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Autore: Cia98    24/10/2012    2 recensioni
Questa è la mia prima storia a capitoli. Parlerà della vita di una giovane ragazza, alle prese con la sua adolescenza. La scuola superiore, le nuove amicizie e i suoi primi amori, tutte cose che l'aiuteranno a crescere e a imparare molto dalla vita. Questo è il primo capitolo della storia, ci sarà una prima introduzione della protagonista di nome Luce (mi piace molto come nome, infatti lo troverete anche nella mia precedente storia, che non è però legata a questa).
Vorrei anche precisare che dal titolo sembra che questa che verrà raccontata sarà la mia storia, non è così, anche se ci sono molte somiglianze tra me e la protagonista.. direi tantissime in questo primo capitolo.
Spero di riuscire a essere abbastanza veloce a pubblicare anche i prossimi capitoli, se così non fosse è perché la scuola occupa molta parte della mia giornata, ma cercherò di fare del mio meglio! Spero davvero che vi piaccia!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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I suoi occhi si aprirono lentamente. Aveva le braccia indolenzite per averci dormito tutta la notte sopra. 
Luce guardò l'orologio, erano le 7.00. 
In un mercoledì normale si sarebbe dovuta alzare e prepararsi per andare a scuola; ma non quel giorno. Era inizio febbraio e già da una settimana restava a casa a causa della neve che non smetteva di cadere. 
A Luce piaceva un sacco la neve, ma preferiva sempre restare a guardarla dalla finestra della sua camera che uscire in quel gelo. 
Ormai però era da una settimana che continuava a cadere ininterrottamente e aveva iniziato a stufare tutti, anche lei. 
Si costrinse ad alzarsi dal letto perché ormai sarebbe stato impossibile continuare a dormire con il freddo che si infiltrava nelle coperte e le raggiungeva i piedi. 
Si sfilò la coperta di dosso, fece cadere i piedi nelle pantofole e raggiunse il bagno. 
Si guardò allo specchio, i suoi capelli castani che le arrivavano alle spalle erano tutti arruffati, i suoi occhi quasi neri, non erano ancora del tutto aperti e delle piccole lentiggini le andavano a ricoprire parte delle guance. 
Aprì il rubinetto, e l'acqua iniziò a scorrere sulle sue mani. Si immerse la faccia d'acqua gelata e i suoi capelli si attaccarono alle guance. 
Richiuse il rubinetto e si diresse verso la finestra. Luce si sedette vicino a essa e si perse nei suoi pensieri mentre guardava quelle montagne ricoperte di candida neve, mentre altri fiocchi continuavano a depositarsi al suolo. 
Era da molto che non si vedeva una nevicata così intensa nel suo paese, e Luce non ricordava di averne mai vista una. In questi giorni non dava tregua e molti si erano chiusi in casa e non ne uscivano per paura di cadere sul ghiaccio, solo chi era costretto, per raggiungere il proprio posto di lavoro doveva trovarsi una via di fuga da quell'ammasso bianco che si era creato. 
Luce era sola in casa, i suoi genitori avevano già raggiunto il loro negozio per iniziare una nuova giornata lavorativa, anche se probabilmente con più scarsi risultati del solito. 
A lei non dispiaceva restarsene a casa al caldo, a leggere sul davanzale della sua finestra mentre fuori la neve continuava a cadere. 
Luce era un'amante della lettura, i suoi racconti preferiti erano storie fantastiche di mondi sconosciuti e di personaggi strani con poteri straordinari. 
Si immergeva nelle storie, avrebbe tanto voluto entrarci dentro per non uscirne più. Avere poteri straordinari, combattere, amare e sapere che per quanta sofferenza ci sia in quelle pagine c'è sempre un lieto fine. Dopotutto chi non vorrebbe vivere felice e contento con l'amore della propria vita.
Purtroppo sapeva che questo non sarebbe mai potuto succedere, doveva restare con la testa per terra e pensare alla vita, quella vera  dove non sempre c'è un lieto fine. 
Luce aveva quattordici anni era ancora giovane, in balia di tutti i problemi che può vivere un'adolescente. Non si vedeva molto bella, sapeva di non essere grassa ma malediceva comunque quei chili di troppo che avrebbe voluto perdere, delle volte si sentiva estranea persino con le sue amiche e per finire in bellezza era innamorata di un ragazzo irraggiungibile. 
