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Autore: cath_onthehills    30/10/2012    2 recensioni
Una cena speciale, una serata preparata con cura, durante la quale Bulma spera di avere la risposta a una domanda che da tempo invade i suoi pensieri. Ma spesso le domande non sono che le stesse risposte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Trunks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[NdA: Un'altra One-shot dedicata al mio Trunksie, sperando che gli migliori un po' questo periodaccio che sta passando. Ovviamente, da bravo figlio, la leggerà stando al calduccio nel suo lettino, vero? u.u
Un bacione,
Mamma]


______

Bulma osservò la tavola davanti a sé, ricontrollando per l'ultima volta che tutto fosse a posto. Sorrise soddisfatta nel constatare che  era proprio così: i piatti con gli antipasti erano disposti in bell'ordine, e dai fornelli arrivava il profumo dei manicaretti che stava cucinando.
Ci teneva veramente tanto a quella cena: l'ospite era, probabilmente, il più importante che avesse mai avuto e voleva che tutto fosse perfetto.
Il timer suonò, indicando che era ora di togliere l'arrosto dal forno. Bulma corse ad aprire lo sportello, con cautela, per non scottarsi: sì, il piatto aveva un aspetto delizioso. A lui sarebbe sicuramente piaciuto.
 
"Vegeta, che ne dici di portare Trunks al cinema, questa sera? E' uscito nelle sale un nuovo lungometraggio della Disneyball, e ci terrebbe veramente tanto a vederlo." Queste erano state le parole che l'uomo si era sentito rivolgere quel tardo pomeriggio dalla moglie. Inizialmente, la sua reazione fu quella di rifiutarsi: odiava presentarsi in posti del genere, pieni di gente idiota che non faceva altro che esaltarsi per delle idiozie proiettate sullo schermo da un idiota come loro.
Ma nel momento in cui si voltò per rispondere che no, non si sarebbe abbassato assolutamente a recarsi in quel luogo, notò qualcosa di strano negli occhi della moglie, qualcosa che lo portò ad annuire davanti alla sua proposta.
"E va bene, donna. Ma che sia l'ultima volta." Rispose, rimanendo sulle sue per non farle capire di aver letto la domanda nascosta in fondo al suo sguardo: Bulma voleva restare un po' da sola con lui. Non poteva negarglielo, e lo sapeva bene.
Il sorriso radioso che vide sul volto della moglie fu sufficiente perché capisse di aver dato la risposta esatta.
Bulma indugiò ancora qualche secondo nella stanza, sorpresa che il marito avesse accettato senza opporsi minimamente. Dopo pochi minuti si diresse in salotto, quasi come per sparire prima che Vegeta cambiasse idea.
Questi la lasciò andare, permettendole, in questo modo, di confrontarsi con i pensieri che le affollavano la mente.
Nell'attraversare il corridoio, la donna sentì il rumore della doccia accesa nella stanza da bagno. Dunque, concluse, aveva ancora tempo a sufficienza per preparare la tavola. Non ci sarebbe voluto tanto, sarebbero stati solo loro due: lei, e Trunks.
No, non il suo piccolo Trunks, ma il ragazzo che, anni prima, era apparso per avvertirli della minaccia dei Cyborg. Il Trunks del futuro. Eppure, sin dal momento in cui l'aveva incontrato, Bulma aveva immediatamente sentito dell'affetto speciale per quel giovane e non appena era venuta a conoscenza della sua vera identità l'aveva accolto nel suo cuore come suo figlio. In fondo, lo era.
 
