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Autore: The Chemist    30/10/2012    3 recensioni
«Perché, altrimenti ti arrabbi? Lo dici alla mamma?» Non l'avrebbe mai fatto. Non gli avrebbe semplicemente rivolto la parola. Lo afferrano per il braccio, girandoglielo dietro la schiena, una ginocchiata nello stomaco, un pugno, un calcio. Quei ragazzi l'hanno appena buttato a terra. Il sangue che cola dal naso e la lente dei suoi occhiali rotta, completamente a pezzi. Gli hanno davvero fatto male, e il suo polso dolente dalla mattina era più dolorante di prima. Si alza, passando dalla posizione a quattro zampe. Gli viene difficile, la sua caviglia gli fa molto male. I ragazzi sono ormai scappati e con loro c'è Ashley. Chester si li vede in lontananza, con difficoltà per via della mancanza degli occhiali. Vuole piangere, ma sarebbe stato troppo stupido farlo, secondo lui.
FAN FICTION SOSPESA. NON SARA' PIU' RIPRESA.
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Chester Bennington, Mike Shinoda, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cccciao a tutti, sono di nuovo qui. No, non la finisco di scrivere, ho intenzione di migliorarmi, di fare qualcosa di valore, cavolo. Mi sono impuntata xD
vi chiedo di dimenticare un po' tutta la realtà: questa storia è una storia a SE', inventata, quindi nelle recensioni(se ce ne saranno) non mi veniate a dire 'ma guarda che questo non è successo' o 'questo è impossibile che succeda perchè..' è pura invenzione la mia.
ho riletto il testo tre volte, e spero che ora gli errori ortografici siano diminiuti rispetto a prima.
ho notato anche che una ragazza mi ha recensito per un errore di battitura, vi prego, non mi penalizzate anche per quello xD ripeto: sono inesperta.

grazie a tutti quelli che leggeranno il primo capitolo c':

