I PRESCELTI DELLE ISOLE
“Shun, dove sei? È ora di pranzo!”.
Era
una bellissima giornata estiva, sulla costa est di Kanto,
e un gruppo di ragazzi, accampatisi in riva al mare, si accingeva a pranzare.
Una bella ragazza di circa 15 anni, dai folti capelli rossi, legati in una coda
sbarazzina, stava aiutando nelle faccende, e si prodigava a chiamare il più
giovane tra i suoi amici, un bel ragazzo, poco più piccolo di lei, dall’aria
malinconica, con cui lei e i suoi compagni avevano fatto amicizia. Con un
sospiro, Kasumi continuò a chiamarlo: “Shun, ma cdove sei finito? Non sei divertente!” urlò, scuotendo i
lunghi capelli rossi; controllò e
ricontrollò in tutte le tende, ma del giovane Shun
non c’era traccia; così, preoccupata, corse fino alla spiaggia: “Satoshi, hai visto Shun?” La
ragazza si rivolse a un ragazzino dalla chioma sbarazzina, che se ne stava
tranquillamente seduto sotto una palma ad oziare, con il suo Pikachu appollaiato in testa. Satoshi
alzò la testa, e guardò con sguardo preoccupato l’amica, la sua Kasumi: “Come?
Non lo trovi?” le domandò, alzandosi in piedi, risistemandosi il berretto rosso
e bianco; l’amica scosse la testa: “l’ho cercato, ma sembra sparito.. puoi
andarlo a cercare, se non ti dispiace?”, “certo! Pikachu,
andiamo!” incitò Satoshi, e i due amici scomparvero
in breve alla vista, inoltrandosi nella macchia.
Con
aria affranta, la giovane allenatrice di Pokèmon si
sedette accanto al più anziano dei suoi compagni, il loro cuoco, Takeshi, e restarono in silenzio a lungo, quasi non si
fossero accorti l’uno dell’altro; fu poi la stessa Kasumi a rompere quel
silenzio, così innaturale per il gruppo di Sato: “Cosa sta succedendo a Shun? Sono preoccupata.” Affermò, con una punta d’ansia; Takeshi, un bel moretto
dalla pelle abbronzata e dalle forme prestanti smise un momento di
rimestare lo stufato nella pentola, guardò con aria triste i pokèmon dell’amico, un bellissimo Pidgeot
dal piumaggio fulvo, e dalle ali enormi, capace di coprire distanze
considerevoli in pochi minuti e un piccolo Celebi,
che giocavano assieme ai pokèmon degli altri ragazzi,
poi le rispose, con aria triste, quasi si sentisse coinvolto nei guai dell’amico:
“è più di un mese che è lontano da casa, cosa pretendi? Ieri sera, poi, l’ho
trovato nella sua tenda, che piangeva su una fotografia, e mi si è stretto il cuore… sai, mi ci sono affezionato, e non sopporto vederlo
piangere.” Si giustificò il ragazzo. Kasumi era sbalordita: “hai detto una
fotografia? Per caso, era questa?” e la ragazza trasse di tasca un rettangolo
di carta spiegazzata e glielo diede; Takeshi la
guardò meditabondo, poi affermò: “Si, è proprio questa…
chi sono?” domandò, fissando i volti sorridenti, riuniti attorno al loro
compagno: “Sono i suoi fratelli, me ne ha parlato lui, ieri sera, prima di
andare a dormire… Gli vuole molto bene, non sopporta essere
separato da loro, e loro da lui, dobbiamo fare qualcosa!” esclamò Kasumi, con
le lacrime agli occhi, “Certo, ma cosa possiamo fare?” cercò di tranquillizzarla
l’amico, ma la giovane s’adirò: “TE LO DICO IO COSA!!! Ho sentito dire dal
professor Ookido, quando l’altro giorno ho chiamato a
Masara town, che alle Seafoam Islands c’è un vecchio
eremita, che ha strani poteri, come quelli di Natsume,
ma di gran lunga più sviluppati! Secondo te, cosa ho in mente di fare??” “beh, chiedere
aiuto a lui, che ne dici?” Cercò
di rabbonirla il moro. La ragazza sorrise: “Ok, ci sei arrivato, infine!! Allora
sbrighiamoci a preparare il pranzo, io intanto comincio a smontare le tende!” e
corse subito al lavoro.
Ehilà! Salve! Questo
Cross-Over è completamente dedicato a due elementi importantissimi della mia esistenza…. Ma vediamo se riuscite VOI a indovinare di cosa
sto parlando. Già vi ho facilitato enormemente con questo primo capitolo, ma
non dovrebbe essere difficile capire quali saranno le altre forze in gioco,
no???
BACI E ABBRACCI!!!
SHUN