Titolo: Life line
Autrice: Puffoletta
Tempo: Sesta
stagione, da
collocarsi dopo Gone
Paring: spike e Buffy.
Spero
che vi
piaccia. Ci ho messo l’anima e tutta la buona
volontà per scriverla.
Life line
Capitolo primo: Just because
you’re paranoid
Freddo. Dentro di me.
Sopra di me.
Un letto. Non si riposa. Baciami. Toccami. Fammi sentire. VIVA.
Spike
continuò a baciarla su tutto
il corpo, sebbene dormisse profondamente. Gli piaceva guardarla
dormire,
emanava… delicatezza.
Continuò a
tracciare disegni senza
senso sul braccio della ragazza con la punta del dito. Era la decima
notte.
Dieci giorni che.
Stavano insieme.
Dieci giorni che
Buffy veniva da
lui per cercare conforto; e lo trovava, sì che lo trovava.
Spike non poteva
essere più
contento di così: lui amava lei e lei amava lui. Perfetto.
Mentre la sua mente
vagava serena
tra il mare di ricordi degli ultimi giorni, sentì un gemito.
Guardò
Buffy, che ancora dormiva,
fare una smorfia e raggomitolarsi ancora di più tra le
coperte. Aveva freddo.
Di colpo il vampiro
si rese conto
che i loro corpi erano ancora incastrati e che la sua pelle fredda era
appoggiata a quella calda della sua amante.
Mentre si alzava
cercò di muoversi
con cautela cercando di non farla svegliare, e quando si
staccò completamente
da lei vide che la sua espressione tornava rilassata.
Spike si diresse
verso il frigobar
e ne estrasse una bustina di sangue, ficcandosela tra i denti.
Buffy aprì
gli occhi, ancora mezza
addormentata e si girò dall’altra parte del letto,
alla ricerca del corpo di
Spike.
Non lo
trovò accanto a se, bensì
in piedi dall’altra parte della cripta davanti al frigo.
Eccolo lì,
con i suoi muscoli marmorei
e il viso pallido ornato da quegli occhi blu come il mare.
Non si era accorto
che si fosse
svegliata; meglio così: le piaceva osservarlo senza essere
osservata a sua
volta.
Lo vide succhiare
avidamente il
sangue nella bustina. Come al solito.
Se Spike pensava che
non l’avesse
notato, si sbagliava di grosso.
Ogni volta che
facevano sesso,
prima beveva intere bustine di sangue. Tutte le notti. E anche dopo,
appena si
svegliava. Poi tornava da lei e l’accarezzava, con le sue
mani diventate
tiepide.
“Lo
fa per sfamare la sua fame…”
“Cosa
intendi dire?”
“Non
ti ricordi? Ora lui può farti del male… e te lo
farebbe se prima
non bevesse… Ti squarterebbe la carne…”
“Non
è vero.”
“Vuoi
negarlo persino a me? Io sono una parte di te… e
capisco”
“Cosa
capisci?”
“Che
è un animale. E tu sei la padrona. Puoi giocarci come ti
pare e
piace. Ma se non lo nutri… l’animale finisce per
mangiare te.”
“No!”
Il respiro affannoso
di Buffy fece
voltare il vampiro, che l’accolse con un sorriso affettuoso:-
Ben svegliata.-
Disse buttando la
bustina vuota e
rimettendosi sotto le coperte.
-Dormito bene?-
La giovane, ancora
sottosopra
rispose con un mugolio assonnato e Spike le accarezzò
dolcemente la guancia; la
sua pelle era quasi della stessa temperatura di un essere umano e
questo
compiacque Buffy, che, sebbene amasse quel tocco gelido, si sentiva
più
protetta. Più normale. Più umana.
“Io
sono un essere umano come chiunque altro!”
“Dai,
Buffy, sai benissimo che non è vero! Lui riesce a colpirti,
ma
solo te. Gli altri umani sono ancora irraggiungibili per lui. Sei tu
che sei
sbagliata. Fai bene a cercare di sentirti più
umana… ma non ci riuscirai mai.”
Spike le
sussurrò malizioso
nell’orecchio:- Oggi sono dieci giorni…-
-Cosa?- disse lei
allontanandosi
dalle sue preoccupazioni
-Sono dieci giorni
che stiamo
insieme.-
-Ah. Già.-
Rispose lei con tono
neutro. Non voleva che lui si illudesse troppo; lei provava qualcosa,
ma non
voleva ammetterlo.
