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Autore: Emphatica    31/10/2012    3 recensioni
Il mio obbiettivo inconscio era regalarle anche esso, il sorriso e il mio pensiero insieme a quella collana.
Quando l'avevo raccolta m'era sembrato d'aver smosso le memorie che io avevo di lei, toccandola avevo rivisto i suoi occhi.
E l'avevo tenuta sino a quel momento, silenziosamente e segretamente per poterla riconsegnare nelle sue mani. Mi ero sentito nuovamente un bambino.
...Parole, pensieri e sentimenti si ritrovarono in quello scorrere della mezzanotte. Metaforicamente, nella mia vita.
Spoiler 2x8
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Il sole era tramontato, ricordandomi il mio destino ancora una volta...che la mia vita era sempre e comunque un'infinita mezzanotte, sull'orlo del giorno, del domani,
ma fatale ed infinita.
Mentre sedevo sul davanzale interno della finestra di Elena, rimuginavo il tutto rigirando tra le mani la collana che Stefan le aveva regalato.
Mi piaceva la quiete di quella stanza, con la quale avevo preso familiarità. La sua singolarità, il suo profumo e la sua semplicità.
Mi piaceva la calma prima della tempesta, inoltre, perchè Elena era dentro il bagno lì vicino e sarebbe entrata molto presto contestando la mia presenza.
Mi sembrava di perseguitarla, ogni tanto, in quelle notti di visita in cui avevo bisogno di chiarire come sempre, alla fine delle nostre esaustive giornate,  le situazioni della sua vita.
C'era sempre qualcosa che la travolgeva, e dentro di me ero spinto ad essergli...
Sì, potevo definirmi un amico.
Ma non me ne sarei andato davvero neanche quella notte.
La tranquillità in quella stanza era solo apparente? Era stata una giornata difficile...specialmente per lei...
Lo sentii dai suoi passi sul pavimento in legno, lenti e pesanti,  da come avevo socchiuso la porta svogliatamente e dal fatto che il suo sguardo fosse basso.
Allora decisi che era il momento di sconvogerle ancora un po' la serata.
Non si accorse di me finchè non le mormorai:
<< Bel pigiama >>, con uno sguardo accattivante ma cercando di far trasparire nel mio sguardo il vero pensiero, che lei era perfetta così.
Ma lei mi notò quando oramai avevo fatto il mio solito ironico sorriso sghembo.
"Non ti voglio prendere in giro", pensai.
Lei evitava crudelmente il mio sguardo, e con un'occhiata spenta cercò di congedarmi all'istante:
<< Sono stanca, Damon >> mormorò, con un tono che rasentava la maleducazione.
Ma infondo mi ero infiltrato nella sua notte.
Quella frase che mi rese nervoso mi ricordò della collana che continuavo a rigirare fra le mie mani.
<< Questa è tua >> dissi, alzandomi e andando verso di lei senza far alcun rumore, guardandola fisso negli occhi.
Alzai il braccio a mezz'aria, nascondendo inizialmente il gioiello nella mia mano. Poi lo lasciai cadere, appeso su di essa, sorridendo un'altra volta.
Il mio obbiettivo inconscio era regalarle anche esso, il sorriso e il mio pensiero insieme a quella collana.
Quando l'avevo raccolta m'era sembrato d'aver smosso le memorie che io avevo di lei, toccandola avevo rivisto i suoi occhi.
E l'avevo tenuta sino a quel momento, silenziosamente e segretamente per poterla riconsegnare nelle sue mani. Mi ero sentito nuovamente un bambino.
Ma questi pensieri passarono velocemente nella mia testa e si distrussero nella collisione dei nostri sguardi, del sorriso che lei mi rivolse quando la riconobbe.
Lo stesso che avevo avuto io quando l'avevo ritrovata.
E mi sentii parte di lei in quel momento come mai prima.
Parole, pensieri e sentimenti si ritrovarono nella mia mente in quello scorrere della mezzanotte. Metaforicamente, nella mia vita.

