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Autore: kiara_star    24/10/2012    2 recensioni
Agosto 2012 | Norvegia | Set di Thor 2
Chris Hemsworth e Tom Hiddleston sono impegnati nelle riprese del loro nuovo film. Tutto nella norma, se non fosse che il dio interpretato dall’attore inglese, si materializza nel loro mondo.
Follia? Magia?
Forse è tutto reale. Forse, è solo un inganno.
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“Nel momento esatto in cui aprì gli occhi, Loki capì di trovarsi in un luogo diverso da Asgard. Solo qualche istante dopo si accorse di non avere più il bavaglio meccanico né le mani legate.
...
Seguì silente i due umani per qualche minuto in cui si sentì rivolgere domande a cui non poté che dare risposte vaghe, considerando che non sapeva davvero di cosa stessero parlando.
Una cosa però era chiara, quei due continuavano a chiamarlo Tom.
...
«La tua roulotte non è ancora pronta, comunque puoi usare quella di Chris» "

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[Storia Completa]
Genere: Commedia, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Chris Hemsworth, Tom Hiddleston
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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5

Loki: The Bright World




Ciak 5. "Dimmi che è uno scherzo"



«Se sei chi dici di essere, allora perché sei qui?»
Quando aveva incontrato Chris lo aveva confuso con il suo odiato fratellastro. Più volte era caduto in quell’inganno, riuscendo solo dopo ad accorgersi di quel raggiro. Perché sebbene diversi, quegli occhi azzurri erano tremendamente simili. Ma ora che si trovava davanti a Tom, all’uomo che aveva i suoi lineamenti, che per una qualche ragione possedeva anche la sua stessa voce, Loki avvertì di avere di fronte un uomo totalmente diverso da lui. Non c’era nulla che li accumunasse. Non c’era niente oltre al blando aspetto fisico, sebbene i suoi capelli fossero chiari come la leggera barba che gli ricopriva il mento. La luce che brillava in quegli occhi era opposta alla sua, la gentilezza che aveva visto guidare i suoi gesti era sincera e non mendace come quella del dio. In quelle iridi chiare era facile leggere, talmente facile che ebbe timore che il tutto non fosse un’illusione.
«Io sono chi dico di essere e non chiederlo più, ne va della tua vita. Ma il perché sono qui è un mistero anche per me. Speravo foste voi a dirmelo.» Il viso di Tom tradì la sua incapacità di rispondere a quel quesito indiretto e Loki sposò lo sguardo altrove. «Capisco.»
Qualsiasi cosa sarebbe accaduta di lì a poco si sarebbe trovato in una situazione che non aveva più alcuna delineata spiegazione. Forse Odino non c’entrava nulla, forse si trovava su di un mondo ancora più diverso dalla Terra, magari in un universo lontano di cui aveva letto in vecchi libri dalla copertina polverosa. Nel peggiore dei casi, un universo di cui ignorava le leggi che vi governavano.
«Loki?» Alzò lo sguardo quando il suo nome venne pronunciato da Tom trovandosi davanti al suo viso gentile. Di una gentilezza che pareva spaventarlo ed acquietarlo allo stesso tempo. «Come sei arrivato qui?»
«Che pianeta è questo?» Cancellò quella domanda con la propria.
«La Terra… Midgard, se preferisci.» La risposta parve rabbuiare ancora di più il suo animo.
«Io non ci sto capendo niente!» La voce esasperata di Chris risuonò vaga nelle orecchie del dio mentre il biondo si lasciava cadere sulla branda. Avesse avuto meno pensieri gli avrebbe soffiato una qualche battuta sarcastica sul suo essere troppo stupido ed ubriaco per capire, e si sarebbe inebriato della reazione di rabbia che sicuramente avrebbe visto comparire su quel viso così familiare. Poi con un tonfo la porta si chiuse e Loki vide che fu Tom ad averla accompagnata.
«Forse è meglio sederci e parlare con calma, se ti va.» Diplomatico ed abile con le parole, forse qualcosa in comune l’avevano anche loro due. Lo vide accomodarsi su una sedia e lo imitò. Sul tavolo ancora sostava qualche pietanza ormai fredda. Chris intanto se ne stava sdraiato sul letto con una gamba che penzolava fuori dalla branda ed era abbastanza chiaro che si fosse addormentato. Nuovamente, avrebbe aggiunto Loki.
«Il tuo amico ha una pessima resistenza nel reggere l’alcol.» Tom sorrise alle sue parole.
