E COSI’ ZEUS
FU TROLLATO
Prendete una ragazza, una
di quelle normali. Una di quelle che non ha niente da fare e che nonostante
tutto preferisce ancora farsi i cazzi suoi.
L’avete presa? No, no, no.
Mettete giù quella sventola bionda. Ho detto normale, non divina. Sì. Sì,
quella va benissimo: la tuta extralarge che indossa fa proprio al caso nostro.
E gli occhiali ricavati dai fondi di bottiglia sono semplicemente perfetti.
Bene. Ora trascinatela con
voi nel luogo che vi ho detto prima e fate in modo di chiuderle la bocca. Se
continua a strillare così attirerà l’attenzione di troppi mortali.
Entrate in quel palazzo e
salite all’ultimo piano. Una volta lì, aspettateli.
Arrivarono litigando.
Non che questa sia una novità. Zeus, Poseidone e Ade litigano sempre,
per qualsiasi scemenza passi loro per il cervello.
Quel giorno era il turno dello charme.
Chi di loro aveva irretito più donne con la propria bellezza?
-Ma io, mi sembra logico- disse Ade tutto convinto. –Sono il fratello
maggiore-
Poseidone rise. –Starai scherzando, spero. E’ chiaro che sono io-
Il dio dei morti alzò minacciosamente una mano, pronto a
schiaffeggiare il fratello. –Non osare … -
Ma non completò la frase, perché Zeus si mise in mezzo, allontanandoli
per evitare una catastrofe di dimensioni epiche.
-Su, su- disse con tono pratico. –Calmatevi. Soprattutto tu,
Poseidone, dovresti saperlo che … -
Ade tirò un sospiro di sollievo. –Ecco, almeno uno che ragiona c’è!-
Ma Zeus lo contraddisse subito e poco ci mancò che Ade pestasse a
sangue il fratello.
-Sono il più bello. Io ho conquistato più donne. E sono cadute ai miei
piedi, non ho dovuto né pregarle né rapirle- gettò un’occhiata prima a
Poseidone e poi ad Ade, che digrignarono i denti.
Quando fecero per ribattere, un colpo di tosse li interruppe. Tutti e
tre si girarono e videro una ragazza legata e imbavagliata. Alle sue spalle
c’era un uomo, probabilmente quello che aveva tossito per attirare la loro
attenzione.
Zeus si fece avanti. –Mortale, cosa vuoi?- tuonò.
L’uomo si inchinò e costrinse la ragazza a fare lo stesso. –Divino
Zeus, ho portato questa femmina con me per aiutarvi a risolvere questa
contesa!-
Ade inarcò un sopracciglio. –Siamo capacissimi di risolvere la
situazione da soli. Come osi proporre … -
Ma il Re dei Cieli lo interruppe di nuovo. –No, aspetta. Mi sembra un
buona idea. Potremmo ricalcare il giudizio di Paride! - esclamò tutto contento.
–Toglile il bavaglio!-
L’uomo fece come gli era stato ordinato e non appena fu libera la
ragazza incominciò ad imprecare, dimostrandosi fine come uno scaricatore di
porto.
-Cosa cazzo ci faccio qui? Chi cazzo siete voi?- disse puntando un
dito verso i tre dèi, che ridacchiarono. Che caratterino.
-Ade-
-Poseidone-
-Io sono Zeus, tesoro- ammiccò il Re dei Cieli, beccandosi una
gomitata in pieno stomaco.
La ragazza si finse sorpresa. –Oh, cavolo, davvero? Come gli dèi dell’antica Grecia?- calcò perfidamente sulla
parola antica.
I tre non parvero cogliere l’ironia. –Come quelli, sì- dissero all’unisono.
–Qual è il tuo nome, piccola mortale?-
-Giulietta-
Poseidone avanzò di un passo, incuriosito. –Come quella di Romeo?-
domandò.
Lei scosse la testa. –No, come la macchina-
Ancora nessuno dei tre dèi capì la battuta.
Ci furono alcuni attimi di silenzio.
