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Autore: Hanon Hoshou    16/05/2007    0 recensioni
Storia ambientata durante il terzo campionato con un inedito Mark che, fra partite varie, dovrà anche pensare all'amore...
Genere: Romantico, Triste, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Danny Mellow/Takeshi Sawada, Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che bella sensazione era ritornare in Giappone, nella città che l’aveva vista crescere

Titolo:           Un tempo per giocare, un tempo per amare

Capitolo 1:    Passato alla ribalta

Autrice:         Hanon Hoshou

 

 

Che bella sensazione era ritornare in Giappone, nella città che l’aveva vista crescere. Eppure ora era lì. Dopo quasi un anno di separazione forzata, ora era finalmente ritornata a Tokyo. Chissà se i suoi vecchi amici si sarebbero ancora ricordati di lei, chissà se “lui” aveva continuato a volerle bene… Un sorriso amaro le si dipinse sul volto…

“A chi voglio prendere in giro…” si disse stringendo i pugni “… di sicuro mi avrà già dimenticata!” concluse amaramente.

Camminava lentamente, solo i suoi pensieri le facevano compagnia. Quanti ricordi, quante emozioni… aveva passato mesi interi sperando di ritornare, di rivederlo, e già s’immaginava lui e lei ancora insieme, come un tempo… Sapeva che le sue speranze altro non erano che mere illusioni e che lui, con il calcio, la famiglia e tutto il resto, di sicuro non aveva avuto il tempo di pensarla. Di questo ne era certa. Svoltò l’angolo trovandosi finalmente di fronte al campo da calcio dove era in corso una partita amichevole fra una locale squadra calcistica e la Toho, una delle due squadre favorite al campionato giovanile nazionale. Si guardò intorno. Non vi erano molti tifosi ed infondo era naturale visto il risultato: 10 a 0 per la Toho e mancavano ancora dieci minuti alla fine. Decise di seguire quegli ultimi frangenti di gioco sebbene non sembrava essere una partita di eccelsa qualità dato che si giocava “da un solo lato”.

Oramai mancavano meno di due settimane all’inizio del terzo campionato giovanile e già nell’aria si poteva respirare quel senso di rivalità e antagonismo tipico dell’avvento di ogni gara sportiva. Ogni giovane calciatore della Toho avvertiva sulle proprie spalle le aspettative e le ambizioni dei propri tifosi, della propria scuola. Ovviamente, chi se ne sentiva maggiormente colpito, era proprio il capitano, Mark Lenders. Più motivato delle scorse competizioni, aveva solo un grande sogno: battere una volta per tutte Holly Hutton. No, non c’erano vie di mezzo. Questa volta l’avrebbe battuto! Con questi pensieri la giovane punta dribblò, con una facilità impressionante, un paio d’avversari, saltò l’ultimo difensore e, con quanta più forza aveva nelle gambe, scagliò un potentissimo tiro all’incrocio dei pali. Al triplice fischio dell’arbitro scoppiò l’ilarità della Toho che si strinse attorno al suo capitano per acclamare la vittoria. Anche questa amichevole era stata vinta. I tifosi inneggiarono il loro capitano ma a quest’ultimo sembrava non importagliene poi tanto. Si, aveva vinto, era evidente. Ma che gusto c’era a vincere una partita contro una squadretta di dilettanti? Non gli importavano queste facili vittorie voleva provare un brivido ancor più grande, un brivido, che solo una vittoria contro la New Team, gli avrebbe potuto dare. Con questi pensieri, s’avviò verso gli spogliatoi lasciando i suoi avversari increduli e umiliati a fissare ancora una volta il tabellone del punteggio: Toho 11 – Haiko 0.

Anche gli altri calciatori della Toho seguirono il loro capitano negli spogliatoi. L’ultimo a lasciare il campo fu il giovane Danny, che restò colpito da una ragazza che se ne stava dinanzi alla rete di protezione ad osservare chissà cosa. Quegli occhi nocciola dallo sguardo così intenso e quei lineamenti non proprio nipponici non potevano che appartenere ad una sola persona… Le si avvicinò lentamente e provò a chiamarla, benché la voce gli uscì quasi come un sussurro, ma tanto bastò a far voltare la ragazza.