«Solitamente lo regge bene.» Il dio annuì indicandogli la bottiglia di vino vuota ed il suo bicchiere colmo solo d’acqua.
«Ah, capisco.» La sua risata era cristallina. Così diversa dalla propria. Sembrava essere a suo agio con lui, sembrava non avere più alcuna difesa alzata. Imprudente, pensò il dio, davvero imprudente a mostrarsi così aperto agli occhi del dio degli inganni. Se sapeva chi fosse, avrebbe come minimo dovuto fare attenzione a non mostrarsi così trasparente. Così dannatamente sincero.
«Tu chi sei in realtà e perché sul tuo viso vedo riflessa la mia immagine?» La sua domanda non spense il sorriso su quelle labbra.
«Ti confesso che mi sento un po’ sciocco a risponderti... Ma questa non vuole essere un’ offesa, ci mancherebbe, solo che...» Lo vide abbassare lo sguardo iniziando a passarsi le dita dietro al collo pallido. Era in chiaro imbarazzo e la cosa provocò in Loki un misto di fastidio e curiosità, ma aspettò che continuasse senza proferire parola. «Io mi chiamo Tom Hiddleston e sono un attore.» Rise ancora impacciato e il dio lo scrutò meglio.
Un attore...
«Continua» gli intimò con un gesto della mano scatenando un’altra breve risata nell’uomo.
«Con piacere, ma prima vorrei sapere come sei arrivato qui. Mi sembra corretto che anche tu risponda alle mie domande, No?» Loki sorrise della sua ingenuità.
«Ti sembro un tipo corretto?» Si sporse appena sul tavolo per avvicinarsi di più al suo interlocutore. «Allora, Tom Hiddleston?»
«Onestamente... » fece una pausa «Io credo che Loki sia la persona più scorretta che possa esistere,» beh almeno era sincero «Ma anche la più sola.» Si bloccò per un attimo a quell’affermazione fissandolo negli occhi, poi si ritrasse nuovamente per poggiarsi contro lo schienale. Osava dunque quell’umano pretendere di conoscerlo? Di capirlo? Pretendere di essere in condizione di emettere giudizi sulla sua divina persona?
Ghignò per mascherare la reale sensazione che provava. Quella sensazione di essere terribilmente allo scoperto.
«Sola... Cosa te lo fa credere? Soltanto perché non mi circondo di una banda di eccentrici personaggi come quelli che sulla Terra chiamate Vendicatori?» La sua solitudine, quantunque fosse mai esistita, non era certo affar suo.
«Si può essere soli anche in mezzo a mille persone, se si è soli nel cuore.» Quelle parole gli provocarono un fastidio epidermico. Quel Tom stava iniziando decisamente a dargli su i nervi con le sue patetiche considerazioni non richieste, e la sua espressione era anche peggio. Quasi volesse a tutti i costi essere gentile, quasi volesse essergli amico. «Scusami, non volevo essere invadente.» Ed ora cercava anche di fare l’educato.
Forse il suo comportamento era una maschera. Loki non avrebbe potuto credere alla sincerità di quelle parole.
«Mi sono svegliato in un campo poco distante da qui,» iniziò ricatturando l’attenzione del terrestre «Non so né perché, né come ci sia finito. Ma qualche attimo dopo degli inutili umani hanno iniziato a chiamarmi “Tom” e mi hanno condotto in un luogo... Quella che voi chiamate roulotte.» Non sapeva effettivamente perché si stesse prendendo la briga di metterlo al corrente di ciò. Ma forse solo così avrebbe potuto trovare la chiave per risolvere quel dilemma. «E poi ho incontrato... lui.» Gli occhi del dio si posarono sul corpo addormentato del biondo per poi ritornare a specchiarsi nelle iridi di Tom. L’espressione che vi vide era cambiata, sembrava -anzi era- decisamente più scura.
«Chris ti ha scambiato per me...» Sentì sospirargli debolmente, quasi fosse rivolto più a se stesso quel pensiero che a lui. Trovò subito conferma della sua impressione.
«Cos’è? Sei deluso che non abbia capito la differenza fra di noi? In effetti è talmente netta che mi chiedo quanto forte sia il vostro legame.» Lo aveva colpito nel segno e il fatto che fosse vistosamente arrossito spostando lo sguardo lontano dai suoi occhi, gli provocava una sottile soddisfazione. Sebbene il viso che vedeva tingersi di rosso fosse lo stesso che aveva lui, non provò alcuna difficoltà nel volerlo ferire. Anzi, voleva ferirlo ancora. «Abbiamo trascorso un bel pomeriggio...» Sorrise nuovamente, quasi volesse fargli pagare la sua insolenza di prima, volesse punirlo per aver tentato -ed essere riuscito- di leggere così affondo nel suo cuore frantumato.


