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Autore: minteyer    26/10/2012    21 recensioni
Odiare un qualcosa e dipendere da esso, è quello che succede la maggior parte delle volte nella vita.
Ma non sempre è un male dipendere da qualcosa di piacevole, non sempre è un male venire attratti dal dolce richiamo di ciò che, anche per un semplice ed inutile motivo, ci ostiniamo ad odiare.
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Tratto dal terzo capitolo.
“Voi ragazzi siete tutti così, pensate solo con quel coso in mezzo alle gambe e mai con la testa”
Sussurrai stringendo i denti e rialzando lo sguardo verso di lui.
Ammazzarlo, ecco cosa volevo.
“Voi ragazze mi sembrate accettare con estremo piacere quel coso che abbiamo in mezzo alle gambe
“Porco”
“Zitella”
“Maniaco”
“Verginella”
“Ti piglio a schiaffi”
“Interessante”
Si alzò alla mia minaccia e mi si avvicinò pericolosamente.
“Provaci”
Continuò in un sussurro, ed io alzai il braccio intenta a colpirlo.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Scolastico
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Capitolo 14: Vorrei solo riuscire a farcela




La smetti di seguirmi? E’ da mezz’ora che non fai altro che starmi dietro” Perché Montaleni mi seguiva?
Mistero della vita, uno di quelli talmente complicati che mai e poi mai si sarebbe potuta conoscere la risposta.
“Non ti sto seguendo”
“Ah no? E cosa ci fai qui?”
“Sono venuto al parco così per fare una passeggiata”
Infilò le mani in tasca guardandomi atono.
“E così per caso ti sei seduto anche sulla mia stessa panchina e mi camminavi di fianco sul marciapiede?”
Inarcai un sopracciglio guardandolo palesemente inacidita.
Scrollò le spalle donandomi uno splendido sorriso strafottente.
Splendido?
Pft, ma anche no.
Sbuffai guardando altrove.
Sul prato c’era un bambino che correva ridendo sfoggiando un peluche a forma di orsetto mentre più in la c’era una bambina che correva impacciata in un vestitino rosa confetto.
“Dovresti starmi lontano, se l’ultima volta mi sono trattenuta dal farti diventare asessuato, ora non mi tratterrò”
Sputai acida continuando a guardare la scena dei due bambini.
“La gattina sta cacciando le unghie? Dai, ti ho chiesto scusa già un’infinità di volte”
Sbuffò facendo cigolare leggermente le assi della panchina mentre si avvicinava.
Mi girai di scatto incenerendolo con lo sguardo.
“Non credere che una settimana di scuse possa rimettere tutto a posto”
“Dai Aurora, non tirarla per le lunghe, ti ho chiesto scusa, cosa vuoi che faccia?”
“Voglio che mi stai lontano, perché non fai altro che portarmi guai e non fai altro che ridurmi in una merda. E quel che è peggio, non fai altro che tentare di risolvere tutto con del fottuto sesso!”
Mi alzai di scatto alzando la voce non appena tentò di sfiorarmi un braccio.
Mio fratello forse aveva ragione, a volte bisogna scappare da ciò che fa male ma che allo stesso tempo ti attrae a sé maledettamente.
Mi voltai velocemente quando sentii qualcuno piangere, e la scena che mi ritrovai davanti fu un colpo al cuore.
La bambina era in ginocchio sul prato che piangeva disperata, con tutto il vestitino sporco di verde per l’erba, e una piccola chiazza rossa sul ginocchio forse per via della caduta.
Era sola e piangeva.
Tutto solamente perché stava inseguendo un bambino che le aveva rubato per gioco l’orsetto.
“Quella bambina, sta imparando a sue spese che è meglio lasciarli stare gli esseri viventi di sesso maschile..”
Sussurrai fra me e me facendo un passo avanti per andare a soccorrere il piccolo angioletto dai capelli rossi.
Non feci altri passi per via di una mano che repentina si avvolse intorno al mio polso.
Mi voltai ancora una volta verso Gabriele, adirata e con le labbra socchiuse per dire ancora una volta di starmi lontano.
“Aspetta, guarda..”
Disse palesemente dispiaciuto indicando con un cenno del capo un punto più in là sul prato.
Percorsi lentamente con lo sguardo la distesa di verde fino ad arrivare ad una scena che non mi sarei aspettata.
Il bambino era in ginocchio di fronte alla piccola rossa che ora rideva spensierata mentre il piccolo faceva finta di lottare con il peluche, per poi ridarglielo.
Sembrava una scena da film, dove la protagonista si accorge di aver sbagliato.
Ok, ma dov’erano le telecamere e i copioni, e soprattutto dov’era il mio fottutissimo caffè post ripresa?
Semplice, non c’erano, perché quello non era un fottuto film e io non ero la bella protagonista capace di perdonare il coglione di turno solamente dopo una scena simile.
“Vuoi il mio perdono giusto?”
Dissi improvvisamente seria, guardando un punto fisso nel vuoto più totale.
“Si..”
Rispose il moro in un sussurro.
Bene, chiusi gli occhi mordendomi il labbro inferiore agitata.
“Allora innamorati di me e non farmi più stare così male”
 
