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Autore: arashi17    26/10/2012    1 recensioni
-INTERROTTA-
Hai mai pensato alla morte? Adesso sei vivo e tra un secondo potresti non esserlo più. Ti ritrovi morto, senza più dover preoccuparti dei tuoi sogni, dei tuoi amici, della tua vita. Di cose che avresti dovuto fare e che ora non puoi più. E se venissi graziato da Dio? Se tu fossi un'anima pura e lui ti facesse "resuscitare" per un determinato periodo per realizzare i tuoi sogni, per poterlo rivedere, ma a delle condizioni estreme? Accetteresti? Forse si...
Spero apprezzerete, per me questa storia significa molto
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Jonghyun, Onew, Quasi tutti, Taemin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota: Ciao, eccomi qui con una nuova storia, prima di iniziare la lettura vorrei premettere alcune cose. I titoli dei capitoli sono le canzoni che mi hanno ispirata a scrivere, grazie al testo, alle melodie.. mi piacerebbe se mentre leggiate, ascoltiate in loop le canzoni ^^ 
Poi... Questa storia è raccontata da Seiko, racconta di tutti gli avvenimenti che avverranno ai vari personaggi. Spesso parlerà al maschile (leggendo capirete perché)
Infine, non è propriamente una slash poiché il protagonista maschile non è innamorato della persona in cui resuscita Seiko, ma continua ad esserlo di lei. Leggendo capirete. E ci sarà JongKey. Perché quei due si amano x°D Detto ciò a voi il primo capitolo, spero vi piaccia. Commentate

http://www.youtube.com/watch?v=wDdM6CrxuOU

PASSIONATE GOODBYE

1- The Last Gift



“Così è questa la morte? Ne abbiamo così timore da vivi, e invece è una sorta di liberazione dal peso dell’anima. È indolore. Muori e non senti nulla. Senti solo una leggera scia di sentimenti e ricordi abbandonarti piano piano. È piacevole a dire il vero. Sei così leggera… così diafana e pura. Un bimbo appena nato. Che stupidi che siamo ad averne paura. Poi però la paura ritorna. Perché ti rendi conto che non sei nel tuo corpo, ma sei solo uno spirito. Uno spirito che sta osservando la propria morte, e quella delle persone che gli hanno voluto bene. Ti rendi conto che quella libertà dura solo pochi istanti. Sei lì, non capisci bene dove, ad osservare il tuo corpo.
Ero distesa nella strada, ero sporca di polvere e sangue. Dio quanto sangue. Avevo gli occhi sgranati, vuoti. Un filo di sangue scorreva dalla mia bocca semiaperta. La mia maglia era strappata, ricoperta di quel rosso che tanto odiavo, i jeans nuovi? Brandelli. E le mie scarpe alte, con la mia borsa preferita erano state spazzate via a qualche metro da me. Sulla strada le strisce del mio sangue si inseguivano per circa 5-6 metri. E quell’auto non era più lì. Era corsa via, al massimo della velocità lasciandomi in fin di vita su quel pezzo di strada che poco a poco si popolava. La gente era inorridita da quella scena. I veicoli si fermavano per prestarmi soccorso, qualcuno si agitava al telefono chiamando ambulanza e polizia, altri osservavano. Volevo dire a tutte quelle persone che non si sarebbero dovute scomodare, l’ambulanza, non serviva. Ero morta. Non appena quella macchina di grossa cilindrata mi aveva colpita, avevo capito che non ce l’avrei fatta. Sentii un qualcosa in me spegnersi, come se qualcuno avesse staccato la spina dell’alimentatore di un pc e quello si fosse spento, senza più autonomia. Un colpo tanto fatale quanto improvviso che non mi diede il tempo nemmeno di chiudere gli occhi. Solo una cosa riuscii a fare. Pronunciare il suo nome.
Lui era immobile, vuoto, sul marciapiede subito dopo quella strada. Mi aspettava, ma non ero mai arrivata. Aveva visto tutto. Ed ora era incredulo. Poi improvvisamente si mosse, cominciò a correre verso quel corpo privo di anima, si lasciò crollare sulle ginocchia e con occhi sbarrati e pieni di lacrime sussurrò il mio nome. Poi più forte. Poi urlò. Urlò di nuovo. E di nuovo. Stringendomi forte tra quelle sue grandi braccia che amavo. Sporcandosi del mio sangue. Disperandosi come un pazzo. In attesa di una mia qualche risposta.