- - -


Come aveva potuto trascorrere un intero pomeriggio con lui e non accorgersi che si trattava di una persona completamente diversa? Se a prima vista potevano essere uguali, a Tom era bastata una sola parola per capire che l’animo di quell’uomo era completamente diverso dal suo. Erano due opposti, due binari paralleli, eppure Chris non pareva essersene minimamente accorto.
Io credevo fossi tu!”
Poteva essere un inganno. In fondo quello lì era Loki, giusto? Se era tanto folle nel credere a quella verità, cosa gli impediva di varare anche quell’ipotesi? Anche se in quel momento Tom non poté non considerassi un vero stupido nel continuare su quella strada. Ma non aveva più alcun dubbio: gli occhi che in quel momento lo stavano guardando malignamente divertiti, erano gli occhi di Loki. Se era così, allora lui poteva riuscire a capire cosa gli passasse nella testa. Non era difficile, Loki lo conosceva tremendamente bene.
Cominciò a pensare che quindi c’era qualcosa che non tornava: perché mai il dio degli inganni avrebbe dovuto seguire silente un semplice umano? Perché era andato in albergo con Chris senza... Ma certo!!
«Anche tu l’hai scambiato per qualcun altro... Credevi che fosse Thor. Non è così?» L
l’espressione che gli si dipinse sul viso gli diede conferma del suo ragionamento, ed in effetti non poteva dargli poi molto torto. A differenza di lui e Loki, Chris e Thor erano molto più simili. La cosa non poté che riportarlo col pensiero al fatto che Chris non aveva notato la differenza fra lui e l’altro.

