C'è sempre stata nella tua mente, quella strana melodia. Fin dalla prima volta in cui vi siete visti - forse ritrovati. La rabbia con la quale si è introdotta nella tua mente è stata disumana e questo ti ha fatto distogliere lo sguardo, non sei riuscito a guardare il suo viso, tantomeno il suo corpo. 

E' entrata dentro di te e non sei più riuscito a liberartene, anche perché per liberarsi di un qualcosa ci vuole una grande forza di volontà e tu non ne sei mai stato affetto. Hai lasciato che ti possedesse e che si esponesse tramite le tue labbra, in quegli strani attimi in cui vi siete trovati faccia a faccia, corpo a corpo. Ed è proprio nei momenti in cui ti è vicino che la melodia si espande al punto di offuscarti la mente, d'essere percosso da leggiadri brividi lungo tutto il corpo, lungo le tue rosee e piene labbra. 

La sua mano è attorcigliata alla tua maglietta, di un colore biancasto e ricolma del tuo odore. E' leggermente tirata verso l'alto, lasciando un lembo di calda pelle a contatto con quella che è un'aria satura di ghiaccio. Le tue invece -di mani- sono strette in un pugno saldo che poggia le sue redini sulla legnosa superfice della porta, insieme a tutto il tuo corpo. Sai di averne combinata un'altra delle tue, ma quale delle tante non lo sai proprio, la tua mente è impegnata in altro - oltre che posseduta da quel fastidioso ronzio.

Avverti il calore del suo fiato sulle labbra, le quali non perdono l'attimo in cui infiammarsi e richiudersi in se stesse come un riccio. E' dannatamente caldo, pulito e fresco da avere l'opprimente sapore della foresta, di quella lunghissima estesa d'alberi e vegetazione; ne respiri l'aria pulita, ne assaggi le diverse categorie di frutta. E fissi le sue labbra mentre si muovono al rallentatore, immaginando di possederle e fare di loro una tua ragione di vita: sai di volerle mordere, tastare la loro consistenza. Le vorresti anche sul tuo collo, ti accorgi. No, non solo sul tuo collo... Le vorresti su di te e basta, senza il minimo contegno. Le osservi mentre vengono umettate da quella lingua, giocosa e bollente: censuri i tuoi pensieri su di essa, non trovando nemmeno la forza mentale per lasciare che si esprimano. E quella melodia ti rimbomba nelle tempie, nelle vene, strattonano le tue labbra in un formicolio piuttosto piacevole.

«Stiles?»

Segui il contorno delle sue labbra e della sua perfetta barba ruvida al tatto, fino ad arrivare ad incastonare le tue iridi alle sue, di un colore tale da farti quasi girare la testa. Le sue ciglia sono lunghe, nere e perfette; la pupilla è dilatata, piccola e colorata di carbonio. Subito dopo, è come buttarsi in acqua da uno scoglio alto dieci metri: sono blu, i suoi occhi, dipinti da miliardi di schizzi color grigio. Il mare è di un blu suadente - nel momento in cui la Luna vi si riflette dentro- ma quelle di Derek non sono acque chete ma migliaia di gocce incazzate col mondo che, una volta assieme, formano un crudele ammasso di ghiaccio. Nonostante la freddezza di quegli occhi, sai che dietro di essi vi si nascondono colori immaginabili: colori caldi, esotici, lussuriosi. 

Il suo corpo è a pochissimi millimetri dal tuo, mancherebbe un piccolo spostamento d'aria a farli combaciare e tale consapevolezza ti aumenta i battiti del cuore senza alcun controllo, fatto che il lupo non si lascierà certamente scappare. Il suo profumo -per di più- è talmente inebriante da farti divenire le gambe molli e preferisci non pensare alle conseguenze che suddetto fatto potrebbe causare. 

Continuano ad arrivarti falcate d'aria calda, le quali finiscono per essere assorbite dal tuo respiro, lasciandole entrare nel tuo corpo ed è un qualcosa di terribilmente intimo -  malinconicamente indiretto. 

«Sta' zitto.»

Un sussurro, un ordine. Ed è pienamente impensabile che tali parole fuoriescano dalle tue labbra, dato che fra i due -normalmente- è lui a doverle pronunciare. Il tuo sguardo vacilla nuovamente sulle labbra di lui - le quali si sono di colpo arrestate, anch'esse attonite. 

«Baciami...»

Quest'ultime si sono schiuse maggiormente, lasciandoti intravedere una porzione di denti assolutamente perfetti e bianchi. E' nel momento in cui vengono allargate in un sadico sorriso, che una delle tue infinite ed agognate domande riceve una risposta: affermativo, l'avverte anche lui.