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Autore: Giuly n    08/05/2007    1 recensioni
Inizio a credere che l'amore non è che un pettegolezzo, che rincorro per scoprire la foce e non trovandola più, inizio a credere sia solo una bugia, una voce da corridoio ma allora perchè certe persone ne sono affette? E' forse solo un illusione? Storia di una ragazza e del ragazzo che le insegno che significa AMORE.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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It is not only a mirage di Giuly n

Montecarlo, Principato di Monaco. E' impossibile definire la bellezza della città, dove non manca l'atmosfera romantica e inreale e al tramonto, con il suo mare azzurro, le luci brillano e la brezza tiepida canta tra le vie, una magia infinita.

Mentre l'ormai stanco sole si ritira dietro i solenni colli francesi, immergendo il paesaggio di un fascio roseo arancio e i lampioni ai lati delle strade si accendono di una tenue luce argentina, le spiaggie si spogliano dei vivaci asciugamani e dei colorati ombrelloni e la gente si rintana in casa o nei vari ristoranti per cenare.

E' in una delle tante villete poste una accanto all'altra, che Vani è sdraiata sul letto, gli occhi sui libri scolastici e l'espressione annoiata; la scuola sapeva essere veramente stressante, ma per fortuna le vacanze estive non tardavano ad arrivare.

-ils sont des charges avec charge ! Français, anglais-italien et… ! Pour ne pas mentionner des mathématiques…(sono carica di compiti! francese, italiano, inglese...!Per non parlare di matematica...)-esclamò la ragazza.

-Lingue che sai bene...-una donna dai bei capelli biondi e due occhi azzurrissimi comparve sulla soglia, portando nella stanza un profumino invitante.

-sono troppe le lingue che so...-la donna sorrise.-Max è di sotto?-

-no non è ancora arrivato...-

-capisco...-nella stanza calò il silenzio, accompagnato da un buon aroma-cosa c'è per cena?-

 

Un cielo puntellato di stelle ora veleggia su Montecarlo, una città fantastica, che celava in molti cuori, Vani avrebbe girato il mondo per vedere tutte le più belle e grandi metropoli, anche se sapeva che nessuna le sarebbe stata cara quanto Monaco (è chiamata sia Monaco che Montecarlo); spesso si ritrovava ad osservare fotografie delle più grandi capitali, le sarebbe piaciuto visitare l'America e poi Londra, sua madre la descriveva come una città fatata, ogni volta che le parlava della città nei suoi occhi compariva un barlume di tristezza, Jane amava Londra quanto Vani amava Monaco, infondo era nata e cresciuta lì, "inglese di puro sangue" come la chiama suo marito Max.

Anche il padre aveva magnifici occhi azzurri e però capelli corvini, la ragazza era completamente differente dai genitori, apparte nei lineamenti.

Vani scese di sotto e proprio quando fu infondo alle scale il padre entrò.

-¡hola papa!-

-¿cómo es mi polluelo?-(come sta la mia pulcina?-

-Estoy bien-(io stò bene)

-la nonna ti stà insegnando bene lo spangolo?-

-bè..non pretendo di sapere tutto..-

-ti potrà essere utile...-

-solo se vado in Spagna!-

- mis primos han invitado a ti de ellos a Barcelona. - (mio cugino ti ha invitato da lui a Barcellona)

-scherzi?!-

-no, volevo parlartene ieri quando mi hai cortesemente sbattuto fuori da camera tua...-

-scusa, scusa, scusa! Non lo farò mai più! Se tu mi lasci andare ovvio...-

-non la prenderò come una promessa...-e sorrise.

 

 

La serata passò tranquillamente e il giorno dopo Vani si svegliò straudinariamente tardi e arrivata a scuola fu mandata dal preside poichè la prima ora avevano la prof.ssa Rich, che guarda caso ce l'aveva a morte con la ragazza. Era una giornata calda e afosa, il sole sbatteva sugli imponenti edifici della capitale e tutto sembrava immobile sotto il suo sguardo.

-e quindi è arrivata 15 minuti in ritardo ed è la prima, seconda, terza volta?!-chiese il preside con una punta di stanchezza nella voce.

-bè...suppungo la prima...in quest'anno!-rispose la ragazza poco interessata e molto arrabbiata con la "pazaia de na mummia" come lei stessa l'aveva soprannominata.

-bè certo...negli altri anni la vedevo ogni giorno sign.rina Bellet...-Vani non rispose all'insunuazione, il suo sguardo che vagava sul paesaggio visibile dalla vetrata-ritorni in classe Bellet non c'è motivo per cui si trattenga ancora quì...arrivederci-

-arrivederci...-Attraversò la stanza con calma e uscì chiudendo accuratamente la porta e prima di fare ritorno in classe girò tutta la scuola.

 

Il cortile al di fuori dell'edificio scolastico era animato da schiamazzi e urli vari, mentre tutti i ragazzi godevano dei pochi minuti di pausa.

Una ragazza spense la sigaretta sulle scale, sbuffando un'ultima spirale di fumo e scrutando con poco interesse i volti degli studenti lì intorno, assorta nei suoi pensieri.

-quindi mi stai chiedendo di venire con te a Barcellona dal cugino di tuo padre quest'estate...-ribadì, riprendendo la conversazione iniziata pochi minuti prima.