«Credevo fosse un inganno. Anzi, sono certo che lo sia.» Furono le parole dello pseudo-dio.
Magari era davvero impazzito se continuava a dargli corda, però solo se avesse saputo tutto, Tom avrebbe potuto decidere se continuate a credergli o meno.
«Prima di svegliarti qui, dov’eri?» Non ricevette immediata risposta. Loki se ne stava lì a fissarlo con un’espressione impassibile sul viso. Solo dopo qualche attimo lo vide sorridere appena mentre afferrava un bicchiere d’acqua.
«Mi stavano gentilmente scortando a “casa”.»
Thor che riporta ad Asgard Loki dopo aver recuperato il tesseract. Ovvio, la scena finale de ‘The Avengers’. Ma la cosa era decisamente poco plausibile. Chiunque avrebbe potuto inventarsi quella storia. Che quell’uomo non fosse nient’altro che un mitomane? Certo, molto preparato, ma pur sempre un mitomane.
«Non credo che tu non sappia perché sono qui. Sembri conoscermi bene... ed anche lui.»
Ma che stava facendo? Come poteva essere vera una follia del genere? Loki non esisteva. Era solo un personaggio fittizio, e ancor prima un mito nordico. Non c’era nessun altra verità. Eppure...
«Io... beh, non è molto semplice da spiegare.» Si prese qualche attimo decidendo come avrebbe potuto porre la situazione, pensando a che reazione avrebbe potuto avere l’altro. «Cosa mi risponderesti, se ti dicessi che io, sono Loki?» Come previsto lo vide ghignare.
«Ti risponderei che è un’ambizione presuntuosa. Ammirevole, ma ovviamente fuori dalla tua portata. Senza offesa.» Già. Era incredibile come avesse perfettamente indovinato la sua risposta. In fondo era ovvio, lui e Loki erano la stessa persona. Ed era proprio quello il punto focale del discorso. Come era possibile? «Così vuoi farmi credere che tu sei Loki?» Scosse la testa con un sorriso.
«No, io interpreto Loki.» Sapeva che il dio avrebbe immediatamente compreso il concetto. E così fu.
«Certo. Un attore terrestre che recita il ruolo di un dio. Avrebbe un senso.» Loki si alzò dal tavolo e prese a camminare lentamente. L’inglese lo seguì con lo sguardo tenendo ancora una punta di diffidenza nella testa. «Se tu sei me... Lui,» lo vide fermarsi davanti al letto su cui se ne stava placidamente disteso Chris. «Lui dovrebbe essere il mio “amato” fratello. Giusto?» Si voltò nuovamente a guardarlo con un’espressione sorridente sul viso. Ma quel ghigno nascondeva altro e questo Tom lo sapeva fin troppo bene.
«Lo so che non mi credi.» l’inglese si alzò e lo raggiunse piano .
«Oh, ma io ti credo, o meglio, ti crederei se fosse la verità.» Con pochi passi i due furono nuovamente l’uno di fronte all’altro. Sul viso di Loki un sorriso studiato, su quello di Tom un’espressione seria.
«Ma è la verità» affermò pacato l’attore. Era logico che il dio non gli credesse, Loki era diffidente e doppiogiochista per natura. Non era leale né sincero, e di certo non si aspettava che gli altri lo fossero con lui. Aveva avuto troppo tempo e interesse per approcciarsi con il suo personaggio per non sapere quelle cose, e il fatto che il moro si stesse comportando come Tom avrebbe creduto che si comportasse, non faceva che aumentare quella realtà disturbante. Lui era davvero Loki.
«Supponiamo che io voglia credere alle tue parole,» iniziò il dio «Supponiamo che questa sia la Terra. Quanto tempo è passato di preciso dalla mia ultima “visita”?» E questa come gliela spiegava? Non c’era modo di porre il discorso in maniera meno diretta, quindi pensò che l’unica fosse dirgli tutto per filo e per segno. Che succedesse pure ciò che doveva succedere, non c’era più niente che potesse davvero sorprenderlo.



