Maze: il labirinto
5. Exit!?
-Bene…questo va molto bene…-
- Cos’è che va bene? Qui va tutto male!
Pie lanciò un’occhiataccia al fratello per
averlo interrotto: -Dicevo, Quiche, che qui va tutto molto bene. E sai perché?-
Quiche lo guardò da sotto la lunga frangetta,
le orecchie abbassate: -Perché?- chiese con voce sconsolata
Pie sorrise maligno: -Perché fra un’ora e mezza
umana le batterie del dispersore temporale si scaricheranno…-
-Ragazze, che ore sono?-
Lory rivolse un’altra occhiata al tondo orologio
da parete: -Sono le undici…- rispose mesta.
Erano tutti in agitazione. Non si riusciva a
trovare il momento giusto per accendere quell’aggeggino e da un momento
all’altro avrebbe persino potuto scaricarsi.
-Bene. Proviamo ad accenderlo?- Kyle guardò una
ad una le ragazze, disposte in circolo attorno al tavolo della cucina.
Il moro si riconcentrò sul dispersore. Mentre
le Mew Mew uscivano dalla stanza per evitare di essere risucchiate, Kyle fece
un respiro profondo e spinse il pulsante.
Erano appoggiati con le schiene alle alte pareti vegetali del labirinto,
comodamente spaparanzati sotto al Sole.
Ryan portava ancora i suoi occhiali neri, ma aveva prestato nuovamente il
cappellino a Strawberry.
Stavano in silenzio, a godersi il piacevole calore, finchè Strawberry non
domandò: -Ryan…hai notato che quando siamo nel labirinto non viene mai notte?-
Il biondo aprì gli occhi e la guardò: -Già… ma il particolare più strano,
che credo tu non abbia notato, è che c’è una grandissima luce, ma il Sole non
c’è!-
La rossa si accigliò: -Cosa vuoi dire?-
-Guarda in cielo, Strawberry! Vedi forse un disco giallo che ci illumina?!-
le rispose ironico il ragazzo, indicando il cielo con un gesto vago della mano
La ragazza borbottò qualcosa di incomprensibile, offesa, e si rinchiuse nel
suo silenzio.
Dopo qualche secondo, Ryan riprese: -E poi, altra cosa a cui probabilmente
non hai dato importanza, è che qui il tempo sembra non passare mai!-
Strawberry lo guardò stranita: -In che senso?-
Il biondo la fissò attraverso gli occhiali: -Tu non hai mai fame,
Strawberry.-
La rossa scattò in piedi furiosa: -Insomma! Non ho mai conosciuto una
persona più antipatica, cinica, insopportabile come te!-
Ryan la ignorò: -…e non hai mai bisogni fisiologici di sorta… come me,
d’altronde…-
Finalmente la ragazza si zittì davanti a quella dichiarazione (anche se il
nervosismo per il fatto che quel biondino avesse sempre ragione continuava a
crescere…) e si risedette di fianco a lui.
Il tempo sembrava passare -ormai non ne erano più così sicuri- lentamente,
ma la luce del Sole non diminuiva, così come il loro corpo non manifestava
bisogni.
Ora che se n’era accorta, Strawberry notava come non avesse bisogno del
bagno o di mangiare qualsiasi schifezza le capitasse sottomano. Anche perché,
in quel labirinto sembrava non esserci niente di commestibile…
La rossa chiuse gli occhi, appisolandosi. Forse non provava sete e fame, ma
la stanchezza sì…
Dopo quello che le sembrava un secondo, sentì Ryan chiamarla: -Forza,
ragazzina. Svegliati. Dobbiamo cercare una via d’uscita!-
Ancora troppo assonnata per ribattere, Strawberry lo seguì, con la coda che
sferzava l’aria irritata.
-E se non tornassimo più indietro?!?- la rossa ricevette un’occhiataccia da
Ryan per quel pensiero espresso a voce troppo alta.
-Mi spieghi perché devi sempre essere così pessimista!?!-
-Tu smettila di ascoltarmi!- ribattè la rossina, con un grande sbadiglio.
L’americano sbuffò spazientito e si allontanò velocemente..
Continuarono a camminare per varie centinaia di metri, e mentre Ryan sembrava
non dare segni di spossatezza, per Strawberry non era la stessa cosa.
