Pelle contro pelle.
Profumo inebriante.
Quel letto nuovo che ancora odora di vernice e legno, l'ombra fresca delle persiane, i cuscini gonfi d'amore, le lenzuola attaccate al corpo.
Un sorriso a mezza voce, occhi inebrianti.
Barba che pizzica la pelle rosea di pesco, le guance lisce, le labbra umide.
Un boccolo nero che sfugge dalla crocchia di capelli, mani sapienti lo riportano al suo posto e nel tragitto sfruttano la dolce linea del collo per tracciare un fantasioso percorso seguite dalla bocca socchiusa.
Sapore di miele, mandorla e Iris, misto a gusto di uomo, salsedine, pioggia.
Parole in versi sussurrate all' orecchio, brividi di piacere e pelle d'oca su ogni dove e gli avambracci e le cosce e i fianchi e l'amore.
Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
E il sublime rumore della risata, e lui che allora fa quella cosa fronte contro fronte, quel sorriso intimo a mezza bocca che tanto la rende felice e la stringe e la ama, per paura che scappi.
Ogni tanto ammette anche lei di fingere la fuga, lo spaventa per finta perché il gioco di preda e cacciatore è il suo preferito e il più eccitante di tutti. E quindi si allontana rapidamente, non schiude le gambe, gli morde una spalla (preda ribelle) e poi rotola sul materasso, amando ogni rimbalzo che le molle compiono all'avvicinarsi di lui.
Si fa prendere dopo una lenta e estenuante battaglia, vogliosa, dolce, fatta di mugoli, baci e carezze e rifiuti che sembrano più finti dei fiori di pesco dipinti sul muro bianco il giorno prima.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
Intimo contatto per quella ricerca di affetto e amore e calore.
La trovano uno nelle braccia dell'altro sotto il fine lenzuolo bianco, i due volti vicini, le gambe e le dita delle mani intrecciate, un respiro silenzioso nella stanza che rimbomba per l'assenza di mobili.
E fuori piove e l'odore della pioggia assomiglia all'odore dell'amore.
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani,
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.
La pioggia nel pineto, Gabriele D'Annunzio