- - -


Quando Chris aprì gli occhi si sentì come se qualcuno gli avesse ballato in testa per ore. Un’emicrania allucinante gli martellava nelle tempie e lo stomaco non era di certo in condizioni migliori. Si passò una mano sulla fronte umida di sudore senza trovare la forza di alzarsi. Benché si sentisse ferocemente intontito, non ci voleva poi molto per capire che era in un pieno dopo sbronza.
«Merda» borbottò contro il cuscino. Ma quanto aveva bevuto? Non si ricordava molto...
Ah sì, Tom. Era a cena con Tom, poi si era addormentato ed aveva fatto un sogno folle: c’erano due Tom, ma uno di loro era... moro?
Gli costava uno sforzo enorme riconnettere i pensieri, perché in quel momento l’unico suo bisogno era quello di mettere la testa sotto il getto freddo dell’acqua.
«Ben svegliato!» Cercò a fatica le labbra che avevano pronunciato quelle parole ritrovandosi seduto ai piedi del letto un sorridente Hiddleston.
«Tom... Dannazione, perché mi hai fatto bere?» brontolò nascondendo il viso sotto una mano. Come fosse poi colpa dell’inglese se aveva esagerato. Solitamente non lo faceva, soprattutto durante una tranquilla cena, ma non ricordava molto bene il perché avesse deciso di alzare il gomito, né perché il "premuroso" collega non glielo avesse impedito. C’era solo una strana sensazione che gli attanagliava lo stomaco e che non faceva che peggiorare la sua nausea.
«Ehi, guarda che io non c'entro nulla!» Sentì i suoi passi avvicinarsi e spostò di poco le dita per guardare il suo viso. «Avanti, bevi.» Nella mano stringeva un bicchiere con del liquido verde.
«Che cos’è?» Afferrò il vetro tirandosi un po’ su con la schiena per potersi sedere. Quel movimento aumentò repentinamente il suo mal di testa.
«Solo un digestivo.» Lo mandò giù tutto ad un sorso senza nascondere una smorfia disgustata.
«Bleah... è terribile» borbottò ridando all’inglese il bicchiere vuoto e vedendolo sorride. Chiuse nuovamente gli occhi infastidito dalla luce del lampadario acceso nella stanza. «Che ore sono? Non dovrebbe essere mattina?»
«Sono le 3 e mezza di notte.» Aprì un solo occhio verso il viso dell’amico che lo guardava con un’espressione dolce ma palesemente stanca.
Avrebbe voluto dormire ancora, ma sapeva che questo avrebbe solo peggiorato la sua condizione. Era meglio alzarsi e cercare di riprendersi. Miracolosamente si ricordò che la mattina non avrebbero girato, quindi poteva sempre riposare qualche ora. Doveva rimettersi alla svelta, altrimenti Alan gli avrebbe fatto una tremenda lavata di capo. Non potevano certo ritardare le riprese per colpa sua e della sua pessima resistenza al vino norvegese.

«Ho fatto un sogno.» Sorrise. «C’eri tu e un altro uguale a te che diceva di essere Loki!» Ridacchiò appena, giusto quel tanto che la sua emicrania gli permetteva, ma sul volto dell'amico non comparve alcun sorriso, anzi la sua espressione era alquanto seria. «Tom?» Lo vide sospirare abbassando lo sguardo per qualche attimo prima di riportare alla sua vista i suoi occhi cangianti.
«Chris... Non era un sogno.» Hemsworth lo fissò ancora più intontito, ma quando l’amico gli indicò il divanetto sul fondo della stanza, per poco non gli venne da imprecare. Disteso bellamente addormentato c’era un individuo dai folti capelli corvini. Qualche flash riprese a lampeggiare nella mente stordita dell’australiano. Le sue parole, quel pomeriggio strano, i due Tom... Loki!
«Dimmi che è uno scherzo» supplicò ricadendo sul cuscino, ma le parole che uscirono dalle labbra dell’inglese lasciavano poco adito a dubbi.
«Purtroppo no.» Gli si sedette accanto «Puoi anche non crederci, ma quello lì è proprio Loki.»


Ancora non credeva alle parole di Tom mentre si asciugava i capelli con un asciugamano. Aveva dovuto letteralmente infilare la testa sotto il rubinetto. Il 90% era per colpa della sbornia, ma il restante 10 era per le parole assurde che l’inglese gli stava sussurrando con tono pacato, quasi fosse la cosa più naturale del mondo.
«Avresti dovuto chiamare la sicurezza e liberarti di lui!» sentenziò uscendo dal bagno mentre si legava alla meglio i capelli umidi.
«Shhh! Abbassa la voce!» lo rimproverò il collega. Ah ecco, adesso doveva anche stare attento a non svegliare quel pazzo sul divano?! Gli gettò una rapida occhiata. Sembrava dormine appagato. Che follia!
Scosse la testa avvicinandosi al tavolo seguito dall’inglese.

