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Autore: gin_chan_mt93    26/10/2012    2 recensioni
Tutti almeno una volta si sono trovati a scrivere i propri sentimenti su un pezzo di carta, ed Ellen è una di queste persone. E' il tipo di persona che esprime i suoi sentimenti mediante la scrittura. E' una storia delicata adatta a tutti.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Ciao a tutti, sono sempre io :) Stavolta mi cimento in una one-shot originale e delicata che spero possa entrarvi nel cuore e regalarvi un sorriso. Per farvi capire vi introdurrò brevemente i protagonisti in un incipit essenziale. Quindi vi lascio a questa lettura che spero vi piaccia :)
 
LA LETTERA SEGRETA
 
INCIPIT:
 
Ellen è una ragazza, come tante altre che ricordano ancora il sapore delle lettere scritte a mano che non arriverranno mai al destinatario: Peter. 
Lui, Peter è il solito ragazzo stronzo. Infanzia felice e vita felice, uno stuolo di ammiratrici a non finire e ai suoi occhi Ellen è solo una conoscente, una come tante altre.
Lei solare e riservata allo stesso tempo.
Lui egocentrico e sempre al centro dell'attenzione.
Ellen è sempre stata innamorata di lui, dal loro primo incontro, ma non gli ha mai confessato i suoi sentimenti.
Peter l'ha sempre vista come una delle tante amiche con cui è cresciuto, quasi un'ombra sbiadita della sua vita.
Un giorno, caso vuole, a metà quarto anno delle superiori, i professori decisero di cambiare la disposizione dei banchi in classe e come vicini di banco capitano proprio Ellen e Peter. 
Lei molto contenta, anche se non lo dava a vedere, si sedette nel suo nuovo posto e lui annoiato le porse la mano come simbolo di saluto.
Col passare del tempo i due diventarono amici, si conobbero e scherzarono.
Da un po' di tempo Ellen ha un segreto.
Peter non sa che da un po' di tempo Ellen scrive per lui delle lettere mai giunte a destinazione.
Un giorno però, capitò sempre per caso, la nostra cara Ellen lasciò sporgente nel suo sottobanco una delle sue tante lettere, l'ultima che aveva scritto. Questa cadde a terra, Peter se ne accorse e la raccolse.
Guardò il foglio con aria curiosa, Ellen tornò in classe e lui nascose ciò che aveva in mano dietro la schiena. Uscì fuori dalla classe e cercò un luogo isolato, la scala d'emergenza, e ritornò sulla sua scoperta. 
Curioso per natura l'aprì. E fu così che lesse le seguenti parole.
 
***
 
Caro P,
è l'ennesima lettera che ti scrivo. Non ti chiedo neanche come stai, perchè lo so benissimo. Anche io sto bene. Oggi come tante altre volte ti ho visto, il solito sorriso smagliante che fa sciogliere qualsiasi ragazza. I tuoi capelli scuri come la pece così morbidi e i tuoi occhi blu come il mare, sono uno splendido panorama.
Io a differenza tua sono una ragazza scialba, dalla personalità anonima, per nulla attraente che spicca troppo poco per essere notata. D'altra parte nemmeno io ho mai fatto un passo avanti per mettermi in mostra e urlare al mondo: "Ehi, io sono qui!"
No, non sono proprio il tipo.
Io però non sono qui, china su questo foglio con la penna in mano a scrivere di me quanto a parlare di noi, un noi che mai esisterà perchè sei attratto e circondato da persone al tuo stesso livello... e io non faccio parte di quel circolo esclusivo.
Voglio però raccontarti una cosa, anche se so che non leggerai mai queste mie parole.
Dal nostro primo incontro pensavo di non poterti mai parlare così come facciamo adesso. 
Tempo fa un tuo cenno di saluto significava la perdita di un battito del mio cuore e ora che parlo con te è tutto così meravigliosamente... bello. Sì, bello è il termine giusto.
E ora guardo alla mia vita e ti vedo presente finalmente. Dopo anni di attese eccoti qui, parte della mia quotidianità.
La prima volta che ti incontrai fu una giornata d'estate. Avevamo entrambe 13 anni.
Eravamo sulla spiaggia, ognuno col suo gruppo d'amici. 
Appena ti intravidi, tu girasti la testa proprio nella mia direzione e fu un colpo al cuore e allo stomaco: i miei occhi verdi incrociarono i tuoi occhi blu mare, il tempo di un battito di ciglia. I miei amici conoscevano qualcuno del tuo gruppo e vi invitarono. Fu quello il nostro primo incontro, il nostro primo contatto.
Non puoi capire il subbuglio che mi provocasti quel giorno. Una volta finita la giornata ci lasciammo con un semplice "ciao" e nient'altro.
Il giorno dopo sperai di incontrarti di nuovo, ma non fu così.
Il giorno dopo lo stesso, ma non arrivasti e così fino alla fine dell'estate. Avevo perso la speranza di vederti.
Non potevo certo immaginare di riincontrarti alle scuole superiori.
Ero terrorizzata all'idea di iniziare il liceo classico, ma la tensione si placò quando vidi qualche volto già conosciuto.
Parlai un po' con delle amiche di vecchia data, quando a un certo punto vidi la tua chioma attraversare lo spazio di fronte a me.
Tu ti voltasti nella mia direzione, i tuoi occhi blu così distinti e la tua mano che salutava qualcuno. All'inizio pensavo di essere io, visto che risposi al tuo cenno, ma tu già te ne andasti. Evidentemente quel saluto non era per me.
Era già tanto però sapere che tu andavi alla mia scuola, figurarsi poi sapere che eravamo finiti nella stessa classe.
In classe ormai il tuo nome era conosciuto e già avevi attirato l'attenzione di diverse ragazze. Io ero una delle tante, ma il mio caso era diverso... Io ero diversa, perchè ti conoscevo da più tempo. Mi sentivo un po' speciale per questo.
Sorridevi a tutte, anche a me e ogni volta perdevo l'equilibrio. Sei veramente splendido.
Sono passati quattro anni da allora e ancora mi ricordo tutto come se fosse stato ieri.
Ad ogni modo mai e po mai avrei pensato di finire così vicino a te. E questo mi solleva perchè non siamo più due estranei. Ora tu sai chi sono, mi salunti tutte le mattine e ci facciamo sempre quattro risate a lezione. Sei il sole che illumina il mio mattino, anche quando la pioggia fuori è forte.
Grazie per starmi accanto sempre, anche quando non ho voglia di sorridere, anche quando tutto va male. Grazie per essere te, anche se non riceverai mai la mia lettera.
 