In realtà doveva ammetterlo, anche perché non serve a niente fingere con se stessi, era stata stupida e fifona e ora ripiangeva il non fatto e il non detto. Si era innamorata di questo ragazzo, Fabio, dalla prima volta che lo aveva visto in prima media. 
I due avevano fatto amicizia e l'anno era trascorso così: loro due semplici amici, lui ignaro dei sentimenti di Luce e lei troppo timida e insicura per confidarli. Le era anche giunta voce che i suoi sentimenti erano ricambiati, ma niente non ci era riuscita. Durante il secondo anno la loro amicizia si era rafforzata sempre più, ma lei non riusciva o non voleva confidargli i propri sentimenti, era sicura che a lui piacesse un'altra e che se si fosse aperta e non fosse andato come sperava avrebbe rovinata un'amicizia per lei troppo importante. Alla fine Fabio si era fidanzato e lei ne aveva sofferto tanto, anche se se l'era aspettato, era solo una di quelle supposizioni che speri non siano vere e a cui non vuoi credere.
Ora era in terza media, a metà anno scolastico e le sembrava avere troppe cose per la testa: l'esame, lo studio.. troppe pressioni, troppe preoccupazioni, non aveva più tempo neanche per pensare, per riflettere, l'unico momento di  tranquillità che gli rimaneva era quando leggeva; quando apriva un libro e il tempo si fermava portando via problemi e dolori per qualche ora.. poi tutto ricominciava.
La neve in qualche modo l'aveva salvata, per lo meno ora aveva tempo per sé.
Ripensare a queste cose comunque le faceva male e le faceva crescere dentro una gran rabbia, sì esatto, rabbia. Non verso Fabio o la sua ragazza, ma verso se stessa; aveva avuto la sua occasione, e l'aveva persa e ora si meritava di soffrire. 
Si era però ripromessa, e se l'era giurato, che prima o poi avrebbe confessato tutto a Fabio, tutto quello che aveva provato per lui. 
La neve continuava a cadere e i suoi pensieri non si fermavano.. lei si sentiva in qualche modo fortunata, dopotutto era sua amica, ci parlava, delle volte ci messaggiava anche. Certo non tantissimo ora che si era fidanzato, però per lui era ancora un'amica come tante.
C'erano dei momenti in cui Luce cadeva in una disperazione totale, dalla quale delle volte credeva che non ne sarebbe riuscita a uscirne da sola e avrebbe voluto gridare al mondo quello che provava, ma poi quei momenti passavano e lei cercava di tornare con i piedi per terra e togliersi una volta per tutte quel nome dalla testa. Ma non ci riusciva, ci aveva provato molto a lungo ma sapeva che l'unico modo che aveva per dimenticarlo era trovare qualcun'altro. Infatti aspettava impazientemente le superiori, forse anche il solo non vederlo l'avrebbe aiutata.. ma non sarebbe andata così; perché avrebbe dovuto continuare a rivederlo ogni singolo giorno. 
Un'altra cosa per cui Luce si malediceva era il fatto che non fosse mai riuscita a confessare neanche alle sua amiche quello che provava. Non aveva avuto il coraggio di dirlo neanche a loro. Quando si chiedeva il perché non riusciva a rispondersi, forse si vergognava ma non sapeva neanche spiegarsi il perché; innamorarsi è una cosa normale per tutti e ora dopo tre anni le sembrava troppo tardi e per quando ci provasse non riusciva mai a rispondere alla domanda "Chi ti piace?" o anche solo trovare il coraggio di dire "Vi devo dire una cosa che mi pesa da molto tempo". Era così difficile portare quel peso da sola, avrebbe tanto voluto liberarsi e far sì che anche qualcun'altro l'aiutasse a resistere.  
Luce scosse la testa, ancora una volta tutti quei pensieri la stavano distruggendo. Così fece quello che sempre aveva fatto: prese un libro e via, i problemi sparirono come per miracolo. Il libro si intitolava "Rapture" parlava dell'amore tra un angelo e una ragazza mortale sui quali gravava una maledizione che gli impediva di vivere il loro amore fino in fondo.
Luce lesse per un po', poi quando finalmente chiuse il libro, si sentì improvvisamente stanca e così tornò nel suo letto dove si addormentò immaginandosi tra le braccia del ragazzo che più desiderava. 
  
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