La mia vita.


 

 

*And I saw...what it was, that I had done.


 

<<  Credevo di averla persa >> mormorò, sorridendo come una bambina. << Grazie >> aggiunse, addolcendo sempre di più lo sguardo con la riconoscenza.
Fu più forte di me, volevo vedere l'ardore nei suoi occhi anche quella sera specchiarsi nei miei.
Storsi il naso scuotendo velocemente la testa e ritrassi la mano prima che lei l'afferasse.
Con la domanda che arrivò presto nei suoi occhi, del perchè della mia esitazione, capii almeno in parte in quel momento che dovevo fare.
Lasciai ancora il sorriso sulle mie labbra per tranquillizzarla e decisi di far svolgere le cose come dovevano.
Dovevo assolutamente calmarmi, perchè avevo le farfalle nello stomaco, la mente in un altro luogo, fuori dal mio corpo, sospesa, interdetta, come se il mio cuore stesse esplodendo, in mano, e senza che io potessi combatterlo, guidando il mio essere. Perchè me lo stava urlando, che anch'esso voleva vivere, avere una parte in me. Vedere la luce.
Quei tonfi al cuore mutarono la mia espressione in qualcosa di conflittuale e profondo, con cui lottavo nel frattempo con lo sguardo di lei.
<< Ti prego, ridammela >> mormorò lei preoccupata, ma come se sapesse ciò che mi passava per la mente, anche se appariva pauroso nei suoi occhi, come un gesto eloquente come il mio lasciava ad intendere. Ma non volevo farle paura. La stupida spavalderia era insita in me.
<< Prima devo dirti una cosa... >> cercai di dirle, trovando le parole non riuscendo a guardarla completamente negli occhi.  Esse esplodevano dentro di me. Come i ricordi che portavano fino a quel momento.

 

Last night we fell apart, and broke to pieces,
Our love was in the hall all packed in boxes.


 

Era talmente preoccupata che m'interrompè subito.
<< Perchè devi dirlo con la mia collana? >>  chiese con voce un po' più viva.
"Stai tranquilla Elena"  pensai. Cercai di trasmetterglielo con lo sguardo.
Mi rigirai la collana fra le dita, e poi la riguardai, scandendo bene tutte le parole.
<< Perchè quello che stò per dire...è forse la frase più egoistica che abbia mai detto in vita mia... >> mormorai cercando di mantenere il controllo, cadendo però nelle mie stesse parole, ravvivando il suo sguardo e la mia ennesima frase ambigua.
Ma l'ultima cosa che volevo era creare scompiglio nella sua mente. Era già difficile mantenere il controllo senza affondare nel dubbio dei suoi occhi, così grandi, così indifesi.
Chiusi brevemente gli occhi per calmarmi, e seppi che era l'ultima volta che mi era concesso di farlo.
Dovevo farmi invadere dal cuore e smetterla di combatterlo, perchè senno avrebbe vinto per conto suo autodistruggendomi, rovinando quel momento che era perfetto se mantenevo il controllo e mi perdevo in lei. Quelle consapevolezze mi consumavano ma non potevo negarle.
<< Damon, lascia stare >> disse quando la riguardai. Cercava di proteggersi.
<< Devo dirlo una sola volta, e tu devi sentirlo...>> spiegai diplomaticamente, implorando il suo ascolto, ma l'ovvietà si faceva già strada in quella stanza.
Non c'era più via d'uscita ora, come quando qualcuno invitava uno di noi ad entrare. Non c'era più scelta dopo.
E oltretutto io non volevo fare nient'altro di diverso in quel momento.
Il tempo...che nella mia testa era stato come un masso, la mia lapide fino a quel momento, confluiva tutto in un attimo, nello scambio tra di noi.
Il silenzio fu breve, e il mio sguardo fu chiaro anche per lei ormai, e divorai le sue paure con quell'ultimo sguardo.

