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Autore: Raven Callen    27/10/2012    2 recensioni
"Sospiro pesantemente, continuando ad osservare fuori dalla finestra.
Osservo la strada da così tanto tempo che ormai dovrei aver bucato l’asfalto, tanta è l’intensità del mio sguardo.
Aspetto..."
L'amore per una persona non è l'unica cosa che può far soffrire.
Spesso anche la mancanza di un genitore può segnarti in maniera indelebile.
Lei lo sapeva bene..
Storia dedicata alla mia Sensei, Silvia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mike, Nuovo Personaggio, Zoey
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: A tutto reality - La vendetta dell'isola
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Storia dedicata a Silvia Galassi, la persona che mi ha insegnato tutto della nobile arte della scrittura.
E' grazie a lei che sono diventata quello che sono. 
Grazie, Si-chan, per tutto.
Non so che fine avrei fatto senza di te.




I wait to the postman, to bring me a letter..

 
 
Sospiro pesantemente, continuando ad osservare fuori dalla finestra.
Osservo la strada da così tanto tempo che ormai dovrei aver bucato l’asfalto, tanta è l’intensità del mio sguardo.
Aspetto...
- Zoey, vieni un momento?-
La voce di mia madre mi fa distogliere lo sguardo.
- Si, arrivo..-
Mi alzo dalla sedia e lascio a malincuore la mia camera.
 
 

Sospiro di nuovo.
Continuo a sospirare come se non sapessi fare altro.
E, in un certo qual modo, è proprio così.
Non posso fare altro, se non sospirare.
E aspettare.
La lista della spesa è stretta nella mia mano destra, sorrido gentilmente ai passanti.
Come se fosse tutto a posto.
Sono passati dieci anni da quella sera, e solo due dalla fine del reality.
È tutto come al solito, come lo è da dieci anni a questa parte.
Io sono sempre qui, e aspetto.
 





 
Mio padre se n’era andato in una piovosa serata di fine ottobre.
Ero scesa tutta contenta dalla mia stanza, e sorridevo felice.
Era una serata speciale, quella.
Non appena avevo posato i piedi sull’ultimo gradino della scala avevo sentito delle urla.
Sorpresa, mi ero nascosta dietro la porta della cucina.
I miei genitori stavano litigando furiosamente.
Per cosa non lo ricordo.
Non ricordo niente che non fosse il cuore che mi batteva forte, una strana sensazione che mi si agitava nel petto e tanta paura.
Perché litigavano? Cosa era successo?
Perché papà stava dicendo delle cose tanto brutte alla mamma?
Non li avevo mai sentiti litigare, per me era un’assoluta novità.
Non potevo sapere che quella non era che l’ennesima lite.
I miei genitori si erano sempre premurati di non farsi sentire da me.
Non potevo saperlo.
Fatto sta che, ad un tratto, mio padre era uscito dalla cucina come una furia e si era diretto verso l’ingresso.
Era uscito senza neanche vedermi, non si era accorto della mia presenza.
Avevo poi visto mia madre dirigersi verso la porta da cui papà era appena uscito.
L’insulto che stava per urlare le morì in gola, quando mi vide.
A me non importava.
Riuscivo solo a concentrarmi su ciò che avevo appena visto e non capivo.
Neanche mi ero accorta di stare piangendo.
 
 




 
Percorro la stradina lastricata fino al cancello di casa con una busta della spesa bella piena che tengo stretta al petto.
Ho comprato davvero tante cose, ma d’altronde il frigo era quasi vuoto.
Mi sono persino rimasti un paio di spiccioli che potrei tenere per me.
Appoggio un momento la busta sul muretto che delimita il mio piccolo giardino.
Estraggo quei pochi dollari che sono avanzati.
Sto racimolando un po’ di soldi per comprare un set da cucito che ho visto in una via del centro.
Con questi mi sarebbero rimasti solo due dollari da guadagnare.
Manca così poco per raggiungere la cifra che mi serve..
Con una smorfia rassegnata faccio scivolare il denaro nuovamente nel portafoglio di mia madre, che me lo aveva affidato per le compere.
Non importa. Davvero.
Non posso permettermi lussi, i soldi che abbiamo sono pochi.
Bisogna fare economia.
 


Family in crisis that only grows older..

 
 
Il campanello aveva suonato di nuovo.
Ero corsa io ad aprire, scendendo dalle braccia di mia madre.
Era tornato! Il mio papà era tornato!
Sapevo che non poteva essersene andato davvero!
Quando aprii la porta mi trovai davanti un bambino travestito da fantasma che mi chiedeva delle caramelle.
Dopotutto quella era la notte di Halloween..
Scappai in camera mia, piangendo.
Un po’ per la paura, un po’ per la delusione.
Non ricordo di aver mai pianto tanto come quella notte..
 


Why’d you have to go?
Why’d you have to go?
Why’d you have to go?

 
 
 
 
Da quel giorno mi venne chiesto di occuparmi anche di mia madre, oltre che di me stessa.
E io ci ho provato, ci ho provato davvero.
Ma come potevo? Io, che da quella sera, non seppi occuparmi nemmeno di me stessa.
Ho fatto quel che ho potuto.
Ma tu, papà, perché sei andato via?
Perché non sei tornato da tua figlia?
 
 

I dream of another you
One who never (never)
Leave me alone, to pick up the pieces.
Daddy to hold me, that’s what I needed

 
 
 
L’ho rivisto, poi, mio padre.
Subito dopo il reality.
È venuto da me, rientrando da quella porta che aveva varcato dieci anni prima.
Sorridente, amorevole.
Come lo avevo sempre sognato.
 

Daughter to father, Daughter to father
Tell me the truth,
Did you ever love me?!
Did you ever love me?

 
 
Gli ho chiuso la porta in faccia.
A tutto reality mi aveva insegnato a badare a me stessa.
Ad essere forte.
Mi ha insegnato a prendermi cura di me stessa.
Ora non ho più motivo di aspettare.
Mi sono stancata.
 
 

These are, these are
The confessions of a broken heart.

 
 
Avevo chiesto a Courtney, la ragazza ispanica che aveva partecipato alle precedenti stagioni, di aiutarmi.
Era stata gentile, ad acconsentire.
Avevo indetto una causa contro mio padre, avevo vinto.
Tra poco riceverò un assegno per il mio mantenimento, più gli arretrati.
Quell’uomo me li doveva.
È quell’assegno che aspetto. Quella busta.
Ancora poco e riuscirò a sorridere, regalando a mia madre quella vita che non abbiamo mai avuto.
Non saremo più costrette a tirare la cinghia per sopravvivere.
Finalmente riuscirò a respirare.
 


And I wait for the postman, to bring me a letter..

 
 
Risalendo in camera vedo un sms sul mio cellulare.
È di Mike.
Non sospiro più.
Ho smesso.
Adesso sto sorridendo.


Tutto sommato la mia vita va bene anche così..


 








Angolo del Corvo:


Eccomi qua, con una nuova ff.
La canzone, "Daughter to Father"  di Lindsay Lohan, mi ha commosso, e mi commuove ancora, nonostante l'abbia ascoltata 100000000 volte.
Mentre la canticchiavo, mi è venuta l'illuminazione.
Zoey mi sembrava il personaggio perfetto a cui associarla.
Ho pensato che, magari, quel suo chiedere sempre aiuto al povero Mike, non riuscire a cavarsela da sola, fosse dovuto ad un trauma infantile.
è un po' contorto (o più semplicemente è una stupidaggine) però volevo mettere questa mia idea su carta.
Questo è ciò che ne è venuto fuori.
Spero che vi piaccia.
Raven.

  
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