«Ha chiamato Elsa poco fa. Le ho detto che stavi dormendo.» Gli occhi di Chris gli porsero una domanda che non aveva bisogno di parole e alla quale Tom rispose con un sorriso. «No, non le ho detto che avevi bevuto come una spugna in compagnia di un losco figuro.»
«Ah ah, che simpatico!» borbottò sarcastico facendo sorridere ulteriormente l’amico. Si rigirò il cellulare fra le mani pensieroso. Quella storia era folle. In camera sua, sul suo divano, c’era appisolato niente poco di meno che Loki? E lui per giunta aveva trascorso il pomeriggio in sua compagnia senza rendersene conto? Istintivamente guardò verso di Tom che nel frattempo si era seduto sul letto mezzo disfatto. Era stanco, di certo non aveva dormito. Lo vide passarsi una mano sugli occhi.
«Tom?» lo chiamò facendogli alzare lo sguardo chiaro su di lui. «Sono quasi le 4 di mattina e tu non hai dormito per niente. Giusto?» sibilò come un premuroso richiamo sedendosi accanto a lui.
«Non avevo molto sonno,» sospirò l'inglese «Dovevo metabolizzare il tutto e poi... » Sul suo viso spuntò un sorriso divertito. «Temevo che se ti fossi svegliato prima di me l’avresti gettato dal balcone!» Chris ridacchiò annuendo.
«Molto probabile» ammise, ma di certo non aveva voglia di passare la vita in gallera per causa sua. «Comunque sono ancora dell’idea che sia un pazzo... E lo sei anche tu.» Nel mentre Tom si era sfilato le scarpe e si era allungato al lato destro del letto. Chris si adagiò sul fianco opposto piegando un braccio dietro alla testa.
«Non lo so Chris... Abbiamo parlato, e tanto, e lui... lui è Loki. Non posso sbagliarmi!» L’australiano fissò i suoi occhi carichi di fiducia. Tom aveva sempre troppa fiducia negli altri. In tutti, anche in chi non avrebbe dovuto. Nonostante avesse trascorso un pomeriggio con quel tipo e avesse notato le sue stranezze, non era convito fosse Loki. Andiamo era un’assurdità! Eppure se Tom si fidava non poteva che farlo anche lui, sebbene quella storia non avesse un briciolo di logica.
«Aveva il tuo profumo.» Sospirò fissando un punto indefinito del soffitto. «I suoi occhi, la sua voce... Credevo davvero fossi tu.» Lo guardò nuovamente e vide l’inglese sorridere. Si sentiva dannatamente in colpa per essere caduto in quello sbaglio.
«Non devi scusarti.» Come ogni volta gli leggeva nel pensiero. Si ritrovò comunque a sospirare imbarazzato. Come aveva potuto confonderli? Anche se la testa ancora gli scoppiava, iniziava a ricordare quel folle pomeriggio e le sue le assurdità. Ricordava la luce insolita che aveva brillato nei suoi occhi, i suoi discorsi allusivi. Così diversi dal modo gentile e schietto con cui era solito parlare con Tom. Ricordava quel senso di disagio che lo aveva invaso.
«Lui credeva che tu fossi Thor!» Gli sentì sospirare ed annuì. Se n’era accorto alla fine, benché fosse ubriaco in modo imbarazzante. Più volte in quel pomeriggio l’aveva chiamato con il nome del dio nordico, e adesso aveva un senso.
«Allora è normale che mi odi.» Gli venne da sorridere ripensando al loro breve diverbio di qualche ora prima: “stolto ubriacone”. Era l’offesa più strana che avesse mai ricevuto.
«Io invece credo che tu gli piaccia» ghignò Tom dandogli un leggero pugno su una coscia e facendo sorridere ulteriormente l’amico.
«Cosa?» Gli occhi chiari dell’inglese tradivano un evidente divertimento.
«Davvero! É quello che mi è parso di capire,» cercò di essere convincente «Ha parlato tanto di te. Certo non bene, anzi malissimo, ma se leggi fra le righe...» Si ritrovarono a ridere entrambi e Chris fu grato all’inguaribile ottimismo del collega, alla sua capacità di rasserenarlo anche nel momento peggiore. Risero di gusto, finché le loro risate non sfumarono piano in un lento silenzio.