-Mi state dicendo che siete veramente Zeus, Poseidone e Ade?-
-Certamente- sorrise Zeus. –Avevi dubbi?-
-In realtà sì. Nei cartoni della Disney Zeus è un vecchio con la barba
bianca, Poseidone ha la coda di pesce, mentre Ade ha la pelle bluastra e i
capelli che si accendono e si spengono-
Ade rimase scioccato. –Com’è che sono i miei capelli?- balbettò.
-Si accendono e si spengono. Tipo interruttore. E poi ci sono i tuoi
aiutanti, Pena e Panico. Loro sì che
fanno ridere! Mica come l’umorismo di Zeus …. quello è proprio pessimo.-
Mentre Poseidone e Ade ridevano, Zeus impallidì. –Tu … come osi … -
-Sto dicendo la verità. E’ per questo che mi avete chiamata, no? Per
dire cosa penso. E lo sto facendo.-
-Questa mortale ha ragione, fratello. Se ci deve dare una mano, che lo
faccia senza dire falsità- si intromise Ade con un piccolo sorriso. Quella
mortale cominciava a piacergli.
Zeus sospirò. –E va bene. Dicci, mortale, chi di noi è il più bello? Chi
di noi ha conquistato più donne?-
Giulietta cercò di rimanere seria, ma i suoi sforzi furono vani. Fu
presa da un attacco di risa così acuto che per un attimo temette di soffocare.
Quando si fu calmata, guardò i tre dèi con le lacrime agli occhi. –No, fatemi
capire. State litigando per un’assurdità del genere?-
-Ovvio!- disse Poseidone.
-Hanno iniziato loro- si difese Ade.
-Saperlo è una cosa di vitale
importanza- precisò Zeus. –Perciò, procedi. Forza!-
Giulietta scosse la testa, incredula. –Okay. Dirò la verità. Non
conosco bene gli dèi greci, conosco le storie solo in modo superficiale, quindi
mi esprimerò su quello che so-
Non che la ragazza non fosse brava a parlare. Ma, cavolo, se era
prolissa. Prese a raccontare il rapimento di Persefone da parte di Ade, la
proposta di matrimonio di Poseidone ad Anfitrite e gli infiniti amori di Zeus.
Come se gli dèi non conoscessero le loro stesse azioni.
Quando concluse quel racconto infinito, i tre erano pressoché
addormentati. Dovette schioccare le dita più volte per richiamare la loro
attenzione.
-Bene, ho la risposta- annunciò.
Poseidone alzò le braccia al cielo. –Oh, Dio, ma allora esisti!-
Ade si limitò a rivolgerle una breve occhiata. Che si muovesse, aveva
anche altre cose da fare lui.
Zeus, invece, batté le mani. –Avanti, avanti, diccelo!-
-Io non ho scelto un solo vincitore, ma due. E sono Ade e Poseidone-
Seguirono cinque minuti di silenzio. Mille emozioni passarono sul
volto di Zeus, che alla fine esplose in un urlo che fece tremare il cielo.
-Come sarebbe a dire!- strillò.
Giulietta rimase impassibile. –Beh, è la popolarità. La storia di Ade
e Persefone è famosissima, ogni ragazza ci ha fantasticato sopra almeno una
volta. E poi Poseidone. Insomma, è il dio del mare. Tutte le ragazze in bikini
se le becca lui-
E fu così che Zeus fu trollato.
Note:
Sì, dopo questo sclero ci sono anche delle note.
Ripeto, questa storia non ha senso! Non so nemmeno perché la sto
mettendo!
Se mi state leggendo, vi ringrazio. Se non mi avete mai letta,
piacere. Se mi conoscete già, scusatemi per non aver risposto alle vostre
recensioni/ recensito le vostre storie. Sono impegnatissima, tra scuola e
scuola guida (ho l’esame mercoledì) il tempo per scrivere si riduce in modo
drastico.
Perciò, bando alle ciance, mi eclisso e vado a mangiare!
Alla prossima!
Baci,
Aelle