Storie originali > Fantascienza
Ricorda la storia  |      
Autore: Lord Paranoia    25/10/2012    1 recensioni
Blue è una creatura perfetta e magnifica, nata dall'ingegno e dalla volontà dell'uomo.
Ma la perfezione, che le si voleva cucire addosso come un abito, ha un prezzo.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“è ora così densa di quei fantasmi, l’aria, che nessuno sa più come evitarli.”
[Faust, parte II, atto 5 – J.W. Goethe]

 

Cromatica dalle labbra rosse, al posto di capelli fiori di carta pesta di ogni colore. Da sfuggire all’immaginazione. La notte sulla pelle, un nome che sapeva di liquore di lavanda. Il suo nome era Blue. Creata per essere perfetta dall’animo puro e innocente e il corpo così cibernetico da apparire meravigliosa.
Il Dottor K. aveva creato la perfezione; la schiena mostrava un squarcio a forma di cuore allungato e uno schermo trasparente di vetro plastica che lasciava intravedere parti di una colonna vertebrale distrutta. Dei pilastri di titanio, un cuore di metallo, fili elettrici. Un’anima cibernetica così finta da sembrare vera ed emozionante. Al centro di quel cuore di vetro plastica c’era un bambino. Tre settimane d’età, non di più. In posizione perfettamente fetale. La suzione del pollice, il cervello collegato con dei fili al resto del corpo.
Il Dottor K. diceva che Blue sarebbe stata perfetta e invulnerabile. Che mai nessuno avrebbe potuto ferirla, toccarla. Le sue emozioni filtrate dal cuore metallico. L’amore scivolato dentro la pelle sintetica. Così perfetta da essere senza sesso, senza respiro. Così nessuno mai gliel’avrebbe fatto perdere. Le aveva dato un cuore di metallo. Le aveva dato un nome. Era il colore del liquido amniotico in cui la sua anima fetale era contenuta. Un bambino dall’animo splendido.
Blue viveva dentro una camera di cemento. Dalle pareti d’argento e il soffitto di plastica. Il pavimento di acciaio inossidabile. Erano violini che suonavano violenti sotto il pavimento. Era freddo che si espandeva nel cuore. Il Dottor K. diceva che Blue sarebbe stata perfetta e invulnerabile. Che nessuno l’avrebbe mai potuta ferire. L’anima di un bambino innocente, pelle sintetica e un cuore metallico e il cervello di una suora devota alla preghiera. L’aveva chiamata perfezione. Erano violini che suonavano violenti sotto il pavimento. La perfezione era una strada lastricata di vetri frammentati, di vetro plastica proveniente dall’artificio di un uomo solo.
Il Dottor K. le aveva donato il suo sangue. Un tubo collegava le sue vene e del suo artificio di plastica. E con un filtro e un laccio emostatico al braccio, le aveva dato un po’ di se.
Le aveva dato un bacio che sapeva di dolore. Sotto le suture si nascondeva un amore così grande da risuonare dentro quella camera di cemento. Dove nessuno avrebbe potuto ferirla. Al centro di quel cuore di vetro plastica. L’amore di un creatore senza sangue che moriva per la sua bambina dagli occhi di diamante.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: Lord Paranoia