La palestra. L'unico posto in cui poteva chiudersi per ore senza essere 

disturbata. Aveva passato metà della sua vita ad allenarsi lì, quel posto dove 

si sentiva protetta, dove poteva sfogarsi senza dover parlare, ma semplicemente 

tirando pugni ad un sacco. E in quell'esatto momento stava scaricando tutte le 

sue emozioni. Rabbia, paura, delusione, tristezza e tutto ciò per via di una 

foto, ma non una semplice foto. La loro foto, quella che ritraeva lei con il 

suo unico grande Amore.

Lei è Nicole, una ragazza di 25 anni, estroversa e ribelle. Lo era 

dall'adolescenza, con i genitori non aveva mai avuto un buon rapporto e spesso 

veniva cacciata fuori casa, fin quando non trovò lavoro e iniziò a dividere un 

piccolo appartamento con una sua collega, chiudendo così ogni rapporto che 

aveva con la sua famiglia. 

Aveva sempre avuto il suo gruppo di amici, gli anni passarono, ma loro erano 

sempre insieme tra un casino e l'altro. Avevano visto reciprocamente i loro 

visi bagnati dalla delusione e dalla sofferenza, ma altrettanto allegri per la 

felicità. Erano una famiglia, ne avevano vissute di tutti i colori. 

Lei non credeva nell'amore e amava prendere in giro alcune amiche quando le 

vedeva innamorate, ma non sapeva ancora cosa avesse in serbo per lei il 

destino. Una sera d'estate di due anni fà, il caldo, la spiaggia, il falò, la 

musica ed uno sguardo. Nicole sentì il cuore fermassi, il cervello le era 

andato in fumo e sentiva uno strano calore prendere possesso del suo corpo. No, 

non era assolutamente il caldo, ma quei due occhi che la guardavano con 

intensità. Insieme ai suoi amici decise di unirsi a quel gruppo dove c'era anche la persona di cui era rimasta colpita. 

-Piacere Nicole- sorrise.

-Piacere mio, Elena. ricambiò il sorriso.

-Sei qui in vacanza o vivi qui?- stranamente si ritrovarono sedute in riva alla spiaggia da sole.

-Sono qui in vacanza con quei pazzi, tu?- sorrisero insieme.

-In vacanza anch'io.. Quanti anni hai?- chiese Nicole perdendosi tra le onde del mare.

-Ventitre- rispose fissando intensamente il corpo dell'altra senza farsi notare.-Tu?

-Venticinque, sto invecchiando- risero di gusto.

Nicole non riuscì a frenare la sua voglia di baciarla, era solita provarci immediatamente con ogni ragazza le passasse sotto mano, negli anni si era conquistata la fama di sciupafemmine nella città in cui viveva. Elena con uno scatto fulmineo si scostò e si alzo in piedi rimanendo a guardare Nicole con occhi sbarrati.

-Mi spiace Elena, davvero, ma..- cerco di giustificarsi, ma Elena sovrappose la sua voce a quella di Nicole.

-Io.. Io devo andare, scusami. Ci vediamo. A presto.- iniziò a correre velocemente senza fermarsi.

Nicole era ancora seduta, si posò le mani sul volto pensando che quella era stata la cosa più stupida che avesse mai fatto in vita sua. Dopo pochi minuti avvisò gli altri che andava in Hotel perchè si sentiva stanca.

 

Elena era sdraita sul letto, continuava a pensare a cos'era successo poco prima in spiaggia. Avrebbe voluto anche lei un piccolo contatto con quelle labbra, ma allora perchè si era spostata velocemente? Cosa la bloccava?

Aveva ancora l'immagine del viso spaventato di Nicole davanti ai suoi occhi. E se non l'avesse più rivista? E se fosse fidanzata? Troppi pensieri giravano nella testa di Elena, ma non capiva il motivo, in fondo l'aveva conosciuta solo poche ore fà, iniziò a domandarsi se valesse la pena rischiare anche se molto probabilmente non l'avrebbe mai più rivista, finita la vacanza sarebbero tornate ognuna alla propria vita. Decise di non pensarci, si girò da un lato e si addormentò.

Nicole entrò nella stanza e si buttò pesantemente sul letto, aveva voglia di piangere, non riusciva a spiegarsi il perchè. Non si era mai sentita così, aveva avuto tante di quelle ragazze e non era stato nemmeno il primo rifiuto, ma questa volta si sentiva diversa, si sentiva in colpa per aver fatto una mossa del genere. Si chiese se l'avresse rivista in spiaggia il giorno dopo, desiderava vederla e scusarsi per quel gesto azzardato, ma tra un pensiero e l'altro crollò.

 

 

La suoneria del suo cellulare la riportò nella realtà, continuava a colpire il sacco con potenza mentre i ricordi di quella sera e la suoneria si facevano strada nella sua testa, non voleva fermarsi, ma poi pensò che era meglio rispondere. Era la sua migliore amica e sorrise.

-Cavolo vuoi scema?- disse sorridendo immaginando la faccia dell'amica in quel momento.

-Ou, prima cosa scema sei tu e seconda cosa: che cavolo stavi combinando? è la terza volta che chiamo- disse con un tono preoccupato.

-Scusa, sono in palestra e mentre allenavo mi ero immersa nei pensieri e non ho sentito il cellulare- cercò di spiegarle.

-Mmh, capisco. Senti stasera allora ci sei? ci facciamo una birretta tutti insieme-. esclamò contenta.

-In realtà-. non finì nemmeno la frase che Alessia sovrappose la sua voce a quella di Nicole.

-Ok, allora a stasera- e chiuse la comunicazione.

Nicole rimase con il cellulare in mano chiedendosi quando sarebbe cambiata Alessia, ma pensò che era proprio per quello che l'adorava. Le era stata affianco in qualsiasi momento e avrebbe dato la vita per lei. 

Continuò a fissare il cellulare e senza pensarci andò sulla rubrica, fermandosi su un nome: 'Elena'. Aveva voglia di risentirla, ma erano passati mesi ormai. Vi chiederete 'sono passati mesi da cosa?'. Beh dalla fine dell'amore tra Nicole ed Elena.