Novembre 2004
Sono Andrea. 21 anni.
Anche se oggi non lavoro, mi sono svegliata presto
stamattina per portare fuori il mio cane. Il mio cagnolino. Non sembra proprio
quell’adorabile tipo di cane. E’un bulldog. Ha questo rude musone e questo
corpo muscoloso e pesante. Ma è il mio cagnolino. Si chiama Walter. Si, proprio
come Walter Matthau. L’attore, sapete. E’il mio eroe.
I miei genitori mi hanno regalato Walty prima che lasciassi
l’Italia, per non dimenticarmi di loro e per non sentirmi sola qui. Dall’altra
parte del mondo.
Così sono qui, che cammino in una via di Newark, New Jersey,
col mio cane.
E’molto presto. E fa molto freddo. Non c’è un’anima.
‘Dai, Walty… non così veloce…’
E’ sempre la solita storia… mi tira col suo corpo robusto e
rischio di cadere ogni volta.
‘Walty! Mi sto arrabbiando! Smettila subito!’
Ma stamattina non vuole ascoltarmi e continua a tirare.
‘Walter!...’
In una frazione di secondo mi trovo per terra e vedo il mio
cane correre via. Mi alzo immediatamente e inizio a correre anch’io, cercando
di non perderlo di vista. Corro più veloce che posso e piango allo stesso
tempo.
‘E’ la mia famiglia. E’ tutto per me.’ Penso tra me e me.
‘Ti prego, Walter. Fermati. Fermati.’
Le lacrime non mi fanno vedere dove sono né dove sto
andando. Sono così confusa.
Finalmente lo vedo. Si è fermato. E non è da solo. C’è un
ragazzo con lui, che lo sta accarezzando. Walter è proprio un ruffiano!
‘Oh… scusa…’ Non ho più fiato nei polmoni.
‘Ehi! E’ il tuo cane?’
‘Si, è corso via e…’ Oh, mio… E’…
‘E’ veramente un bel cane!’
‘… s… si… grazie…’ Ora sono proprio senza fiato.
‘Sembri sconvolta. Va tutto bene?’
‘… si… Si! E’ solo che… che… che è scappato e…’ … e anche
perché l’ho riconosciuto.
‘Vieni con me. Hai bisogno di riposarti. Abito proprio qui,
quella è casa mia.’
‘No, no… non è necessario! Davvero! Sto… sto bene!’ Cerco di
fingere un sorriso ma non sono capace. Non sono mai stata capace di mentire. I
miei occhi sono troppo sinceri, i miei genitori me l’hanno sempre detto.
‘Non importa cosa dici! Tu vieni con me!’ Dice queste parole
sorridendo, come solo lui sa fare.
Non posso rifiutare. E’ Gerard Way. La mia ispirazione
vivente. E’ proprio lui.
Così porta me e Walter (ovviamente!) a casa sua. L’entrata è
in un vicolo, scendendo una scala. Appena dentro mi guardo intorno. Non è molto
grande, il soffitto è basso e tutte le tende sono tirate. Il sole del mattino
non vi può penetrare. Attraversiamo questo salotto buio ed entriamo nella
cucina. Qui l’ambiente è totalmente diverso. E’ bianca e molto luminosa. Tutta
questa luce mi fa male agli occhi dopo essere passata per quella stanza tanto
scura e chiusa.
‘Siediti!’ mi dice. ‘Cosa posso offrirti? Thé, caffè…?’
‘Oh, no… niente, grazie!’ Sono così imbarazzata. Che ci
faccio qui?!
‘Dai! Insisto finché non prendi qualcosa!’
‘Un bicchiere d’acqua… per favore.’ Sorrido ma sento il mio
viso scottare!
‘Acqua? Okay! E per…?’
‘Walter? Oh, no… per lui niente!’
Walter sembra capire le mie parole. No, lui capisce sempre
le mie parole, ed inizia ad abbaiarmi contro!
‘… Uhm… non è per niente d’accordo con te! Ahahah!’
Dannazione… è così bello quando ride.
Dopo aver dato qualche biscotto a Walter, Gerard posa la sua
tazza di caffè (ovvio!) sul tavolo e si siede vicino a me. Iniziamo a parlare
di tutto. Un pò su questo, un pò su quello… Scopre che sono italiana, come sua
nonna. Elena. La sua amata nonna. Così tenta di dire qualche frase nella mia
lingua. E’ così divertente. E adorabile. E… sì! Bravo!
Stiamo seduti così a parlare delle nostre vite e non ci
accorgiamo delle ore che passano. Finché non sentiamo l’orologio suonare
mezzogiorno.
‘Cavolo! E’così tardi? Non me n’ero accorto!’
'Oh, no! Devo proprio andare! Mi spiace di averti fatto
perdere tempo.'
