24/10/2012
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Wolf in cages
La luna inspirava qualcosa quando si specchiava negli occhi scuri di Ruby che, invece di assorbirla, si ricopriva di una patina argentea.
Graham l’aveva notato quella sera, quando erano in macchina, con lui che aveva tentato di scongiurare una delle sue bravate notturne e lei che aveva usato l’espediente del tacco rotto per farsi accompagnare a casa. E lui, a propria volta, usava l’espediente del baby – sitter per non ammettere a se stesso che quella ragazza monopolizzava ogni sua coscienza, boicottandola a proprio piacimento e senza alcuna riserva morale. O forse perché necessitava del confronto con un uomo, una volta tanto.
Sembrava che somigliasse un lupo in gabbia, con una volontà così efferata e con uno spirito verace che brillava negli occhi, eppure non riusciva a essere completamente libera.
Per sfaldare il flusso di pensieri, Graham mise su una canzone dei Wolf Gang e ben presto anche questa fu ricoperta dalla verve seducente della voce di Ruby.
“Ti piacciono i lupi?” chiese lei, a un certo punto della canzone di cui, probabilmente, non ricordava le parole.
Graham diede una rapace occhiata all’orologio, giusto per dissimulare una certa distorsione alla bocca dello stomaco, con effetto centrifugante. Fermò la macchina proprio davanti a Granny’s.
“Eccoci, siamo arrivati giusto in tempo”
Ruby rise.
“Non hai risposto alla mia domanda …”
“E tua nonna non risponderà di sé se non scendi subito”
“Riformulo la domanda …” e intanto lui si chiedeva, nella sua mente, perché le sue frasi dovessero avere tante peccaminose liquide, che battevano con la lingua sul palato “Ti piacciono i lupi?”
Quelle liquide avevano una verve lupesca e lui le sentiva, in modo metafisico è chiaro. E tentava di imbrigliarle per quietare la loro seducente ascendenza e ci riusciva, seppur con fatica.
Era dura domare quel lupo.
Ruby, stufa di attendere una risposta che non arrivava mai, roteò gli occhi, gli rivolse uno sguardo eloquente, prese il tacco e scese; poi gli rivolse un cenno di saluto, proprio nel momento in cui lui aprì il finestrino per bearsi della brezza della sera e della gustosa vittoria.
“Mi piacciono solo quando posso domarli” rispose prontamente, prima di allontanarsi e lasciare che lo spettro del suo sorriso si specchiasse negli occhi di Ruby e si adagiasse sulla patina argentea dei suoi occhi.
Lei non disse niente e sorrise.