-chi meglio di te?-asserì Vani, i Ray Ban posati sul muso a coprire i suoi occhi spossati.

-si può fare...-ci fu una pausa-se la vecchia mi lascia è logico...-Vani sorrise beffarda.

-come se te ne importasse qualcosa!-

-in effetti no...-ammise passando la mano tra i capelli, le meschès bionde ricoprivano quasi del tutto il loro reale colore, un biondo grano-approposito com'è che ti è andata la veri?-

-lo sai che se si parla della "Pazaia" non faccio un cazzo...-

-perchè qualcuno fa qualcosa con quella?!-

-si...i secchia...-ironizzò Vani

-a me non me ne può fregare di meno...-Vani alzò le spalle, prima di alzarsi dalle scalette dove erano sedute.

-ho fame..-annunciò poi.

 

Pian piano il sole aveva attraversato il cielo, preparandosi ad un nuovo sonno; erano all'incirca le 16:30, quando uno sgradevole suono tremò nell'aria, annunciando un temporale.

Ostili nuvoloni bruni si avvicinavano e in città la gente si disperdeva, lesti a mettersi al riparo, al contrario le due ragazze sembravano andare con calma.

-Quella vipera!-esclamò spazientita Vani.

-Già...-concordò Rey poco implicata, mentre sfilava una Marlboro dal paccetto.

-ca**o e fra poco piove!-

-lo sò...-così dicendo prese l'accendino dalla borsa e si accese la tanto attesa zigaretta.

-lo sai che le zigarette ti rovinano?! E poi le unghie gialle, la pelle schifosa...per non parlare dei capelli!E poi la puzza...-attaccò Vani melodrammatica.

-Vanniiiiiiii!!!!!!!-una voce, bastò quest'ultima. Così acuta e fastidiosa e si poteva dire altrettanto della propetaria, Giorgia. Una ragazza alta, biondissima, occhi azzurissimi, insomma una barbie.

-ciao Giorgia-rispose scocciata Vani. Poco dopo arrivò il suo gruppo e come per magia iniziarono a cadere fitte fitte, goccie salate.

 

 

Fuori nel tetro paesaggio sono poche le persone che se ne avventurano, timide al contatto con la pioggia pesante, è strano quanto una città dopo un acquazzone sembri più sporca di prima. Forse a causa dell'aria lercia, dell'eccessivo aeriforme drizzato dai mezzi pubblici o privati.

Il vento sembrava restio a fare il contrario trascinando i rifiuti incivilmente buttati e lasciati a terra e inalzando sudiciume e quant'altro. Solo dei nitidi vetri, freddi al contatto, dividevano tutto ciò dalle ragazze, occupate a consumare la loro bibita nell'aria tiepida del locale.

Un profumo di limone volteggiava ricco di un suo valore, anche se per molti non era che una vivace fragranza; era impossibile non rimanere rapiti dall'atmosfera del locale, rassenerante. La porta si aprì di colpo, scoprendo un ragazzo bagnato fradicio, di cui il viso era solo vagamente visibile; una folata di vento risalì con un brivido la schiena di Vani, quasi piacevole sulla pelle abbronzata. Non si voltò verso il nuovo arrivato, troppo intenta a cercare una spiegazione ad un problema di algebra.

-ma scusa che vuol dire sta roba?-ci fu un attimo di silenzio.

-preferisci la notte o il giorno?-chiese Rey ignorando l'espressione sorpresa dell'amica.

-la notte...ma che centra?-seguì poi il suo sguardo, notando due ragazzi dietro al primo, uno biondo con occhi scurissimi l'altro con i capelli scuri ma occhi azzurrissimi, due ragazzi bellissimi. Rise divertita, guardando poi Nelly che accennava al loro tavolo, subito dopo notò che il locale era pieno.

Intravide l'occhiolino della barista, mentre gli attraenti ragazzi si avvicinavano; fu il moro a parlare.

-ehm...scusate...possiamo?-chiese impacciato, indicando il tavolo attaccato al nostro, parlava inglese.

-ehm...certo-rispose Vani sorridendo.

-è l'unico locale con un tavolo libero...bè per metà...-sorrise il biondo.

-esatto...-annuì il ragazzo appena visibile e Vani rimase sorpresa nel specchiarsi in due occhi azzurrissimi ma contemporaneamente perlati di verde, un colore smeraldino, veramente molto bello.

-bè comunque piacere, ci chiamiamo Mathieu...-disse il moro.

-Oliver...-continuò il biondo.

-..e Jeremy-terminò l'ultimo dal volto sconosciuto.

-Io sono Vani-

-e io sono Valèrie-sorrise Rey.

-bene...ora se cortesemente qualcuno mi aiutasse con questo problema...-il ragazzo misterioso le si sedette accanto osservando il fatidico problema con quei fantastici occhioni, poi esclamò:

-che strano...-

-trovo anch'io...-disse Vani, mentre Rey si era inoltrata in una conversazione con il biondo-certo che fa un caldo...-continuò, voleva che il ragazzo misterioso si togliesse quella copertura, curiosa di vedere, finalmente, chi fosse.

-si..in effetti sì...-detto questo si tolse il capello e la sciarpa-ora va meglio-

  
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