'Stai scherzando? Sono stato bene! Mi piace la tua
compagnia! E anche quella di Walter!'
'Oh, grazie. Grazie di tutto. Proprio di tutto. Ora ti
lasciamo in pace.'
'Non ti scusare! E, ascolta: questa sera devo provare con
gli altri... mi hai detto che ti piace la nostra musica, quindi... se non hai
altri impegni per la serata...'
'Mi piacerebbe molto venire a sentirvi, ma...' Sto cercando
una scusa. Non so perché.
'Ah-ahn... è sufficiente per me! Tu verrai con me stasera!'
'Okay. Grazie!' Come posso dirgli di no? E' praticamente
impossibile!
Gli lascio il mio indirizzo e lo saluto. Anche Walty lo
saluta.
...
Così sono qui, che cammino in una via di Newark, New Jersey,
col mio cane.
'Stupido cane! Potevi farmi morire!... ma sei stato bravo!
Ti adoro!' Gli faccio l'occhiolino e sorrido. Walter mi fa capire un 'Non c'è
di ché'! lol
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07:00 p.m.
'Oh, cazzo! Sono in ritardo! Gerard sarà qui a momenti e
sono ancora così!... Okay... rilassati... respira...'
Dannazione. Sono così nervosa che inizio a parlare da sola!
Devo controllarmi, o la serata sarà un disastro. Meglio parlare con qualche
essere vivente che non sia io!
'Walter, amore, la mamma è tanto nervosa... Vuoi confortarla
un pò? Eh? Vuoi?'
Ma questo cane maledetto mi mostra il didietro!
'Grazie mille. Apprezzo molto.'
... okay... sono quasi pronta...
- D R I I I N N N - (il campanello suona)
'Oh, no! E' già qui!'
Apro la porta e aspetto che salga. Ed eccolo qui. Cavolo, è
così bello. Lo è sempre.
'Ciao! Sei pronta?'
'Si... dammi solo un secondo. Prego, entra...'
'Grazie. Ehi, Walter! Come va, bello?'
'Puoi stare con Walty mentre finisco di prepararmi.'
'Certo. Ti aspetto.'
Entro in camera da letto...
Dove ho messo la giacca nera?... Qui? No. Qui? No. Cazzo...
dove...? Oh, eccola lì. Per fortuna!
Esco e...
'Bene, possiamo... ma... cosa?!'
Walter è praticamente saltato addosso a Gerard, che ora è
per terra con quel botolo tozzo e pesante sul petto. Questa scena è così
divertente che non posso trattenermi dal ridere!
'Ahahah! Scusa! Siete troppo comici! Non riesco a fermarmi!
Scusa!'
'Mi stai prendendo in giro? Preparati! Walter, attaccala!
Vai! Vai!... vai... Walter?' Gerard guarda Walty, ma quest'ultimo non si muove.
'Oh, puoi provare ad incitarlo quanto vuoi, ma è tutto
inutile! E' talmente pigro! Ahahah!'
'Dannazione, mi ha fregato! Eheh...'
Ma d'un tratto si ferma e mi fissa. Serio in volto.
'Sei bellissima. Quando ridi. Sei proprio bella.'
La mia faccia diventa rossa... il mio cuore inizia a battere
velocemente nel petto... Non so cosa dire...
'G-grazie...' ... Grazie? Solo... grazie? Ragazza, sei
proprio idiota!
Gerard sente il mio imbarazzo e decide di cambiare argomento.
'Allora, sei pronta? Andiamo!'
'Si si!'
'E Walter?'
'No, Walter ha già mangiato e anche... sai cosa intendo. Lui
rimane a casa, stasera.'
'Ahn...' Gerard si volta verso Walty con quel broncetto
troppo dolce. 'Scusa, amico. Stasera lei esce con me!' E gli strizza l'occhio.
La mia faccia è sempre più rossa... Spero che ritornerà del
mio colore naturale con l'aria gelida della sera!
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Dopo qualche minuto in macchina arriviamo. E' una piccola
abitazione non molto curata... è vecchia... e, sì, da brividi. Ma l'importante
non è la forma, ma cosa succede al suo interno.
Sento i suoni prima di entrare... e le voci dei ragazzi. Ray
sta spiegando un pezzo con la chitarra a Frank, e lui lo prova a suonare
mettendoci il suo stile.
Sono così eccitata. Fino a questa mattina non pensavo
minimamente di incontrare Gerard. Gerard Way. E che la sera avrei conosciuto i
My Chemical Romance al completo! Assolutamente! Mi sento così fortunata.
Gerard apre la porta e...