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Nuove esperienze


È un altro fottuto giorno. Un altro giorno di merda da aggiungere alla lista delle giornate maledette. Chester si sveglia alla solita ora, per andare a scuola e incontrare tutte quelle teste di minchia dei suoi compagni di classe.
Un po' d'acqua sul suo viso, i jeans che scivolavano sulle sue gambe magre ed è pronto per avviarsi in quell'inferno.
Prende le chiavi di casa, il suo zainetto e se ne va.
Cammina solo sul marciapiede, con un paio di cuffiette nelle orecchie.
« Ciao Bennington! » sente alle sue spalle. Era Brad, in bicicletta. Un suo compagno di classe, forse l'unico in cui poteva fidarsi, ma neanche troppo. Com'è il detto: fidarsi è bene, non fidarsi è meglio.
« Uh, ciao. » dice freddamente, senza umorismo. Brad continua ad andare avanti ed egli rimane nuovamente solo. Come sempre, forse.
Arrivato a scuola, all'entrata, precisamente, il solito: le ragazze che sbavano per lui, i ragazzi l'esatto contrario. Non voleva fidanzarsi con nessuna delle sue pretendente, i suoi gusti erano altri. Molti altri.
Si siede sugli scalini e apre il suo libro, al paragrafo assegnato per oggi. È molto bravo a scuola, nonostante tutti i suoi problemi.
« Ehy ciao. » mormora una voce femminile alla sua destra.
Alza lo sguardo verso di lei.
« Ciao. » Chester saluta la ragazza in modo indifferente.
« Ho notato che hai uno stile che mi attrae molto. » per egli è gia no, fin dal principio. Si creò nemiche soprattutto a forza di rifiutare duramente, ma non riesce ad essere attratto dalle ragazze. Ormai è chiaro, lui è gay, ma non può di certo ammetterlo.
« ... Quindi volevo provare a conoscerti, ti va di uscire? » la guarda e soprattutto nota il gruppetto delle amiche a poca distanza da ella. Solite ragazzate.
« Ehm, scusa, ma non mi va molto. » risponde Chester con tutta calma, sperando che non se la prenda, ma tanto è tutto inutile.
« Ah, okay. » la ragazza ha uno sguardo come per dire 'stronzo', le si legge nel volto, ma non voleva assolutamente risultare tale.
« Beh, ciao! » continua ella per poi andarsene.
La campanella squilla, premde i suoi libri e li mette dentro il suo zaino. Alzandosi in piedi incrocia lo sguardo con un ragazzo con gli occhi color nocciola, il quale lo sorride, come se si conoscessero da tempo. Egli ricambia il sorriso, ma senza troppo umorismo.
Arriva nella sua aula, al piano terra, la quale non dista molto dalla porta d'ingresso. Si siede sempre allo stesso posto, a metà aula. Vede di nuovo quel ragazzo passare per il corridoio, probabilmente è nell'aula accanto. Chester approfitta del momento in cui gli studenti entrano, per continuare a ripetere la lezione di oggi.
Dopo circa dieci minuti squillò la campanella, la professoressa entra in classe e la lezione comincia.
« Buongiorno ragazzi » l'insegnante saluta gli studenti. Inizia con l'appello e Chester è tra le prime voci ad urlare 'presente!'.
L'insegnante sfoglia il suo registro, è tempo di interrogazioni, e il ragazzo si aspettava di dire la lezione alla Mrs Smith, la sua insegnante di letteratura straniera.
Bennington è sempre stato antipatico a quest'ultima.
« Bennington e Stewart, interrogati » Chester sbuffa, nonostante tutti lo fissino e ridano. Alla fine, lui è il 'secchione frocio' della classe.
« Chester, sai dirmi qualcosa su Dante e che impatto ha avuto con la letteratura Italiana? » tutti ascoltano i due compagni interrogati, finché non finisce l'ora e ne incomincia una nuova.
Circolano ancora gli studenti, il cambio d'ora è sempre un chaos.
« Beh, una C. Meglio che niente » mormora fra sé e sé il ragazzo.
Nel bel mezzo dell'appello dell'ora di scienze naturali, il professore rivolge la parola a Chester.
« Chester, allora la ragazza? L'hai trovata? » Le solite domande impertinenti e ficcanaso. Le risate malvage dei compagni mettono in soggezione il ragazzo dai mille problemi.
« ...No » risponde con un filo di voce.
Ode una ragazza, una tra le più snob, ricche, con la puzza sotto il naso, confabulare con la sua compagna di banco, non molto differente da lei.
« E certo, chi se lo prenderebbe un cesso gay come lui? »
Quest'affermazione fa ridere il gruppo di studenti alla sua sinistra. Li fulmina con uno sguardo minaccioso, cattivo, incazzato. Ma non vuole altro che piangere, che esplodere, farsi sentire per chi è veramente: Chester Bennington. Ma non ha il coraggio, né l'ha mai trovato. Le accuse su di lui erano troppe, e ciò non ha permesso al ragazzo di trovare un minimo di orgoglio di se stesso. Continua a chiedersi ripetutamente perché lui è ancora vivo, perché è nato, qual è il suo scopo nella vita. Nessun amico, tutti indifferenti a lui. Lui è solo.
La lezione inizia, noiosa, ma Chester trova la forza per riuscire a stare attento durante la lezione.
Tutte le ore così, per tutta la mattinata finchè non suona la campanella del pranzo.
Chaz esce correndo dalla classe e andò nel parco vicino alla scuola, riservato agli studenti appunto per pranzare. Si siede su una panchina con il tavolo, appoggiando il suo zaino sopra di esso. Tira fuori il suo panino, preparato la sera precedente. Mangia con un'aria scocciata, perso nel suo mondo, nei pensieri di tutti i problemi che lui stesso sta passando.
Viene distratto da una voce.
« Posso sedermi qui? O è un problema? » Chester guarda quest'ultimo con aria sorpresa.
« No, certo, siediti pure. »
È il giapponese che intravide prima. Che lo stesse seguendo?
« In che anno sei? »
« Secondo. » Dice freddo, non ha proprio voglia di parlare.
« Ah okay... » il giapponese fa una pausa con la voce, mentre Chaz guardava ovunque tranne che lui.
« Io sono Michael, piacere » Michael sorride al ragazzo.
« Chester. Ti ho gia visto all'entrata. »
« Sì. » afferma Michael. Continua poi a parlare, facendo mostrare così una certa curiosità verso Chester.
« Sono nato qui in America, Los Angeles. »
« E cosa ci fai qui a Phoenix? » Chester interrompe Michael con questa domanda, detta tutta di un fiato.
« Oh. Mi sono trasferito in Giappone due anni fa, luogo in cui è nato mio padre, ora abbiamo trovato casa qui a Phoenix. » Chester continua ad ascoltarlo, mordendo di tanto in tanto il suo panino.
« Ah, okay. » l'unica risposta da parte del ragazzo, fredda.
Una domanda esce fuori dalla bocca di Chester.
« Che corso frequenti? »
« Design, te? »
« Matematica » risponde Chester.
« Sono un disastro in quel genere di cose. » dice Michael con un sorriso stampato sulle labbra.
« ...sono nell'aula uno B se vuoi ogni tanto parlarmi. »
« Bene. Io due B. » continua per poi cadere in un silenzio tombale.
Chester non sembra molto interessato alle informazioni di questo Michael, semplicemente non si fida. Non si fida delle persone, tutti sono pronti a mandarlo nella merda, i suoi genitori separati, il fratello maggiore che è totalmente indifferente a lui, quel dispiacevole episodio della sua infazia, la droga...
Chester è una merda ambulante, eppure nessuno sa che ha un cuore d'oro. Questi pensieri rattristiscono il volto di egli in men che non si dica, quindi cerca di nasconderlo al ragazzo di fronte a sé.
« Beh, sarà meglio che vada » Michael rompe il ghiaccio congedandosi.
« Anche io. Entriamo insieme? In che aula sei tu ora? » Non crede neanche lui di aver chiesto la compagnia di qualcuno.
« Okay, felice di esserti di compagnia, sono nell'aula di chimica. » comincia ad essere troppo sdolcinato per i gusti di Chester... O magari lui non è abituato alla gentilezza, cosa forse molto più probabile della prima.
Si avviano all'entrata dell'edificio in perfetto tempo, quilla la campana non appena i due si salutano.
« Ciao Michael a presto. »
« A presto Chester. »
Chester prova un non so che di mistero, o meglio di interesse verso Michael, ma sicuramente Michael non è frocio.
Chester entra nella sua aula, sedendosi a mo' di bomba. È stanco. Si toglie gli occhiali per massaggiarsi violentemente gli occhi. L'insegnante entra, salutando gli studenti e l'ora di analisi matematica ha inizio.
Chester non riesce a stare attento, poiché pensa a quel Michael, quello sconosciuto. Non capisce perché, alla fine l'aveva appena conosciuto...
Bennington viene ripreso molte volte. Fissa il vuoto nonostante il professore l'ha minacciato di mandarlo fuori dall'aula.
Un'ennesima figuraccia davanti a ventidue persone che l'odiavano. È più forte di lui, non riesce.
Il volto di Michael gli ha invaso gli occhi e la mente.
   
 
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