- Allora non mi sbagliavo… Karen, sei proprio tu? – disse euforico

La ragazza restò ad osservarlo per qualche secondo in silenzio…

- Danny!? – Non poteva credere ai propri occhi. L’ultima volta che l’aveva visto altro non era che un ragazzino poco più basso di lei e dall’aria quasi goffa a sua avviso, mentre, ora, aveva dinanzi a sé un giovane uomo ormai. Benché lei non fosse altissima lui sembrava superarla di quasi una spanna. Inoltre aveva smesso di rasarsi la testa e i capelli gli donavano un’espressione più adulta e matura… . Restò ad osservarlo ancora un po’ in silenzio… quanti ricordi le si pararono nella mente. Era passato quasi un intero anno da quando lo aveva visto l’ultima volta. Cercò di non lasciarsi andare dalle emozioni ma queste ebbero il sopravvento così finì per saltargli al collo

- Accidenti, Danny, non sai quanto mi sei mancato! – disse staccandosi da lui

Lui la guardò sorridendo

- Racconta, Karen… come è stata la tua permanenza in Europa? -

- All’inizio la odiavo, davvero… mi mancava il mio paese, i miei amici… ma soprattutto mi mancavate tantissimo tu e Mark… però col tempo ho imparato a “sopravvivere” anche senza di voi e mi sono riaperta al mondo. Ho conosciuto tanta gente, così col tempo ho finito con l’apprezzarla nonostante tutto… ma dimmi di te piuttosto, ho notato vari cambiamenti. A cominciare dal look e da quella… - concluse poi alludendo alla sua maglia da gioco

- Ora noi giochiamo nella Toho. Dopo lo scorso campionato Mark ha vinto una borsa di studio dalla Toho School e così… insomma, sai com’è fatto, non voleva gravare troppo sulle spalle della sua famiglia… -

- Già, lui è fatto così! -  rispose Karen sorridendo

Restarono così in silenzio finché all’improvviso Mellow non si sentì chiamare. Si voltò e vide sopraggiungere il suo capitano.

- Karen… - disse Mark non appena fu abbastanza vicino ai due. Il rivederla fu un salto indietro nel tempo. Un salto, che risvegliò in lui passate emozioni che pensava aver dimenticato ma che in realtà erano ancora lì nel suo cuore e nella sua mente. E fu così che per la prima volta in vita sua non sapeva né cosa dire, né cosa fare… così finì per stare lì, fermo. Non fu neanche in grado di reagire quando Karen gli si strinse alla vita. Un ricordo passato gli tornò alla mente, ma preferì tenerlo per sé, facendolo suo e, quasi senza accorgersi ricambiò in un timido gesto quell’abbraccio mentre la sua mente cominciò a vagare indietro nel tempo quando…

 

 

**** Un anno fa, Giappone ****

 

- Dannazione, Coleman, che diamine aspetti a liberarti! – urlò Lenders al suo compagno di squadra, impegnato a cercarsi un varco fra due avversari intenzionati a soffiargli la palla. Il numero 11 della Muppet cercava di liberarsi dei due con abili finte che, purtroppo, non sortirono l’effetto sperato. Tuttavia, Coleman, non sembrava voler cedere finché la sua costanza gli permise di avere la meglio. Ormai libero passò velocemente la palla al suo capitano. Lenders, stoppò la palla di petto avviandosi come una furia scatenata verso la porta avversaria, tallonato da due giocatori che, purtroppo per loro, non riuscirono né a raggiungerlo né, tanto meno, a fermarlo. Il centravanti, nella sua folle corsa verso l’area avversaria, travolse letteralmente l’ultimo difensore e, con un tiro potente e preciso, calciò il pallone facendolo finire, assieme al portiere, in porta. Questo fu solo il primo dei numerosi gol che ne seguirono. Il secondo tempo della partita fu per la Muppet a senso unico poiché, i loro avversari, dopo aver subito l’ottavo gol ad opera della “tigre”, avevano ormai perso la voglia di giocare una partita che sembrava ormai destinata a chiudersi con una umiliante e sonora sconfitta. Quel giorno, poi, Mark sembrava essere particolarmente agguerrito. Chissà, forse perché sugli spalti c’erano sua madre e i suoi tre fratellini ad assisterlo… Prima dell’incontro aveva spiegato a tutti che non c’era bisogno di andare a vedere un match a suo avviso noioso e monotono, ma i suoi fratelli avevano insistito così tanto che alla fine Mark non aveva potuto far altro che farli venire…

