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Autore: Kwassakwassasisa    30/10/2012    7 recensioni
"Mi sveglio.
Mi stiracchio, mi alzo e vado in bagno.
Tiro lo sciacquone. Penso al compito di chimica che mi aspetta alla prima ora. Quel dannato compito che mi ha fatto dormire così poco per l'ansia, e adesso, alle 6 di mattina mi faccio una doccia."
Piccola One shot che mi ha dato molto da pensare.. Spero che vi piaccia ^^
Genere: Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve a tutti,
Miei cari lettori e amici fidati. Ho messo questa breve One shot nella categoria Horror con un po' d'incertezza, dato che penso che in fin dei conti di suddetto genere non ci sia un granché..
Beh, in ogni caso vi auguro una buona lettura e spero che sia di vostro gradimento.
Ps. Perdonate la mia tipica drammaticità e Buon Halloween!

_Sisachan_






 

                         Il fumo uccide









Mi sveglio. 
Mi stiracchio, mi alzo e vado in bagno.
Tiro lo sciacquone. Penso al compito di chimica che mi aspetta alla prima ora. Quel dannato compito che mi ha fatto dormire così poco per l'ansia, e adesso, alle 6 di mattina mi faccio una doccia. Esco, mi guardo allo specchio, mi lavo i denti, mi asciugo i capelli lasciandoli alla solita confusione. Mi vesto, faccio colazione, preparo la cartella.
Sbuffo, non mi sento pronto ad affrontare quest'altra lunga giornata. Ci ripenso, prima o poi finirà.
Torno in cucina, apro la dispensa, non c'è nulla. Perlomeno nulla da poter mangiare a scuola. Chiamo mia madre, lei mi da 2 euro e mi dice di comprarmi un cornetto. Sospiro e ringraziandola riempio una bottiglietta d'acqua minerale.
Prima di uscire di casa, mi avvicino a lei e le do' un ultimo bacio. 
"Buon lavoro" le dico.
"Anche a te" risponde lei dandomi una fugace carezza sul capo.
Esco di casa, prendo le scale. Do' un'occhiata all'orologio da polso. "È presto" mi dico a voce bassa, scendendo tutti e 5 i piani in modo tranquillo. Apro il portone. Il freddo mi fa tremare di colpo e mi stringo nella mia felpa come una lumaca nella propria conchiglia. Mi maledico, perché non ho preso il giubbotto? "Ah, nessuno indossa il giubbotto in autunno", penso infilando le chiavi nella serratura del cancelletto bianco del condominio.
Oggi è Martedì. Sta sera vado a lezione di chitarra e poi a casa di Luca a giocare a PES. Il professore dice che sto facendo progressi, che in orchestra sono il più bravo, che dovrei passare un anno avanti in conservatorio.. Beh, io sono contento. Voglio dire, amo la musica, però non voglio sentirmi superiore agli altri in nulla. Non voglio che provino invidia nei miei confronti, voglio che mi apprezzino così come sono, anche se mi piacerebbe avere successo come chitarrista, e magari suonare in una band di successo.
Attraverso la strada, entro nel bar Ciclamino. La cassiera è amica di famiglia e quando le dico di volere un cornetto alla nutella, lei lo mette in una busta, me la porge e intanto io le do le 2 euro di mamma. Lei prende i soldi, li mette in cassa, si guarda attorno e poi mi ridà la stessa moneta, come se fosse il resto. Io alzo un sopracciglio un po' perplesso, poi mi riprendo la mia 2 euro e facendole un sorriso la ringrazio e prendendomi anche il cornetto esco. Oh, magari riesco anche a prendermi un pacchetto di sigarette e fanculo il compito di chimica.
Attraverso nuovamente la strada guardandomi attorno distrattamente. Inserisco la 2 euro appena risparmiata nel distributore e aggiungendoci qualche altro centesimo prendo un pacchetto di MS da dieci. Mi accendo una sigaretta e guardo di nuovo il quadrante dell'orologio. È arrivato il momento di mettersi in cammino.
Mentre percorro la via per la scuola, uno scarafaggio zampilla fuori da un tombino e io ripugnato lo scavalco e faccio qualche passo più veloce per seminarlo. La mia faccia ancora schifata, si muove in ogni direzione per scoprire se qualcuno mi ha visto.
Do' un tiro alla sigaretta e butto della cenere per terra. Passo vicino al solito vecchio casinò. C'è qualcuno fuori che discute. Io ripoggio lo sguardo per terra e prima che possa accorgermene una BMV nera con i vetri oscurati si avvicina a tutta velocità nella corsia di fianco alla mia. Mi giro di scatto.
La macchina rallenta per qualche istante e un finestrino si abbassa. Da esso fuoriesce il mirino di un fucile e un uomo incappucciato me lo punta contro. Spalanco gli occhi e senza neanche avere il tempo di poter salutare mia madre e la mia famiglia un ultima volta, di poter sfondare nella carriera musicale, di provare a realizzare i miei sogni, di fare quel fottuto compito di chimica, di mangiare quel dannato cornetto.. Mi spara. No, spara in mia direzione, voleva sparare probabilmente qualcuno che stava dietro di me. Andiamo, che motivo avrebbe avuto di spararmi? Mi sono trovato pur sempre dinnanzi ad un vecchio casinò.
Il proiettile mi penetra il petto, sembra assurdo, ma sono contento che non mi abbia sparato in testa. Mi lascio cadere a terra e mi rendo conto che il tizio incappucciato sta sparando ancora, ma non a me. Il dolore al petto mi sta facendo perdere i sensi. Vedo a scatti e ciò che vedo è tutto rosso e sfocato. È così la morte?
Sento delle urla femminili. Mia madre? Mia sorella? Nonna?
Posso già immaginare quanto mamma si sentirà in colpa per non aver fatto la spesa e per avermi mandato al bar a comprare quel cornetto che tra l'altro non ho neanche pagato.
Intanto muoio lentamente e sento il sangue sgorgare dagli organi perforati dal proiettile. Assurdo come un oggetto così piccolo possa ammazzarti in un solo istante.
Mi sollevano da terra, mi mettono in un camioncino, un mezzo di trasporto. Sento delle sirene. 
"Ce la farà?" dice una donna che probabilmente è mia madre.
"Non lo sappiamo signora" dice l'infermiere. Mamma sta già piangendo e non ha la forza di avvisare papà. Io non lo so, ma sta stringendo la mia mano. Per mantenere il battito cardiaco accendono il defibrillatore manuale e mi scaricano addosso un'energia molto potente.
 