Lui parlava di amore,
ma lei aveva
paura: tutti quelli che l’avrebbero dovuta amare si stavano
allontanando da
lei, troppo indaffarati con le loro vite, e la persona che aveva gioito
nello
scoprire di poterla colpire adesso le baciava la spalla, completamente
perso
nella loro relazione.
Ma se lei gli avesse
rivelato cosa
provava per lui? Che, malgrado lo trattasse male, lei lo amava?
L’avrebbe
considerata un obiettivo
raggiunto e messa in disparte, alle prese con una nuova conquista.
Buffy era
assolutamente convinta di ciò, ed era per questo che si
ostinava a trattare
freddamente il vampiro.
Spike rimase sorpreso
dalla
risposta della ragazza, ma non si scoraggiò:- Pensavo
che… adesso è ufficiale,
perciò noi potremmo…-
Balbettò
lui, insicuro
-Cosa?- Disse Buffy,
temendo di
capire
-Beh…
pensavo che potessimo dirlo
ai tuoi amici, ormai.-
Buffy si
allontanò immediatamente
dal vampiro; non ci voleva neanche pensare, a dirlo ai suoi amici. Non
avrebbero capito.
Spike doveva essere
solo suo, di
nessun altro… una cosa che potesse amare solo lei. Se lo
avesse detto, le
opzioni erano due: la prima era che i suoi amici si scandalizzassero
così tanto
da allontanarsi ulteriormente da lei.
La seconda era meno
probabile, ma
faceva rabbrividire Buffy: forse invece la banda avrebbe accettato
Spike, che
sarebbe diventato uno di loro, uno che non potesse capirla.
-Preferisco aspettare
ancora un
pochino.- mentì perciò per non farlo arrabbiare.
Lui infatti le
sorrise e disse:-
Va bene. Ancora un po’.-
*******
Erano passati venti
giorni esatti
da quella bugia. Buffy aveva continuato a mentire al suo amante,
facendogli
credere che presto sarebbero usciti allo scoperto.
Adesso si stava
dirigendo per
l’ennesima volta verso quella cripta, ma era preoccupata:
quella scusa non
avrebbe retto ancora a lungo.
Arrivata davanti alla
morta di
pietra fece un respiro profondo, ma ancora insicura rimase
lì a pensare.
Aveva
un’enorme voglia di vederlo,
non riusciva più a farne a meno, ma temeva la sua reazione:
ogni volta che
stavano insieme, Buffy riusciva a scorgere negli occhi di lui un sempre
più
spesso velo di impazienza. Non perdeva mai il controllo, era sempre
dolce e
appassionato, ma era pur sempre un vampiro. Un vampiro con il libero
arbitrio
su di lei.
“Suvvia Buffy! Perché tante storie? Se
cerca di farti del male tu gli
ficchi un paletto nel cuore e tutto si risolve. Anche tu sai
difenderti, l’hai
dimenticato? ”
La parte di lei che
era una
Cacciatrice risvegliava il proprio orgoglio e la spingeva a non temere
niente.
Così
spinse la porta ed entrò.
Quello che si
ritrovò davanti fu
uno situazione insolita: Spike aveva tirato a lucido la sua cripta.
Sul piccolo mobiletto
che di
solito ospitava la scassatissima televisione
c’erano decine di candele accese; accanto al letto Spike
aveva messo una
bottiglia di liquore con due piccoli bicchieri e l’odore
stantio era vagamente
diminuito per lasciare spazio a un delicato profumo di rose.
Dando un
‘ulteriore occhiata al
letto, Buffy si accorse che vi erano stati sparsi petali di rose rosse.
La ragazza dovette
ammettere che
Spike quando si metteva d’impegno ci sapeva fare.
Poi dalla cantina
sbucò Spike, che
doveva averla sentita arrivare.
Buffy rimase senza
parole: davanti
a lui non c’era il solito Spike con la vecchia giacca di
pelle che la osservava
sempre con fare malizioso, ma un’altra persona. La prima cosa
che Buffy notò fu
l’abbigliamento: indossava una camicia nera, molto elegante,
con le maniche
raggomitolate sui gomiti e leggermente sbottonata. I pantaloni erano
sempre gli
stessi, come pure gli anfibi neri, che comunque erano un tantino
più puliti. La
sua espressione non era sorpresa e felice come ogni volta che la vedeva
sulla
soglia della sua dimora, ma determinata e premurosa; aveva organizzato
tutto
con molta cura. Abbassando lo sguardo prima inchiodato sulla sua
espressione,
Buffy notò una rosa rossa che Spike si rigirava tra le mani.
