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Autore: Amaranth17    28/10/2012    3 recensioni
Poi, giorno dopo giorno, quando la sua ossessione aveva cominciato a permeargli ogni angolo del corpo, ad occupargli i pensieri, a dare un senso alle sue giornate ed invadere di incubi le sue notti, Beyond si era dimenticato di quella data, aveva relegato A nel più remoto dei suoi ricordi.
Esisteva solo L, solo il desiderio bruciante di vederlo, incontrarlo, di essere lui.
Ogni giorno, come una febbre sempre più alta.
[shot sulla morte di A. il "nuovo personaggio" è lei. Logicamente, visto che viene citata solo una volta (forse un paio?) nel libro, negli elenchi non compare. ]
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri personaggi, Beyond Birthday
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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 Vetro e tempo spezzato


 




Non era difficile da immaginare che sarebbe arrivata a quel punto, lei. No, Beyond  lo sapeva sin dal principio, sin dal primo giorno che aveva visto la sua faccia.
Gli occhi di A, il suo volto.
La scritta bianca impressa sulla sua fronte.
All'inizio, solo all'inizio si era chiesto cosa sarebbe successo e, forse, nei suoi unici istanti umani si era domandato perché a lei toccasse un futuro dalla fine così vicina.
Aveva provato anche un leggero, quasi inconsistente sentimento di compassione verso A, che peró, in ogni caso, era stato tanto rapido per lasciare anche un'unica traccia del suo passaggio fra i pensieri di lui.
Poi, giorno dopo giorno, quando la sua ossessione aveva cominciato a permeargli ogni angolo del corpo, ad occupargli i pensieri, a dare un senso alle sue giornate ed invadere di incubi le sue notti, Beyond si era dimenticato di quella data, aveva relegato A nel più remoto dei suoi ricordi.
Esisteva solo L, solo il desiderio bruciante di vederlo, di incontrarlo, di essere lui.
Ogni giorno, come una febbre sempre più alta.
Lei era solo un mezzo, mentre L il suo obbiettivo, l'unica cosa reale della sua esistenza.
Impalpabile, irraggiungibile, invisibile sì, ma reale.
Non dormiva, non mangiava, non soffriva nemmeno: era tutto scomparso, inghiottito da quel riflesso che vedeva ogni giorno allo specchio, con l'unico fine di vederlo in tutto e per tutto identico alla sua mania.
Alla sua ossessione.
Alla sua adorata condanna di follia.
Ad L.

Ma come essere L?
Impossibile diventar chi già esiste, eppure dannatamente desiderabile. Quello sì, maledizione, era il punto di riflessione di ogni sera trascorsa all'istituto, di ogni notte passata insonne a rivolgere mente e corpo all'immagine, alla lettera associata all'uomo.
Al suo inconsistente carceriere.
Ignaro e sadico.


Una sera sentì un colpo provenire da una camera di fianco alla sua, alla Wammy's House. Era notte inoltrata, eppure nel dormiveglia in cui sempre si trovava a galleggiare, un po' abbracciato al sonno, un po' a quella realtà ossessionata che era la sua vita, percepì indistintamente quel lieve tonfo.
E fu quel rumore ad abbattere i muri dell'oblio, tutti sfracellati in un solo istante dalla consapevolezza del tempo.
Il tempo era venuto, giunto a strappare A alla vita, e la vita dalle vene della ragazza.

Così com'era, solo vestito di una maglia bianca a maniche lunghe che era stata di L e che solo con l'inganno era riuscito a sottrarre, si alzò dal letto ed uscì dalla stanza.
Era
certo che il detective sapesse del suo piccolo furto, e con orgoglio e perplessità aveva accettato di non essere stato smascherato; quasi si era convinto che lo stesso avesse voluto elargirlo di quel dono, a conferma del suo essere una copia perfetta.
Strinse con dita lunghe e sottili i lembi del tessuto candido come la neve, e solo il pensiero che colui del quale aveva assunto l'esatta essenza avesse compiuto gli stessi gesti lo fece rabbrividire di eccitazione.
Anche in un momento come quello.

Percorse rapido il poco tratto di corridoio che lo separava dalla camera di A e sostò sulla soglia, curioso riguardo a ciò che avrebbe trovato dall'altra parte; non riusciva ad immaginare come si sarebbe potuta uccidere una come lei.
Qualche cosa di teatrale, sicuramente.
Forse avrebbe dato fuoco addirittura a tutto l'istituto, per dare un addio scenico all'universo.
In ogni caso le sue elucubrazioni erano prive di importanza, dato che lo avrebbe scoperto entrò pochi istanti, abbassando quella maniglia.
Entrò.

