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Autore: Kim NaNa    24/10/2012    6 recensioni
3^ Classificata al Contest "L'emozione non ha... fandom! (II Edizione)" indetto da Fefy_07, sul forum di Efp.
Volevo regalarti l’amore, a mio modo. Ma Rei Hino non ha profumi da offrire, solo odore di incenso e fumo, il grigio della cenere e il calore delle fiamme del fervido fuoco.
Mi porto dietro una coltre scura, una nebbiolina di cenere e fumo che odora dei profumi del mio tempio e racchiude in sé l’essenza del mio essere.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Usagi/Bunny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Storia 3^ classificata al Contest "L'emozione non ha... fandom! ( II^ edizione) indetto da Fefy_07, sul forum di Efp

Volevo donarti un po’ d’amore, il mio.

 
Avrei voluto donarti una storia d’amore. Scritta, perché ciò che d’amore sento per te, per natura non basterebbe a colmar la tua sete, i tuoi desideri, i tuoi brividi di vita.
Speravo potesse ingannar l’attesa, i tempi immaturi, le persone sbagliate.
Speravo potesse riempirti il cuore qualora questo, sfiduciato, si trovava a sonnecchiare.
C’era una città in Oriente, un ragazzo, Mamoru, pieno di sole e del profumo di terra, un appartamento in centro e una colazione veloce; ed una ragazza che senza nome invece, mangiava la luna. Vi davate eterna luce nei sorrisi e nei giochi dell’amore.
Eri perfetto, così come spesso ti vedo. Senza la pecca del troppo.
Equilibrato ma non finto, né mai controllato. Solo tu.
Ed eri buffo nella mia storia, proprio come a volte sei davvero. Buffo, non impacciato.
E salutavi con garbo il ragazzo della sala giochi che frequentavi, Motoki, due chiacchiere sul tempo mentre già le mani cercavano le chiavi, perché eri in ritardo. Avevi un appuntamento col destino quel giorno.
Al semaforo.
I capelli schiacciati nel casco, la camicia rosa sagomata alle tue fattezze, le mani  strette tra freni, marce e frizione.
Lei sorrideva al di là del marciapiede, una gatta nera le camminava vicino.
Io lo conosco il suo nome, so molto altro ancora su di lei, ma soprattutto so che lei sapeva d’arancia.
Perché, ne son certa, qualche ragazza ti era pur passata sotto le mani, le avevi assaggiate e sapevano di vaniglia. Candide, eteree, senza posto nel mondo.
Lei invece, Usagi, lei era una zagara, dolce e pungente. E sapeva d’arancia la sua pelle quando la mordevi, quando la respiravi, e baciavi e toccavi, e tutto quello che si può fare tra l’anima e il corpo, voi lo facevate in un mix di odori dolci e sapori forti.
Ti apparteneva da sempre.
Sfuggiva quel tanto che bastava al tuo istinto di custodia, poi si scioglieva tra le lacrime, i sorrisi e le insicurezze e ti amava, ti guidava tra le linee sicure dell’anima e tu in quelle calde delle tue braccia.
Tu sole, concreto, lei luna, sinuosa.
L’amor perfetto nell’incanto del mondo, sotto gli occhi di tutti.

Volevo regalarti l’amore, a mio modo. Ma Rei Hino non ha profumi da offrire, solo odore di incenso e fumo, il grigio della cenere e il calore delle fiamme del fervido fuoco.
Mi porto dietro una coltre scura, una nebbiolina di cenere e fumo che odora dei profumi del mio tempio e racchiude in sé l’essenza del mio essere.
Non sono la tua luna, Mamoru. Sono solo una fiamma incandescente che ha cercato di scaldarti in silenzio, tra i caldi colori di un tramonto e la luce fioca di una candela.
Non profumo d’arancia e non sempre sorrido.
Questo mio amore, come il fuoco lo hai spento, al buio, nel candore della pallida luna. Non lo hai alimentato e lui si è lasciato andare. Perché non vi è amore che continua a splendere senza l’alito della speranza.
 

FINE

   
 
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