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Autore: moonlightshine98    30/10/2012    1 recensioni
Gaia ha cresciuto la figlia senza un padre, che è stato allontanato per lavoro. Spera di rivederlo, un giorno, sogna di fargli conoscere Irene, la loro bambina. Però, dopo tre anni d’attesa, la speranza comincia ad affievolirsi. Ma un giorno, quando meno se lo aspetta, riceverà il regalo che aspetta da tanto.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La bambina bionda sorride mentre osserva la banda passare, preceduta dalle majorette. I boccoli rimbalzano sulla sua schiena ad ogni salto entusiasta. Mi ricorda un po’ me.
Il suo sguardo rimbalza da una cosa all’altra, velocemente, come se non volesse perdersi nulla di questa bellissima festa. Si incanta davanti ad una ragazza che vende palloncini colorati. La segue e cerca di afferrarne uno con le piccole manine, senza riuscirci. Sorrido quando si imbroncia.
La mia bambina.
 
È anche la tua, lo sai?
 
Penso. Chissà se si ricorda ancora di me e di sua figlia. Sono passati quasi tre anni, ormai. Lei non era ancora nata allora.
 
Ti ho mandato le sue foto. Le hai ricevute?
 
Lorenzo fa il militare. Non lo sento praticamente mai, tranne le sporadiche lettere che arrivano in ritardo di mesi, se arrivano. Io gli scrivo sempre di nostra figlia Irene, gli mando foto e video, nella speranza che lui le riceva, lì in Afghanistan. Quando ricevo i suoi messaggi, spero sempre di trovarvi qualcosa su Irene, qualche domanda su di lei, su com’è. Invece niente, e me ne dispiaccio. Ma non posso fare a meno di pensare che ogni giorno, lui lotta contro la morte per tornare vivo da me. Da noi.
E allora spero solo che, un giorno, lui possa tornare e abbracciare nostra figlia, giocare con lei in giardino, ridere di un sua battuta, essere geloso del suo primo fidanzatino.
Lo immagino fare il padre. Il mio Lorenzo.
Irene mi chiede sempre di lui. Ed io sono felice ed orgogliosa di raccontarle la sua storia, il giovane uomo che è partito per la guerra, per rendere il mondo un posto migliore per lei, per la sua bambina. Glielo descrivo. Ricordo i suoi capelli scuri che adoro accarezzare, gli occhi verdi uguali a quelli di sua figlia.
Le racconto delle sue risate quando vinceva ai nostri giochini sciocchi, che adora vedermi con il broncio, di come abbia preso da lui la passione per la torta di mele e che gli piace correre sulla spiaggia, al tramonto.
 
Ti piacciono ancora queste cose, amore mio?
 
Non lo so, non so più niente di lui. Non so se è cambiato, non so se ha i capelli lunghi o corti, se gli occhi sono tristi o felici, se si è fatto crescere o meno la barba. Niente.
Lancio un’occhiata a mia figlia, che sta guardando un clown meravigliata. Batte le mani quando fa volteggiare cinque palline in aria.
La mia bambina sempre sorridente.
 
Ti assomiglia molto, lo sai, Lorenzo?
 
Quando mi passa davanti un gruppo di ragazzi la perdo di vista. Mi prende il panico quando non la vedo più davanti al clown, che sta facendo buffe smorfie ad altri bambini.
La cerco agitata con lo sguardo, tra le centinaia di persone che affollano la piazza.
- Irene!Irene, dove sei?!– urlo, cercando di sovrastare la musica e le parole della gente attorno a me.
- Ire... – mi si blocca la parola in gola. La vedo. Abbracciata ad un uomo che non conosce, se non attraverso le mie storie su di lui.
Lorenzo.
Rimango ad osservarli ridere e scherzare per molti minuti, proprio come padre e figlia. Esattamente come ho sempre sognato che fosse. Non mi accorgo che ho cominciato a piangere finché un singhiozzo non mi scuote il petto.
A quel punto lui si volta verso di me e mi vede. Ritrovo i suoi occhi dopo tre anni e mi sembra di rinascere. Posa a terra nostra figlia e apre le braccia. Io gli corro incontro. Commossa, eccitata, sorpresa, felice, sollevata. Le emozioni si accavallano veloci, mi fanno girare la testa, quindi smetto semplicemente di pensarci.
Gli salto in braccio, allaccio le gambe ai suoi fianchi e lo bacio.
 
Sei qui, sei qui, sei qui...
 
- Mamma?– mi volto verso Irene, che mi guarda confusa dal mio gesto. Le sorrido raggiante. torno con i piedi per terra e prendo mia figlia per mano. Guardo Lorenzo incantata. È esattamente come lo ricordavo.
- Sei tornato. – mormoro. Lui si avvicina e mi prende per i fianchi.
- Te l’avevo promesso, ricordi?– sussurra. - E adesso non me ne andrò più. - lo abbraccio, commossa.
- Ti amo, Lorenzo. –
- Ti amo, Gaia. – mi bacia di nuovo ed io sono sicura che, da questo momento, andrà tutto bene.
 
 la storia partecipaal contest '' Un'immagine per una storia ''  di LaCicu e si è classificata 13.
   
 
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