Sbattendo e saltando forte,
con braccio caldo vivo,
alzo e tendo veloce,
e in quel focolare mio
la morte è lontana forse,
per minuti sparsi e tesi
o quell'aria fumosa
inebria menti e cammini
vite e dolori e torti,
ballano stretti
come castagne roventi
su braci rosse sagaci
E sapori vecchi su lingue
sanno di vita partita
giorni andati o persi,
e langue la nostalgia
persa in stagioni antiche.
Sguardo vola fuori via,
per un attimo in vetri bui
Nella notte lunga
senza suoni intorno,
arrivi luce bianca qui
nella calda stanza mia,
chiedi asilo ma muta
Luna, occhio gelido
vecchio guardiano smunto
perla curiosa ma timida,
cosa guardi?
poco trovi qua sotto
non meraviglie che cerchi
ma miserie e doglie da nulla,
cenere e qualche fondo,
di vino, ora gloria nostra.