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Autore: Kessi    28/10/2012    2 recensioni
Non si accorse nemmeno di aver cominciato a piangere se non quando sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia.
“Ehi” disse una voce familiare.
Lei sussultò, affrettandosi ad asciugarsi le lacrime col dorso della mano, cercando di cancellarne ogni traccia.
“Mer, stai bene?”
[Ambientata nella 9 stagione, SPOILER!]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alex Karev, Derek Sheperd, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
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going at home

 

 

A Seattle era già buio da un po’, il tempo era freddo e come sempre pioveva, eppure in ospedale c’era un caldo confortevole, piacevole. Era come stare in una bolla di perfezione ed uscire da quelle mura, sarebbe stato come uscire nel mondo reale che era troppo spaventoso. E Meredith non voleva uscire, voleva rimanere in quella bolla di perfezione. Sospirò. Avrebbe aspettato Derek e poi sarebbero tornati a casa insieme, nella loro casa perfetta.
Finì di compilare velocemente una delle tante cartelle del giorno, poi passò da un paziente del post operatorio per controllarlo, dopodiché si diresse al nido.
Sorrise, vedendo sua figlia giocare con gli altri bambini e divertirsi. Non appena Zola la vide, lasciò da parte una bambola che teneva in mano e le corse incontro “Mamma!”.
“Ehi piccola” la prese in braccio e la abbracciò, stringendola forte a sé, come se avesse paura di perderla, come se avesse potuto perdere anche lei. “Ti sei divertita oggi?”.
La bambina annuì velocemente e Meredith sorrise. Non era ancora capace a parlare, sapeva dire solo qualche parola, ma ogni volta che la chiamava mamma, il cuore le si riempiva.
“Adesso andiamo a casa, okay?”.
Con sua figlia in braccio, si diresse agli spogliatoi, dove si tolse il camice blu e sospirò. Molte cose erano cambiate. Ora lei era uno strutturato, era un medico vero, non più uno specializzando. Era un medico, un chirurgo ed era dannatamente brava, una delle migliori. Richard Webber le diceva che stava seguendo le orme di sua madre, e nei suoi occhi leggeva sempre l’orgoglio che l’uomo provava nei suoi confronti. È vero, ora lei era un chirurgo, ma aveva perso sua sorella, in un dannato incidente aereo. Avrebbe voluto che lei fosse lì ora …. Sarebbe stata la migliore specializzanda del suo anno e sarebbe diventata anche lei un eccellente chirurgo. Era sua sorella e avevano potuto trascorrere davvero poco tempo insieme. E ora, ora che non c’era più, le mancava terribilmente. E Mark era morto.
Meredith continuava a ripetersi che almeno loro due si erano ritrovati in un possibile paradiso e che ora erano felici insieme ma non ci riusciva, perché da un po’ di tempo tutto le sembrava dannatamente sbagliato, come se il mondo girasse al contrario. E Derek … Suo marito, l’amore della sua vita, aveva un problema alla mano. Suo marito, uno dei migliori neurochirurghi del paese, avrebbe potuto non operare più ed era costretto a insegnare a degli specializzandi troppo disinteressati e incompetenti. Prima Meredith poteva parlare della sua giornata, di quei grandiosi interventi che aveva eseguito, di come si sentiva Dio col bisturi in mano, mentre ora doveva far attenzione a quello che diceva perché avrebbe potuto ferirlo, fare stare male. Inoltre la sua migliore amica, la compagna della sua anima, la sua persona, si trovava in un’altra città, a miglia di distanza da lei e non potevano parlarsi se non attraverso lo schermo di un iPad o di un computer. Le mancava e aveva bisogno di lei in momenti come questi, ora più che mai.
Non si accorse nemmeno di aver cominciato a piangere se non quando sentì una lacrima scivolarle lungo la guancia.
“Ehi” disse una voce familiare.
Lei sussultò, affrettandosi ad asciugarsi le lacrime col dorso della mano, cercando di cancellarne ogni traccia.
“Mer, stai bene?” le chiese Alex, sedendosi accanto a lei.
Scosse la testa, facendo un cenno negativo. Non voleva sembrare debole, ma non riuscì a trattenere i singhiozzi che le scuotevano il corpo.
Alex Karev non disse nulla, si limitò a cingerle goffamente le spalle col braccio e a consolare la sua amica, l’unica persona che le era rimasta.
Quando Meredith sembrò calmarsi, la guardò “Ho perso una paziente, oggi” le disse di improvviso “Era una ragazza di 17 anni, allegra ed intelligente. Non aveva grandi problemi e invece l’ho persa. Per tutto il tempo, ho pensato a Lexie perché quella ragazzina chiacchierona ed intelligente me la ricordava. Manca anche a me, manca a tutti noi. E noi non stiamo bene, è cambiato tutto, fa tutto schifo, Mer. Ma noi siamo vivi”
La ragazza la guardò accennando un sorriso debole “Grazie”.
Alex alzò le spalle, poi salutò Zola, scompigliandole i capelli “Ci vediamo domani”.
“Okay”.
Meredith prese sua figlia in braccio ed uscì dallo spogliatoio, trovando Derek ad aspettarla.
“Ciao” le disse, sorridendole.
“Ciao”.
“Zola, vieni da papà” prese in braccio la figlia, dandole un bacio sulla fronte, poi guardò sua moglie “Stai bene?”
“Sì” rispose lei “Ora sto bene.”
L’uomo annuì, poco convinto ma non voleva indagare, gliene avrebbe parlato quando sarebbe stata pronta.
Baciò sua moglie velocemente, poi la prese per mano “Andiamo a casa”. Meredith in quell0istante si sentì bene, sentì calore dentro di sé. Sapeva che solo Derek poteva farla sentire così, protetta e al sicuro da ogni pericolo. Con una sola frase, era riuscita a farla stare meglio.
Uscirono dall’ospedale, nelle strade della città piovosa. Le luci dei palazzi illuminavano la via, rendendo la notte un po’ meno buia.
Sarebbero andati a casa, nella loro casa perfetta ed accogliente, lasciando al di fuori ogni tipo di problema. Stava andando a casa sua, con sua marito e con sua figlia, con la sua famiglia e per il momento, questo le bastava.
Per il momento era senza pensieri.


Breve fic su Grey’s Anatomy, ambientata nella nona stagione.
Sono i possibili pensieri di Meredith dopo l’incidente aereo avvenuto nel finale dell’ottava stagione.
Scritta di getto, senza pretese.
Mi farebbe piacere una recensione, anche piccola.
Franci.
  
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