- Almeno loro si divertiranno un po’… - si era detto ben sapendo quando essi erano felici e contenti quando segnava un gol.  A fine partita gli raggiunse negli spalti ma, mentre saliva i vari scalini, fu fermato da una ragazza, che gli si parò davanti, ostruendogli il passaggio. Mark la osservò stranito finché la ragazza, allungandogli nella sua direzione, un foglio e una penna gli chiese

- Scusa, me lo faresti un autografo? –

Mark restò ancor più stranito. Nessuna ragazza, prima di lei, gli si era avvicinata per una richiesta del genere. Solitamente era Holly Hutton quello “assediato” da fan che gli chiedevano autografi, foto e magliette…

- Mark, sei stato grande! -

La vocina di suo fratello lo ridestò dai suoi pensieri, così, celermente, prese il foglio e la penna dalle mani della giovane e poco dopo glielo restituì firmato. La ragazza lo ringraziò e andò via. Mark la osservò andar via finché suo fratello, che nel frattempo lo aveva raggiunto, gli strattonò la maglietta

 - Chi è quella fratellone? - chiese poi con quella sua vocina ingenua tipica dei bambini della sua età

- Nessuno! – rispose lui frettolosamente. Poi prese il bimbo facendolo sedere sulle sue spalle – E ora andiamo a festeggiare! –

Il bimbo felice si strinse ancor di più al fratello maggiore. Intanto la ragazza di poco prima, senza farsi notare, osservò di nascosto l’intera scena e sorrise. Era curioso e singolare il modo in cui quel ragazzo fosse diverso nel campo e fuori da esso. Sembrava avesse quasi due personalità distinte. Sorrise felice. Era da tanto che seguiva le partite della Muppet ma non aveva mai trovato il coraggio di chiedere un autografo a Mark. Sarà perché tutte le sue compagne di classe che a furia di dirle di star lontano da quella “tigre” avevano finito con l’incuterle un certo timore nei confronti del forte capitano della Muppet o forse perché non era esattamente la classica ragazza in grado di far qualsiasi cosa per farsi notare dal calciatore di turno… Fortuna che nella sua classe vi era anche Danny Mellow… chi, infondo, poteva dirsi davvero sicuro di conoscere Mark, eccetto Danny? Era stato lui a dirle che in fondo non era poi tanto “duro” come voleva far vedere. Ed era stata proprio questa frase a far nascere in lei la curiosità di conoscerlo meglio (a parte la voglia di vincere una scommessa fatta con la sua compagna di banco, ovviamente…)

 

Il giorno dopo la ragazza entrò in classe più euforica del solito…

- Ciao Karen! Ehi cos’è quell’aria felice? -

Karen appoggiò un foglietto sul banco della compagna. La ragazza aprì il foglietto e quando vide la firma di Lenders quasi si mise ad urlare…

- Ehi ma come hai fatto a farti fare un autografo da lui? -

- Basta chiederlo, no? – disse Karen con aria di chi la sa lunga…

- Ma sei tutta matta… ti piace proprio eh? –

Karen assunse un’espressione imbronciata…

- Dico stai scherzando! – disse riprendendosi il foglio e rimettendoselo in tasca – Non mi interessa neanche… è troppo presuntuoso e arrogante. Lo faccio solo per via della scommessa che abbiamo fatto. Già ti vedo a farmi tutti gli esercizi di algebra per tutta la durata dell’anno! -