Quando l’ambulanza arrivò, un dottore mi guardò bene, toccò il mio polso e non sentì nulla. Disse che mi avrebbero portato ugualmente all’ospedale per vedere se si potesse fare anche la più piccola delle cose, forse lo disse per tranquillizzare il mio ragazzo che era sotto shock, non so, so solo che poi sussurrò che i miracoli non esistevano. Il mio decesso era accertato. Più che di me, si presero cura di lui. Era pietrificato. Pareva lui il morto. Poco dopo accorsero mamma, papà, altri miei parenti e Minho. Inutile dire che i miei genitori non fossero disperati e straziati. Minho invece era come bloccato sul ciglio della porta dell’obitorio. E stringeva i pugni. Lui era il mio migliore amico da ormai 7 anni. Era un fratello maggiore che stimavo e adoravo. Il fratello, che in quei pochi 19 anni di vita non avevo mai avuto. Poi vidi arrivare le mie amiche. Chiyo, Ayako e Kahori erano le mie compagne di classe, le mie compagne di uscite e shopping sfrenato per le vie di Tokyo dal primo anno di superiori. Vederle piangere accasciate a terra era struggente. Minho aveva abbracciato Ayako, dandole una spalla su cui sfogarsi anche perché era la sua ragazza da qualche mese. Ero così felice che quei due stessero insieme… Jonghyun arrivò di corsa, affannato e sudato. Lui invece, era il miglior amico del mio ragazzo. Mi guardò, strinse i pugni e si inginocchiò a terra, di fianco il letto tirando il pugno sinistro e maledicendo Dio come un assatanato. Mi voleva un gran bene, lui era l’unica persona al mondo che mi riuscisse a far ragionare dopo un litigio con Jinki. E alla fine riusciva sempre a farci far pace. Calmatosi un attimo chiese dove fosse Jinki e Chiyo gli rispose che lo avevano portato di sopra per tenerlo sotto cura. Mi baciò la fronte e corse dal suo amico.
Improvvisamente sentii un brivido. Mi voltai e qualcuno davanti a me mi sorrise.
-Chi è lei?- chiesi spontaneamente
-Molti mi chiamano Dio, ma ho tanti altri bei nomi-
-Sono in paradiso?-
-Una specie. Allora, com’è vedere questa scena?-
-Orrendo. Non volevo morire. Avevo tante cose da fare…-
-Lo so bene piccola Seiko. È per questo che voglio proporti una cosa-
-Cosa?-
-Posso farti ritornare in vita per un po’. Il tempo perfetto per realizzare i tuoi sogni-
-Sta dicendo sul serio? Potrei tornare lì da loro e da Jinki?-
-Si Seiko. Ma a delle condizioni-
-Accetto qualsiasi condizione! Non mi importa cosa sia! Mi basta un attimo! Voglio vedere il mio Jinki almeno un’ultima volta, viva! La prego mi rimandi indietro!-
-Calma bambina, e guarda sotto di te- osservai che la scena era cambiata. Non c’ero più io con i miei amici, ma un ragazzo. Un ragazzo con accanto solo una persona: un altro ragazzo con alcune fasciature, dai capelli scuri che seduto sulla sedia, gli stringeva una mano.
-Cosa è successo a quel ragazzo?- chiesi senza distogliere lo sguardo da lui.
-L’aereo su cui erano entrambi è precipitato poco prima di atterrare. Lui è in uno stato di coma profondo e l’altro per fortuna ha solo delle lesioni e il trauma-
-L’aereo schiantatosi pochi minuti fa?-
-Esatto-
-Qualcuno è morto?-
-I genitori del ragazzo in coma e altre sei persone- mi portai le mani davanti la bocca. Odiavo queste notizie.
