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Autore: Emera96    27/10/2012    6 recensioni
Una notte, un incubo e un urlo lacerante.
Katniss che cerca Peeta, ma non trova le sue braccia a proteggerla dalle sue paure.
E una bambina, la piccola Jennifer, che cerca di prendere il posto del padre, con tenerezza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'amore è dare senza chiedere.



piccolo spazio autrice:

Purtroppo per voi, ho una voglia matta di scrivere.
E questa penso sia la cosa più dolce che mi sia venuta in mente.
Spero che vi piaccia e spero di non deludere nessuno.
Buona lettura :)









Pov Jennifer (figlia di Katniss e Peeta).




Plin. Plin. Plin. Plin.
La pioggia non riesce a farmi dormire, anche se non l'ho mai temuta.
Ho sempre creduto di essere un po' strana: insomma, quale bambina di appena dieci anni non corre tra le braccia di sua madre in lacrime solo sentendo un tuono? Quale bambina della mia età riesce ad affrontare la morte, a parlarne senza dover usare ridicoli giri di parole come 'se n'è andato' o anche 'adesso è in cielo' ? Davvero non capisco. E' come se fossi una minuscola mosca bianca, piccola e che viene soffiata via dal vento, in una marea di mosche nere, grandi e con strani pungiglioni velenosi.

Plin. Plin. Plin. Plin.
Se scavo a fondo so benissimo il motivo della mia diversità: quando i tuoi genitori sono gli Innamorati Sventurati, nonchè vincitori di due edizioni dei Giochi, la morte sembra quasi essere parte della famiglia. E' brutto da dire, e non è stato facile capirlo e vedermelo spiegare, ma riesci ad abituarti anche a cose del genere. Assorbi tutto come una spugna, tutte le informazioni, le mezze verità, le cose non dette, le esperienze vissute in bilico tra finzione e realtà, tra vita e morte. E' naturale.

Plin. Plin. Plin. Plin.
Cerco di voltarmi, stringendo a me la perla, irridiscente nella notte fonda, conoscendone il significato e aggrappandomi disperatamente a essa. Mamma dice sempre che è stata quella perla a portarla indietro, da Papà. Che questa minuscola, insignificante perla bianca, è stata la speranza che ha fatto sussultare il suo cuore. E' una gran cosa, l'amore. Ne parlano sempre, i grandi, anche senza usare le parole. Come la mia maestra, che ha da poco perso il marito. Basta guardarla a fondo, per capire che un pezzo di lei non potrà mai più tornare. Che anche lei è tormentata dagli incubi, come Mamma.

- No, Prim! NO! -

Questa volta è un urlo lacerante a squarciare l'aria.
Seppur scossa, aspetto quel movimento impercettibile, segno che mio padre si è avvicinato a mia madre, per abbracciarla.
Anche gli abbracci sono una grande cosa. Ma almeno questi, possono essere raccontati anche da chi non è ancora 'grande', come me.
Il silenzio che appesantisce l'aria mi fa intuire qualcosa di spaventoso e quasi banale: mio padre è uscito, forse a causa di qualche flashback.

- Ma come fai a vivere così? -

In molti mi hanno fatto questa domanda, anche quando ero troppo piccola e inconsapevole per rispondere. Eppure la mia risposta, semplice e a suo modo toccante, è sempre riuscita a stupire gli adulti, così convinti in qualche cosa strappalacrime che avrebbe fatto arricciare i loro nasi e incurvare le loro labbra in un sorriso triste.

- Vi aspettate che io dica che essere figlia di Katniss e Peeta sia stato difficile? No, non lo dirò mai perchè io sono fiera di loro. Sono fiera degli incubi di mia madre e dei flashback che rendono mio padre così spaventoso. E sapete perchè? Perchè sono la dimostrazione che non c'è niente di cattivo in loro. Che loro non sono due assassini spietati, che hanno ucciso per puro piacere. No, loro sono umani, loro sono pieni di sensi di colpi. Ed io sono assolutamente fiera di essere loro figlia. -

- PRIM! PRIM! NO, NO! -

Senza pensare, mi alzo in fretta dal letto e corro verso quello di mia madre.
E' buffa, Mamma. Ancora qualche anno e anche io potrei essere più grande di lei. Ed è strano pensare che lei che è così piccola è riuscita a fare cose così grandi. 
E' la prima volta che mio padre non c'è, è stata una questione di minuti, sono certa che tra pochi secondi anche lui sarà qui, e che ci racchiuderà in un abbraccio.
Mi sento come se fossi io il genitore, mentre mi avvicino a Mamma, battendole piano un colpetto sulla spalla per svegliarla, senza creare pasticci.
Lei si alza, gli occhi grigi gonfi di pianto, le rughe che le solcano il viso, e le fanno un'espressione terrorizzata in viso. Come se adesso, lei fosse la bimba da consolare.

- Mamma, svegliati. -
- Peeta.. -
- No, Mamma sono io. Sono Jennifer, svegliati. - le ripeto, dolcemente.


Vedo i suoi occhi schiudersi e non appena mi riconosce nell'oscurità, cerca di mantenere un'espressione tranquilla.
Ma, come suo solito da quando ho memoria, sono i suoi occhi a tradirla, anche nel buio più profondo.

- Tesoro, che ci fai qui? -
- E' questo che facciamo noi Mellark. -
- Cosa, scricciolo? -
- Ci proteggiamo a vicenda. - 


E come se richiamato dalle sue stesse parole, mio padre si avvicina al letto, a carponi.
Ed è quando sussurra nelle nostre orecchie, piano piano - Restate con me - che all'unisono, ad una sola voce, io e mia mamma, tra le lacrime, rispondiamo:

- Sempre. -













Spazio autrice:

Non fate domande.
Non so che cacchio sia questa..cosa.
Frutto della stanchezza e di quintali di dolcezza repressa.
Enjoy it!

Ps. Alla mia scheletrina, Schels.
   
 
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