- No accidenti! –

Le due ragazze si voltarono nella direzione di Danny. Mellow il quale sembrava avere un’aria parecchio preoccupata…

- Che ti è preso? – chiese Karen

- Ho dimenticato di fare quel compito di lingua giapponese… -

- Tieni! – disse Karen passandogli il proprio quaderno

Danny, terrorizzato dall’idea di prendere un 2 scontato, prese il quaderno della sua amica e cominciò a copiare frenetico le risposte. Era talmente preso che non notò che Karen aveva preso una sedia, gli si era seduta di fronte e che lo stava guardando negli occhi… Il ragazzino, appena se ne accorse, arrossì leggermente…

- Non sai che il mio quaderno ha un prezzo? – disse lei cominciando a giocare con una ciocca di capelli…

- Si? No… non lo sapevo…  e che vuoi? –

- Semplice! Per tutto il resto della settimana, dopo scuola, tu mi farai lezioni di economia domestica! –

- Non posso… ho gli allenamenti dopo lezione lo sai! –

- E tu sai che la prossima settimana abbiamo compito e io ho assolutamente bisogno del tuo aiuto vero? In fondo siamo amici, Danny, e tu non vuoi che io prenda l’ennesima insufficienza vero? In alternativa… beh, potrei sempre riprendermi il mio quaderno… –

Danny restò un po’ a pensare. Sapeva che quando Karen ci si metteva diventava davvero insopportabile, e poi non poteva rischiare di presentarsi senza compiti quel giorno…

- Dopo lezione andrà benissimo… - disse poi afflitto pensando già a cosa avrebbe raccontato al suo capitano. Gran bel problema, ora. Non era il tipo che diceva bugie ma dire la verità in quel caso sarebbe stato così… così… umiliante!!!! “Ehi Mark ciao come va? Oggi non vengo agli allenamenti perché devo studiare ECONOMIA DOMESTICA!?”  di certo questo non glielo poteva dire di sicuro. Lo avrebbe sicuramente preso per pazzo, senza contare la reazione del resto della squadra: lo avrebbero canzonato per tutta la vita ed anche oltre! Va beh… avrebbe detto che non stava bene, o qualcosa del genere, e così fece.

 

Erano passati ormai due giorni  da quando Danny, anzi di allenarsi, passava il tempo a studiare con Karen e la sua mancanza, in squadra, stava cominciando a farsi sentire. E questo lo sentiva specialmente Mark dato che con Danny aveva un’intesa eccezionale. Era l’unico che sapeva perfettamente quando servirgli la palla e in che modo farlo, sapeva come attirare su di sé i difensori per poi passargli la palla all’ultimo momento…

Dopo gli allenamenti decise così di andarlo a trovare. Suonò alla porta di casa Mellow e fu sorpreso quando, ad aprirgli la porta, fu lo stesso Danny…

- Credevo stessi male e invece… perché non vieni più agli allenamenti? Ti sei forse scordato che fra due settimane abbiamo l’amichevole con la Konishi? - 

- No però… ho avuto un imprevisto! –

- Comunque domani devi venire assolutamente… ordini del mister! – disse Mark facendo spallucce

- Non posso! –

- Posso sapere che ti prende Danny? –

Fu in quel momento che Danny capì che doveva dirgli la verità, sperando, per lo meno, di non farlo scoppiare in una fragorosa risata o peggio. Trasse un profondo respiro e cominciò a svelargli la verità. Mark, quasi inorridito dalla cosa, quasi urlò le ultime due parole pronunciate dall’amico “Economia-Domestica” ma Danny prontamente gli tappò la bocca.