TUA E.
 
***
 
Peter lesse la lettera e un sorriso gli si dipinse sul volto. Non aveva mai letto parole così profonde e mai nessuno si era ricordato di lui in modo così dettagliato come in quel momento. Ripiegò la lettera e si diresse in classe ed entrando trovò Ellen in preda al panico, che cercava qualcosa, senza però dare nell'occhio. 
Lui però sapeva. Sapeva quando la sua compagna era nervosa, agitata. Sapeva anche quale era l'oggetto della sua agitazione.
Peter nascose la lettera nella tasca posteriore dei jeans e si sedette facendo finta di niente. Ellen era tesissima e si capiva da come muoveva nervosamente la gamba.
<< Tutto bene? >> chiese Peter mantenendo il suo tono gentile, cercando con tutti i suoi sforzi di non far notare alla sua compagna che lui sapeva qualcosa.
<< No. >> disse Ellen sincera. Peter non se l'aspettava, pensava avrebbe inventato chissà quale scusa per nascondere la sua agitazione insolita.
<< Cos'è successo? >>
<< Ho perso una cosa importante. >> disse lei con voce un po' spezzata. Aveva paura che qualcuno scoprisse il suo segreto. Che qualcuno potesse prenderla in giro per quelle romanticherie a cui si lasciava abbandonare nei suoi momenti di solitudine.
<< Quanto importante? >> chiese Peter.
<< Tanto. Se non la ritrovo ce l'avrò con me stessa. >> rispose Ellen, la voce ancora tremante. Era agitatissima.
 
