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Autore: Ziggie    28/10/2012    2 recensioni
Samhain, la notte di ognissanti nella città della perdizione per eccellenza: Tortuga.
Che avranno da dirsi due dei capitani più carogna (per non usare termini più volgari) dei sette mari?!?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hector Barbossa, Nuovo Personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Spero di far contenti in molti con questa shot, tra le altre cose venuta in mente all'ennesima vista di potc3.
Il capitan Barbossa è tornato e insieme a lui, un altro grande pirata, Long John Silver :) ma non vi dico altro, a voi la lettura ^^                   

 


                                           Lame men tell no tales

 
Tortuga: si, ogni avventura, degna di definirsi tale, parte da qui, quando a condurla, sono alcuni dei capitani più spietati dei sette mari.

Pirati: il terrore dei mari, ma spugne inzuppate d'alcool a terra.

Per loro ogni motivo è valido per festeggiare e, la notte in questione, è quella più macabra dell'anno, la vigilia di ognissanti: Samhain.

Lampade ad olio, lanterne che illuminano le vie principali, mentre dai vicoli bui provengono i più svariati gemiti, spari e clangori di spade: la città della perdizione comanda sovrana.

Passi e tonfi sordi, ormai ne è abituato, dopo che ha preso la propria vendetta. Vendetta bramata e colta; vendetta, la sua nave.

Non più abiti composti, trucchi e parrucchi, con la marina aveva chiuso i battenti, ma come pirata e capirano, i suoi giorni non erano ancora finiti e, la sua protesi in legno non era abbastanza impregnata di salsedine, per lasciarsi alle spalle il profondo blu.

Un pappagallo gracchiò in un angolo poco illuminato della Sposa Devota: - Rum, rum - diceva, mentre il suo padrone alzava il boccale in direzione del vecchio capitano appena entrato.

- A quanto pare, suoni la mia stessa musica, da qualche tempo a questa parte - esclamò l'uomo seduto, con voce gracchiante, pari a quella del proprio animale.

- Una musica sempre migliore della tua, John -

- Te lo concedo, Hector - ridacchiò - questa vecchia amica scricchiola da troppo tempo, ormai -. Il vecchio pirata sorrise mellifluo ed afferrò un boccale da uno dei vassoi, che le cameriere stavano portando, senza farsi troppi problemi, era un vizietto che gli era sempre appartenuto quello di appropriarsi, come se nulla fosse, di qualsiasi cosa gli capitasse a tiro; era un pirata, dopotutto!

- Da pirata a pirata, da capitano a capitano, come hai fatto ad eliminare quel figlio di buonadonna di Barbanera? -

Barbossa sorseggiò lento il suo rum e sorrise lieve, guardando il collega di sottecchi - mio caro Silver, credevo sapessi che sono un uomo dalle mille risorse - fece sarcastico, evitando di tornare a quel capitolo della sua storia.

- Bando alle ciance, Hector. Si dice che il fantasma di Teach non trovi pace da quando tu e Sparrow lo avete beffato ed eliminato. Ricerca la sua nave e non avrà pace finchè non riotterrà la vendetta -.

- Fantasmi e anime dilaniate - sospirò alzando le spalle - questa vecchia carcassa è stanca di giocare con spettri e leggende. Per quanto mi riguarda, l'anima di Teach può considerarsi in pace, così come lo è la mia. Occhio per occhio, dente per dente. Lui ha distrutto la mia nave e la mia vita, io ho soltanto ricambiato il favore -.

- Il punto è che Teach non è mai stato umano, Hec! Come spieghi, la sua sopravvivenza all'attacco britannico, dopo tutte quelle ferite? -

- Non è l'unico ad aver conosciuto la morte, Johnny. Non credo possa vantarsi di averci scambiato parole amichevoli - commentò pacato, Barbossa.

Silver sospirò lento, mentre il suo pappagallo gracchiò appena. Sapeva di aver sbagliato interlocutore, non lo avrebbe intimorito e per cosa poi?!?! Ottenere risposte sul fatto che quanto era accaduto fosse vero? Aveva sbagliato tutto e non sarebbe stata la notte di Halloween e il menzionamento di qualche fantasma a far cambiare gli orizzonti di capitan Hector Barbossa.

                                                                                                                                     ***********

Una brezza soffiava pungente e tiepida. Le piume del cappello accompagnavano il vento e il molo ribatteva i tonfi sordi della protesi: knock, knock, di continuo.

- Finchè non vedo non ci credo o semplice curiosità? - commentò sarcastico il capitano avvicinandosi all'ombra nell'oscurità, che si reggeva ad una vecchia stampella malmessa.

- Volevo solo accertarmi che non fossero dicerie di taverna - tagliò corto l'altro, mentre il suo pappagallo batteva il becco, risuonando appena nel silenzio del molo.

- Non sono mai stato una diceria di taverna - bofonchiò Barbossa, stizzito.

- Così come non c'è alcun fantasma di Teach alle tue calcagna -.

- Non occorreva specificarlo, Johnny. So riconoscere un bluff - ridacchiò il vecchio pirata.

- Ed io che pensavo che eri troppo vecchio per farlo -.
 
  
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