Si
avvicinò e gliela porse,
studiando la sua espressione.
-Cosa succede?-
Chiese Buffy. Un
po’ troppo acida, pensò dopo, e cercò
di moderare il tono:- Cioè… è
bellissimo,
ma.- Disse accettando la rosa e usando una voce più
tranquilla.
-Oggi è un
grande giorno.- La
interruppe lui:- Sono trenta giorni che stiamo insieme.-
Il mondo le
crollò addosso. Sapeva
che questo giorno sarebbe arrivato. Il giorno in cui lui
l’avrebbe presa troppo
sul serio, e poi dopo aver consumato il loro amore, si sarebbe stufato
di lei.
Buffy aveva cercato
in tutti i
modi di rimandare questo giorno il più possibile, ma era
evidente che lui aveva
fatto tutto il contrario
-Oh.-
riuscì a dire solamente
questo, ma Spike non si scompose e continuò:-
Così avevo pensato di… fare
qualcosa di speciale.-
“Sentito
Buffy? Vuole fare qualcosa di speciale.”
“e
cosa dovrei fare?”
“assecondalo.
Fai del tuo meglio. Più sarai brava più tardi si
stancherà di te”
“Ma…”
“Fallo
gridare!!!!”
*******
“Ottimo lavoro.”
“Cosa?”
“Sei
stata molto brava, vedrai che non ti abbandonerà
presto”
“Cosa
ho fatto?”
“Hai
accettato il suo invito e ci avete dato dentro. Ti basta come
risposta?”
“Grazie.”
Buffy si
svegliò da quel breve
torpore che seguiva alle notti impegnative con Spike. Era raggomitolata
tra le
coperte porpora di quest’ultimo, con i suoi vestiti
sparpagliati per tutta la
stanza. Accanto a lei il vampiro dormiva profondamente… le
aveva sempre detto
che le notti con lei lo stremavano, pensò con un sorriso
“Stai
attenta… non gli dare troppo filo.”
Restò per
un po’ accoccolata sui
suoi pettorali, godendo sulla pelle fredda che le rinfrescava le guance
bollenti… almeno quando lui dormiva poteva rivelare i suoi
veri sentimenti
senza paura di essere scoperta.
Dopo un
po’si alzò e senza
preoccuparsi di rivestirsi dette una sbirciatina fuori. Era notte
fonda. Poteva
restare con lui ancora qualche ora prima di dover tornare da Dawn. Si
voltò per
tornare sotto le coperte, ma si bloccò vedendo lo sguardo
affettuoso di Spike
puntato su di lei:- Ciao.- Sussurrò dolcemente
Lei
abbassò lo sguardo non per
vergogna, ma perché non riusciva a sopportare il fatto che
dovesse comportarsi
in questo modo per non perderlo.
Si rimise
frettolosamente sotto le
coperte con la speranza che esse la riparassero anche dai sensi di
colpa, ma
non ci riuscirono.
-Sai
pensavo…- iniziò lui -… che
adesso potremmo finalmente dirlo ai tuoi amici, ora che…
è ufficiale.-
Questa frase
smorzò il respiro
della ragazza; si era completamente dimenticata della
“dichiarazione”. Spike
non avrebbe sopportato ulteriormente un rifiuto, perciò
Buffy preferì non
rispondere e iniziò a rivestirsi velocemente.
Anche lui non
sembrava impaziente
di ricevere risposta e si alzò e si infilò
pantaloni e maglietta per dirigersi
verso il frigobar situato accanto alla parete opposta ed estrarne una
bustina
di sangue.
Buffy, intanto si era
rivestita e
iniziò a cercare le parole giuste per rifiutare la proposta.
-Vedi… io
preferirei aspettare
ancora un po’… per dire loro…-
Fu però
interrotta da un rumore
violento e secco: Spike aveva sbattuto con forza il piccolo
elettrodomestico.