-Cosa centro io con tutto questo?-
-Tu e lui avete avuto lo scontro nello stesso frangente di secondo, capita una volta ogni 10 anni qualcosa del genere. Mentre tu sei del tutto morta, lui sta lottando per non morire. Le sue funzioni celebrali sono ormai sopite, ma c’è una sola probabilità che possa risvegliarsi. Quella probabilità sei tu-
-Mi sta dicendo di “reincarnarmi” nel corpo di quel ragazzo?-
-Esatto. Avrai tutti i tuoi ricordi, ricorderai anche che sei morta e di aver parlato con me. In più avrai i ricordi e le emozioni di quel ragazzo. E dovrai abituarti al suo shock. Hai una missione Seiko: realizzare il tuo ed il suo sogno. E nessuno, specie chi è molto vicino a voi, dovrà sapere chi tu sia in realtà-
-E Jinki?-
-Tu non devi fare nulla. Se mai vi rincontrerete e costruirete un rapporto sta solo attenta a non rivelargli tutto. Spetta a lui, imparare ad amare qualcuno di così simile a se stesso. Allora, vuoi ancora accettare?-
Avevo paura. Non era così che me lo immaginavo. Ma volevo incontrarlo per un’ultima volta.
-Perché mi sta graziando così?-
-Perché tu e quel ragazzo che lotta per non morire, siete puri. E avete due sogni che realmente desiderate. Non posso oppormi neanche io, dinnanzi alle vostre volontà- sorrisi tenuamente.
-Spero di non deluderla-
-Non devi preoccuparti di me. Ma di loro. Ora va. Da adesso Seiko non esiste più. Adesso sei Lee Taemin. Chiudi gli occhi, lasciati andare e… fa del tuo meglio… Seiko-
-Hm…- mugolai improvvisamente. Corrucciai la fronte e sentii solo due cose: un gran male alla testa e qualcosa che mi stringeva la mano. Con sforzo dischiusi gli occhi. Una stanza bianca e azzurrina, la finestra semiaperta che faceva volare le tende bianche, un lieve profumo di fiori e poi lui. Il mio migliore amico mi stringeva la mano accovacciato su un lembo del letto.
-Hm…- riuscii a dire di nuovo. Perché non riuscivo a parlare?-
-…Ta… Taemin! Taemin sei sveglio?!? Come ti senti! Dottore, dottore Taemin si è risvegliato!- dalla sorpresa all’agitazione estrema. Quel ragazzo si agitò così tanto per la felicità che quasi mi fece girare la testa.
-Oh Taemin, credevo di averti perso per sempre!- disse piangendo. Doveva volermi davvero bene… arrivò il dottore e iniziò a visitarmi per diverso tempo facendo uscire il mio amico dalla stanza.
-Ragazzo mio, o questo è un miracolo, o tu disponi di una grande, immensa forza di volontà. Il tuo sistema nervoso era ormai morto. Non respiravi nemmeno. Poche ore e anche il tuo cuore avrebbe cessato di battere. E invece adesso… è tutto in ordine. Come se tu non fossi mai stato in coma. Sono felice- mi disse il dottore compiaciuto. In un certo senso, ero felice anche io. Finalmente riuscivo a parlare un po’ e gli chiesi dei miei genitori.
-Taemin… mi dispiace doverti dare questa notizia… ma loro purtroppo, non ce l’hanno fatta- mi dispiaceva per lui. Poi iniziai a piangere. O meglio, lui cominciò a lacrimare. Il suo corpo agiva da solo. Ma come dargli torto? Era rimasto solo. Ero, rimasto solo. Dopo qualche minuto quel ragazzo tornò dentro.
-Key- dissi automaticamente io. Mi venne in mente che “Key” era il suo soprannome, in realtà lui era Kim Kibum, aveva 21 anni ed era il mio migliore amico da quando ne aveva solo 8. Eravamo vicini di casa, lui abitava nel piano superiore al mio con i suoi genitori. Mi guardò teneramente e sorrise.
-Dimmi tutto Tae-
-Voglio fare un giro qui intorno-
-Ma non puoi…-
-Il dottore dice che sto bene. Per favore…- e fu così che con dolcezza e premura, Key mi scese dal letto e armato di pazienza e forza mi sorresse per tutto il tragitto.
-Torniamo indietro adesso… sarai stanco- mi disse dopo circa una mezz’ora.
-Arriviamo fino la fine del corridoio e torniamo-
-Come vuoi- e ci incamminammo, ma forse, avrei dovuto seguire il consiglio di quel ragazzo.
Ultima stanza a sinistra. La porta aperta. Seduto sul letto con la testa leggermente inclinata c’era lui. Jinki, che fissava il vuoto oltre la porta. Mi sentii male, volevo piangere, correre da lui, abbracciarlo e dirgli che lo amavo, eppure non mi muovevo nemmeno con lo sbattere delle palpebre. Il mio corpo non desiderava rincorrere uno sconosciuto. Un uomo per giunta. Si limitò a fermarsi a guardarlo.