Il caldo di quello strano e perenne Sole si faceva sentire, e la mew-gatto
ansimava e sudava sotto la sua luce. I piedi cominciavano a dolere, affaticati
da quella lunga marcia.
-Ryan… per favore, fermiamoci…- supplicò, stremata.
Il ragazzo, che camminava davanti a lei con le mani incrociate dietro la
schiena, la guardò con la coda dell’occhio: -Ci siamo appena fermati, e hai
anche dormito. -
-Ma io sono stanca!!- sbraitò la rossa
Ryan si bloccò di colpo, girandosi verso di lei: -Senti un po’, rossina:
sono mesi che sopporto le tue lamentele, in qualunque frangente, ma adesso mi
stai proprio stufando! Momomiya, mi hai sentito?-
Quell’ultima domanda fu posta dopo che il biondo vide la ragazza osservare
atterrita qualcosa alle sue spalle, indicandoglielo con un dito.
-Ma che diavolo…?- Ryan si girò e sussultò: in quel momento, davanti a lui
si ergeva una donna, illuminata da una forte luce gialla, vestita con un lungo
vestito nero e con due grandi ali a proteggerla davanti al corpo.
Strawberry si aggrappò al braccio dell’amico quando quella strana persona
-se persona la si poteva chiamare- dischiuse di colpo le ali e aprì gli occhi,
che si rivelarono dorati.
- C-che c-cos’è q-quella?- mormorò spaventata
Ma l’americano non fece in tempo a risponderle, perché la donna lo
precedette: -Chi siete?-
Parlava con una voce strana, che sembrava provenisse da molto lontano, ma
al contempo dolce; una voce che fece rabbrividire
Il biondo le lanciò un’occhiataccia: -Anche l’indirizzo e il codice
fiscale, Strawberry?!- la rimproverò.
La strana creatura lucente sorrise: -Ah… siete voi…-
Un’aria di sgomento si dipinse sul volto dei ragazzi: li conosceva?!?
-Siete quelli che hanno gironzolato a piacere per il Tempo, vero?- riprese
la donna
-A piacere non direi, in ogni modo siamo noi!- le rispose Ryan.
I due si squadrarono con aria di sfida, l’americano sospettoso, la donna scocciata.
-Ryan… quella lì non mi piace… non è che potremmo andarcene?- mormorò
spaventata Strawberry
-No, non potete, ragazzina. Almeno finchè non lo vorrò io!-
-Niente da fare, ragazze. Potete tornare dentro!- Kyle richiamò dentro la
cucina le quattro Mew Mew rimaste.
-Non sono tornati?- chiese sconsolata Paddy.
L’americano scosse tristemente il capo: -Fra l’altro, non sappiamo ancora
quanto possano durare le batterie di quest’affare!-
All’improvviso, qualcosa volò dentro la cucina, rompendo il vetro di una
finestra.
Lory corse a prendere quel fagottino tondo e duro: - E’ un biglietto legato
ad un sasso!- esclamò.
Le altre compagne e Kyle le si fecero attorno per leggere ciò che era
arrivato.
-Le baterrie dourerrrano per ancora
mezza e una orra teresstre! Salvatte Strawberry!- lesse ad alta voce
Mina incrociò le braccia e sospirò: - L’unico che può aver scritto una cosa
del genere è Quiche… in ogni caso, abbiamo ancora un’ora e mezza per liberare
Ryan e quella stupida di Strawberry!-
Strawberry si nascose dietro l’ampia schiena di Ryan quando quella strana
creatura scese a terra con un battito d’ali.
-Non capisco se la tua compagna abbia paura di me oppure abbia voglia di
starti appiccicata come una cozza perché le piaci!- esclamò al biondino,
guardando oltre la sua spalla.
-In ogni caso… come avete fatto ad arrivare qua? E’ un luogo accessibile a
pochi…- continuò la donna
Ryan sospirò: - E’ una storia lunga…-
-Capisco…ah, accidenti! Sapevo che non avrei dovuto distrarmi! Appena
lascio un attimo, le cose non vanno come dovrebbero!- sbottò l’altra, sbattendo
le ali.
Strawberry protestò debolmente, riparandosi il viso con le braccia, poiché
quella strafottente “tipa” stava alzando un sacco di polvere.