Sul momento non riuscì a vedere nulla, né corde appese al soffitto, né siringhe, né fiamme, come se nessuno fosse presente, poi sentì un mugolio provenire da una parte del pavimento celata dal letto; fissando le coperte, notò delle macchie di sangue sul cuscino.
Sul rettangolo di pavimento nascosto giaceva A, tossendo: un rivolo di sangue le usciva dalla bocca, gli occhi erano stravolti dal dolore ed appannati dalle lacrime.
Beyond le si avvicinò, con i secondi che gocciavano via da quel viso uno dopo l'altro, in fretta.  

Il suo corpo accasciato sulle assi si muoveva, e le sue braccia le si avvolgevano attorno allo stomaco come fiammelle alla cera di una candela.
Beyond la sollevò, per poi appoggiarla sul letto, facendo soccorrere le mani sotto la schiena della ragazza e causandole, probabilmente, una scarica di dolore ancor più violenta delle precedenti.
Doveva essere caduta per le convulsioni, a giudicare dalle tracce rosse abbandonate dalla sua bocca sulla federa.

A continuava a mantenere gli occhi chiusi, con il corpo scosso da brividi e torsioni involontarie; sul suo comodino erano appoggiati piccoli pezzi di vetro, qualche puntina ed una graffetta a mo' di spiegazione.
Da qualche parte sotto il letto doveva esservi il fondo di un bicchiere rotto, ma B non lo trovò, anche dopo essersi chinato tanto da vedere dal basso le doghe scrostate.
Lei spalancò le palpebre all'improvviso, attirando l'attenzione del ragazzo: al loro interno albergava uno sguardo divorato dalla paura.

-Backu...-le morì il fiato in gola tossendo su quella sillaba del nome, e fu subito soffocata da un fiotto di sangue.
Sembrava che la camera fosse sospesa nel dolore, come se ogni centimetro d'aria fosse stato pervaso dalle lacrime e dai gemiti muti di A.
Beyond fissava quello sguardo abbagliato senza parlare, sapeva che nulla avrebbe potuto fare per invertire l'evoluzione di quella storia, con la parola fine che era già stata imposta dalle lancette di un orologio invisibile.
-...ckup. Ti prego...- tossì di nuovo con vibrazioni toraciche sempre più rapide e concitate -ucc... Cidimi... Più..- altra scarica di tosse- più velocemente.
Lo guardó implorante, poi spostò gli occhi verso un pezzo di vetro più grosso degli altri, affilato, appoggiato su un angolo del comodino.
-N...non rie...-tossì di nuovo, ed ancora, ancora-troppo...- Beyond sapeva bene di cosa stesse parlando.
Era il dolore ad essere troppo, gli stava chiedendo di sottrarla al caso, che per chissà quanti minuti ancora l'avrebbe lasciata in quello stato.
Rompere la clessidra, lasciar scivolare via la sabbia prima del tempo.
Doveva farlo lui.
B la fissò ancora per qualche istante, sentendo tutta la forza scivolargli via dalle braccia.
Non credeva di avere più sangue nelle vene, si perse per un istante ancora in quel viso pallido e scavato che gli stava di fronte, poi si decise.

Per la prima volta, per l'ultima volta, per l'unica di tutta la sua vita, le sue mani tremarono ad affondare una lama nella carne di un essere vivente.
Ora anche le vene di A perdevano sangue in fretta.

Beyond le appoggió la testa sul petto fino a che non sentì il suo respiro rimanerle imprigionato nei polmoni e poi dissolversi, senza che più parola uscisse dalle sue labbra.

Toccava a Beyond ora.
Era il suo turno di tremare.
Il suo turno di aver freddo.
Lui che era rimasto, per colpa di lei che non aveva retto.


Il suo viso era invaso da macchie di un rosso non suo, e la sua maglia era rovinata ed impiastricciata.
Appoggiò un bacio secco sui polsi lacerati della ragazza, invischiandosi le labbra di sangue: la pelle era già gelida, ma il braccio ebbe un piccolo singulto, forse l'ultimo guizzo dell'esistenza di A, per poi tornare immobile.
Rigido e finito.



















 

**Un Asterisco per l'autrice**

allooooora.... Buondì (o buona notte, dipende dai punti di vista, direi) non so cosa dire, ma non è una novità *fa circolini a terra col piede*

A l'ho immaginata come una ragazza, non ne so il motivo, ma visto che non è specificato nel libro, mi appello al libero arbitrio ^.^ Non so, ho titubato un po' prima di postarla, non ero sicura del risultato...

  
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