-No!-
Gridò lui. – Mi sono stufato
di questa scusa, Buffy. E’ passato un mese; se non vuoi che i
tuoi amici lo
sappiano, dillo chiramente.-
-No è solo
che io…- cercò di dire
lei, ma si bloccò nel vedere i muscoli delle braccia
contratti dalla rabbia,
mentre le mani erano strette in un pugno.
Buffy lo
guardò intimorita:-
Spike…-
-Tu… tu
stai solo giocando con i
miei sentimenti… vuoi solo… sentirti
bene…- disse Spike mentre cercava di
contenere la propria rabbia.
Lei non
ribatté, ma restò a
guardarlo sentendosi sempre più indifesa, come si era
sentita quando si era
scontrata con la crudeltà delle parole di Angelus.
Il vampiro si
voltò verso la
parete e conficcò i denti della bustina piena di sangue.
Una goccia che cade a
terra. Gli
occhi cattivi di Spike. E solo quella goccia. E Buffy
scoppiò a piangere.
Lacrime di paura. Di tristezza. Perché la persona che amava
era in verità un
mostro che aveva bisogno di sangue per essere placato.
Perché anche lui si
infuriava con lei, incapace di
comprenderla.
Sentì,
oltre i singhiozzi che la
rabbia di Spike stava scemando e che lui si stava sedendo accanto a lei.
Smise di piangere e
cercò di ricacciare
indietro il groppo alla gola che minacciava di farla scoppiare in
lacrime da un
momento all’altro.
Spike le
accarezzò il braccio con
la pelle tiepida e le diede un bacio:- Scusami. Non avrei dovuto
comportarmi
così, è solo che… perché
non vuoi?-
Buffy lo
guardò negli occhi:
sembrava sinceramente dispiaciuto.
“E’ un animale! Non puoi stare con un
animale!!!”
“perché
prima mi hai detto di assecondarlo per non perderlo?”
“Ci
ha ingannate. Ci ha fatto credere di essere un umano. Di poterci
amare. Ma la verità è un’ altra, e
cioè che ci sta solo usando. Per i suoi
luridi desideri.”
Buffy
rabbrividì pensando a quello
che aveva fatto con lui… e Spike l’avesse fatto
solo per divertirsi? Non poteva
sopportarlo.
“Come
fai a dimostrarlo? Che è un animale?”
“Guardati
il braccio.”
La Cacciatrice si
osservò il
braccio, e vide delle piccole macchie di sangue lasciate delle labbra
di Spike.
Questa fu la goccia
che fece
traboccare il vaso: Buffy sentì il suo viso rigarsi
nuovamente dalle lacrime,
ma non ci badò.
Si alzò e
corse via della cripta,
cercando di allontanarsi il più possibile da Spike, che
però la rincorreva.
“Hai
visto? Che ti avevo detto? Primo o poi si sarebbe ribellato e ti
avrebbe fatto soffrire!”
“Perché
mi ha trattata così?!”
“Perché
è un animale!!! Uccidilo! Uccidilo!!!!”
“Si!”
Buffy si
fermò, e senza piangere
più si voltò verso il vampiro, decisa sul da
farsi.
Lui ci mise pochi
secondi a
raggiungerla; Buffy gli si avvicinò con uno sguardo glaciale
che si incrociò
con quello confuso di Spike.
-Buffy,
cosa…- Ma si bloccò alla
vista del paletto appuntito che la ragazza teneva in mano.
Indietreggiò
cauto, mettendosi le
mani davanti in un gesto di difesa:-Buffy… calmati ora.-
“Dai, Buffy… non vedi che è
spaventato? Attaccalo!”
Buffy si
buttò sul vampiro
facendolo cadere a terra, con il paletto a pochi centimetri dal petto
di lui.
Riusciva a vedere la
paura nei
suoi occhi blu, ma non si fermò e alzò la mano
armata per preparasi a colpire…
Spike
riuscì a fermare la punta di
legno appena in tempo e strapparla di mano alla Cacciatrice.
Buffy venne colta di
sorpresa e
Spike riuscì ad afferrarla e a liberarsi.
-Buffy, non ti voglio
fare del
male…- Sussurrò cercando di addolcirla.
In risposta lei
iniziò a colpirlo
di pugni, e lui si difendeva solamente, senza attaccarla.
“Continua
così, Buffy! Indeboliscilo e poi falla finita!”
Ma
all’ennesimo pugno il vampiro
sentì una scintilla riaccendersi dentro di sé e
reagì colpendola con forza.