Trunks abbassò il getto d'acqua calda fino a chiuderlo del tutto, uscendo poi dalla doccia e avvolgendosi un asciugamano attorno alla vita, cominciando ad utilizzarne un altro per asciugarsi i capelli.
Il suo animo era tranquillo e sereno: si era preso tutto il tempo necessario per rilassare i muscoli dopo un intenso pomeriggio di allenamenti con il padre. Gli erano mancati, realizzò improvvisamente. L'unica volta in cui aveva avuto modo di allenarsi con Vegeta era stato anni prima, nella Stanza dello Spirito e del Tempo. Ma allora dovevano pensare a migliorare vistosamente per poter fronteggiare il nemico. Inoltre, il rapporto tra i due era reso ancora piuttosto freddo dall'atteggiamento distaccato del Principe dei Saiyan.
Quel pomeriggio, al contrario, come i pomeriggi precedenti, le cose erano state ben diverse. L'atmosfera non era così tesa, e finalmente Trunks poté dire di aver scorto una certa soddisfazione anche da parte dell'uomo. Sorridendo a quell'idea, lasciò il bagno, dirigendosi nella camera che stava condividendo con il piccolo Trunks, trovandolo impegnato nel cambiarsi.
Era cresciuto parecchio dall'ultima volta che l'aveva visto: ai tempi non era che un neonato. Dunque, per il bambino era stata una sorpresa ancora maggiore quando si era visto davanti quel ragazzo che altri non era se non la sua versione futura. Eppure, erano bastate poche ore perché cominciasse a vederlo come un fratello maggiore, seguendolo in giro ovunque andasse per chiedergli e chiedergli e chiedergli informazioni sulla sua vita. Al ragazzo non dava fastidio, ricordava benissimo di avere sempre avuto la stessa curiosità, da piccolo.
Non appena lo vide entrare, il giovane Trunks sorrise con aria soddisfatta. "Stasera papà mi porta al cinema!" Esclamò, per dare voce a un evento che raramente accadeva in casa. Era giovane, non poteva pensare che quella semplice frase avrebbe portato un sorriso malinconico sulle labbra del ragazzo che non aveva mai potuto condividere momenti del genere con suo padre. Eppure, Trunks si avvicinò al bambino, passandogli una mano tra i capelli per scompigliarglieli. "Vorrà dire che farò compagnia io alla mamma, questa sera." Annunciò con un sorriso più allegro: l'idea gli piaceva, finalmente avrebbe avuto tempo per restare un po' solo con quella donna per la quale provava un immenso affetto.
Si vestì rapidamente, uscendo in corridoio e trovando Vegeta appoggiato alla parete con un'espressione piuttosto scocciata.
"E' pronto?" Domandò l'uomo, riferendosi al bambino.  Trunks annuì, incerto se aggiungere altro. Qualsiasi commento come "Tu non mi hai mai portato al cinema, nella mia epoca" sarebbe stato decisamente inutile e fuori luogo. "Vado a vedere se la mamma ha bisogno di qualcosa." Annunciò, avviandosi verso le scale.
"Lei ci tiene molto." Si sentì dire. Si voltò, vedendo il padre con braccia incrociate e occhi chiusi. Lo osservò, sorpreso. "C-come?"
"Tua madre. Credo abbia cucinato tutto il giorno, illudendomi con l'idea di un'ottima cena prima di chiedermi di levarmi di torno con il moccioso." Il tono e i termini utilizzati in quella frase servivano solo a mascherare i suoi veri pensieri. Vegeta capiva cosa Bulma avesse voluto fare: il ragazzo era tornato a trovarli dopo diversi anni dalla sua ultima visita, e forse non sarebbe tornato un'altra volta. La donna aveva solo bisogno di passare del tempo autentico da sola con lui. Ed era quella la domanda che era stata taciuta, ma di cui lui si era reso perfettamente conto.
Non l'avrebbe mai ammesso, ma anche lui si era legato a quel ragazzo. Uscendo, non avrebbe trascorso la serata in sua compagnia, ma l'aveva già monopolizzato troppo, con gli allenamenti. Allo stesso modo, il giovane Trunks l'aveva tormentato tutto il tempo. Ora era il turno di Bulma.
 