- Ti prego Mark non dirglielo a nessuno. Ero disperato non potevo far altro che accettare… mettiti nei miei panni, scusa? -

- Figurati, non mi faccio mica fregare in quel modo lì da una ragazza! -

 

Intanto nella stanza accanto Karen si stava cimentando alle prese con un (a suo dire) difficilissimo esercizio. Stanca d’aspettare Danny, decise che la cosa migliore fosse chiamarlo così raggiunse Mellow alla porta d’ingresso e fu così che si ritrovò davanti Lenders. Fra i tre cadde uno strano silenzio… nessuno sapeva cosa dire, ognuno aspettava che fosse qualcun altro a dir qualcosa, quel qualcosa, che fu pronunciato da Mark…

- Ma tu non sei la stessa ragazza dello stadio? -

- Si, sono io… - nuovamente silenzio… - Piacere Karen! – continuò lei allungando la mano

- Trovati qualcun altro per farti aiutare. Danny deve allenarsi domani non può perdere tempo con te a fare… insomma hai capito cosa…. Lui è un giocatore, chiaro? –

- Cafone! – disse Karen ritirando la mano

- Cosa? – ribattè lui non cogliendo appieno il significato di quel “cafone” appena sussurrato da quella strana ragazza…

- Hai capito bene, sei un cafone! Ma chi credi di essere? Danny ha preso un impegno con me e, che la cosa ti piaccia o no, lo porterà a termine! Ora se è tutto… - disse rivolgendosi a Danny e afferrandolo per un braccio – Noi due finiamo i nostri compiti. Alla prossima! – concluse trascinando Mellow dentro casa e richiudendo la porta in faccia a Lenders.

Mark rimase di stucco, non capendo bene cosa era appena successo. Quella ragazzina, dal tono di voce così irritante e prepotente, gli aveva appena sbattuto la porta in faccia! No, nessuno si poteva permettere di fargli una cosa del genere, non a lui! Bussò con voga un paio di volte, invano. Alla terza Karen aprì la porta…

- Mi stai scocciando va a farti un giro… da bravo, su! -

Eh no, ora aveva davvero superato il limite. Quella ragazza era riuscita in breve tempo a farlo innervosire. Sembrava quasi la versione femminile di Price… ma da dove cavolo era uscita? Da quando Danny frequentava persone così irritanti? Non fece in tempo ad elaborare le risposte alle sue domande, che subito notò, con la coda dell’occhio, che la ragazza gli stava chiudendo nuovamente la porta in faccia. Lenders, con uno scatto, allungò un braccio e bloccò l’uscio, guardandola infuriato. Danny osservò la scena in disparte leggermente divertito. Sapeva che prima o poi quei due si sarebbero incontrati e sapeva anche che quei due non sarebbero mai andati d’accordo per via del loro carattere troppo simile… All’improvviso, senza un motivo apparente Karen diede uno schiaffo sulla guancia di Mark anche se non particolarmente forte.

- Stupida zanzara… e no, uffa l’ho mancata! – disse guardandosi la mano

Mark chiuse gli occhi ancora più arrabbiato di prima, cercando di darsi una calmata... E meno male che aveva a che fare con una ragazza sennò sarebbe passato alle mani, ne era certo.

 - Beh ora devo andare. Avevo promesso ad una mia amica di andare con lei al centro commerciale, continueremo domani Danny, ok? Beh Mark è stato un “non-piacere” conoscerti! Alla prossima! – e detto questo andò via.

- “Alla prossima!?” – ripensò Mark - Perché ci sarebbe stata una prossima volta? No, che non ci sarebbe stata, ne era certo… -

- Ehi Danny – disse poi rivolgendosi al numero 15 della sua squadra - ci vediamo domani sul campo d’allenamento e non voglio scuse, chiaro? – disse voltandogli le spalle e andando via. La presenza sul campo di Danny non era poi fondamentale ma Mark pensò che una piccola rivincita nei confronti di Karen non gli avrebbe fatto che bene. Sapeva come convincere l’amico a presentarsi in campo e, difatti, il giorno seguente, Mellow era ad allenarsi regolarmente.