-Scusi, ma chi è lei?- domandò Ryan
La donna gli scoccò un’occhiata scocciata: -Sapere chi sono non vi è
concesso; la minima qualità per apprenderlo è possedere un briciolo di forza
magica…-
-Io sono la leader delle Tokyo Mew Mew!- s’intromise la rossa
L’altra sbuffò: -Tsk! Mew Mew… non siete altro che umane geneticamente
modificate! La vostra non è forza magica… è soltanto genetica…-
-Ehi, signora, piano con le offese! Il creatore del progetto sono io!-
esclamò Ryan, visibilmente offeso.
La sua offesa crebbe quando la creatura si mise a ridere: -Già! Il piccolo
genio che gioca con i DNA e crede di poter cambiare il mondo!-
Le orecchie grigie che gli contornavano la testa si spostarono
all’indietro, mentre la coda sferzava violentemente l’aria: -Senta, signora:
vada ben a fanc…-
Strawberry gli tappò la bocca appena in tempo: - Sta’ zitto, stupido!
Questa magari ci fa un incantesimo!-
La donna si avvicinò loro: -Hai ragione, ragazzina. Se soltanto volessi,
voi potreste non uscire più da qui… e credo che tu voglia rivedere ancora il
tuo adorato Aoyama, vero?- mormorò maligna.
-Io conosco tutti… magari non riesco ad associare subito visi e nomi, ma
dopo averli riconosciuti, tutta la loro storia mi torna in mente… quindi, so
ogni cosa di te e del tuo ragazzo…-
La ragazza trasalì ed incrociò le braccia al petto, borbottando qualcosa di
incomprensibile.
Un sorrisetto ironico si dipinse sulle labbra della strana donna, che
guardava Ryan, ancora scocciato: -Vi basti sapere che, in alcuni mondi, mi
chiamano ‘la maga della Dimensioni ’…-
Il biondo sbuffò. Ci mancavano solo i mondi paralleli, in quel momento…
-Scusi, signora Maga, ma, ehm, il futuro che abbiamo visto io e Ryan
accadrà veramente?- domandò dopo un po’ Strawberry.
La maga rimase in silenzio per un attimo, spostando lo sguardo da una
all’altro, poi mormorò: -Ragazzina, il futuro è già scritto…-
La rossa spalancò la bocca, non capendo quella strana risposta.
La donna sospirò, gettandosi all’indietro su una poltrona appena apparsa:
-Voi umani siete così stancanti…-
borbottò, massaggiandosi le tempie con le dita –Non riuscite a capire mai
niente!-
-Sta dicendo che siamo stupidi?- domandò in disappunto Ryan. Quella donna
gi stava sempre più antipatica…
La creatura aprì solo l’occhio destro e lo guardò: -Anche; spesso non
peccate d’intelligenza… ma naturalmente
io non voglio offendere il nostro piccolo genio qui presente…- sorrise
furbamente e svolazzando gli si avvicinò, sussurrandogli nell’orecchio: - E’ un
peccato, vero, Shirogane, che la tua piccola amica sia già così presa da quell’Aoyama?-
Ryan si trattenne per non colpirla, stringendo i pugni e guardandola
semplicemente ridacchiare maliziosamente.
In quel momento, sopraggiunse Strawberry, saltellante: -Di cosa parlate?-
domandò curiosa.
Il biondo le lanciò un’occhiataccia: come sempre spuntava fuori nel momento
meno opportuno…
-Questo non è in mio potere; dovrete meritarvi l’uscita da questo
Labirinto. E per fare questo, dovrete superare
I due la guardarono confusi e leggermente spaventati.
La donna ridacchiò, poi fece un largo gesto con il braccio, disegnando un
arco orizzontale nell’aria.
Subito, decine di porte chiuse si disegnarono davanti a loro, mentre le
pareti del Labirinto si allargavano immensamente per far loro spazio.
I due ‘intrusi’ a forma felina spalancarono la bocca in modo molto comico a
quella visione.
La donna chiuse le ali davanti a sé e sparì magicamente dentro una siepe.
-Se n’è andata?- domandò Strawberry, ancora scossa e incerta di aver capito
bene.
-No! Sono ancora qui!-
Ryan la guardò male per quell’ultima battuta, poi si riconcentrò sulla fila
di usci che gli stava davanti.
-Quale scegliamo?- mormorò la rossa, avvicinandosi a lui e stringendogli
paurosamente un braccio.
Il biondo osservò quelle più vicine a lui, poi allungò il braccio e ne
indicò una proprio di fronte.