La donna sentì un "Ciao mamma!" provenire dal corridoio, e si affacciò per salutare il piccolo e il marito che uscivano. Il ragazzo era con loro e, non appena la porta fu chiusa, si avviò in cucina, raggiungendola e osservando la tavola con un sorriso.
"Non dovevi disturbarti tanto per me." Disse, notando la quantità di piatti presenti, ma la donna allontanò quella frase con un gesto della mano.
"Coraggio, siediti e comincia a mangiare prima che si freddi tutto!" Lo invitò, prendendo posto e cominciando a passargli i vari vassoi, per poi servirsi a sua volta. Trunks obbedì alla madre, non vedendo l'ora di assaggiare quei manicaretti che facevano venire fame solo a guardarli. Che sua madre fosse una cuoca eccezionale, già lo sapeva, ma quella sera gli sembrò tutto ancora più speciale. Dal canto suo, Bulma era contentissima nel vedere il giovane mangiare di così buon gusto.
Per gran parte della serata, l'aria fu riempita da chiacchiere che vertevano sui nuovi progetti della Capsule Corporation, sugli allenamenti, sulla loro famiglia, su piccoli aneddoti di vita quotidiana. I discorsi fluivano l'uno dall'altro senza sosta, come a sottolineare la forte intesa che intercorreva tra madre e figlio.
Al momento del dolce, Bulma servì al ragazzo la sua parte, per poi tagliarne due fette e metterle da parte. "Queste le conserviamo per tuo padre e il piccolo Trunks. Vegeta già non era molto contento di dover recarsi al cinema, ma ho insistito: quei due hanno bisogno di creare un loro legame, e se non sono io a spingerli a fare qualcosa insieme, quel testone di certo non si preoccupa." Terminò con una piccola risata, introducendo così l'argomento che le stava maggiormente a cuore.
Trunks si unì alla risata della donna. "Già..lo so bene." Disse semplicemente. "Mamma mi ha sempre raccontato del carattere poco socievole di papà." Aggiunse, con un velo di tristezza nella voce.
La donna se ne accorse, e gli sorrise nel modo confortante in cui solo le madri sanno sorridere. Dopodiché spostò appena lo sguardo altrove, incerta se continuare o meno con quell'argomento. C'era una cosa che doveva sapere, ma non si sarebbe mai azzardata a chiederla se ciò avesse provocato ulteriore tristezza nel giovane.
Il ragazzo comprese, solo osservando l'atteggiamento della madre, che c'era qualcosa. Si fece portatore, dunque, di un sorriso più deciso. "Dimmi tutto." Non era una domanda, non aveva bisogno di chiedere: sapeva che la donna doveva domandargli qualcosa, e in quel modo l'aveva invitata a farlo senza porsi più alcun problema.
Bulma spostò nuovamente lo sguardo sul figlio, e sorrise, scuotendo la testa. "Sai, tuo padre è cambiato molto dall'ultima volta che sei stato qui. Sembra quasi che qualcosa gli abbia aperto gli occhi su me e il piccolo Trunks. Dopo essere tornato a casa, dopo la tua partenza, ha smesso di essere così distante nei nostri confronti. Ha smesso di essere il Principe dei Saiyan ed è diventato..mio marito, e il padre di mio figlio." La donna si fermò, prendendo una piccola pausa prima di proseguire. "Io non so cosa sia successo esattamente, e forse non ho nemmeno bisogno di saperlo. Ma sono sicura che sei stato tu la causa del suo cambiamento. In qualche modo, hai saputo rapportarti a lui meglio di quanto abbia fatto io."
Trunks cominciò a capire dove volesse arrivare la madre.
"Dunque," riprese la donna, "volevo semplicemente dirti grazie. Grazie per aver reso possibile tutto questo." Si fermò, a metà strada tra un sorriso e un pianto.
Il ragazzo spostò lo sguardo, sorridendo a sua volta e cercando di nascondere il leggero rossore che era apparso sulle sue guance. Le parole della madre erano vere: nemmeno lui sapeva esattamente come, ma la reazione del padre nel momento in cui Cell l'aveva colpito era stata una gran sorpresa anche per lui. Probabilmente il padre aveva sempre evitato di parlare di quel momento alla donna, e se le cose stavano così, di certo non l'avrebbe fatto lui al suo posto.
"Non devi ringraziarmi di nulla, mamma." Disse, dopo pochi secondi di silenzio. "La cosa più bella, tornando, è stato vedere te e papà insieme. Sono contento che il piccolo Trunks abbia la possibilità di avere un padre. E per quanto queste giornate siano passate velocemente, non posso che essere felice di aver avuto la possibilità di rivederlo ancora." Si fermò, passandosi una mano sulla nuca, arrossendo nuovamente. "E di rivedere te, ovviamente. Sembra quasi strano a dirsi, ma mi eri mancata, mamma."
Bulma sorrise, capendo benissimo cosa intendesse il giovane: lei e la sua vera madre erano due versioni diverse della stessa persona, erano due persone diverse, forse. Ma l'affetto che provavano per il ragazzo era lo stesso, e non vi era bisogno di altre parole che lo confermassero.
"Mangia la torta, su. Prima che quei due tornino e comincino dalla tua fetta." Lo invitò.
"Oh, ne sarebbero capaci!" Rispose Trunks. Si guardarono un attimo, ed entrambi scoppiarono a ridere, pensando alla scena. L'intera abitazione fu riempita dalle loro risa e dal buon umore che ne seguì.
La serata era stata perfetta, pensò Bulma prima di addormentarsi. Anche se poi Trunks era tornato a casa ed era stato male per aver mangiato troppi pop-corn e dolciumi durante il film. Anche se Vegeta aveva espresso il suo disappunto nel vedere che, a parte la torta, non era avanzato nulla. Ma la presenza del giovane era bastata a mantenere un'atmosfera piacevole fino al momento in cui ognuno si era ritirato per andare a dormire. Prima di entrare in stanza, Bulma si fermò sulla porta, volgendo lo sguardo verso il ragazzo, anch'egli in procinto di entrare.
Si sorrisero.
"Buonanotte, Trunksie."
"Buonanotte, mamma."
   
 
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