 

Danny si sentiva maledettamente in colpa… dare una buca a Karen in quel modo… sicuramente gliene avrebbe cantate di cotte e di crude l’indomani. Ma Star, suo compagno di squadra, lo ridestò dai suoi pensieri

- Ehi Danny, ma tu sai chi è quella ragazza che sta parlando con l’allenatore? -

- Quella chi? – chiese Danny voltandosi nella direzione indicata da Star. Era una ragazza in pantaloncini corti e una maglietta blu con lo stemma della Muppet sul petto… La ragazza si avvicinò raggiante a Danny

- Danny, lo sai che sono riuscita a convincere il mister a promuovermi manager della vostra squadra? Bello eh? –

- Scordatelo, ragazzina! Togliti questa maglia di dosso e sparisci dai piedi! – disse Mark avvicinandosi come una furia

- Sono felice che anche tu sia contento di rivedermi “capitano”… - rispose lei enfatizzando l’ultimo termine.

Eh no, canzonarlo di fronte a tutta la sua squadra era davvero troppo. La afferrò per un braccio e la trascinò a bordo campo

- Avanti che vuoi? Vuoi Danny? E va bene, tienitelo fino alla fine della settimana se vuoi, ma vedi di dare le dimissioni come manager della squadra e sparisci dalla mia vita…  -

- Non mi interessa più l’economia domestica, ora mi interessa la Muppet. Mi hanno anche dato tre magliette ufficiali, carine vero? –

- Forse non l’hai capito ma io sono il capitano e sono io che alla fine decide cosa sia meglio per la squadra e ti dico che tu saresti di impiccio. La mia squadra non a bisogno di una ragazzina come te che passa tutti i novanta minuti della partita a gridare come una demente il nome del… - ma si bloccò pensando a quello che stava per dire…

- …del capitano dici? Beh allora non corri nessun pericolo non sei tu quello che devo incitare! Comunque grazie per gli onori di casa e torna in campo c’è tutta la squadra ferma ad aspettarti! –

Mark si voltò verso i suoi compagni. Aveva gli sguardi di tutti puntati addosso. In fondo, non era poi tanto normale vedere Mark che parlava con una ragazza, no?

- Che diavolo avete da guardare? Riprendiamo gli allenamenti forza! – urlò Mark entrando in campo

 

Gli allenamenti ripresero come al solito, o quasi… L’allenatore aveva diviso la squadra in due diversi gruppi per una partitella. Per la prima volta Danny e Mark erano l’uno contro l’altro…

Mark palla al piede s’avviò verso l’area avversaria ma fu però fronteggiato da un abile Mellow. Lenders cercò di divincolarsi ma Danny sembrava mantenergli testa. Allora Mark si voltò di spalla e cercò di innervosire il compagno aiutandosi con le braccia, cercando di non farlo avvicinare troppo al pallone. In realtà fu Mark ad innervosirsi quando, dalla panchina, si levò chiara e irritante la voce di Karen

- Vai così capitano! -

Danny approfittò dell’errore del suo capitano e gli rubò palla, partendo in un rapido contropiede.

- Ti avevo detto di star zitta! – le urlò di rimando Mark

- Fossi in te capitano mi preoccuperei di Mellow adesso! – gli rispose lei aspramente

Ed infatti il giovane centrocampista era quasi giunto alla trequarti avversaria. Mark cercò di raggiungerlo ma Danny aveva un certo vantaggio così non potè far altro che guardare il centrocampista calciare il pallone in rete… Pochi minuti dopo situazione uguale, ma inversa. Questa volta era Mark da solo in zona avversari e , a separarlo dal gol, vi era solo il portiere. In pozione ottima Lenders si preparò a calciare ma ancora una volta

- Forza capitano, segna questo gol! -

E Mark calciò. Fu un tiro più potente del solito ma meno preciso giacché scheggiò il palo esterno e si stampò al di là della rete.