Chris ripensò a ciò che Tom gli aveva detto in bagno, al fatto che avesse raccontato a Loki del loro lavoro, dei film, della loro vita. Il dio, a detta dell’amico, non era rimasto molto scosso, anzi, l’aveva presa abbastanza bene. Di certo nel suo mondo era più plausibile una follia come quella. L’aveva presa talmente bene che si era perfino appisolato. Assurdo!
Erano loro che invece dovevano fare i conti con la realtà e scinderla dalla fantasia, dalla pazzia pura. Era Chris che faceva fatica ad accettare quella verità. Tom sembrava crederci davvero, ma lui era diverso. Lui era un sognatore, era un artista nel vero senso della parola. Tom viveva sospeso fra la vita e l’arte, le mescolava e rimescolava con facilità, quasi fossero un'unica materia. Era questo che a Chris piaceva di Tom, il suo essere speciale nel senso più puro del termine. Non esisteva nessun’altro come lui. Se fosse mai esistito, sarebbe stato solo in un universo parallelo. Forse quel pensiero affettuoso e un po’ sdolcinato che aveva sempre custodito nel cuore, non era poi così lontano dalla realtà.

«Che facciamo quando si sveglia?» Chris fissò ancora il corpo immobile del dio alzarsi ed abbassarsi lentamente, in modo regolare. Sembrava davvero profondamente addormentato, quasi avesse bramato dormire per anni, «Non possiamo tenerlo qui!» Cosa avrebbero pensato se in giro fossero iniziati a girare due Tom Hiddleston? A parte il caos, era anche pericoloso. In fin dei conti se quello lì era chi diceva di essere, non si potevano fidare poi molto. «Dobbiamo pensare bene a cosa...» Ma quando si voltò verso il collega lo trovò con gli occhi chiusi placidamente assopito. «Tom?» Solo per scrupolo sospirò appena il suo nome, e quando non ricevette risposta, sorrise tornando a guardare il soffitto.
Ok, stavolta sarebbe toccato a lui vegliarlo per il resto di quella breve notte. Avrebbe smaltito la sbornia e tenuto sott’occhio anche quel bizzarro dio, almeno sarebbe stato certo che non avrebbe fatto danni. Ne avrebbe inoltre approfittato per chiamare Elsa, ed era già pronto a ricevere qualche battuta divertita sul perché Tom fosse nella sua stanza a quell'ora di notte. Una donna che si diverte a fare allusioni sul suo uomo e il suo amico intimo, non era facile da trovava, e Christopher Thomas Hemsworth[1] aveva avuto la fortuna/sfortuna di sposarne addirittura una...

Ma benché avesse buoni propositi, Chris non riuscì a mantenerne alcuno. Perché quando spense la luce per permettere a Tom di riposare meglio, finì con l’addormentarsi anche lui, con la testa poggiata sulla spalla del collega ed il braccio a cingergli la sottile vita.












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[1]. Christopher Thomas Hemsworth è il nome completo di Chris. [Lui odia essere chiamato così e gli unici che lo fanno sono i suoi genitori]



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Note saltabili dell'autrice indegna di tale nome
E con questo capitolo ho dato sfogo alla mia anima da Hiddlesworther W
Ho fatto i salti mortali per poterlo pubblicare il prima possibile e mi auguro abbiate gradito. Da parte mia è stato molto piacevole scriverlo ed è di certo uno dei miei preferiti ^^
Il prossimo arriverà a breve. In totale la storia dovrebbe essere formata da 11 capitoli, ossia da 10 ciak. Sto già abbozzando i prossimi, e spero di poter aggiornare con una cadenza più regolare, magari settimanalmente. Ci proverò~
Bene, ora vi lascio rinnovandovi i ringraziamenti sperando come sempre di avervi regalato una buona lettura *w*
Alla prossima
Kiss kiss Chiara

  
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