-Jonghyun… ora io mi sveglio. Mi sveglio e mi ritrovo nel mio letto. Con lei che mi sta abbracciando ancora dormiente-
-Jinki…-
-Poi la guardo. È bella vero? Con quei suoi capelli lunghi. Oh… si è svegliata. Mi bacia e va a prepararmi la colazione. Come al solito scherziamo e ci avviamo verso le scuole-
-Jinki… per favore…-
-Appena finiscono le lezioni corro a prenderla. Lei non sa quando mi piace in divisa. È eccitante. Oggi andiamo in centro. Facciamo shopping. Mi sto divertendo come un matto con lei. Prendiamo un gelato enorme e ci facciamo foto-
-Torna in te ti scongiuro!-
-La sera è arrivata, torniamo da lei, mi cucina una cena squisita. I suoi non ci sono. Guardiamo un po’ un film e poi mi dice di volersi fare una doccia. Quando torna è ancora bagnata. E allora non resisto e la bacio. E facciamo l’amore. E le dico che la amo. Voglio sposarla. Voglio morire con lei. Oggi sono 9 anni che stiamo insieme. Ti ricordi come è iniziato tutto Jong? Non ci sopportavamo da piccoli. E poi ho perso una scommessa. E lei mi disse “visto che hai perso mettiti con me” aveva 10 anni. Era tutto uno scherzo… eppure… non ci siamo mai più lasciati…-
-Jinki. Basta adesso…-
-…No…-
-Jinki torna in te! Sii lucido ti prego!-
-NO JONGHYUN! NON DOVEVA MORIRE! NON DOVEVA FINIRE IN QUESTO MODO! È COLPA MIA! LEI NON DOVEVA MORIRE! AVEVA UN SOGNO! AVEVA SPERANZE! AVEVA SOLO 19 ANNI! NON DOVEVA AZZARDARSI A MORIRE!-
-JINKI CALMATI!-
-CALMARMI UN CORNO! LA RIVOGLIO! RIDATEMELA! NON ACCETTO CHE SIA MORTA! LEI è VIVA! PORTATEMELA INDIETRO! SEIKO TORNA QUI! SEIKO!!!-
Accorsero i medici per tentare di calmarlo. Quella porta si chiuse davanti a me, che continuavo a sentire le urla di Jinki. Incapace di piangere. Mi sentii scurare il cuore, avrei preferito non averlo visto.
-Andiamo…- sussurrai a Key
-Ho sentito che una ragazza è stata investita ed è morta a Shibuya. Credo fosse la fidanzata di quel ragazzo… povero lui…- a quelle parole la piaga che mi distruggeva il cuore, intensificò la profondità. “Quella ragazza è nel corpo del tuo amico” avrei voluto dirgli, ma continuai a camminare. Qualche giorno dopo fui dimesso e tornai a casa. Una casa che non conoscevo, a Toshima, e non a Shibuya, nel quartiere dove ero cresciuta con Jinki. Presi un respiro e varcai la soglia di casa: abbastanza grande, luminosa e accogliente, con un unico difetto, era vuota. Completamente priva di amore. Il mio corpo si mosse verso una stanza e aprì la porta osservandola: era la camera dei genitori di Taemin.
-Mamma… Papà…- le parole si strozzarono nella gola e iniziai a piangere. Mi accucciai a terra e ci restai tutto il giorno. Avevamo perso tutto e tutti. Anche se “eravamo” tornati in vita, era come se fossimo totalmente morti. 
























Nota 2: La scelta delle immagini... Jinki è sorridente, questo perché ho preferito mettere una foto che rappresentasse il Jinki dei ricordi di Seiko.  Taemin invece, ho scelto questa perché è bellissimo e nel suo sguardo, in quel sorriso accennato ci rivedo il velo di tristezza intriso a speranza della mia protagonista... 
Spero vi piaccia come storia. Non mi limiterò a raccontare come si evolverà la storia tra loro due, ma tutti i protagonisti avranno i loro capitoli. Ci tengo tanto davvero a questa storia e spero vivamente che la apprezziate... e che la commentiate, vorrei sapere cosa pensate, i vostri ragionamenti e le vostre critiche.. buona lettura <3 
Grace
   
 
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