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Autore: Meramadia94    24/10/2012    1 recensioni
''Sei il mio sogno più bello...''- sussurrò sorridendo prima di addormentarsi.
Il principe gli depose un bacio sulla nuca prima di cadere tra le braccia di Morfeo.
Nessuno avrebbe mai osato toccare il suo amato, almeno finchè sarebbe rimasto in vita.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ancora non poteva crederci... come diavolo aveva fatto il re ad accorgersi che il valletto del figlio, nonchè suo fiancè ( questo non l'aveva scoperto a dire il vero, ma era meglio che non si sapesse in giro che il servo dormiva abitualmente nel letto del principe ereditario) era un mago?

Eppure da quando aveva salvato sia se stesso che Gaius e Lady Morgana dal Cacciatore di Streghe, era sempre stato molto attento a cio che faceva.

Come diavolo aveva fatto a scoprirlo, quindi?

Ormai non gli importava molto.

Il re non era stato magnanimo con lui. Appena scoperto che era uno stregone la sentenza era stata una sola.

''A morte per decapitazione.''

E dire che da quando aveva messo piede a Camelot non aveva fatto altro che lavorare sodo per Artù, lo aveva sempre servito al massimo delle sue capacità con fedeltà incondizionata, lo aveva salvato milioni di volte da una morte certa e a volte sicuramente dolorosa...

E questo era ciò che gli spettava in cambio.

''Beh, grazie tante Uther Pendragon!!!''- pensava il giovane mago mentre due guardie lo scortavano verso il patibolo eretto per lui nella piazza.

Il boia era gia lì, con l'ascia in mano, pronto per lui.

''Giu.''- gli ordinò la guardia dopo avergli slegato le mani, precedentemente legate davanti al petto, e mettendogli con forza una mano sulla spalla per obbligarlo a mettersi in ginocchio e a poggiare la testa sul ceppo.

I due soladati si appoggiarono sulle spalle del mago con le mani, scaricando tutto il loro peso, per impedirgli di muoversi o ribellarsi.

Merlino dal canto suo non ne aveva alcuna voglia: era da quando aveva messo piede a Camelot che lottava per la sua vita, per difendere li suo segreto, ora non aveva più voglia di lottare.

L'unico privilegio che gli era stato concesso era stato salutare le persone che amava e che gli volevano bene: Gaius lo aveva stretto forte a se come se avesse paura che il vento glielo portasse via.

''Ti voglio bene...''- gli aveva detto il medico tra le lacrime.

Moragana e Gwen lo avevano abbracciato assieme, bagnandolo di lacrime amare.

''Occupatevi dell'asino reale...''- aveva detto sorridendo.

Voleva che lo ricordassero così.

Con il sorriso sulle labbra anche quando andava incontro alla morte.

L'unica persona che non aveva potuto salutare era proprio Artù, l'uomo che gli faceva battere il cuore e che l'avrebbe visto morire dal balcone, impotente.

''Non ce l'ho con te, amore mio... tu non hai alcuna colpa.''- pensò mentre sentiva l'ascia sollevarsi dopo avergli sfiorato di un nulla il collo per prendere la mira.

Chiuse gli occhi, si rilassò e battè leggermente la testa sul ceppo.

Sentì l'ascia fischiare, tra poco la sua testa sarebbe ruzzolata nel cesto....

 

Spalancò i suoi occhi nei buio.

Respirava nervosamente ed era tutto sudato come se avesse la febbre.

Fuori dalle finestre era ancora notte.

Probabilmente la paura per l'esecuzione dell'indomani faceva certi scherzi... no.

Non era in una segreta umida dove l'unico letto che c'era era della paglia su una panca, incatenato come un animale.

Era in un bel letto, morbido e comodo... Artù dormiva pacificamente di fianco a lui, il più tranquillo dei sonni.

Si lasciò cadere a peso morto sul guanciale sospirando di sollievo.

Era stato solo un brutto sogno.

''Che succede?''- fece Artù svegliandosi all'improvviso.

''Niente... torna a dormire.''- fece Merlino alzandosi per prendere un bicchiere d'acqua fresca per calmarsi un poco. La tracannò tutta in una volta.

''Ti senti bene?''- chiese Artù mettendosi a sedere sul letto.

''Splendidamente...''- fece Merlino tornando nel letto e rimettendosi a posto le coperte.

''Guarda che io ti conosco bene... c'è qualcosa che non va?''- gli sorrise Artù mettendosi di fianco al servo. Quest'ultimo si voltò per guardarlo negli occhi.

Mancavano giusto un paio di centimetri per far scattare un bacio.

''Artù, tu sai che io sono uno stregone, vero?''

Il principe sorrise-:''Merlino, ne abbiamo gia parlato tante volte: tu mi piaci, con tutti i tuoi pregi e difetti. Va bene, sei nato con dei poteri magici, ma a me non interessa. Tutto cio che conta è che io ti ami più della mia stessa vita.''

''Tuo padre non la penserebbe allo stesso modo.''- fece lui-:'' cosa accadrebbe se sapesse che c'è uno stregone sotto il suo stesso tetto e che quello stesso stregone...ho praticamente sognato la mia esecuzione.''

Artù gli prese una mano per confortarlo-:''Era solo un incubo... adesso sei al sicuro. Non c'è nulla di cui aver paura.''

''E se fosse un avvertimento? Ho dei poteri magici, forse anche questo...''- meglio non dire che anche Lady Morgana aveva poteri magici.

Non tanto perchè temeva la reazione di Artù, ma perchè aveva promesso di non dirlo ad anima viva.

''Non accadrà mai, te lo prometto.''- giurò Artù-:'' farò qualunque cosa purchè tu sia al sicuro, non importa se dovrò mettermi contro mio padre... ho imparato che nella vita s'incontrano persone per cui vale la pena combattere e morire.''

Merlino mise le dita tra i capelli del principe annullando quella breve distanza tra i loro visi e lo baciò appasionatamente. Artù rispose a quel bacio con trasporto accarezandogli le guancie.

''Adesso dormiamo... domani sarà una dura giornata.''- propose Merlino. Artù annuì e si accoccolò vicino a Merlino stringendolo tra le sue braccia.

Il servo appoggiò la testa contro il petto del compagno e si addormentò ascoltando il ritmo del cuore di Artù, che alle sue orecchie era la canzone più bella che ci potesse essere.

''Sei il mio sogno più bello...''- sussurrò sorridendo prima di addormentarsi.

Il principe gli depose un bacio sulla nuca prima di cadere tra le braccia di Morfeo.

Nessuno avrebbe mai osato toccare il suo amato, almeno finchè sarebbe rimasto in vita.

  
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