Non sento niente. Non vedo niente.
Non potrò più suonare. Non potrò più vedere i miei amici, fumare, fare la mia semplice e comunissima vita. Il mondo si priverà di un nuovo talento, solo per un errore di un mafioso qualunque. Sono impreparato, non voglio morire. Non me ne frega niente della Rafano e i suoi compiti a sorpresa. O di Luigi e la voglia di spaccargli il culo ogni volta che lo vedo. Non me ne frega niente di Mara, che ogni volta calpesta i miei sentimenti usandomi neanche fossi una puttana. 
Non mi frega niente dello schifo di questa città ma.. 
Vaffanculo, io voglio vivere.
Fare i miei errori, crescere, maturare, fare le mie esperienze. Comprarmi il motorino. Guardare il tramonto con la ragazza giusta. Distruggere di pugni il coglione che ci prova con la lei. Diplomarmi anche se con difficoltà e vedere i sorrisi soddisfatti dei miei. Avere un lavoro, magari sposarmi e costruire una famiglia in futuro. 
Chi diavolo è questo stronzo, per togliermi la vita? Dov'è finita la possibilità di scegliere?
Si è trattato di un incidente, ma quello che sta morendo sono io!
Ah, se solo non avessi comprato quel pacchetto di sigarette... Adesso sarei già a scuola illeso e tranquillo. Ma invece l'ho comprato e ho preso una strada diversa, nel momento sbagliato. Sfortunate coincidenze... Il fumo può ucciderti anche senza danneggiare i polmoni, anche senza entrarti dentro e anche senza lo sviluppo di malattie croniche.
 
Dannazione, devo ancora mangiare il cornetto... 
 
Un'altra scossa elettrica, questa volta più forte.
Vi prego, salvatemi...
   
 
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