- Che vergogna capitano dacci dentro no? Che era quel coso? –

Mark le si avvicinò furente

- Quello che tu chiami “coso” era il mio tiro. Un tiro che sarebbe stato gol se solo tu avessi mantenuto chiuso quel maledetto becco! -

- Non devi arrabbiarti con me se sei solo un giocatore mediocre, Mark! Ne vuoi un po’, così ti addolcisci? – disse allungando il ghiacciolo che stava degustando. Mark al limite della pazienza mormorò qualcosa di incomprensibile e tornò in campo più determinato del solito…

Jeff Turner sorrise. Aveva fatto bene a promuovere come manager Karen… Riusciva con le parole a tirar fuori da Mark una grinta mai vista. Indispensabile per un calciatore come lui che più che sulla tecnica puntava tutto (o quasi) sulla potenza e la prestanza fisica! E i risultati, infatti, non tardarono ad arrivare. In pochi minuti Lenders, riuscì a mettere a segno una tripletta. Più Karen lo incitava, più lui s’arrabbiava e calciava più forte il pallone…. La partitella finì. La squadra di Mark aveva vinto. Lenders ancora una volta fece per avvicinarsi a Karen. Questa volta la avrebbe mandata al diavolo. Avrebbe convinto Turner a rimandarla da dove era venuta e lui si sarebbe finalmente sbarazzato di lei e di quella vocina molesta nelle orecchie. Si avvicinò con passo fiero e deciso alla panchina ma quello che accade dopo non lo aveva previsto: Karen si era alzata e gli era saltata al collo

- Sei stato grande capitano! -

 

**** Fine flashback ****

 

Si staccarono lentamente guardandosi negli occhi. Questa volta fu Mark a parlare per primo

- Sei cambiata parecchio in questi mesi – disse osservandola. Non aveva più davanti ai suoi occhi quella pestifera ragazzina che ricordava. Sembrava fosse un'altra persona. Fisicamente era cambiata tantissimo. Aveva acquistato qualche centimetro in più, i capelli, ora più lunghi, le arrivavano a metà spalla e le donavano un’aria più sbarazzina del solito. Le sue forme più armoniose e femminili le donavano il fascino che ogni giovane donna possiede. L’unica cosa che forse non era cambiato era il suo sguardo: forte e deciso da un alto, dolce e sincero dall’altro. Anche il suo carattere sembrava mutato… Ora la sua voce non era più quella da “ragazzina-irritante” ma aveva un qualcosa di particolare. Sembrava appartenere ad una dolce sirena che con le sue parole e il suo tono così tranquillo e placato, riusciva ad infondere, in chi l’ascoltava, un qualcosa di solare e rasserenante… No, non c’erano dubbi. Era proprio cambiata. Ora non era più una ragazzina, ma, osservandola bene, non era neanche una donna. Forse era, in una sola parola, lei. Karen. Ed ora era tornata…

 

 

 

Note dell’autrice:

Innanzitutto un grazie di cuore a tutti coloro che hanno avuto la pazienza (e il coraggio) di leggere questa mia prima fiction e questo lunghissimo capitolo. Ma passiamo ora alla storia. Dunque, essa si inserisce nel periodo del terzo campionato nazionale mentre il flashback (e quelli che ne seguiranno) vanno inseriti subito dopo la fine del primo campionato. Per quanto riguarda i personaggi, nonostante la mia buona volontà, credo di averli resi leggermente OOC. Ma dato che sono iper critica nelle mie cose, spetta a voi dire se lo sono effettivamente o se, invece, sono io che sono troppo “complessata”.  Chiedo anche scusa a tutti coloro che preferiscono i nomi originali ma purtroppo io sono più legata ai nomi “italianizzati” dei personaggi per cui spero non vogliatene farmene una colpa. Siccome penso che come storia non sia all’altezza di altre storie che ho letto in questa sezione, spero di ricevere qualche commento così da potermi migliorare.

Vi anticipo che credo di finire questa fan fiction in non più di 3, 4 capitoli al massimo, ma non nego che se dovessi notare un certo interessamento da parte Vostra i capitoli potrebbero anche aumentare. Perciò ditemi voi…

Il rating dipende da come deciderò di elaborare la storia e da quanti capitoli posterò.

Spero mi recensiate in molti, Hanon Hoshou

  
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