Strawberry deglutì: -Se lo dici tu…-
La coppia si avvicinò lentamente, i cuori che battevano più veloci, e si
fermò poco prima della soglia. L’americano si staccò dalla gattina,
allontanandola leggermente, e spalancò la porta.
-Quiche, la vuoi piantare di camminare avanti ed indietro?!?-
La voce arrabbiata di Pie fece fermare di botto il fratello minore.
L’alieno viola sospirò: -Come devo fare con te?-
-Dimmi cosa sta succedendo alla mia micina!- rispose di rimando Quiche
Pie si dovette controllare e respirare a fondo per non saltare al collo del
fratello e strangolarlo: -Io sono un bravo alieno, e non ucciderò mio fratello…
io non ucciderò Quiche seduta stante…- borbottò.
L’alieno dagli occhi dorati gli fece una linguaccia di nascosto, e
approfittando di quell’attimo di distrazione, svolazzò fino al computer.
“Bene…e questo come si accende?” pensò, studiando con attenzione i
molteplici pulsanti.
Facendo spallucce, spinse il primo tasto che gli capitò sotto mano… non
l’avesse mai fatto.
Decine di piccoli fulmini partirono dal computer, che iniziò ad esalare
fumo nero. Infine, con un piccolo boato, si spense di getto.
Durante tutto questo, Quiche era rimasto impietrito davanti al macchinario,
il dito ancora sul pulsante. Sentì lo sguardo raggelante di Pie lungo la
schiena.
-Inizia a dire le preghiere, Ikisatashi Quiche…perché non vivrai ancora per
molto…-
La stanza era dolcemente illuminata grazie alla luce del Sole che filtrava
attraverso una grande finestra. La carta da parati gialla dava ancora più
luminosità, mentre gli eleganti mobili la rendevano davvero bella.
Un delicato profumo di limone arieggiava intorno, accompagnato dal dolce
profumo di biscotti appena sfornati.
Era caduto a terra, in ginocchio. Lo shock per quello che aveva visto era
stato troppo grande da sopportare, persino per lui.
La voce di Strawberry che lo chiamava, spaventata e ignara, era lontana.
Soltanto una voce rimbombava nella
sua testa.
-Ah, Ryan, caro! Sei arrivato in tempo per il the!-
Strawberry non aveva capito molto bene quello che era successo nel secondo
precedente.
Ryan aveva aperto la porta, poi era caduto a terra.
Chiamò il suo nome, ma lui non le rispose, troppo intento nel guardare
dentro la stanza.
Allora guardò anche lei; si portò una mano alla bocca e trasalì.
In quel momento, capì la strana reazione del ragazzo. Anche lei conosceva
la donna dentro la stanza, l’aveva incontrata poco dopo essere entrata nel
Labirinto. E conosceva anche quel giovane ragazzo con i capelli a caschetto che
era appena entrato nella stanza reggendo un vassoio. Certo, era diverso, più
giovane, ma lei sapeva benissimo chi fosse.
-Ah, Ryan, caro! Sei arrivato in tempo per il the!- esclamò la donna.
Il giovane non rispose, immobile.
La rossa fece per girare attorno a lui per scuoterlo, ma la voce della Maga
la fermò: -Io non lo farei, se fossi in te…- mormorava con indifferenza,
osservandosi le unghie di una mano –Se per caso dovessi oltrepassare una soglia
che non rappresenta il tuo tempo, sarebbe difficile tirarti fuori…-
La strana creatura rivolse uno sguardo a Ryan e sospirò; con un gesto
annoiato della mano fece chiudere la porta, sollevò il biondo da terra e lo
trasportò lontano dalla fila di entrate.
L’americano cadde a terra con un tonfo, sollevando qualche nuvoletta di
polvere, e rimase fermo per qualche secondo.
Poi, all’improvviso, si tirò su di scatto e iniziò a tossire.
Senza che nessuno la interpellasse,
Quell’ultima battuta nel discorso, Strawberry non l’udì: era troppo
impegnata a sorreggere Ryan, che non aveva ancora smesso di tossire.
-Come va?- gli chiese apprensiva
Tra un colpo di tosse e l’altro, il ragazzo riuscì a rispondere: -Oh… una
meraviglia!-
Lo sguardo della rossa si fece triste: -Mi… mi dispiace per quello che…-
L’americano non le fece terminare la frase: -No, no, tranquilla, è tutto a
posto! Bene… possiamo scegliere un’altra porta?- esclamò, saltando in piedi e
rivolgendosi alla Maga.