 

And I saw, what it was, that I have done,
TO YOU.


 

<< Io ti amo Elena >> dissi, facendo spazio alla luce nel mio corpo. Con una consapevolezza che mi spezzava il cuore. << Ed è proprio perchè ti amo che...non posso essere egoista con te >> continuai. E quella parola mi sciolse all'interno, distrusse le fondamenta del mio essere in un insignificante secondo, mentre il mio sguardo ardeva mentre crollavo poco per volta.
<< Per  questo non devi saperlo >> aggiunsi, incatenando inconsciamente un' azione che presto avrei introdotto nelle mie prossime frasi.
<< Io non ti merito...> mormorai, senza alcuna ombra di sofferenza nella voce...era una consapevolezza e io avrei dovuto non farle sapere niente, come mi suggeriva il barlume di cervello che mi era rimasto. << Ma mio fratello sì...>> continuai persuasivo, ma senza alcun motivo. Perchè presto tutto sarebbe stato vano, solo un ricordo di una confessione capricciosa nella mia mente. Della segreta devozione che avevo per lei.
Anche se lei non capiva, cercava di decifrare il mio conflitto interiore, stando circospetta e attenta a qualunque cosa stessi per fare, se l'avrei costretta ai miei desideri, se stessi cercando d'insinuare il dubbio e l'imbarazzo in lei. D'insinuare una scelta.
No.


 

I was wrong...

 

"Non voglio farti del male" pensai, con sguardo esitante sul suo volto, teso e timido. E nello stesso momento m'avvicinai definitivamente ad esso.
E chiusi gli occhi, mentre il cuore dentro strepitava ed esultava, e per una volta aprofittai di me stesso per lei, confluendo tutta la dolcezza che mi era concessa in un unico bacio sulla sua fronte.
Mi sembrava di toccare i suoi pensieri. Fu grazie a quella parola che mi staccai.
Ebbi il coraggio di guardarla negli occhi, dato che ne morivo anche di nostalgia. Niente aveva senso senza essi.
<< Vorrei che tu non dovessi dimenticarlo...>> dissi istantaneamente.
Annuii fra me e annegai nel vivido dubbio dei suoi occhi prima di riuscire andare avanti.
Il dolore mi vinse.
<< Ma devi >> dissi infine, sgranando gli occhi per fare spazio alle lacrime che nessuno avrebbe mai visto, accettato, costringendo per la prima volta la sua mente, a dimenticare, per il suo bene.
Ingoiai tutto il dolore in un istante e le riconsegnai la collana, allacciandogliela direttamente al collo, abbandonando il suo volto molto lentamente per il mio corpo, ma un battito di ciglia per i suoi occhi...la luce della luna in quella stanza.


Quella che lasciavo correndo fuori dalla finestra come una foglia, tornando nella mia infinita e buia mezzanotte.



 



Salve ragazzi/e questa è la mia prima fan-fiction, e una specie di risveglio dopo secoli senza riuscire a scrivere una riga.
Quindi spero che questa piccola mia ripresa di questa serie non risenta un po' troppo delle mie mani lagnose :'D
Damon è un personaggio che secondo me và esplorato (dai, permettetemi il doppiosenso :'D) a fondo a livello psicologico, un pozzo profondo di umanità, e non potevo tenermi dentro i sentimenti che questo fantastico personaggio mi scatena tutte le volte.
Ho intenzione di darmi da fare quindi fatemi sapere se ciò che leggete vi piace!

Chiedo scusa se in questa mia prima volta infrangerò il regolamento in qualche modo, non è assolutamente mia intenzione! ^^
Questa storia è ispirata dal telefilm "The Vampires Diaries", i personaggi non mi appartengono e la canzone citata è I Was Wrong degli Sleepers, presenti nell'omonima puntata 2x8 descritta qua.
  
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