Sangue del suo sangue

Sentiva gli occhi bruciare, ma la sua espressione confusa non fece demordere la persona che aveva davanti.
Le stavano puntando addosso una pistola.
Non che fosse la prima volta, ma colei che impugnava l'arma non poteva, non doveva sparare.
Si rese conto che aveva fatto di tutto per ritrovare una persona, un'altra, che non la voleva.
In effetti Kara non aveva mai fatto nulla per riprenderla, per salvarla dall'istituto. Si era nascosta e, probabilmente, l'aveva dimenticata.
“Non sparare”, affermò. La sua voce, però, la tradì. Non riusciva ad essere la solita persona fredda, non davanti a lei. Non davanti a sua madre.
“E dimmi, perché non dovrei? Tu hai ucciso Gordon”.
Nella sua voce c'era tantissima rabbia. In quel momento, Emily capì da chi avesse ereditato la testardaggine.
Lo sapeva, sarebbe andata fino in fondo.
Kara avrebbe preso, prepotentemente, la sua vendetta.
Emily socchiuse gli occhi ed alzò il viso.
“Non sai come sono andate le cose”.
Kara si mosse nervosamente.
Non aveva mai sparato a nessuno, non sapeva come comportarsi, ma voleva ucciderla.
Il sangue del suo sangue.
Certo, Kara questo non lo sapeva.
“Inginocchiati! Su, muoviti! A terra!”.

Non le avrebbe detto che era sua figlia. No, non era importante.
Perché, fondamentalmente, lei non aveva una figlia. Non più.
In quel momento, Emily si rese conto che sua madre l'aveva abbandonata e che, anche lei, avrebbe meritato di pagare.
“Hai intenzione di tenermi legata su questa sedia per tutta la vita?”, domandò con sarcasmo.
Erano trascorse ormai due ore. Riconosceva quel posto.
L'albino l'aveva già portata lì.
"Sta zitta!". Urlò Kara, in preda ad una crisi di nervi.
Le puntò nuovamente la pistola sulla fronte.
Tolse la sicura ed Emily chiuse gli occhi, certa che la sua vita sarebbe finita lì.
Avrebbe dovuto dare retta a Takeda. Lui l'aveva avvertita, lui sapeva.
Osservava le lacrime che versava la madre. Amava un criminale, un assassino.
Era una donna così debole, si era fatta guidare da quel mostro e pensava perfino di amarlo.
“Ferma!”.
Kara sparò, più per paura che per autodifesa. Alla sua destra c'era Nolan che si era buttato velocemente a terra per non essere colpito.
“Chi diavolo sei?”, chiese Kara inarcando le sopracciglia. “Come mi hai trovato?”.
“È tua figlia. Stai per sparare ad Amanda”, si affrettò ad ammettere Nolan portando le mani verso l'alto in segno di resa.
Kara osservò la sua carcerata, poi, si voltò verso l'uomo.
“No, mia figlia è al sicuro. E' stata adottata e vive una vita felice...”.
Emily alzò gli occhi al cielo.
“Nolan, liberami”.
“Sei... sei mia figlia?”, Kara le si avvicinò, gli occhi nuovamente colmi di lacrime.
“Il tuo uomo ha cercato di uccidermi”, non rispose alla sua domanda. Non ce n'era bisogno.
Amanda non esisteva più e, di conseguenza, quella davanti a sé non era sua madre. Era soltanto una marionetta, una persona debole che non aveva fatto nulla per riavere sua figlia.
“La prossima volta che rapisci qualcuno, mamma, ricordati di controllare se ha ancora il cellulare con sé”. Le spiegò, alzandosi in piedi e cominciando a dirigersi verso l'uscita. Con Nolan.
Kara l'osservò andarsene, mentre Emily non riuscì a comprendere cosa stesse pensando.
Provò una grande delusione, in compenso.
Non l'aveva salvata quando era bambina e, in quel momento, non la fermava.
Probabilmente Emily non l'avrebbe rivista più, ma andava bene così.
Non avrebbe mai potuto perdonarla.

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Dovevo sospettare che avrei scritto una fanfiction completamente incentrata su Kara e Emily u.ù E' dalla 02x03 che provo una tale delusione per la madre di Ems... non la perdono per aver abbandonato la figlia così ed essersela fatta con l'albino.
Perché, okay, puoi amare chi vuoi, ma prima di tutto TUA FIGLIA! u.ù
Spero vi sia piaciuta!
Baci
Deb