Quest’ultima annuì, e con un colpo di mano cancellò la prima porta che era
stata aperta.
Gli occhi di Ryan si spostarono sulla Mew gatto, dicendole di scegliere.
Lei si avvicinò e ne indicò una alla loro sinistra.
Entrambi si avvicinarono, cauti, poco sicuri dopo ‘l’incidente ’ di poco
prima. Strawberry posò piano la mano sulla maniglia, e l’abbassò.
Lo scenario che si presentò loro fu a dir poco strano.
Aldilà della soglia, vi era una ragazza dai lunghi capelli biondi,
probabilmente in camera sua, che stava cantando usando come microfono una
spazzola.
I due ‘viaggiatori temporali’ si guardarono, cercando una risposta, poi
ritornarono a guardare la ragazza.
Aveva circa sedici anni, con due grandi occhi color cioccolato, e una
bellissima voce.
All’improvviso, una voce maschile, proveniente da oltre la porta, catturò
l’attenzione dei due ragazzi: - BeeBee! (*) Muoviti che andiamo a fare surf!-
La ragazza bionda lasciò cadere la spazzola sul letto, appuntò qualcosa su
un quaderno aperto e poi uscì di corsa dalla stanza.
La porta si chiuse sbattendo in faccia a Ryan e Strawberry.
Il biondo guardò scettico la sua amica: -Era una tua parente, per caso,
Strawberry?-
L’americano tornò a fissare la porta di legno: -Non lo so… un po’ ti
assomigliava…-
La rossa si girò verso
Sorridendo maliziosamente, la donna replicò: -A questo non posso
rispondere. Potrei sconvolgere tutto quello che è già stato programmato –che, a
dirla tra noi, è stato già abbastanza scombinato dai vostri viaggetto
temporali.- e si affrettò a cancellare l’apertura.
Il viso di Strawberry raggiunse la tonalità dei suoi capelli: quella donna
le stava veramente molto antipatica, con le sue risposte enigmatiche.
- E’ il futuro di qualcuno di noi?- esclamò Ryan, guardandola serio.
Strawberry fece per replicare, ma Ryan le mise una mano sulla spalla e la
calmò: -Non perdiamo tempo con quella ragazza. Magari è soltanto un’illusione
per confonderci le idee e per metterci paura. Probabilmente non la incontreremo
mai…-
-Che nervi, che nervi, che nervi!!!-
La voce acuta di Mina risuonò per il Caffè deserto.
-Giuro che stavolta gliela faccio pagare, a Strawberry! Come si permette di
prendere e scomparire per due giorni dentro ad un congegno alieno?!-
Lory rincorreva quella freccia azzurra che si spostava velocemente da una
parte all’altra del locale, imprecando a voce alta contro l’amica: -Mina, per
favore, calmati!- esclamava inutilmente.
Pam guardò le due cameriere con aria arrabbiata. Era da quella mattina che
la testa le doleva, e quelle due non smettevano un secondo di fare rumore.
Passandosi per l’ennesima volta le dita sopra le tempie, gridò esasperata:
-Ora basta, PIANTATELA!-
Mina si bloccò subito all’ordine del suo idolo, e come un automa si sedette
sulla prima sedia libera che trovò.
-State buone, ragazze…- esclamò Kyle dalla cucina, impastando un dolce
-Kyle, non hai ancora trovato il modo di liberarli?- chiese timidamente
Lory, ormai per l’ennesima volta in due giorni.
Il moro si pulì nel mani nel grembiule e le sorrise: -Non ti preoccupare,
Lory. Un modo lo troveremo. E poi, sono sicuro che stanno benissimo!-
Il viso della Mew Verde si fece triste: -Speriamo…-
L’americano non smise di sorridere, poi mise da parte l’impasto della torta
e le avvertì: -Io adesso riprovo, mi raccomando, state lontane!-
-Allora, quale porta volete aprire?-
Strawberry sbuffò: possibile che quella donna non lasciasse loro neanche
qualche secondo per poter scegliere?
Guardò Ryan, che con gli occhi passava da una porta all’altra, incerto.
