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Autore: Emily Kingston    25/10/2012    1 recensioni
[Ragazzo da Parete ]
Caro Amico, inizia. Ti sto scrivendo perché lei ha detto che tu ascolti e capisci e che non hai cercato di portarti a letto quella persona a quella festa, anche se avresti potuto…
Charlie, pensi, mentre prepari la cena sul tuo fornello arrugginito. Charlie, pensi, mentre ascolti la cassetta che lei ti ha dato. Charlie, pensi, mentre sei steso sul letto, ancora sveglio, e senti la mancanza della sensazione di avere lei accanto. Charlie, chi sei?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Caro Charlie

 
Guardi il piccolo e vecchio postino camminare nel tuo giardino maltenuto, lontano dalla tua casa e poi in strada.
Osservi la bandierina rossa della tua cassetta delle lettere per un po’. C’è posta per te, ti dice.
Qualcuno vuole parlarti. Ma sai che non è vero. Sai che la cassetta delle lettere sarà piena solo di pubblicità, bollette e lettere d’amore per tuo fratello. Non ci sarà niente per te. Non c’è mai.
Cammini lungo il vialetto a piedi nudi, sentendo il cemento screpolato sulla pelle. Ti piace il dolore. Puoi sentirlo. Il dolore è reale. Il dolore è lì.
La piccola cassetta delle lettere arrugginita cigola con piacere quando la apri. Qualcuno mi ama!, sembra stare dicendo. Qualcuno potrà amare quella stupida e vecchia cassetta delle lettere che se ne sta storta sul suo paletto, ma nessuno ama te. Non per davvero. Almeno, questo è quello che ha detto lei l’altra sera, al Big Boy. La sera in cui tutto è andato storto.
Le lettere cadono sul pavimento del corridoio con un tonfo soddisfatto. Le raccogli e poi le butti a terra di nuovo, per il semplice piacere di sentire quel rumore. Una piccola lettera bianca svolazza fuori dal gruppo. La prendi e la esamini. Il tuo nome è scritto con una grafia attenta e infantile.
Non c’è nessuno indirizzo a cui rispondere.
Curioso, apri la lettera. Chi potrebbe mai scriverti?
Caro Amico, inizia. Ti sto scrivendo perché lei ha detto che tu ascolti e capisci e che non hai cercato di portarti a letto quella persona a quella festa, anche se avresti potuto…
Charlie, pensi, mentre prepari la cena sul tuo fornello arrugginito. Charlie, pensi, mentre ascolti la cassetta che lei ti ha dato. Charlie, pensi, mentre sei steso sul letto, ancora sveglio, e senti la mancanza della sensazione di avere lei accanto. Charlie, chi sei?
Il giorno dopo al Big Boy, racconti al tuo amico della lettera che ti ha mandato Charlie. Speri che sappia chi è. Speri in un rassicurante ‘oh, quel ragazzino che si è ucciso l’anno scorso. Quello che dopo hanno portato in ospedale’.
Invece, c’è un silenzio seguito da:
“Questo ragazzino si fida di te. Non dirmi nient’altro. Non tradirlo.”
E non lo fai. Al contrario, inizi ad aspettare la prossima lettera di Charlie, desideroso di raggiungerlo e aiutarlo.
Molte volte hai trovato i tuoi quaderni pieni di risposte scarabocchiate.
Caro Charlie, vorrei esserci stato, oppure Caro Charlie, mi dispiace tanto e voglio fare qualsiasi cosa è in mio potere per aiutarti, o ancora Caro Charlie, scommetto che eri fantastico con quel costume dorato, perché Mary Elizabeth ha detto che lo eri e non mi sembra il tipo di ragazza che mentirebbe su una cosa come questa, o, più spesso, Caro Charlie, vorrei sapere chi sei.
Sai che Charlie ti scrive perché ha bisogno di qualcuno che s’interessi alle cose; ha bisogno di sentirsi meno solo. Sei piuttosto sicuro che lui non abbia la minima idea del fatto che le sue lettere ti fanno lo stesso effetto.
Quelle lettere ti hanno fatto capire che là fuori ci sono persone come te; persone perse, spaventate e confuse, ma che cercano di vivere a pieno la loro vita.
Sai come ci si sente a fare da tappezzeria. Sai come ci si sente a sentirsi infiniti, ma non avere nessuno con cui condividere questa infinitezza.
Ora, comunque, Charlie ha te e, in qualche modo, tu hai Charlie. 
   
 
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