorriso. “E ora, se permetti, io e il mio ragazzo ce ne andiamo.”

“Sebastian!” Thad si voltò verso di lui. “Cosa…?”

“Non abbiamo più nulla da fare, qui.” Fu la risposta secca di Sebastian. “Ora tocca a lui.”

Thad lanciò un’ultima occhiata a Kurt, che era rimasto a fissare il vuoto con ancora quell’espressione di epifania stampata in faccia, ma si lasciò trascinare via da Sebastian senza altre parole.

Quando raggiunsero di nuovo la strada e si strinsero addosso i cappotti per il vento gelido, Thad tirò un sospiro di sollievo. “Credevo di non riuscire a tirarti fuori vivo da quell’appartamento,” ammise prendendo la mano che Sebastian gli offriva e dirigendosi verso la fermata della metropolitana più vicina.

Sebastian scoppiò a ridere. “Come sei melodrammatico!”

“Oh, certo…” Thad gli lanciò un’occhiataccia. “Chi è che voleva scappare a gambe levate, prima?”

“Okay, okay, touché.” Sebastian sciolse le loro mani intrecciate e gli passò un braccio intorno alla spalla. “Ma è stato interessante.”

Thad si ritrovò ad annuire. Si accorse persino di essere stranamente speranzoso. “Sai…” commentò. “Credo che tu ce l’abbia fatta.”

“A fare cosa?”

“A fare breccia nella volontà di Kurt.”

Sebastian scrollò le spalle. “Non lo so e non mi interessa. Non voglio più parlarne.”

Thad sorrise al suo finto disinteresse, ma non lo provocò. “Come vuoi…”

Rimasero in silenzio mentre New York cominciava a riempirsi di vita e luci colorate e il sole calava dietro ai palazzi.

“Quali sono i piani per la serata?” chiese Thad dopo un po’, stringendosi al fianco di Sebastian e sospirando quando il profumo della sua acqua di colonia lo avvolse.

“Stavo pensando che potevamo tornare in hotel, fare una doccia e rilassarci un po’…”

“Vuoi passare la nostra ultima notte a New York in camera?”

Sebastian si aprì in un sorrisetto malizioso. “Perché no? Cosa c’è di meglio?”

Thad sbuffò, ma non trattenne una risata. “Sei incorreggibile…”

Sebastian si fermò e gli posò un leggero bacio sulle labbra. “È per questo che mi ami, no?”

“Touché.”

 
 
Fin
 
 
Nda:
Okay, innanzitutto, grazie per essere giunte fino alla fine. Spero di non avervi annoiate troppo e, anzi, spero di avervi strappato un sorriso. Soprattutto a tutte voi Klainer, ancora in lacrime per il Break Up.
Un ringraziamento speciale a Thalia e a Laura che mi hanno sostenuta e sOpportata durante questi 20 giorni di scrittura. Grazie, grazie, grazie.
Per il resto… come sempre, grazie a chi perderà un minuti a leggere, recensire, eccetera, eccetera.

SereILU

 
 
 
   
 
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