I ragazzi si voltano verso di noi tutti nello stesso momento
e tutti con questo sorrisetto malizioso stampato sulle loro facce... Sono
sicura che Gerard gli ha detto qualcosa riguardo me. Ma cosa? Non importa. Lo
ucciderò più tardi! Per ora devo tenere questo mio istinto dentro di me e non
permettere all'imbarazzo di rovinare la serata.
'Ehi! Andrea, giusto? Sono Frank... o Frankie. Vanno bene
entrambi!'
'Oh, ciao! Molto piacere!'
'Ray.'
'Ciao!'
'... Mikey...' Sembra un pò perplesso... questo ragazzo è
così strano...
Bob non viene a presentarsi come gli altri, mi fa solo un
cenno con la mano dalla batteria. Timido!
'Perdonalo... E' proprio maleducato.' Gerard ha detto troppo
con questa frase e Bob gli lancia una delle sue bacchette in testa!
Il mio imbarazzo scompare con le nostre risa.
I ragazzi si preparano a suonare insieme e io mi siedo su un
vecchio divano polveroso.
Il primo pezzo che provano è 'Vampires Will Never Hurt You'.
Da 'Bullets', ovviamente. Poi 'I'm Not Okay (I Promise)'. Questo singolo ha
fatto un sacco di successo quest'estate. Lo adoro. E 'Thank You For The Venom',
'Cemetery Drive', 'Headfirst For Halos'... le canto tutte in silenzio, muovendo
solo le labbra... conosco ogni singola parola. Adoro la loro musica.
Dopo quasi un'ora decidono di fare una pausa. Fumano tutti
dentro la stanza. Anch'io fumo, ma preferisco andare fuori, anche per respirare
un pò di aria fresca (perché dentro è diventato troppo puzzolente! lol)
Prendo la mia giacca, i miei guanti e vado. Da sola. I ragazzi
restano tutti nella stanza. Chiudo la porta e ci accosto un orecchio mentre mi
accendo una sigaretta, cercando di sentire qualcosa di interessante, ma parlano
troppo piano per capire le loro parole. E penso di sapere il motivo. Stanno
parlando di me.
Sento dei passi venire verso la porta e la maniglia girare.
'Cazzo!'
Mi allontano da lì e mi giro dando le spalle.
'Ehi, tu!'
Mi volto e Gerard mi raggiunge.
'Sei scomparsa! Mi sono preoccupato!' mi dice, sempre con
quel suo sorriso dolcissimo.
'Oh, scusa... Avevo tanto bisogno di un pò d'aria!'
'Si, ti capisco! Si soffoca lì dentro! E puzza pure!
Ahahah!'
Rido con lui. E' così divertente.
Trovo un muretto e mi ci siedo sopra. Gerard si mette
davanti a me ed inizia a guardarmi. Come a casa. Fa un tiro e soffia fuori il
fumo. Sempre fissandomi. Sento i suoi occhi su di me, e questo mi rende
nervosa. Inizio a guardare il cielo nero sopra di noi.
'Che bella serata, non trovi? Ci sono un sacco di stelle...'
Ma non ricevo nessuna risposta da lui.
'Ah...' sospiro.
Gerard non dice una parola. Ma lo sento avvicinarsi sempre
di più. Finché non sento le sue labbra sfiorare il mio collo... poi la mia
guancia... delicatamente... lentamente... e finalmente incontrano le mie. Non
posso credere che stia accadendo. Gerard mi sta baciando. Sento le sue labbra
sottili appena aperte sulle mie. Il mio cuore sta impazzendo. Sento il mio viso
e il mio petto in fiamme, anche se è tutto molto dolce, e lento. Le sue mani
sono sui miei fianchi ora, e le mie accarezzano i suoi capelli. I suoi lunghi,
neri, soffici capelli. Qualche loro ciocca cade sul suo volto, sulle nostre
bocche unite... e io la scosto. Delicatamente. Vorrei che questo momento non
finisse mai... ma...
Sentiamo le voci degli altri dentro casa, così dobbiamo riportare
le nostre anime nei nostri corpi e separare le nostre labbra. E' talmente
difficile, ma dobbiamo.
Prima di entrare mi prende la mano, fermandomi, e mi dà un
piccolo bacio sul naso.
'Uh... è freddo!'
'Si! Perché fuori fa freddo!' gli rispondo, sorridendo. 'E
anche il tuo lo è! L'ho sentito!' Gli faccio una smorfia e apro la porta.
Entro. Gerard è dietro di me.
I ragazzi ci guardano, e Frank si lascia scappare un
'Finalmente la coppietta è tornata!'
Ouch... anche il mio imbarazzo.
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Quando le prove sono terminate, io e Gerard salutiamo gli
altri e saliamo in macchina.
Partendo vedo i ragazzi salutarci con la mano e con quel
sorrisetto malizioso sulle loro facce, come quando siamo arrivati. Grrr... lo
odio!
