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Autore: Kiahb26    24/10/2012    2 recensioni
Chi diceva che il lavoro del Cacciatore era il mestiere più stancante e difficoltoso del mondo, John ne era certo, non aveva progenie.
Fare il padre e tenere a bada (oltre che in vita) i figli, quello si che lo era.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Winchester, John Winchester, Mary Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Titolo: Il mestiere del Padre
Pairing: Nessuno
Personaggi: John, Mary, Dean e Sam Winchester.
Rating: Verde prato.
Trama: Due momenti molto lontani fra loro della famiglia Winchester. Ovvero le assurdità che mi vengono in mente alle 6 e 30 del mattino.
Avvertenze: Nessuna è semplicemente un missing moment, dedicato alla Family. Buona lettura.
                                                                         
                                                                             ****

2 Settembre 1983

Dean Winchester si era sempre ritenuto un bambino intelligente.
Anche se aveva ancora quattro anni ‘così’, ascoltava la mamma e il papà e non cercava di abbandonare Sam fuori dalla porta di casa anche se se lo meritava perché adesso doveva dividere i genitori con lui.
Era anche ubbidiente… il più delle volte.
Ad esempio mangiava i fagiolini e tutte quelle brutte verdure che la mamma gli metteva nel piatto senza fare troppe storie.
Era un bravo bambino, lui. Mica come Sammy!
Con una smorfia sul viso Dean osservò l’ennesimo spruzzo di pappina spargersi un po’ ovunque: sul tavolo, sui tovaglioli e sulla faccia del suo papà.
Papà che sembrava sull’orlo di una crisi isterica.
-Avanti Sammy, mangia la pappina, su.- scongiurò John Winchester al figlio minore che legato al seggiolone, con un broncetto sul visino sporco di omogeneizzato, sembrava sull’orlo del pianto.
Dean non poté fare a meno di notare che papà e Sammy, in quel momento, avevano praticamente la stessa identica espressione.
Con una certa preoccupazione spostò il viso lentigginoso in direzione della sua mamma, tirandole un lembo della camicetta.
Un sorriso luminoso gli venne in risposta mentre la mano morbida di Mary correva fra i suoi capelli biondicci, accarezzandoli.
-Che c’è tesoro?- domandò sottovoce per non disturbare le preghiere di John al loro secondogenito.
Dean accennò con la testa al genitore proprio nel momento in cui John, armato di cucchiaino intonava l’ennesima canzoncina nella speranza di convincere Sam a mangiare.
Pane panino, mangia bambino. Pane pagnotta, la zuppa non scotta. Pane crostino, dai solo un pochino. Pane e salame mangia se hai fame. Pane in cassetta, appena una fetta. Pane salato, hai già mangiato!
-Credi che papà sia diventato matto, mammina?- volle sapere, visibilmente preoccupato.
Mary non poté far altro che ridacchiare a quella domanda, scuotendo la testa.
-Non ancora, piccolo mio.-
Assicurò, mentre Sammy prendeva finalmente in bocca il cucchiaino, mandando giù la pappina.
Dean aveva sempre creduto ciecamente alla sua mamma, ma quando suo padre balzò in piedi, ululando per la vittoria finendo per far scoppiare in singhiozzi Sam non fu più tanto sicuro che stesse dicendo la verità.
 
2 Settembre 2004

-Avanti papà che ti costa? Solo una volta, dai voglio risentirla!-
Dean si lanciò con la grazia di un elettricista ubriaco sul lettone che per quella notte avrebbe dovuto dividere con il padre, visto che tutte le stanze doppie di quel fatiscente motel di Stanford erano occupate, finendogli a fianco mentre il povero letto cigolava lamentoso in risposta.
John aprì un occhio soltanto fulminando il maggiore dei suoi figli con un occhiataccia.
-Ancora con questa storia? Perché non ti fai una bella notte di sonno, Dean?- brontolò esasperato, cacciandogli il proprio cuscino sulla testa, nella vana speranza di dissuaderlo.
Chi diceva che il lavoro del Cacciatore era il mestiere più stancante e difficoltoso del mondo, John ne era certo, non aveva progenie.
Fare il padre e tenere a bada (oltre che in vita) i figli, quello si che era lo era!
Per alcuni minuti il silenzio invase la stanza tanto che John finì quasi per addormentarsi.
Poi però la voce del suo maggiore tornò a farsi sentire.
-Papà?-
-Mh…?-
-Solo una volta, per favore.- insistette Dean.
Un sospiro disperato abbandonò le labbra di John.
Avevano passato tutta la giornata appostati a controllare che la vita da “persona normale” di quel cocciuto di Sam filasse del tutto liscia e lui era stanco e abbattuto.
Esausto come se avesse affrontato un orda di demoni più che fissato un figlio con cui forse era stato troppo duro in passato.
-Prometti che non tornerai più sull’argomento se lo faccio?- si arrese in fine alla cocciutaggine, tutta ereditata da lui, del primogenito.
-Promesso.- assicurò Dean, sistemandosi più comodamente fra le coltri ruvide del letto.
-Va bene allora.- acconsentì John, incontrando gli occhi verdi del figlio appena un istante prima di chiudere i propri altrettanto verdi.
Per un lungo minuto fu solo silenzio, poi la sua voce cantilenò ciò che Dean desiderava sentire:
-♫ Pane panino, mangia bambino. Pane pagnotta, la zuppa non scotta. Pane crostino, dai solo un pochino. Pane e salame mangia se hai fame. Pane in cassetta, appena una fetta. Pane salato, hai già mangiato.-
La risata di Dean riempì la stanza.
John dalla sua posizione accennò a sua volta un sorriso prima di aprire ancora una volta gli occhi, puntando il figlio sbracato senza alcun garbo fra le lenzuola.
-Ora fa silenzio se non vuoi che ti prenda a calci.-
Minacciò tonante, fingendo di essere infastidito alla reazione dell’altro.
Un sorrisino sghembo gli venne in risposta mentre Dean annuiva solennemente, poggiando finalmente la testa al cuscino.
-Sissignore!- garantì mentre assumeva la sua posizione preferita per dormire.
E anche se John sapeva già che si sarebbe svegliato con un figlio spalmato addosso( che sarebbe stato causa di mal di schiena) e con l’altro ancora perso nella sua vita da universitario, convinto che lui lo odiasse,  non poté che ringraziare Dio per avergli dato il lavoro più stancante, difficoltoso e meraviglioso del mondo.
                                                
                                                            
                                                                             FINE
   
 
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