-Mi sono stufato,
piccola!- Gridò
con rabbia bloccandole le braccia con una rigida stretta.
-Adesso ti fermi e te
ne vai a
casa. Ne riparleremo quando…-
Ma Buffy lo
colpì con la testa,
facendogli mollare la presa.
-Io non me ne vado da
qui! Voglio
ucciderti!-
-Mi dispiace, ma ho
il libero
arbitrio con te, bella mia! Ho cercato di farti meno male possibile, ma
se mi
costringi…- Disse lui colpendola con un calcio sullo stomaco.
Buffy cadde a terra,
dolorante:-
Sei… sei un animale!-
-Ah è di
questo che si parla
quindi! Io sarei un animale? Io sono un vampiro, anche con questo chip!
E tu
che sei? Un demone? NO! Un umano? Nemmeno!-
La prese per il
colletto della
maglia e la sollevò, prendendo a pugni quel volto delicato.
La lasciò cadere a
terra e si chinò per accarezzarle dolcemente i capelli
dorati:- smettiamola,
ok?-
Si alzò e
fece per andarsene, ma
Buffy, rialzatasi, lo colpì ed entrambi caddero, lei sopra
di lui.
-Non ci penso
nemmeno!-
Spike la spinse via e
si rialzò,
come pure lei:- Ma che hai sta sera? Sei impazzita?-
-Tu…tu…
sei un mostro!-
-E quali sarebbero le
motivazioni?- Disse lui con un ghigno
“Diglielo,
fallo contento. E dopo ammazzalo.”
-Tu…tu…
mi fai schifo! Perché ogni
volta che facciamo l’amore bevi il sangue??!!-
Era riuscita a
dirglielo in
faccia. Si era tolta un grande peso.
Spike sentendo quelle
parole si
fece cupo e chinò il capo. Buffy vide con paura che le sue
mani erano racchiuse
in due pugni tremanti di rabbia.
Anche la mascella era
contratta.
Passarono parecchi
lunghi secondi
prima che il vampiro parlasse.
-Beh, Buffy, pensavo
che l’avresti
capito…- Iniziò con tono lento e calmo, ma la sua
voce si fece sempre più
rabbiosa e simile ad un grido di rabbia.
-Pensavo che avresti
capito… che
lo facevo per non ficcarti dentro un affare freddo!!!!!-
A quelle crude parole
Buffy si
sentì paralizzata.
“Parole
dure, eh Buffy?”
“Stai
zitta.”
“Lo
faceva per te… per non ficcarti dentro
un…”
“Zitta!!!!”
Spike si
avvicinò a lei e la colpì
con un pugno, senza la minima reazione di lei.
-Tu vuoi sempre
risolvere le cose
facendo a pugni… una volta mi hai incolpato di questo, ma mi
sono accorto che
invece è quello che tu fai continuamente.-
L’accusò il vampiro.
Poi, vedendo le
lacrime sgorgare
sul suo volto da ragazzina si pentì di essere stato
così duro, e le tese la
mano in segno di riappacificazione.
Le sorrise
affettuoso:- Dai,
vieni.-
Proprio in quel
momento dagli
alberi circostanti venne lanciato un coltello, che colpì
spike in pieno petto.
Buffy, spaventata,
indietreggiò di
qualche passo, osservando l’espressione sofferente de Spike.
Lui, chino a terra,
si strappò il
coltello dal busto, rivelando una profonda ferita.
Alzò lo
sguardo verso Buffy e
dichiarò:- e’ avvelenato.-
Buffy rimase immobile
a fissarlo
senza correre in aiuto dell’amante che non riusciva neanche
ad alzarsi.
In quel momento
sbucarono dalla
direzione da cui proveniva il coltello due demoni dalle dimensioni
umane, ma
ricoperti da piccole squame marroni.
Non badarono a Buffy,
ma si
diressero subito verso l’uomo, incapace di difendersi.
Lo presero per le
braccia e fecero
per andarsene senza dire una parola.
Spike, sconvolto
guardò la
ragazza, chiedendo con lo sguardo un aiuto e dicendo in un flebile
sussurro:-Buffy…-
Ma lei rimase
immobile, senza fare
nulla, e gli occhi di Spike si velarono di incredulità.
E così i
due demoni portarono via
Spike, sotto lo sguardo deluso di lui e quello indifferente della
Cacciatrice.
FINE DEL PRIMO
CAPITOLO