Durante il viaggio non parliamo molto. Non parliamo proprio.
Sorridiamo soltanto, come due timidi ragazzini. E ci teniamo per mano (quando
non deve cambiare marcia!).
Quando arriviamo sotto il mio palazzo, spegne il motore. C'è
un silenzio completo.
Sento di dire qualcosa.
'Vuoi salire da me? Potrei prepararti un buon caffé
italiano. Vuoi?'
'Non voglio disturbare...'
'Stai scherzando? Ti sto invitando io!'
'Okay, accetto! Sai quanto amo il caffé. Mi hai colpito nel
mio punto debole!'
'Oh, sì! Sono così dannatamente furba! Ahahah!'
Saliamo fino al terzo piano dove c'è il mio appartamento
(non ci sono ascensori qui).
Siamo di fronte alla mia porta e sto cercando le chiavi
nella borsa quando sento le mani di Gerard prendermi i fianchi da dietro, e le
sue labbra ed il suo respiro sfiorarmi i capelli. Smetto di cercare dentro la
mia borsa e chiudo gli occhi. Potrei restare così per sempre. Nient'altro
avrebbe importanza. Poso la mia testa sulla sua spalla dietro di me, e lui
inizia a baciarmi sul collo... poi soffia sul mio orecchio... In questo momento
non capisco più niente, e non m'importa. Potrei fare l'amore con lui qui,
proprio sul pianerottolo, davanti alla porta di casa mia. Proprio adesso. Non
m'importa niente.
Ma il rumore di alcuni passi ci sveglia dal nostro
bellissimo sogno e ci ricomponiamo.
'Cosa succede qui?'
Dannazione. La vecchia del quarto piano. Mai una volta che
si faccia gli affari suoi.
'Niente. E' tutto a posto signora Blain! Non si preoccupi!
Buonanotte!'
Non saluta neanche. Né me, né Gerard. Si volta, sale al suo
appartamento e chiude poco delicatamente la porta.
'Uhm... una donna davvero simpatica!' dice Gerard in modo
ironico.
'Già... proprio adorabile! Specialmente quando origlia fuori
dalla tua porta di casa!'
'Ah, come hai fatto tu alle prove? Eheh...'
'Cosa? Oh porc...'
Oh, no! Si era accorto che stavo ascoltando fuori dalla
porta! Che figuraccia.
'Dai, non preoccuparti! Io l'ho trovata una cosa molto
dolce!'
Imbarazzo. Ancora. Non riesco a dire una parola. Mi sento
talmente un'idiota.
Finalmente trovo le chiavi e apro la porta. Quando entriamo,
troviamo Walter sveglio, ma non corre verso di noi a farci le feste. Non è quel
tipo di cane. E' proprio... pigro.
'Togliti la giacca, accomodati... Ora ti preparo il caffé.'
dico a Gerard. Non guardandolo in faccia.
'Caffé italiano!' dice lui, sorridendo e sfregandosi le
mani.
'Si. Giusto.' Eccolo qui, il mio sorriso sforzato.
Gerard lo riconosce, si alza e viene verso di me. Mi si
mette proprio di fianco. E mi guarda. Io no, sto facendo il caffé. Rimane fermo
per circa un minuto, poi mi prende il polso. Delicatamente. Smetto ciò che sto
facendo, ma non voglio voltarmi verso di lui. Gerard mi gira la testa con
l'altra mano. Ma i miei occhi non guardano nei suoi.
'Guardami.'
Ma io non lo sento nemmeno.
'Andrea, guardami.'
Così poso il mio sguardo sul suo viso. Sul suo bellissimo
viso. E tento di tenerlo fisso, anche se dentro di me vorrei morire per la
vergogna.
'Va tutto bene. Va tutto bene.' Mi conforta.
Sospiro e faccio un cenno con la testa per fargli capire che
sto bene. Mi sorride e inizia a baciarmi il viso. Sul naso, sulla guancia,
sugli occhi, sulla fronte... ancora sul naso... sopra la bocca... sul mento...
e finalmente sulle labbra. Ma stavolta il bacio è più profondo... sento la sua
bocca premere di più sulla mia. La stessa cosa per il suo corpo... è più
vicino... siamo proprio stretti. Sento la sua lingua, soffice entrare nella mia
bocca e muoversi lentamente. La seguo con la mia. E il mio corpo segue il suo.
E i miei passi anche, quando Gerard mi porta verso la camera da letto.
Qui inizia a spogliarmi: mi toglie la felpa... la
maglietta... E anch'io inizio a togliere i suoi vestiti.
Sentiamo i passi pesanti di Walter avvicinarsi sempre di più
alla camera (dorme sempre con me). Ma chiudo la porta davanti al suo muso.
'Non stanotte, Walty. Non stanotte.' dico piano.