 
*******
 
 
E dopo quella fatidica frase, il caro Gabriele era sparito da una settimana.
Faceva caldo e giugno non faceva che passare lentamente, facendomi crogiolare maledettamente nella malinconia.
Non facevo altro che bere tè freddo e mangiare biscotti.
E per aggiungere un altro fattore, molto positivo oserei dire, ero ingrassata di due chili.
Due chili in una settimana.
Stavo percorrendo una strada a senso unico verso la depressione amorosa.
E nonostante tutto avevo sempre quei due occhi marcati a fuoco nella memoria.
 
- Stop ! Dimentica
Uno sguardo che rompe il silenzio
Uno sguardo ha detto ciò che penso
Uno…uno guardo
Uno sguardo può durare un giorno
La partenza senza mai ritorno
Uno…uno sguardo
E tutto ciò che so te lo dirò
E tutto ciò che non sai dire spiega il mare
Sento qualcosa di grande più di questa città
E la bugia che rompe ogni silenzio
È la bugia che dico solo se non penso
Ti prego non fermarti proprio adesso
Perché dopo non so può -
 
Forse dovevo intendere la sua improvvisa sparizione come una specie di rinuncia ad avere il mio perdono.
D’altronde che aspettavo di ottenere chiedendogli di innamorarsi di me?
Gabriele era sempre così talmente strano.
A volte permaloso, a volte dolce, a volte pervertito, a volte simpatico e a volte assolutamente spaccone antipatico.
Non avrei mai dovuto innamorarmi forse..
Non avrei mai dovuto iniziare quello stupido patto più che altro.
Posai il bicchiere di tè freddo, vuoto, sul comodino e staccai il jack delle cuffie dal telefono, in tal mondo, la musica si espanse per tutta la stanza.
Mi alzai dal letto per poi andare in cucina.
Mi serviva altro tè.
Ormai vivevo solo di quello, una specie di droga.
Tè freddo a limone.
 
- STOP! DIMENTICA
QUESTO SILENZIO
NON VALE NEANCHE UNA PAROLA
Né UNA SOLA
E QUINDI…
STOP! DIMENTICA perché
TUTTO IL RESTO ANDRà DA Sé
DIMENTICA PERCHè
DIMENTICA PER ME-
 
Aprii il frigorifero e presi la bottiglia.
Il liquido ambrato  ondeggiava nella bottiglia ed emanava quasi un richiamo.
Bevimi. Bevimi.
Ok.. forse stavo diventando stupida.
Ed era sempre e solo colpa sua.
Rimisi la bottiglia in frigo e chiusi la porta di quest’ultimo pesantemente.
Dovevo reagire.
 
- Una storia grande come il mondo
Una storia lunga tutto il giorno
Una, una storia…
Una bugia di una parola sola
È la tua più affascinante storia
Una la tua storia -
 
Non potevo farmi buttare giù così facilmente.
Me l’ero ripromesso dopo che Marco mi aveva tradita.
Nessun ragazzo, nessuno, doveva avere la forza di farmi sentire uno schifo.
 
