26/10/2012
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Prologo.
I was enchanted to meet you.
Come tutti i giorni, Blaine si incamminò verso Central Park con una busta di Starbucks in una mano e il cellulare nell’altra.
Cominciò a camminare velocemente, fino ad arrivare all’entrata, dove si fermò e prese un profondo respiro, come sempre.
Arrivò alla panchina che occupava tutti i giorni, situata strategicamente sotto ad una quercia, così da ripararlo dai raggi del sole nelle giornate più calde e dal vento nelle giornate autunnali, proprio come quella. Ma, da lontano, la trovò già occupata.
Camminò lentamente, pronto a vedere chi stesse occupando la sua panchina, ma quando ci trovò una coppia di adolescenti intenta a scambiarsi effusioni, decise di proseguire e cercare un’altra panchina – per quel giorno.
Poco più avanti ne trovò una – anch’essa sotto una quercia, ma con un panorama decisamente migliore – occupata da un ragazzo e il suo cestino per il pranzo.
Un’occasione per socializzare, si disse.
«Scusi, è occupato?» chiese avvicinandosi. «No, no, si sieda pure.» gli rispose l’altro, sfoderando un adorabile sorriso.
Restarono in silenzio, entrambi impegnati a mangiare il loro pranzo e a guardarsi attorno, quando il silenzio fu rotto da un telefono squillante.
Blaine continuò a mangiare, ma con movimenti più calmi e silenziosi, per non dar fastidio al ragazzo accanto a lui e, in fondo, anche per ascoltare ciò che diceva.
«No Rachel, non ci vengo stasera al karaoke. E non mi interessa cosa fa Brody, ho già deciso.» disse al telefono, tranquillo. «Non voglio conoscere i suoi amici! E – abbassò la voce – non mi interessa se ha un amico carino, lo conoscerò un’altra volta. E poi lo sai che non voglio uomini per un po’.»
Restò in silenzio, ascoltando quello che questa presunta Rachel gli stesse dicendo, annuendo come se potesse vederlo.
Blaine gli lanciò un’occhiata, per poi soffermarsi a guardarlo: il suo profilo, il modo in cui arrossiva leggermente sulle guance e sulla punta del naso, il suo sorriso imbarazzato e il modo in cui si guardava intorno furtivo, come se avesse paura che qualcuno potesse sentire ciò che diceva.
Era perfetto.
«Va bene, devo tornare al lavoro. Lo sai che Isabelle non sopporta i ritardatari. Ci vediamo a casa, ciao.»
Chiuse la chiamata, tirando un sospiro e voltandosi verso Blaine, soffermandosi a guardarlo.
«Tutto a posto?» chiese, accennando ad un sorriso.
«Come? – Blaine scosse la testa e arrossì, alquanto imbarazzato – Sì, certo, scusi. Mi ero incantato a guardare… il panorama.» disse, con un sorriso incerto.
«Ah, okay. Io devo andare, non voglio arrivare in ritardo.» disse, alzandosi in piedi e scrollando le briciole dai pantaloni.
«Sì – si alzò anche Blaine – Comunque piacere, mi chiamo Blaine.»
Porse la mano al ragazzo, che non esitò a stringere. «Kurt – sorrise – e non le dispiace se ci diamo del tu? Mi sento vecchio quando mi danno del lei.»
Blaine annuì, senza staccargli gli occhi di dosso.
«Allora ci si vede, Blaine.» sorrise e gli fece l’occhiolino, prima di voltarsi e allontanarsi velocemente.
«Ciao.» sussurrò Blaine, osservandolo fino a che non riuscì più a vederlo.
Angolo dell'Autrice
Ciaao!
Allora, mi ripresento s u questo fandom - e su questo account - dopo... abbastanza, diciamo.
E avevo quest'idea in testa da un po' e volevo ritornare a scrivere, quindi ho pensato: quale occasione migliore?
Ed eccomi qua, ho già scritto un paio di capitoli e non mi sembra tanto male ma qua il pubblico siete voi, no?
Detto questo me ne vado e aspetto qualche parere da parte vostre e in più vi volevo chiedere: vi piacerebbe il primo capitolo su Blaine o Kurt?
Li ho scritti entrambi e vanno pubblicati entrambi, vi chiedo solo in che ordine.
Adesso vado per davvero, a venerdì prossimo, ciao!
♥
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