Suonò la campanella che indicava la fine di tutte le lezioni Tutti si fiondarono come al solito all'uscita, tranne Ellen. Lei sarebbe rimasta ancora un po' per cercare la lettera che aveva perduto, a costo di rivoltare l'aula.
Peter si fermò sulla soglia, dicendo ai suoi amici che aveva una faccenda da sbrigare prima di andare a casa e di non aspettarlo. Aspettò che la folla si dileguasse, prima di dirigersi in classe dove trovò una Ellen ancora completamente assorta nelle sue ricerche. Non aveva ancora sistemato le sue cose.
Quandò alzò la testa, Ellen sobbalzò. Non poteva certo aspettarsi di ritrovarsi con Peter in classe, da soli.
<< Cosa ci fai tu qui? >> disse Ellen, in preda al panico.
<< E' la stessa domanda che potrei fare a te. >> rispose Peter un po' provocatorio.
<< Sto cercando una cosa. Se devi fare qualcosa, falla. Non pensare a me. >> cercò di dire la ragazza cercando di mantenere la calma. Detto questo si rimise alla ricerca della lettera.
Peter toccò il foglio che aveva in tasca e decise di fare ciò che l'istinto gli suggeriva.
<< Cerchi questa per caso? >> disse lui di punto in bianco.
Ellen si voltò di scatto e non appena vide cosa aveva in mano Peter, il cuore le si fermò in gola, perdendo un battito. Per un istante il tempo si fermò.
Ellen sbiancò di fronte a quella scena, non sapendo cosa fare.
Peter la vide scioccata.
<< Come hai fatto ad averla? >> chiese Ellen, quasi assente.
<< L'ho trovata per caso sotto il tuo banco e per curiosità l'ho letta. Certo non avrei mai pensato al suo contenuto.>>
Ellen deglutì a queste affermazioni. La rabbia cominciò a salire, non per lui, ma per se stessa vista la sua disattenzione. Ora l'oggetto dei suoi sogni era venuto a conoscenza dei suoi pensieri. Cosa doveva fare?
<< Ridammela. >> disse lei senza battere ciglio. Era impassibile e ormai non c'era più nulla da fare. Tutto era stato svelato.
<< Perchè? >> chiese Peter, un po' divertito per la situazione che si era creata. Aveva la situazione in mano.
<< Perchè sono cose che non ti riguardano. >> 
<< Invece mi riguardano eccome. >> rispose lui compiaciuto . << Mi riguardano molto da vicino e vorrei ascoltare a voce quanto hai da dirmi. >>
<< Cosa dovrei dirti? >> disse Ellen guardandolo dritto negli occhi, facendo un passo verso di lui. << Dovrei dirti quello che già sai? Quello che non ho mai avuto il coraggio di dirti in questi anni? >> disse lei, gli occhi lucidi.
Peter rimase in silenzio ad ascoltarla.
<< Ridammi la lettera Peter. Tanto so che non ne sei felice. Mi spiace che tu l'abbia scoperto. >> disse lei, ormai le lacrime sull'orlo di uscire.
Peter le si avvicinò e le porse la lettera. Lei la prese, ma la lettera non scivolò dritta nelle sue mani. Peter la trattenne.
<< Chi ti ha detto che le tue parole non mi hanno reso felice? >> disse lui sorridendo.
Ellen alzò la testa e guardò lui così vicino a lei, incredula alle parole appena udite.
<< Cosa hai detto? >> disse lei, per paura di aver sentito male.
<< Ho detto che non ho mai detto che mi sono dispiaciute le tue parole, anzi. >> disse lui sempre sorridendo.
<< Non ho mai ricevuto parole così dolci. La tua lettera segreta mi ha scaldato il cuore, ti ringrazio. Sei diversa dalle altre. Le ragazze ormai sono tutte molto dirette e ciò che mi ha colpito è il fatto che esiste ancora qualcuno che scrive dei propri sentimenti su un foglio di carta. Mi spiace aver letto senza permesso la tua lettera, ma se non l'avessi trovata forse non sarei mai venuto a conoscenza dei tuoi sentimenti. Forse ora non sarei qui ad aspettarti per conoscerti meglio. >> Detto questo lasciò andare la lettera e fece un passo indietro lasciando spazio alla sua amica che stava andando in palla in quel momento, in preda a mille emozioni.
Peter sapeva benissimo cosa fare ed era convinto della scelta che stava per fare. 
<< Cosa intendi? >> disse Ellen un po' confusa.
<< Che potremmo provare ad uscire, e non come semplici compagni di banco o come semplici amici. >> disse Peter in tutta tranquillità.
Era serio nel dire questo. Era serio, perchè finora non era uscita con nessuna di sua volontà. Lui stava cercando qualcuno che lo colpisse e finalmente l'aveva trovata. Aveva trovato quella persona che con delle semplici parole era riuscita a scaldargli il cuore. 
Ellen spalancò gli occhi sentendo quelle parole, non sapeva cosa fare.
Era incredula e non sapeva se credere o meno a quelle parole.
Lo sguardo incerto di Ellen fece dire a Peter: << Sono serio quando dico che potremmo provare ad uscire. >> disse lui sorridendo. 
<< Potremmo partire da oggi pomeriggio. Hai da fare? Se non hai nulla da fare, usciamo ora a pranzo, offro io. >> 
Ellen disse di sì con un cenno del capo.
<< Bene allora ti aspetto. Su metti a posto la tua roba, andiamo. >> disse lui e la guardò.
Lei si mise subito a mettere a posto la sua roba, il cuore col battito accelerato, le orecchie in fiamme per l'emozione. Chi se l'aspettava? Per tutti questi anni era rimasta nel'anonimato ed ora era lì, che aveva ricevuto una proposta di uscita dal suo amato Peter. Non avrebbe mai pensato in questo esito. 
Si mise la cartella in spalla e Peter la lasciò uscire dall'aula. Fu così che per Ellen si realizzò un sogno, grazie a una delle sue lettere segrete.
 
Angolo di Gin
 
Sono contenta di questa breve storiella. E' cortissima ma a rileggerla mi viene un'emozione assurda. E' così delicata, molto differente da altre che ho scritto. Spero che vi sia piaciuta e che abbia scaldato il cuore anche a voi. Come al solito aspetto tanti commenti e consigli :) Detto questo ci vediamo per altri racconti sperando che continuerete a seguirmi! :)
  
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