-STOP! DIMENTICA
QUESTO SILENZIO
NON VALE NEANCHE UNA PAROLA
Né UNA SOLA
E QUINDI…
STOP! DIMENTICA perché
TUTTO IL RESTO ANDRà DA Sé
DIMENTICA PERCHè
DIMENTICA PER ME-
 
Andai nella mia stanza infilando la prima cosa che trovai nell’armadio.
Che si rivelò essere dei vecchi jeans e una canotta.
Presi l’album da disegno e le cuffie.
Musica e disegno, con l’aggiunta del parco per stare un po’ al di fuori del mondo.
Per stare un po’ da sola per i fatti miei.
Doveva tornare tutto come una volta.
 
-STOP! DIMENTICA
QUESTO SILENZIO
NON VALE NEANCHE UNA PAROLA
Né UNA SOLA
E QUINDI…
STOP! DIMENTICA perché
TUTTO IL RESTO ANDRà DA Sé
DIMENTICA PERCHè
DIMENTICA PER ME -
 
Montaleni mi odiava.
Per lui non ero altro che una puttana da scopare quando e dove voleva.
Ma le cose dovevano cambiare.
Io  dovevo cambiare.
Dovevo cercare di non far più caso a lui.
Di non veder più niente in lui.
Dovevo dimenticarlo.
 
-E tutto ciò che so te lo dirò
E tutto ciò che non sai dire spiega il mare
Ti prego non fermarti proprio adesso
Perché dopo non si può.. –
 
E sapevo che sarebbe stato difficile, sapevo che ci sarebbe voluto tempo e un grande sforzo.
Lo sapevo ma dovevo comunque farlo.
Perché non potevo rassegnare la mia vita a un fallimento.
Uscii di casa già con le cuffie nelle orecchie e arrivata al parco non feci altro che sedermi sull’erba iniziando a guardarmi intorno.
Decidere cosa disegnare era sempre qualcosa di difficile.
E se chiudevo gli occhi riuscivo a rappresentare solo un paio di occhi verdi.
Era stato un po’ sciocco da parte mia pretendere di ricominciare da capo semplicemente prendendo un album da disegno e andando al parco.
 
-STOP! DIMENTICA
QUESTO SILENZIO
NON VALE NEANCHE UNA PAROLA
Né UNA SOLA
E QUINDI…
STOP! DIMENTICA perché
TUTTO IL RESTO ANDRà DA Sé
DIMENTICA PERCHè
DIMENTICA PER ME –
 
Sospirai appoggiando le spalle e la testa contro il tronco spigoloso di un albero.
Non era per niente comodo, ma era rilassante.
Restai per più di mezz’ora così.
Seduta a gambe stese, con le cuffie nelle orecchie a fissare i giochi di luce che i raggi del sole proiettavano attraverso i rami colmi di foglie.
E senza accorgermene mi addormentai, con una sola cosa in mente.
O meglio con due cose, che vedevo fottutamente nitide nella mia mente.
Quel colore verde quasi azzurro.
Quelle due pietre che Gabriele aveva al posto degli occhi.
 
-STOP! DIMENTICA…
NON VALE NEANCHE UNA PAROLA
Né UNA SOLA
E QUINDI…
STOP! DIMENTICA PERCHé
TUTTO IL RESTO ANDRà DA Sé
DIMENTICA PERCHè
DIMENTICA PER ME…
E QUINDI STOP! DIMENTICA.. - (*)


Nota (*): Stop! Dimentica, quarta canzone nell'album 'Nessuno è solo' di Tiziano Ferro.






 

 

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Il piacere appartiene al sole



  Angolo autrice

Scusate per l'assenza e per il ritardo. ç_ç
Era fondamentale che lo scrivessi, anche se è breve. t.t
Scusata ancora per i due mesi di attesa.

PS. Spero di non avervi deluso con questo capitolo. twt
PPS. Non mi uccidete, vi prego.

 

Risposta alle recensioni del capitolo precedente:
 

RISPONDERO' ALLE RECENSIONI DIRETTAMENTE DALLA FUNZIONE DI RISPOSTA, NON AVENDO TEMPO ORA DI SCRIVERE.

   
 
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