Incrociò le braccia con fare annoiato: -Hai scelto?- chiese
Il biondo indicò la prima che gli capitò sotto gli occhi. Tanto, peggio di
quanto gli era accaduto prima…
Il portone, questa volta, si aprì da solo, scorrendo.
I due ragazzi fecero un salto all’indietro quando scorsero aldilà del
pannello.
Semplicemente loro due, nella stessa posizione, con la coda, le orecchie e
tutto il resto.
Era come se fossero davanti ad uno specchio.
La rossa deglutì: -Wow! Che strano…-
Anche il suo doppione mosse la bocca, ma non udirono nessun suono.
Ryan, più scettico della ragazza (o forse più semplicemente razionale)
agitò una mano davanti alla sua copia ‘labirintica’, e quella lo imitò.
Strawberry sorrise: -Beh, io penso che sia questa, no?- e così dicendo fece
un passo per oltrepassare la soglia.
Ma il biondo si lanciò in avanti per fermarla, e riuscì ad afferrarla per
la coda: -Ma possibile che debba sempre badare a te?!?-
La rossa si bloccò, con un piede in aria e l’aria scettica; si voltò a
guardare Ryan e chiese: -Perché mi hai fermata?-
L’americano sospirò e le indicò la porta: -Guarda, ragazzina: i due tizi
aldilà della porta non ci stanno copiando! Sono esattamente immobili, e questo
non mi piace! Non è la porta giusta!-
Un rumore di battimani li fece girare: -Devo complimentarmi con voi- stava
esclamando
Ryan la guardò dubbioso: - E’ un complimento, per caso?-
La donna rise e cancellò la porta con un semplice e veloce gesto: -Non
posso concedervi più Tempo, adesso – e ridacchiò per l’ennesimo uso di quella
parola –La prossima porta dovrà essere quella giusta…-
Strawberry deglutì rumorosamente: -E se dovessimo sbagliare?-
La creatura labirintica tornò ad osservarsi le unghie: -Affari vostri…-
La rossa si girò spaventata verso il suo compagno, che alzò le spalle: -O
la va, o la spacca, ragazzina…-
Gli afferrò la mano e la strinse forte, conficcando le unghie nella sua
carne; ma il biondo non la lasciò, ed aprì la porta prescelta.
Mentre
…
…
…
-Però…- esclamò
NOTE:
(*) Si pronuncia BiBi
Innanzitutto mi scuso per l’enorme attesa che avete
patito (5 mesi… ehm ehm…) , ma mi sono bloccata con questa storia e sono andata
avanti con Mele. Poi mi sono bloccata
con tutte e due, allora…
Beh, spero che questo chappy vi sia piaciuto!! Che
fine avranno fatto i nostri due eroi?? Chi sarà la ragazza misteriosa apparsa
nella seconda porta?? (Provate ad indovinarlo… chi si avvicinerà di più, verrà
premiato con un bacio di Ryan!! Ps: per i maschi in lettura: se indovinate voi,
il bacio sarà di una delle Mew a vostra scelta…)
Credo abbiate notato –per chi l’ha letto- che la
strana creatura comparsa in questo capitolo è proprio Yuko,
Ora non sto a rispondervi per le lunghe, visto che è
passata un’eternità e probabilmente non ricordate più ciò che avete detto nelle
recensioni.
Ringrazio quindi di cuore Pfepfer (tranquilla, non ti picchio!), Killkenny
(mi mancano i 9… m’impegnerò!), Giuly93
(grazie e benvenuta!), Lala_g (Grazie tesoraa!), Izayoi007 (Scelgo
magnifico ^_^ besos!) ,Ysi
(Sì, Strawberry è proprio stupida…), Kry333
(Grazie per i complimenti!), Ila (Mi
dispiace, ma qui niente ohohoho… è un peccato, lo so!), Lucky (Partiamo per la campagna anti-Mark! Impugna il machete!!), Purinsun (UKY UKY, concordo con tutto
ciò che hai scritto!), Mary Cry (tesora
ti adoro!!), Shin rei (Concordo
anche con te, fishy!), Seasons_girl (benvenuta!!),
Elisa (Sì, Ryan è notoriamente un
pervertito…), Heiji Hattori (Ti
aspetto!!) e Berry92 (grazie mille,
ecco il seguito!!)!
Grazie a tutti per i tanti complimenti che mi avete
fatto!!
Ci sentiamo presto!!
Un bacione