Axis Powers Hetalia, 'Szerelmeseinek' di Yume

Cenni storici necessari prima di leggere la fict.
La storia che state per leggere è ambientata in un preciso momento storico: la fine del conflitto tra Austria e Prussia (guerra dei sette anni, 1756 - 1763). Sia l’Austria che la Prussia non erano nelle condizioni economico-politiche ideali per continuare lo scontro e quindi firmarono il trattato di Hubertsburg (15 febbraio 1763) . A seguito degli accordi sottoscritti, la Prussia si vedeva riconfermata come stato sovrano nella sua integrità territoriale e manteneva il possesso della Slesia. L'Austria doveva abbandonare definitivamente ogni velleità di rientrare in possesso della Slesia, per la quale aveva speso ben sette anni di inutile guerra.

_Szerelmeseinek_

Gilbert chiuse la porta dietro di sé e si avviò verso l’uscita di quel palazzo che tanto disprezzava. Odiava quegli incontri diplomatici ai quali il suo superiore spesso lo obbligava a partecipare, soprattutto se doveva incontrare quell’aristocratico da strapazzo che proprio non sopportava. Roderich aveva una vita facile, e non aveva faticato per ottenerla. Passava le giornate nel suo palazzo sorseggiando tea importato e ascoltando musica classica suonata da grandi artisti, mentre lui doveva lottare ogni giorno per difendere il suo regno.
Era talmente nervoso e perso nel suoi pensieri che nemmeno si accorse del suo arrivo.
“Cosa ci fai tu qui?” Domandò la ragazza, portando istintivamente la mano sul fodero della spada.
Gilbert sospirò, girandosi lentamente.
“Tranquilla, sono venuto fin qui per firmare un trattato di pace, non per uccidere il damerino.” Sbuffò.
“Un trattato di pace?” Domandò Elisabeta, incredula. Lentamente rilassò ogni muscolo del suo corpo e lasciò scendere sul fianco il braccio pronto in posizione da difesa.
“Si. Il mio superiore ha deciso che in questo periodo difficoltoso, stipulare una pace è la mossa migliore per entrambi i regni.” Spiegò. “Io personalmente avrei continuato a lottare... Sono sicuro che in poco tempo avremmo conquistato tutti i vostri territori!” Aggiunse con il solito tono arrogante.
“A me non sembra proprio, sbruffone! Il vostro esercito non è così intelligente da sfondare la nostra difesa.” Rispose lei, sorridendo. “Il regno di Prussia è potente e aggressivo, ma il nostro impero ha un gran cuore e per questo non può essere sconfitto da voi barbari!”
“Tsk… Il vostro impero… L’Austria gioca a fare la guerra, ma lascia il compito di difendere i suoi territori a voi ungheresi.” Detto questo poggiò delicatamente una mano sulla guancia della ragazza che si irrigidì per quel contatto inaspettato. “Guardati, Elisabeta… Il tuo volto è sciupato! Ogni volta che ci incontriamo in battaglia molti nostri soldati muoiono, il popolo soffre per questa guerra… Non posso sopportare il pensiero di quel bastardo aristocratico seduto su una comoda poltrona mentre la mia gente muore sola e dimenticata! Tu… Tu riesci a sopportarlo?”
La ragazza chiuse gli occhi e sospirò.
“Non siamo più bambini, Gilbert. L’Ungheria è uno stato forte, ma ho bisogno dell’alleanza austriaca! Lo sai benissimo che Roderich…”
“No, non aggiungere altro!” Sbottò il ragazzo, tirando un pugno alla candida parete. Restò in silenzio per qualche secondo, evitando lo sguardo della sua più potente nemica.
“Perché non ti allei con me?” Domandò, in un sospiro.
“Gilbert, non mi sembra il caso di…”
“Tu hai sempre preferito lui! Dimmi, lo ami ancora? Come puoi concederti ad un uomo che disprezza te e il tuo popolo?” L’albino prese la castana per le spalle. “Come puoi guardarti allo specchio sapendo quello che sta passando il tuo popolo per colpa di quell’uomo?”
La castana abbassò lo sguardo. Le palpebre si fecero pesanti, e gli occhi gonfi di lacrime si chiusero lentamente. Come poteva rispondere a quelle domande così dolorose?
Una lacrima riuscì a scappare, rigando le sue guancie e scoraggiando l’impetuosità dell’albino che lasciò andare la presa. Si girò con l’intento di andarsene una volta per tutte da quel palazzo, ma lei lo fermò.
“Gilbert… Io lo so che il mio popolo mi odierà per questo, ma… Non posso abbandonarlo dopo tutto quello che ha fatto per il mio paese.” Confessò, lasciandosi sfuggire altri singhiozzi.
Non era da lei mostrarsi così debole, così donna. Era per questo che aveva paura della compagnia del ragazzo: lui riusciva sempre a penetrare nel suo cuore, in un modo o nell’altro.
“Elisabeta, ora i nostri regni sono in pace. Ma io ho dei motivi per odiare quell’uomo, e se decidi di rimanere al suo fianco non mostrerò pietà nei tuoi confronti. Se torneremo in guerra, io vi sconfiggerò. Non costringermi ad ucciderti.”
E dettò questo riprese a camminare a passo lento, lasciandosi alle spalle la ragazza. Solo quando anche l’ombra del ragazzo sparì dalla sua vista, lei crollò a terra stremata.
Le lacrime, simili ad un fiume in piena sgorgavano abbondanti dai suoi occhi, e le sue braccia così forti in battaglia tremavano, incapaci di sostenere il peso delle sue colpe.
“Gilbert, perdonami…”

Non è sempre facile seguire la via indicata dall’amore.. A volte è meno faticoso restare fermi in disparte ad ammirare il frutto desiderato, senza coglierlo mai dall’albero. Due amanti che si amano, spesso possono odiarsi. Due amanti che si amano, spesso riescono a ferirsi solo con uno sguardo. Due amanti che si amano, spesso non si ameranno mai.

NdA
Altra storia deprimente! :D Lo so, la maggior parte delle mie storie sono così.. Spero vi sia piaciuta comunque! Altra coppia che adoro, altra coppia destinata a non stare insieme.. Vi ho già detto che amo le Angst?
Su su, commentate!! Voglio sapere se anche voi amate questa coppia! ;)