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Autore: violanassi    28/10/2012    1 recensioni
Loro stavano nascendo di nuovo.
Stavano vivendo.
Stavano vivendo per la prima volta delle loro vite uguali.
Si sentivano sé stessi.
Liberi da catene, costrizioni, impedimenti di pensiero.
Liberi.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Dai, sediamoci qui! La sabbia è sofficissima!-
Heather si era staccata dal resto del gruppo e si era messa a correre sulla spiaggia perdendo il controllo, con i capelli biondi che si muovevano sinuosi attorno a lei, creandole come uno schermo protettivo color dell'oro.
Gli altri ragazzi e ragazze continuavano a camminare, chi più lentamente e chi più velocemente; in testa al gruppo marciava Lia che chiacchierava infervorata con Christopher gesticolando come una matta, come era solita fare. Scarlett ed Emily si trovavano subito dietro di lei che le facevano il verso con gesti esagerati accompagnati dalle risate di tutti, tranne che quelle della diretta interessata, troppo immersa nel suo assurdo discorso per accongersene e prestar loro attenzione.
Giunsero davanti ad un basso muretto in pietra che conduceva alla spiaggia più vicina e si fermarono tutti a guardare il mare.
Tutti, tranne Heather che si era messa a rincorrere a piedi nudi le onde, tutto ad un tratto era tornata bambina.
Erano lì, in piedi, tutti allineati sul muretto come una fila di soldatini, in un silenzio religioso ad ammirare sorpresi quella distesa scrosciante d'acqua salata che si imponeva davanti a loro.
-E'...è grosso.-
La più piccina, Beth, nonchè sorella di Scarlett, era rimasta a bocca aperta, con le braccia distese lungo i fianchi, come se fosse stata paralizzata. Aveva persino fatto cadere il cestino da pic-nik che teneva in mano, facendo così rotolare la maggior parte del contenuto dul pavimento in pietra, qualche panino cadde nella sabbia affondando dentro e riempendosi di granelli dorati.
-Non è grosso, scricciola, è enorme!
Vincent, un ragazzone con la cresta, era tanto affascinato e incuriosito quanto la bambina.
Beh...sì, quel gruppo di adolescenti apparentemente come tanti altri non aveva mai visto il mare.
Il mare, proprio il mare, quello spiazzo infinito dalle sfumature blu, verdi e azzurre, che svela cento segreti e ne cela altri mille.
Si erano tolti le scarpe, senza mai staccare i loro sguardi dal paesaggio che li circondava.
Tranne Scarlett e Thomas, il suo ragazzo, che, presi dal romanticismo del sole che buttava il suo bagliore sull'acqua facendola risplendere in modi quasi magico, si erano andati a sistemare su degli scogli più lontani, senza curarsi dei granelli fastdiosi che si insinuavano nelle loro scarpe. Per loro erano persino piacevoli, una sensazione nuova, che li faceva sentire ancora più parte integrante del paesaggio fenomenale in cui si trovavano. In quel momento c'erano soltanto loro due, la brezza che solleticava loro i capelli, e quell'angolo di felicità che sembrava essere stato creato esclusivamente per farli stare maledettamente bene, anche solo per un pomerggio.
Per far dimenticare loro tutto.
Perché in realtà, non si trovavano lì per pura curiosità o per sperimentare cose nuove.
Erano lì a causa dellla malattia di Beth; una grave forma d'ansia, decretata incurabile dai medici più qualificati ai quali la piccola aveva fatto visita, e sicuramente l'aria inquinata e...chiusa di una metropoli come Chicago non aiutava, non aiutava per niente.
Ed eccolì lì, lì dove non si sarebbero mai immaginati di essere, cullati dalla brezza calda di una delle innumerevoli spiagge di Boston, felici come non mai, e vicini l'uno all'altro come non lo erano mai stati.
Per un passante qualsiasi, come un uomo con un buffo basco giallo che passeggiava lì vicino, quegli otto adolescenti come tanti altri potevano essere soltanto ragazzi normali che si divertivano tutti insieme, alcuni rincorrendo le onde e bagnandosi lievemente i piedi, come per esempio stavano facendo Beth e Chris, incantati dalla freschezza delle onde leggere che producevano un rumore deciso ma al contempo quasi come un canto melodioso, oppure come Vincent, Emily e Lia, che ridendo come pazzi, si stavano tirando addosso conchiglie multicolore, per poi raccoglierle e infilarle tutte scrupolosamente in una busta di plastica, con l'intento di portarle infine a casa.
Ma quell'uomo, come tutte le altre persone che passeggiavano sul lungomare dipinto dal tramonto di arancione e sfumature di rosa, non poteva sbagliarsi di più.
Loro non si stavano divertendo tutti insieme, come avrebbero potuto fare tanti altri, magari dopo una giornata pesante passata fra scuola e studio.
Non stavano solamente passando un pomeriggio spensierato e contemporaneamente dedicato ad aiutare la dolce Beth.
Loro stavano nascendo di nuovo.
Stavano vivendo.
Stavano vivendo per la prima volta delle loro vite uguali.
Si sentivano sé stessi.
Liberi da catene, costrizioni, impedimenti di pensiero.
Liberi.
Liberi, come suonava bene quella parola per loro, in quel momento.
Liberi come probabilmente non sarebbero quasi mai più stati, confinati da un impegno o un altro nella città in cui erano nati e cresciuti e che non avevano praticamente mai abbandonato.
Ma tutti e otto in piedi sulla battigia, intenti ad osservare il sole che pian piano tramontava quasi accarezzando le onde leggere, credettero fermamente di avere tutto ciò di cui avevano bisogno: la loro felicità.



Viola's corner:
...Sono viva!
Devo ammettere che scrivere mi è mancato, mi è mancato eccome.
Ma eccomi di nuovo qui :) (chi te l'ha chiesto? lol)
Beh, niente, questa shot è stata scritta una manciata di mesi fa ma si è persa tra le innumerevoli note del mio iPod, per poi vedere la luce in questo piovosissimo pomeriggio di fine ottobre.
Questa storia è dedicata alla mia Rossella, alias Makingthesamemistakes qui su EFP. Spero tu sia contenta, donnah ♥
Grazie mille a tutti coloro che leggeranno, e soprattutto a chi recensirà, un parere è sempre più che ben accetto! ^^
Alloa prossima,
Viola, alias Beth
   
 
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